A Letizia Airos il premio internazionale di giornalismo "Gaetano Scardocchia"

Goffredo Palmerini (August 12, 2018)
Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia”, IV edizione. Il Piemonte celebra quest'anno ad Ostana, in uno dei suoi più caratteristici borghi, il grande giornalista molisano cui il Premio è dedicato. Letizia Airos, direttore a New York del Network i-Italy, è la vincitrice dell’edizione 2018. Verrà anche, in questa occasione, tenuto un convegno sull’Emigrazione e sul Turismo sostenibile, con particolare riguardo al Turismo delle Radici

TORINO - Il nome di Gaetano Scardocchia impresso nel logo e nel bronzo di un ambìto Premio internazionale di Giornalismo riservato alla Stampa italiana all’estero, giunto alla quarta edizione: partecipare all’evento è davvero una bella sensazione per gli amanti del giornalismo qualificato, ricco di cultura e di fantasia, ma sempre ancorato alle regole del mestiere e ai valori morali dell’uomo.

Dopo Madrid e Berlino, due capitali che hanno ospitato rispettivamente la prima e la seconda edizione nel 2009 e 2011, e Ostana nel 2017, sarà ancora questo magnifico e antico Borgo occitano ad ospitare anche la quarta edizione del Premio 2018. Ostana, infatti, è uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Cuneo e alle pendici del Monviso. Sarà la suggestiva cornice del Premio che si svolgerà il 25 e 26 agosto 2018: un appuntamento di grande rilievo culturale con due significative e dense giornate di eventi, vissute facendo memoria di una delle più prestigiose firme del giornalismo, Gaetano Scardocchia, un “Molisano per le vie del mondo”.

Il Premio internazionale di Giornalismo “Gaetano Scardocchia”, con il riconoscimento del Presidente della Repubblica che ha conferito la Medaglia, vanta l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo ed ha il Patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, della Regione Abruzzo, del Consiglio Regionale del Molise, del Comune di Ostana, della Famiglia Abruzzese e Molisana del Piemonte e Valle d’Aosta, del Monviso Institute e dell’Associazione Bouligar di Ostana. Vincitore dell’edizione 2018 del Premio, per unanime decisione della Giuria - composta dai giornalisti prof. Giuseppe Di Claudio (presidente), dr. Cecilia Cotti e dr. Stefano Sabatino - è Letizia Airos, selezionata tra i giornalisti che comunicano l’Italia nel mondo attraverso la stampa italiana all’estero. Letizia Airos è pseudonimo di Anna Letizia Soria.

Giornalista, direttore responsabile e fondatore del network multimediale “i-Italy” di New York, Letizia Airos è nata a Roma, ha frequentato la Facoltà di Sociologia all’Università di Roma La Sapienza prima di trasferirsi all’estero, dove vive dall’età di 23 anni. Dal 1993 vive e lavora negli Stati Uniti, dove collabora con diverse testate, sia italiane che statunitensi.

Nel 2008 ha fondato a New York la testata i-Italy (www.i-Italy.org) inizialmente solo online. Sotto la sua direzione i-Italy è cresciuta fino a diventare il più grande network multimediale in lingua inglese dedicato all’Italia negli Stati Uniti. Il network comprende un programma televisivo, in onda sul canale ufficiale della città di New York (NYC Life - Channel 25), una rivista bimestrale a stampa distribuita in 6 maggiori città americane (New York, Washington, Boston, Miami, Los Angeles, San Francisco, e prossimamente a Chicago), e un portale web con un raggio d’azione molto ampio sui social media.

Cuore della mission di Letizia, tramite l’utilizzo delle più avanzate tecnologie dell’informazione e della comunicazione, è quello di presentare agli americani “italofili” una visione a 360 gradi dell’Italia, libera da stereotipi e luoghi comuni. E’ un impegno che la porta anche a svolgere un attento lavoro di mediazione culturale.

Tra i suoi libri ricordiamo “L’America da vicino, l’Italia da lontano” (Edizioni Scientifiche Italiane) e “Guido: Italian/American Youth and Identity Politics” (Bordighera Press) co-curato con Ottorino Cappelli. Autrice di numerosi servizi e reportage negli Stati Uniti, ha realizzato inchieste su temi cruciali legati all’emigrazione italiana, soprattutto sulle realtà giovanili.

Come direttore ed executive producer dell’unità video-Tv di i-Italy Network, ha prodotto e curato la regia di diversi corti, spot informativi e pubblicitari, e documentari sulla realtà italiana a New York e negli Stati Uniti. Tra questi una serie di documentari dedicata al rapporto tra le nuove e vecchie generazioni italo-americane intitolata “Nonni e Nipoti dell’America Italiana”.

Letizia Airos è anche attiva nel campo delle attività di promozione e delle pubbliche relazione per istituzioni, enti culturali e imprese italiane a New York. Il network si distingue particolarmente per il suo linguaggio innovativo, attento alle nuove generazioni sulle quali risulta molto penetrante. I principali giornali italiani hanno analizzato le performance del network, riferendone in servizi molto curati e con giudizi assai lusinghieri (Corriere della Sera, La Stampa, America Oggi, ed altri tra cui testate americane).

Nel 2010 Anna Letizia Soria è stata insignita dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia. Tornando al Premio, sabato 25 agosto, alle ore 10, unitamente alla cerimonia di consegna al vincitore dell’artistica Targa bronzea, realizzata dalla millenaria Fonderia pontificia Marinelli di Agnone, si svolgerà il Convegno “Dalle Alpi alla Patagonia, per un Turismo sostenibile e delle Radici”, del quale saranno relatori Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana, Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, Letizia Airos, giornalista e direttore i-Italy di New York, Enrica Alberti, Associazione culturale Bouligar, Luciano Mucciante, sindaco di Castel del Monte (L’Aquila) e Lucia Masciotra, sindaco di Vastogirardi (Isernia). Giuseppe Di Claudio, presidente del Centro Studi Terra Molisana, coordinerà e concluderà i lavori. Il Convegno sarà aperto dai saluti dei Consigli Regionali di Piemonte, Abruzzo, Molise, e del presidente della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d’Aosta, Carlo Di Giambattista.

Proprio per i temi del Convegno - sull’Emigrazione e sul Turismo sostenibile, con particolare riguardo al Turismo delle Radici - la scelta della sede per la 4^ edizione del Premio ha privilegiato ancora il Borgo di Ostana, piccolo incantevole Comune composto di borghi sparsi, con le tipiche architetture, in posizione panoramica sul versante soleggiato della Valle del Po, con splendida vista sul gruppo del Monviso. A qualche kilometro dalla sorgente il Po lambisce il territorio di Ostana.

Il Convegno proporrà dunque un utile confronto di esperienze tra i Borghi di Ostana, Castel del Monte e Vastogirardi, tutti riconosciuti nel Club dei Borghi più belli d’Italia. Da alcuni anni il Comune di Ostana, infatti, porta avanti un coraggioso progetto di valorizzazione del turismo sostenibile, di ricerca delle colture tipiche, di ripopolazione dei borghi, con un forte impegno culturale sulle tradizioni e sull’antica lingua occitana. Il modo più semplice per conoscere questo angolo alpino di Occitania è fare il giro delle borgate, che nel secolo scorso furono prosciugate dall’emigrazione, seguendo il tracciato dei tratturi utilizzati dal bestiame per raggiungere i pascoli alti e per il ritorno serale. Il panorama, salendo di quota, si fa sempre più spettacolare: tutta la catena alpina con il Monviso, il Rosa, il Cervino, si dispiega davanti agli occhi, tra i cangianti colori della natura.

Gaetano Scardocchia (Campobasso, 1937 – New York, 1993), cui il Premio è intitolato, è stato inviato e corrispondente dall’estero di grandi quotidiani, come il Giorno, Corriere della Sera, la Repubblica e appunto La Stampa, di cui fu direttore dal 1986 al 1990. Partito dal piccolo Molise, è riuscito a conquistare le vette della stampa internazionale meritandosi stima, prestigio e riconoscimenti, mai perdendo tuttavia la semplicità delle sue origini, l’amore per la terra natale, l’orgoglio delle radici. Si rivolgeva ai lettori senza proclami, con la semplicità, il rigore e l’autorevolezza che ne scolpivano i tratti del giornalista di razza. Italiano nel mondo, Scardocchia è stato giornalista con lo sguardo aperto sulla vita reale, pronto a trasferire sensazioni e fatti nei suoi articoli da tutte le latitudini, ma sempre pronto a tornare alle radici del suo Molise.

Proprio a simboleggiare l’innato desiderio di scoprire se stesso e gli altri attraverso la ricerca del mondo e delle origini. Vittorio Zucconi così scrisse su Repubblica, all’indomani dell’improvvisa e prematura morte di Scardocchia: “[...] Gaetano non è dovuto morire per scoprire che era, come ho detto, il migliore di noi.

Scardocchia aveva cominciato il mestiere trent'anni or sono, come giornalista d'agenzia. Era poi stato corrispondente estero in Austria e in Germania, per il Giorno [...]. Non c'era stato grande giornale italiano, dopo il Giorno, che non lo avesse voluto contare tra le sue firme: il Corriere, come capo della sua redazione politica a Roma poi come corrispondente a Pechino; Repubblica, che lo aveva avuto come corrispondente da New York. La Stampa ne aveva fatto addirittura il suo direttore, nel 1986 e, alla fine del suo mandato, gli aveva chiesto di essere il suo osservatore di politica estera e di società americana nella sede di maggior prestigio, New York. Non c'era nulla che questo molisano straordinario non sapesse fare benissimo. Non c'è nulla che non abbia fatto benissimo, e sempre con il patema d'animo di non riuscire ad essere all'altezza della misura che lui stesso si imponeva.

In quest'epoca di giornalismo vanaglorioso e cialtrone, di schiaffi e di parolacce in televisione, Gaetano Scardocchia era l'eccezione. Era la testimonianza che si può essere grandi, importanti, rispettati anche senza distribuire spazzatura, anche senza avere amici politici, santi protettori, sponsor che tirano la volata. Per questo, ieri pomeriggio su un marciapiede di Manhattan non si è afflosciato soltanto un uomo, che già sarebbe una perdita terribile come per ogni uomo che muore, ma una persona onesta. Un giornalista onesto. Uno di quelli che ti rendono orgoglioso, per una volta, di essere insieme a un italiano e a un giornalista.” a cura di Goffredo Palmerini 3 agosto 2018

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