Bullismo senza barriere… Parla una vittima di cyberbullying

Emilia Ferrara (October 29, 2012)
Intervista ad Antonella Di Giulio, ci racconta la sua storia vera. Non tutti gli utenti di Facebook sono onesti con i loro dati. Persone con falso nome si insinuano nella vita degli altri per denigrare. Siamo veramente indifesi?


Facebook il più popolare social network, da poco ha festeggiato un miliardo di utenti…ma saranno tutti veri? O meglio gli iscritti sono tutti onesti con i dati?  Abbiamo intervistato Antonella Di Giuli   vittima di cyberbullying, insegna musica è l’ amministratrice  di un interessante e utile gruppo su facebook “Italiani in America”, che si propone di mettere in contatto gli italiani che vivono in America o che vogliano trasferirsi.

 

Antonella da quando tempo sei vittima di cyberbullying?

Le vittime del cyberbullying di solito si accorgono di essere cadute nella trappola solo quando è molto tardi. L’aguzzino tesse una rete intorno alle proprie vittime, le isola, ne carpisce la fiducia e le confidenze e poi le maltratta a piacimento, umiliandole e terrorizzandole. Le persone che mi hanno presa di mira in queste ultime settimane le ho incontrate virtualmente (almeno sotto quella presenza virtuale) all’incirca 8 mesi fa. Mi sono accorta di quello che stavano facendo solo quando la situazione per me è diventata insostenibile, un paio di giorni fa e anche solo grazie al supporto esterno di amici estranei alla vicenda.

 

Ci spieghi esattamente quando hai scoperto di essere stata presa di mira e come hai reagito?

Mi ero accorta da un po’di tempo che in particolare due di questi “profili” interagivano in maniera alquanto strana, avevo intuito che dietro c’erano una o due donne, nonostante un profilo fosse di nome maschile. Avevo anche notato un certo “compiacimento” per le mie disgrazie, una propensione di un profilo nel leggere e commentare con link appropriati nella propria bacheca, quello che io magari confidavo all’altro. Avevo fatto confidenze molto personali purtroppo e giustamente ne hanno approfittato per rigirare senza alcuna pietà il coltello nella piaga. Ero molto all’erta e ho finto di non sapere, ho anche finto di flirtare con il profilo maschile, perché cominciavo a sentirmi presa in giro; per farli uscire allo scoperto ho finto di non comprendere a che gioco stessero giocando fino alla fine. Nonostante tutto sono riusciti a farmi male, perchè in fondo avevo concesso il beneficio del dubbio.

 

Ti sei confrontata con altri utenti? Cosa ti raccontavano?

Hanno inventato le storie e i problemi più assurdi, si offendevano per non si sa bene cosa costringendomi a chiedere scusa, mi hanno minacciata di pubblicare tutto quello che gli avevo scritto. E da altri utenti so che la paura che questo profilo pubblichi informazioni carpite nella confidenza non è solo mia. Alla fine sono arrivati a chiamarmi stupida, cattiva, persona piccola e più loro lo scrivevano, più io mi sentivo realmente cosi`. Avrei potuto e dovuto interrompere la cosa li`, ma pur sapendo che la situazione avrebbe portato all’esasperazione, non ce l’ho fatta ad uscire da sola dal circolo vizioso dell’offesa- insulti-chiedi scusa. Ho trascorso due settimane d’inferno, disattivando più volte il mio account sul social network.

 

Persone vigliacche, con falso nome si insinuano nella vita degli altri per denigrare, ci fai un esempio del loro comportamento?

Mentre io uso il mio nome e la mia vita reale anche sul web, loro non lo fanno, quindi non siamo ad armi pari. Loro ti possono insultare nelle cose a te care, tu non puoi difenderti perché non si può controbattere e non conosci la loro vita reale. L’ultimo episodio, per il quale ho pianto per tutta una mattinata, è stato quando ho mandato un “buongiorno musicale” al profilo femminile perché sembrava che le acque si stessero calmando. Nel video da youtube suonava un violinista famoso, Itzhak Perlman, notoriamente sulla sedia a rotelle e le ho scritto queste testuali parole: “un regalo musicale... mi commuovo sempre con questo concerto qui (smile) oltre a venerare come Dio il violinista che lo suona in questo video. Suona sulla sedia a rotelle, è una persona straordinaria dal cuore d'oro e si sente nella sua musica. Buongiorno a te (smile)”.

 

E poi cosa è successo?

La mattina successiva vedo il profilo femminile disattivato e quello maschile che tra insulti vari mi ricorda che come mia “ultima finezza” avevo avuto l’ardire di spedire un musicista sulla sedia a rotelle ad una persona che sulla sedia a rotelle aveva rischiato di rimanerci. Non ci crederete. Mi sono scusata anche per questo e mi sono sentita cattivissima per non aver pensato che magari la cosa avrebbe potuto ferirla.

 

Come sei riuscita a superare quest’umiliazione?

Per fortuna ho avuto una carissima amica che mi ha supportata e mi ha aiutata a vedere la realtà per quello che era. Nessuna persona sana di mente si sarebbe mai offesa per un video di un concerto.

 

Cosi  ho deciso di darci un taglio e recuperare me stessa. Mi sentivo ridotta in poltiglia nel mio io. Sono stata umiliata, denigrata, chiamata cattiva e subdola, costretta a chiedere scusa per le cose più assurde. E mi sentivo cosi  insignificante! Dopo aver pianto, ho cominciato a ricostruire mentalmente l’immagine di me con tutte le mie qualità positive di persona vera e ho riacquistato serenità e sicurezza.

 

Meno male che ne sei uscita. Speravi di esserti sbagliata su di loro?

Speravo comunque che questa gente con la quale avevo condiviso tante ore online non fosse quello che temevo e che avessero solo altri problemi. Quindi gli ho scritto di questa mia rinascita, per metterli al corrente che non potevano più farmi male e ho porto una mano.

Quando ho chiesto spiegazioni mi è stato risposto: “Non ho deriso e men che meno attaccato, ho difeso senza mezzi termini la mia persona e la mia dignità, oltre a quella di (altro profilo)”. Parola di bullo.

Nonostante tu avessi intuito la malafede, avevi sempre la speranza di un chiarimento… Queste persone come sono entrate in contatto con te, gli attacchi a tuo parere provengono per via del gruppo?

No, non per via del gruppo Italiani in America: li noi amministratori siamo molto compatti, seri e severi nei confronti di chi viene ad insultare. Gli attacchi vengono dalla gentaglia che si è raccolta attorno ai gruppi che sono sorti intorno al caso Scazzi (delitto della quindicenne Sarah Scazzi Avetrana, avvenuto in provincia di Taranto il 26 agosto 2010). Hanno usato e usano profili falsi per vari motivi, dal cercare di entrare tra le amicizie dei testimoni o cercare di entrare nell’account altrui fino a cercare di carpire informazioni di utenti che in realtà non c’entrano con il processo. Chi ci rimette sono gli utenti reali che con il proprio nome e cognome esprimono la propria opinione. Un profilo falso non sarebbe un problema, da sempre sui forum si commenta con pseudonimi per mantenere l’anonimato. Il problema è l’uso improprio che se ne fa a scapito di altri.

 

Davvero vergognoso. Semplice gusto di un perverso modo di divertirsi?

È principalmente un modo per crearsi un angolo di gloria virtuale per persone che nella realtà sentono il peso del fallimento. Vogliono dominare anche sul web e sottomettere gli altri alla propria volontà. È gente che nella realtà non è capace di affermarsi. Uno di questi profili diceva di essere uno scrittore, un giornalista, ma penso che in realtà una persona che passa notti intere davanti al computer è molto più probabile sia disoccupato. È facile creare un profilo falso che ci dia sempre ragione e inneggi a noi, ma anche molto triste, deprimente e squallido.

 

Si dovrebbe fare più informazione e istruire al meglio gli utenti….

Si dovrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica al problema emergente del bullismo sul web. Un insulto rimane un insulto anche se fatto dalla poltrona di casa propria. Dovrebbero esserci Leggi che puniscano questo tipo di reati (in USA ci sono già). Inverosimilmente l’età media della gente che si diverte in questo modo varia tra i 35 e i 50 anni. Gente che dovrebbe essere reputata matura. I miei bulli erano al di sopra dei 40. È gente che si è ritrovata in mano un tesoro che non sa usare e lo usa come mezzo per sfogare la propria frustrazione.  E soprattutto bisognerebbe aiutare le vittime ad identificarsi come tali e ad uscire fuori dalla trappola il prima possibile. Se a me persona matura questa storia ha fatto perdere un bel po’ di ore e tranquillità, non immagino cosa potrebbe succedere a ragazzi più giovani ed inesperti. Emarginazione, depressione, suicidio? Purtroppo non sarebbe la prima volta che succede.

Che misure di sicurezza si possono prendere, e come stare all’erta? Spegnere il computer sarebbe come dire fuori dal mondo…

Oggi non si può consigliare di spegnere il computer e non andare online. Sarebbe come se trent’anni fa ci avessero consigliato di non uscire da casa per non incontrare il mostro. Internet va usato come risorsa d’arricchimento, non per danneggiare il prossimo. Bisognerebbe integrare Internet con la vita reale, che è poi quella che conta. I social network possono essere un modo simpatico di passare il tempo e conoscere gente nuova, ma bisogna essere forti e darsi delle regole. Quando il web invade il nostro quotidiano prendendo il sopravvento, significa che è ora di correre ai ripari. Non ci sono molti modi per difendersi. Si potrebbero seguire delle regole, ma il virtuale si trasforma di volta in volta, difficile stare al passo. Soprattutto se si è molto giovani i pericoli sono maggiori, perchè manca l’esperienza. Non appena si notano comportamenti strani, la cosa migliore è chiedere il parere di una persona fidata estranea alla vicenda.

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