Dall'Arizona all'Europa. Le nuove politiche migratorie secondo due giornalisti partenopei

Emilia Ferrara (September 30, 2010)
Dalla SB1070 in Arizona all'espulsione dei rom in Francia, passando per l'invito del Santo Padre all'accoglienza e al rispetto dei diritti dei nuovi immigrati. Francesco Bellofatto e Francesco Romanetti, giornalisti partenopei, condividono con i-Italy il loro punto di vista sulle nuove politiche migratorie adottate negli USA, in Italia, ed in Francia

Emigrare per ragioni lavorative negli ultimi anni è diventato sempre più difficile, per ragioni oggettive legate alla precarietà, ma soprattutto quando nel luogo dove si emigra accade di essere perseguitati. Succede quasi ovunque, nei paesi di nuova e vecchia immigrazione. In Arizona, Stati Uniti. è stata approvata lo scorso 19 Aprile la legge shock SB1070 nota come “Legge Arizona”, che permetterebbe alle forze dell'ordine di arrestare qualsiasi persona che abbia sembianze latin; insomma una legge discriminatoria contro gli immigrati “illegali” messicani.

La legge, inoltre, costringerebbe anche il personale sanitario e del settore dell'insegnamento a denunciare alle autorità le persone che ricevono questo servizio nel caso in cui abbiano lineamenti latini. Questa legge ha scatenato  non poche obiezioni sia a livello locale, come a livello nazionale ed internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha criticato duramente questa legge, dichiarando " ha il potenziale per essere applicata in modo discriminatorio. E’ una legge irresponsabile che contraddice i principi basilari della giustizia statunitense”.

Oggi in Arizona è sufficiente avere appena l’apparenza di un migrante irregolare per essere sottoposti ad arresto ed interrogatorio. Ma nella vecchia Europa cosa succede? in Italia nuovo paese di immigrazione e in Francia, paese di immigrazione storico? L’ondata xenofoba non sembra differente, come ammonisce anche il Papa durante il suo Angelus domenicale, in risposta alla politica “caccia ai rom” della Francia.

Il Santo Padre ha invitato le autorità ad accogliere gli immigrati, concludendo la sua predica “Chi è preposto alla sicurezza e all’accoglienza - sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli». Rivolgendo la sua attenzione soprattutto ai minori ed ai loro diritti ha dichiarato “Anche Gesù, da bambino, fu un migrante e sarebbe oggi un rifugiato, essendo scappato con Giuseppe e Maria in Egitto dalla furia di Erode”.       

Per voi abbiamo intervistato due giornalisti partenopei. Francesco Bellofatto giornalista professionista e docente universitario, all'attività professionale unisce quella sociale ed in difesa dei Diritti Umani: nel 1975 è tra i fondatori della sezione italiana di Amnesty international. Francesco Romanetti, giornalista professionista lavora per la sezione esteri de Il Mattino dagli anni 0ttanta.
 

Come mai la Francia, Paese europeo più rispettoso in materia di diritti degli immigrati, ha intrapreso la “caccia ai Rom”?
Bellofatto: Preoccupante la virata di Sarkozy, ha voluto dare, a mio parere, un segnale politico ai conservatori. Questo è molto grave.
Romanetti: Oggi Sarkozy, erede di Chirac, strizza l'occhio ai sentimenti xenofobi e all'intolleranza.
 
In tema di immigrazione che differenze ci sono tra Italia e Francia?
Bellofatto:  La Francia tradisce quella che è la sua storia dell’apertura verso gli immigrati. Verso le popolazioni come Algeria, Tunisia… Con questa “manovra” sono andati in frantumi quelli che sono i sui diritti fondamentali, noti a tutti: libertè, ègualitè fraternitè. Creando una scollatura dall’Europa. Non ho paura che il popolo francese diventi xenofobo, sono scesi tantissimi in piazza per protestare, ma mi chiedo quale messaggio e quale immagine Sarkozy intende dare all’estero? La rotta europea è ben lontana dalle mosse di Sarkozy. La Merkel per esempio punta sull’integrazione e forza lavoro, come risorse economiche del paese e non c’è differenza di tutela del lavoratore tra un tedesco e uno straniero, uguali diritti e doveri. L’Italia invece è un paese lontano dalla posizione della Germania; il silenzio della classe politica è molto preoccupante.
 

Romanetti: Dal punto di vista sociale ci sono profonde differenze tra Italia e Francia, che dipendono dalle differenti radici storiche del fenomeno immigrazione. In Francia c'è stata storicamente una radicata presenza di immigrati legata ai periodi coloniale e post-coloniale. Di conseguenza la consapevolezza dei diritti degli immigrati è più antica e diffusa. In Francia, nonostante tutto, è ancora viva la tradizione culturale-giuridica legata agli ideali illuministico-rivoluzionari della fratellanza e dell'uguaglianza. Tuttavia, da un punto di vista politico le analogie tra Francia e Italia sono diventate numerose e sono legate al rafforzamento negli ultimi decenni della destra in Europa. Una destra che, anche in Francia, ha assunto connotazioni xenofobe. Fino a qualche anno fa la differenza tra un leader razzista come Le Pen e uno Chirac era evidente: l'uno rappresentava la destra estrema e fascistoide, l'altro la destra "pulita" e di "nobile" tradizione. In Italia, politicamente sta avvenendo un processo inverso: una destra "ripulita" (Fini) sta prendendo le distanze dalla destra populista, razzistoide e con tentazioni autoritarie (Berlusconi- Lega). Meno male.

Bellofatto, nel dibattito attuale, sulla questione immigrati, quale idea sarebbe auspicabile un a sana integrazione?

Sarebbe auspicabile che il comportamento di Sarkozy resti un caso isolato, non ci sia una deriva forte. Fortunatamente in questo periodo non si leggono scontri come quello di Rosarno o manifestazione di violenza. Sperando che la politica italiana dia risposte concrete sulla regolarizzazione dei contratti dei lavoratori stranieri, permettendogli di accedere agli stessi diritti e doveri dei cittadini nativi. Penso che la polemica di Maroni sulla Moschea sia strumentale, secondo me, in un Paese come l'Italia che garantisce costituzionalmente la libertà di professare il proprio credo religioso, ognuno dovrebbe essere libero di pregare secondo la propria fede e cultura.
 

Romanetti. L'Italia oggi si trova ad affrontare un dibattito sul tema immigrazione. Ma secondo lei, c'è cultura in merito? È pronta ad affrontare e rispondere a un dibattito del genere?

Il dibattito sull'immigrazione in Italia non è tanto recente. L'Italia è un paese di immigrazione ormai da un quarantennio. Inoltre l'Italia ha dovuto affrontare la prima grande emergenza legata all'immigrazione nei primi anni 90, in seguito all'arrivo massiccio degli albanesi, che giunsero a decine di migliaia sulle "carrette del mare". Il dibattito è inquinato dalla presenza al potere in Italia di una destra rozza, populista e razzista, incarnata da Berlusconi e dalla Lega. L'opposizione di centrosinistra non ha saputo sempre contrastare con il vigore dovuto le derive xenofobe e razziste, inseguendo presunti sentimenti diffusi tra la popolazione e lasciando il compito di resistere all'ondata dell'intolleranza alla Chiesa.
 

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