2 Fratti per l'Abruzzo. Una sera a teatro per solidarietà

Grazia Schillaci (June 09, 2009)
Cherry Lane theatre di New York, Mario e Valentina Fratti hanno messo in scena una rappresentazione teatrale il cui ricavato sarà devoluto interamente alle vittime del terremoto che il 6 Aprile 2009 ha sconvolto l’Abruzzo

Il boato che ha scosso L’Aquila e ha destato commozione e stupore in tutto il mondo risuona ancora prepotentemente, varca l’oceano. Per Mario Fratti, abruzzese, tutto questo è prima di ogni cosa un dramma personale che non può esimersi da mettere in scena.
 
Il notissimo commediografo vive e lavora a New York dal 1963, ma è aquilano di nascita. Insieme alla figlia Francesca, ha pensato di mettere in scena una rappresentazione il cui ricavato andrà a beneficio dei suoi conterranei.

La sorsa settimama, nel  piccolo Cherry Lane di New York, in un’atmosfera rilassata, abbiamo assistito ad uno spettacolo speciale per lui. Facendo gli onori di casa ha salutato con genuina cortesia tutti i presenti dicendo: “E’ tutto merito di mia figlia Valentina.  Appena saputo del terremoto mi ha detto: 'amiamo L’Aquila e dobbiamo scrivere'”.

Lo spettacolo lo hanno cosi concepito e realizzato loro due. Composto da due atti unici,  viene ricordata l’Aquila a due mesi dal terremoto, ma anche nove ragazzi, amici di Fratti, noti come "i nove martiri". Giovanissimi volevano raggiungere i partigiani  per combattere i tedeschi, ma vennero scoperti dai nazisti e giustiziati. Mario era il decimo del gruppo, quello che non volle partire.

In “Martyrs” l’autore così immagina due di questi martiri, Giorgio Scimia e Bruno D'Inzillo, che prima di partire per le montagna lo accusano di essere "un gran parlatore senza coraggio". E gli attori Tim McCracken e Nicholas Rodriguez interpretano con grande intensità il ruolo difficile di quei due adolescenti nel settembre del 1943.

Assistiamo ad una vera confessione da parte del commediografo,  delicata ma al tempo stesso senza pietà, di una sincerità emozionante.

Giorgio e Bruno sono due giovani speranzosi, sfuggiti alla furia della guerra ma ancora pronti a combattere. Due diciassettenni intrepidi e “ ribelli della montagna e la legge che li accompagna sarà la fede dell’avvenir”. Resistenza partigiana e sopravvivenza per loro sono le parole d’ordine.

Segue “Unearthed” completamente diretto e scritto da Valentina Fratti. La guerra è finita, tutto è perso e distrutto, le strade dell’Aquila sono irriconoscibili tuttavia “dai campi del dolore risorgerà l’amore”.

Nove giovani si sono risvegliati dal terremoto del 6 aprile e scoprono che  la città è libera dai nazisti ma sepolta dalle macerie.

Fernando, uscito dalla tomba, racconta agli altri quel che ha visto per le strade. Quella che era una volta "Piazza 28 Ottobre" ora si chiama “Piazza dei nove martiri”.

Ed ecco cantare “Bella Ciao”. Con l’inno partigiano parole di speranza per un giovani  che hanno vissuto e sono morti di ideali.  Nel pubblico commozione e partecipazione. Un messaggio positivo anche per il futuro dell’Aquila di oggi.

Valentina Fratti ha ripercorso con intenso affetto le esperienze del padre. Si legge nei testi recitati. Bella l’interpretazione dell’italiano Massimiliano Balduzzi.

L’Aquila, insiste Fratti, è una città con una tradizione partigiana che ha pagato anche con nove martiri la sua resistenza. “I nomi di quei martiri erano scritti su una lapide in una piazzetta andata distrutta con la furia del terremoto. La mia casa è ora solo un cumolo di dolorose macerie.”

Fratti al termine della rappresentazione si è intrattenuto con i propri ospiti per un rinfresco, e un dibattito dove ha espresso tutta la sua preoccupazione per le sorti della sua città.     
 
Il ricavato dello spettacolo sarà destinato a “Emergenza terremoto”, “Provincia dell’Aquila” e “Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’ Immagine”.

Un progetto, questo, che è solo l’ultimo di lunghi anni di vita dedicati ad un’unica grande passione, il teatro.  Un teatro che parla anche di sociale.
 

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