I Peanuts in... 60 noccioline!

Emilia Ferrara (August 11, 2010)
Il fumetto più popolare del mondo, i "Peanuts" di Charles Monroe Schulz, compie 60 anni. Abbiamo intervistato per voi Simona Bassano di Tufillo, fumettista e teorica dell’arte, autrice del saggio “Piccola storia dei Peanuts” (Donzelli Editore)

Il 2 ottobre 1950 compariva la prima striscia a fumetti di Charles Monroe Schulz su 7 giornali statunitensi. Di lì a poco, il fumetto Peanuts di Schulz sarebbe entrato nel Guinness Book of Records come il fumetto più popolare del mondo per essere stato venduto a più di 2000 quotidiani, toccando picchi di 355 milioni di lettori. Peanuts, che letteralmente significa “noccioline”, era il nome che diede alle strisce di Schulz  l'United Feature Syndicate, con cui l'autore siglò un contratto di cinque anni, per indicare la velocità e l’insaziabilità con cui le storie venivano “consumate”. Peanuts racconta la vita di un gruppo di bambini con cane, che si muovevano sullo sfondo di un quartiere residenziale, fatto di casette a schiera, muretti e giardini, tipico della provincia americana.

Schulz, chiamato da tutti Sparky (così firmò anche i suoi primi lavori) ha avuto sin da piccolo una passione per il fumetto. Ispiratosi alle persone ed all’ambiente che lo circondavano: soprattutto i suoi figli, per esempio, sono stati la sua grande fonte di’ispirazione. Per alcuni personaggi, come nel caso di Snoopy, si ispirò al brachetto bianco e nero che gli regalarono da ragazzino e che portava il nome di Spike: un cane buffo e intelligente. In una nota intervista Sparky dichiarò che il fumetto era la sua vita, e per questo motivo  una clausola nel suo contratto prevedeva che i personaggi morissero con il loro creatore. Fin dagli esordi, Schulz ripeteva: "Quando non potrò più disegnare, non voglio che nessuno prenda il mio posto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e gli altri miei personaggi usciranno di scena con me". E così é stato.

Peanuts è tra i fumetti più longevi della storia e i suoi personaggi a loro volta sembrano far parte ognuno di un piccolo universo, pur avendo relazioni quotidiane tra loro. Trascinano il lettore nei loro piccoli mondi, ognuno segue la propria filosofia di vita. Le loro piccole storie divertenti, e originali, sono inevitabilmente entrate a far parte del nostro immaginario collettivo.

Basti pensare alla coperta di Linus; al mito di Linus e della "Great Pumpkin", che in Italia, forse per errore di distrazione si è trasformata, diversamente che nella storia di  Cenerentola, non in carrozza ma in Grande Cocomero; alla nota sfortuna di Charlie Brown nei suoi tentativi fallaci di far volare gli aquiloni, preso dai suoi continui dubbi sulla vita; alla famosa “scorbuticheria” di Lucy che crede di aver trovato la felicità nell’amore non corrisposto per Schroeder; al bracchetto Snoopy, cane-aviatore, scrittore dalle mille strategie quotidiane, tutte preposte a unico scopo: mangiare e dormire; fino a  Schroeder  che lotta per affermare e divulgare la sua passione per la musica di Beethoven che per lui è la vera chiave della felicità. I personaggi sono continuamente alla ricerca della Felicità, diritto inalienabile insieme alla Vita e alla Libertà, già  presenti nella Dichiarazione d’Indipendenza dei tredici Stati Uniti d’America del 1776.
 

In occasione del 60esimo anniversario della nascita di quello che forse è il fumetto più popolare di tutti i tempi, la Donzelli, nota casa editrice italiana, ha appena pubblicato il saggio “Piccola storia dei Peanuts” di Simona Bassano di Tufillo, fumettista e teorico dell’arte. Il saggio  applica al fumetto i criteri dell'epistemologia e dell'estetica riservati di norma esclusivamente alle belle arti ed evidenziando i meccanismi letterari messi in atto nella striscia, la loro evoluzione nel tempo, i nodi che li legano alla cultura statunitense. Abbiamo incontrato l'autrice a Napoli, presso la Libreria Eva Luna, e rivolto qualche domanda sui Peanuts alla fumettista Sbadituf sul fumetto.
 
In 60 anni di tempo, incredibile ma vero, questa è la prima monografia sui Peanuts, ed è un primato tutto italiano, che continua la tradizione di interpretazione critica inaugurata all’epoca di Umberto Eco, che sui Peanuts si è limitato a scrivere qualche introduzione alle raccolte italiane del fumetto.
La lettura propostaci dall’autrice di “Piccola storia dei Peanuts” prende proprio le mosse dall’ormai lontanissima interpretazione del noto semiologo italiano, ribaltandola.
Quale giudizio diede Umberto Eco ai Peanuts?
Umbero Eco, nei lontani anni Sessanta, giudicò i Peanuts come la metafora delle nevrosi degli adulti contemporanei, interpretazione assimilata in blocco da chiunque abbia parlato o scritto dei Peanuts. Io sono giunta ad una deduzione affatto differente, potendomi avvantaggiare dello studio sull’opera completa di Schulz.
Quale?
Charlie Brown e compagnia non sono una metafora degli adulti in quanto non stanno mai "per qualcos’altro", questo sarebbe in contrasto fortissimo con l’etica dell’autore. Al contrario degli animali antropomorfi inventati da Walt Disney, che scimmiottano lo stile di vita dei tipici agglomerati urbani occidentali contemporanei, nei fumetti di Schulz i bambini sono bambini, i cani sono cani, gli uccelli sono uccelli e così via. La serie è pervasa da un profondo senso di rispetto per l’altro: che sia un bambino, un animale, una foglia o un oggetto. C’è una sorta di animismo ecologico che dona a tutto il creato una sua dignità e ragione di essere esattamente ciò che è.
 
Lei scrive nel saggio che fu l’assenza degli adulti dalle strisce a portare Eco a formulare la sua tesi...
Esatto. Ma a ben vedere, non sono assenti solo gli adulti dalle strisce di Schulz, ma anche altri bambini, gli avversari nelle partite di baseball, la bambina dai capelli rossi amata da Charlie Brown... e gli altri animali, come lo stupido gatto dei vicini odiato dal cane Snoopy. Se i Peanuts rappresentassero gli assenti dalla striscia non sarebbero solo una metafora del mondo degli adulti, ma anche di quello dei gatti, di altri bambini, dei coyote e così via… inutile dire che non ha senso!
 
Quindi... se i Peanuts non sono una metafora degli adulti stressati, che sono?
Il vicinato di Charlie Brown, Snoopy, Linus eccetera, è un’astrazione. Si tratta di un mondo chiuso in una sfera di cristallo, dove accadono sempre le stesse cose, con mille varianti, ma sempre le stesse: scuola, baseball, aquiloni, banchetto psichiatrico, Grande Cocomero… tutto torna con la ciclicità dell’alternarsi delle stagioni. È un mondo rassicurante in cui sperimentare senza paura ciò che più ci terrorizza: il rapporto tra l’io e il mondo, con tutte le inenarrabili difficoltà di traduzione, compromesso, violenza.
 
Charles M. Schulz, coi suoi disegni dai tratti molto semplici, conditi da parole mai banali seppure pronunciatieda bambini comuni, ha sempre affrontato temi “filosofici” con la risolutezza e la semplicità di un bambino.
E' questo che ha fatto la differenza e che ha reso i Peanuts un punto di riferimento per intere generazioni di persone che si sono identificate in quei personaggi problematici, simpaticissimi, dubbiosi e meditabondi. Lo sfondo su cui si muovono i Peanuts è tipicamente americano, ma allo stesso tempo traccia situazioni universali: beghe, litigi, domande filosofiche, le difficoltà delle relazioni sociali, le incomprensioni.... Schulz traccia un quadro disastroso e poi ci indica la strada della salvezza: la felicità viene dall'accettazione dell'altro da sé che nasce dalla convivenza continua, lunga, fianco a fianco. Questa condizione aiuta a vedere se stessi come parte del tutto e non come dominatori dell'universo, che sfruttano natura e risorse come se fossero infinite... insomma il suo è un pensiero molto ecologico.

Simona Bassano di Tufillo Fumettista, nata a Napoli, si è laureata con lode in Arti Visive al D.A.M.S. di Bologna e in Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli; si è poi specializzata in Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali. 

Oltre al saggio "Piccola Storia dei Peanuts", ha pubblicato per Donzelli il libro a fumetti "BURKA!" nel 2007, poi tradotto in Francia ("BURQA!") dalla casa editrice La Martinière nel marzo 2008. Per Lavieri Editore ha pubblicato "STAR TRASH - sacchetti in mondovisione" sull’emergenza ambientale in Campania (aprile 2008).

 

 

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