In difesa della dignità femminile

Daniele Chicca (February 14, 2011)
La protesta delle donne italiane per rivendicare dignità e rispetto ha riempito le piazze di tutta la penisola e anche Times Square a New York

Non solo donne, circa 200 italiani e nessuna bandiera partitica per manifestare in difesa della dignità delle donne e dell'onore del paese. A New York, così come in tante altre città all'estero (Londra, Washington, Berlino, Barcellona, tanto per citarne alcune), si è svolta domenica una protesta su scala mondiale per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, il presidente del consiglio italiano infangato in un nuovo scandalo giudiziario.

Transennati - gli organizzatori giurano che è un caso - vicino al ristorante Ruby Tuesday, nei pressi della zona pedonale di Times Square, l'incontro di protesta organizzato da Libertà e Giustizia ha attirato il doppio dei partecipanti previsti. Il premier è indagato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile e la procura di Milano ha chiesto di procedere al rito immediato. Ma ai problemi giudiziari si sono aggiunti anche quelli prettamente politici, con la scissione dei "ribelli" di Futuro e Libertà - nuova formazione politica fondata dal presidente della Camera Gianfranco Fini - che ha lasciato il governo in uno stato di paralisi. Tanto che dall'inizio dell'anno e' stata approvata una sola legge in 48 giorni di lavori.
 

 “Aspettavamo un centinaio di partecipanti e invece ne sono accorsi più del doppio. E la gente continua ad arrivare” hanno riferito le organizzatrici Valeria Castelli, Emanuela Travaglianti e Elena D’Amelio. Tuttavia va sottolineato che 200 persone non sono poi cosi' tante se si considera il numero dei residenti e non italiani che popolano New York. Alcuni, incuriositi dal raduno, hanno chiesto informazioni sulle ragioni della mobilitazione, sui perchè di tanti cartelli e canti ("Se non ora, quando?") per chiedere libertà e giustizia, due valori che gli americani non si sognerebbero di mettere in discussioni, essendo due delle colonne portanti della storia e cultura americana. C'è anche chi, si legge nel sito degli organizzatori, per la prima volta ha sentito parlare degli scandali che stanno travolgendo l’Italia e le sue istituzioni.

La risposta del premier non si è fatta attendere, con il leader del Popolo delle Libertà che ha bollato come faziose le manifestazioni che hanno visto centinaia di migliaia di italiani, sopratutto donne, protestare per le strade d'Italia, sottolineando che lui ha sempre cercato di "far sentire le donne speciali". Berlusconi, che rischia 15 anni di carcere se i presunti reati da lui commessi dovessero venire confermati dai giudici, non pare preoccupato. Il 74enne primo ministro è  convinto che le accuse siano prive di fondamento, non avendo alcuna "corrispondenza con la realtà".

Ma a stabilirlo saranno i giudici. La decisione dei magistrati di Milano, che devono stabilire se processare o no Berlusconi con rito immediato, dovrebbe arrivare in settimana. Stando ai sondaggi, nonostante tutti gli scandali che lo hanno visto coinvolto negli ultimi tempi, il partito di Berlusconi al governo è ancora in testa con il 27% delle preferenze, mentre se si andasse alle urne oggi gli alleati della Lega Nord si aggiudicherebbero quasi il 12%. La maggiore fazione all'opposizione, il Partito Democratic Party con il 24% delle proiezioni di voto.

Come ha fatto notare lo scrittore e professore di semiotica Umberto Eco la settimana scorsa, proprio durante un convegno organizzato da Libertà e Giustizia, a Milano, gli stranieri non concepiscono perchè gli italiani non fanno nulla per ribellarsi. La realtà è che sono gli stessi compagni di partito e di alleanza di Berlusconi che dovrebbero essere i primi a prendere le distanze. Se la giustizia stabilirà l'innocenza di Berlusconi l'unica possibilità che gli italiani hanno se vogliono "spodestare Berlusconi" sono le elezioni presidenziali del 2012. Difficile che i suoi alleati lo abbandonino ora dopo averlo sempre sostenuto fin qui.

Ovviamente alla manifestazione di domenica non sono mancati i paragoni con Mubarak, il presidente egiziano appena cacciato dal popolo dopo 30 anni dipotere con una rivoluzione i 18 giorni. Ma al contrario di Tunisia ed Egitto in Italia le elezioni sono libere.

Comments

i-Italy

Facebook

Google+

Select one to show comments and join the conversation