Se non ora quando? Attente il governo è cambiato, ma il Paese no

Doriana Vari (December 14, 2011)
E' stata un'altra manifestazione importante per le donne e per l'Italia quella indetta la scorsa domenica. Ancora una volta, sono scese nelle piazze di tutta Italia da Torino a Messina. Come quasi un anno fa, il tredici febbraio quando avevano manifestato la loro indignazione per scandalo escort legato a Berlusconi. Lo scenario politico è cambiato ma rimangono tutti i nodi al pettine da sciogliere

“Quando una donna fa politica cambia la donna, quando tante donne fanno politica cambia la politica”. Queste le parole che hanno aperto la manifestazione romana dell’undici Dicembre. Protagoniste dell’evento sono state le donne del “Se non ora quando?” che, sempre più decise e severe, deviando il nome del comitato cui fanno capo, hanno denominato l’evento “Se non le donne chi?” e, ancora una volta, sono scese nelle piazze di tutta Italia da Torino a Messina.

Quasi un anno fa, il tredici febbraio, le donne italiane, indignate dallo scandalo escort legato a Berlusconi ed esploso con il caso Ruby, si erano organizzate in una grande manifestazione (che, alla fine, aveva visto partecipi anche milioni di donne del resto del mondo) in cui rivendicavano il recupero di quella dignità di cui si sentivano private per colpa dei media e, ancor più, per colpa di un Presidente del Consiglio che si lasciava sorprendere in compagnie ambigue.

Dieci mesi dopo, guardando alla scena politica italiana, non si vede più quel premier tanto chiacchierato e circondato da ministre bellissime;  ha lasciato il posto a un governo provvisorio al cui apice è posto un banchiere indaffarato nel tentativo di risollevare un’Italia sull’orlo del baratro. I tg e le varie trasmissioni televisive hanno ormai smesso di spergiurare quella temutissima crisi inevitabilmente arrivata, e ora si parla solo di Pil, di spread e di manovre finanziarie.

Dieci mesi dopo, guardando alle donne italiane, però, non si vede alcun cambiamento. A Dicembre le donne manifestano come avevano manifestato a febbraio. Non c’è allora nessun mero anti berlusconismo come in molti, allora, avevano sospettato; c’è solo un autentico grido che chiede rispetto e non privilegio, che chiede un legittimo aiuto e non protezione, a favore di una categoria che ancora si vede penalizzata e screditata, a partire dall’immagine femminile che i principali mezzi di informazioni offrono alla fruizione: c’è chi le chiama donne-bambola, qualcun altro le chiama donne-oggetto, sono comunque donne che si propongono sorridenti e instupidite, donne che sembrano non essere in grado di formulare pensieri sensati: è innanzitutto contro questa immagine che le donne dell’undici Dicembre manifestano. In piazza, abbiamo infatti incontrato casalinghe, lavoratrici, pensionate, studentesse, mamme; persone pratiche, quotidiane, reali, concrete, persone che non risolvono problemi indossando dei tacchi a spillo ma rimboccandosi le maniche, persone che testimoniano che, fortunatamente, di donne-bambola e di donne-oggetto ne esistono veramente poche.

Ma non è tutto qui, non mancano gli argomenti di sempre: da decenni, ormai, le donne rivendicano il loro diritto a non essere solo mamme e mogli o solo donne in carriera, esse desiderano essere tutte queste cose insieme, e, da decenni, continuano a spiegare che questo è possibile solo con l’appoggio delle istituzioni: “Il governo è cambiato, ma il Paese no. E le donne non vanno via, restano per dire che vogliamo lavorare, vogliamo avere bambini, ed essere al centro del piano di sviluppo. Diciamo al governo che il welfare delle donne non è una spesa ma un investimento. Chiediamo al governo di mettere le donne al centro dello sviluppo” è l’appello di Cristina Comencini, regista, sceneggiatrice e scrittrice; “si devono aiutare le donne a livello legislativo creando questi famosi asili-nido che sembrano inesistenti” spiega Giulia Bongiorno, deputato Fli. Ma probabilmente la richiesta più significativa arriva da una donna del comitato, Laura Onofri che spiega “In Italia le donne sono nel volontariato, sono nei movimenti, ma non sono nei luoghi dove si prendono le decisioni. Vi devono entrare. Così come devono portare le loro proposte in materia di lavoro, rappresentatività politica, immagine e informazione, i campi in cui, troppo spesso, sono discriminate”.

Diversi gli interventi che, in rete, commentano le richieste e le dichiarazioni delle centomila manifestanti. Sul suo blog Piera, una delle tante blogger presenti su internet, scrive che “Il futuro è donna, in tutti i campi. E' sempre stata presente, determinando non poco. Ma la sua presenza sul piano decisionale, non è mai stata adeguata. Il suo apporto in sensibilità ed intuizione (le più grandi invenzioni hanno un fondamento intuitivo, diceva Einstein), è insostituibile, necessario. Una società sarà armoniosa, spiritualmente ricca, solo con il loro contributo determinante ed edificante. Facciamo loro spazio. Auguri”. Subito arrivano i commenti. “Se probabilmente in questi tempi di crisi, economica e morale la maggior parte di quelle donne fosse stata a casa a badare ai figli, una buona parte degli uomini disoccupati e con famiglia a carico, avrebbero trovato lavoro, sono di una generazione, il 1958, che ha visto lavorare quasi sempre una sola persona all'interno della famiglia, ci accontentavamo e tante idiozie (da figli) non le abbiamo fatte in quanto c'era chi si occupava di noi, adesso tutti e due i genitori devono lavorare per avere tutto e subito e questa società imbarbarita è il risultato di questa situazione” scrive Redjeff. Gli fa eco Klaus affermando “Datemi retta, coi tempi che corrono, se tutte voi donne urlanti rimarreste a casa a far qualcosa di utile sarebbe meglio per tutto, dalla circolazione stradale al bilancio famigliare”.
 

Intanto, sempre in rete, compaiono alcuni durissimi commenti del Vescovo emerito di Grosseto il quale definisce le manifestanti “un concentrato di abortiste, libertine e divorziste, dedite alla più scatenata libertà sessuale e ora protestano. Ma che fanno, contestano il mondo stesso che seguono, la loro logica di vita? Capirei se fossero andate tutte in convento e agli esercizi spirituali, ma si dicono scandalizzate coloro che del corpo hanno fatto una bandiera […]che queste donne facciano le verginelle oggi mi pare esorbitante ed ipocrita, una cosa che non ci sta. In quelle piazze vi erano quelle della pillola del giorno prima, del giorno dopo, del divorzio, dell' utero è mio, e ora si lamentano di un gruppetto che veramente ha deciso di mettere in pratica quello che vogliono, ma siamo matti ? meglio andare in campagna coi figli”.

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