Grazie, Francesca. Sei stata la nostra esploratrice culturale a New York

Letizia Airos Soria (March 22, 2021)
Francesca Agneta (21 luglio 1941 - 22 marzo 2021) lascia un vero vuoto in tutti coloro che amano la cultura italiana a New York

Ci lascia la cordialità, la disponibilità, la gentilezza, l'ironia, l'attenzione ai più deboli, ma soprattutto la curiosità pura di una donna che amava scoprire, scrutare, poi studiare e comunicare.

Lettrice attenta, sempre in cerca di approfondimenti, Francesca Agneta era un’esploratrice straordinaria e per me una vera boccata d'aria a New York. Una città che spesso attraversi senza troppa attenzione e che nasconde tanti spunti culturali italiani. Lei li conosceva, ma soprattutto li cercava, li scopriva.  L'ascoltavi e sembrava di aprire le pagine di un eterno libro sull’italianità nascosta e non solo.

Francesca è stata così fino alla fine,  nonostante una malattia terribile che piano piano l’ha  spenta. Era di Terni, prima di andare in pensione è stata funzionaria amministrativa del Consolato a New York, un costante punto di riferimento per la comunità italiana. 

Era una donna che sapeva farsi amare, per la sua disponibilità, sensibilità, semplicità, ma anche per la sua rara discrezione.

Aveva lavorato diversi anni in Africa, con progetti per la cooperazione, lì aveva incontrato e sposato  Massimo Tommasoli, oggi osservatore permanente presso l’Onu di Idea. Una bellissima coppia, Francesca seguiva con attenzione il lavoro di dibattiti, seminari ed eventi del marito ma non lo faceva in modo passivo, non era la classica moglie in pensione. Era riuscita a crearsi con grande intelligenza un suo percorso, un’incessante attività da esploratrice culturale,  con l’unico scopo di diffondere la cultura.

E Francesca ha attraversato quest’ultimo anno -  che ci ha visto tutti più fragili e lontani per via della pandemia -  con grande coraggio accanto a suo marito. Nonostante la malattia non ha mai perso la sua curiosità ed il desiderio di scoprire, ancora e ancora 

Si sa, è stato un periodo che ha isolato soprattutto le persone più fragili.  Non la vedo da molto quindi, la ricordo seduta sul suo divano di casa quando la malattia cominciava a manifestarsi e la rendeva già debole fisicamente, eppure era una vero turbine di idee, suggerimenti, domande a cui cercava di dare una risposta. Parlammo di scuola, di bambini, di strumenti culturali per loro, di divulgazione.

Ha continuato nei mesi successivi a mandarmi aggiornamenti, articoli, approfondimenti via whatsapp. Amava commentare, condividere le sue passioni e divulgare. 

In questo inizio di primavera, New York perde una sua straordinaria amica. Una straordinaria amica per tutti coloro che amano scoprire, ricercare, divulgare, che amano la cultura.

Voglio ricordarla tra i suoi amici, straordinaria padrona di casa con le sue cene sotto il cielo in terrazzo e per le strade di Manhattan, magari nel corso della caccia al tesoro italiana organizzata per il 2 giugno. 

Voglio ricordarla con le sue storie raccontate con sapienza e precisione,  Sapeva portare per mano, sapeva incuriosire, stupire. E mi rendeva anche un po' bambina.

Grazie Francesca

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