Giorgio Napolitano, uomo ‘wired’ dell’anno.

Tiziana Maggio (December 06, 2011)
Il Presidente Giorgio Napolitano e' stato giudicato uomo dell'anno dalla rivista 'Wired Italia' "per aver dimostrato negli ultimi 12 mesi una sorprendente velocita' nel rimanere collegato alla realta'"

Wired Italia’, l’edizione nazionale della celebre rivista statunitense di tecnologia ed attualità, ha riservato la copertina del 2 dicembre a Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana, definendolo ‘Uomo dell’anno’. Le motivazioni di ‘Wired Italia’ sono legate alla grande attenzione del Presidente per le giovani generazioni e la continua capacità di essere un pronto intermediario fra la complessa situazione italiana e le sollecitazioni del mondo politico circostante. Inoltre ha sempre dimostrato di incarnare il migliore esempio di come il passato e il futuro italiano possano concretamente essere rappresentati sulla scena pubblica.

Eletto undicesimo Presidente della Repubblica Italiana nel 2006, sin da giovane muove i suoi primi passi nella politica, aderendo al Partito Comunista Italiano, mai irremovibilmente ortodosso. È stata la figura leader della corrente moderata, aperto al dialogo con le altre forze politiche dell’arco costituzionale. Negli anni successivi poi, il suo attivismo politico è diventato sempre più rilevante, passando attraverso cariche di gradissimo rilievo, quali quella di Presidente della Camera (1992-1994), di Ministro degli interni (1996-1998) e di Senatore a vita (2005).
 

Riceve svariate lauree e dottorati honoris causa dalle più prestigiose università italiane e del mondo, da quella di Napoli a quella di Oxford. La sua integrità politica ed intellettuale è stata riconosciuta a livello internazionale nel 2010, quando ha ricevuto il celebre premio ‘Dan David Prize’ dall’università di Tel Aviv. Gli è stato riconosciuto il suo costante impegno nel sostenere la ‘marcia verso la democrazia parlamentare’ e per aver continuamente sostenuto la correttezza politica italiana ed europea con coraggio ed integrità.

È quindi evidente che il suo ruolo non ha avuto solo rilevanza italiana. La sua equilibrata visione politica si è spesso rivolta sapientemente anche all’Europa, coinvolgendo gli altri paesi nei suoi appelli al progresso e all’equità. Nel 2010 parlando dell’Unione Europea affermava che per l’Europa «serve una nuova generazione di leader che abbia visione e coraggio per portare avanti l'integrazione di cui abbiamo assoluto bisogno. 
Questa generazione di leader non può nascere per miracolo ma solo grazie ad una vasta mobilitazione della società civile e politica.»

In tutti questi anni di presidenza italiana, i suoi appelli all’equilibrio dei toni e al rispetto dell’etica politica non sono mai caduti inascoltati e sono risuonati come imprescindibili moniti. E non dobbiamo dimenticare che in Italia la carica di Presidente della Repubblica è più che altro rappresentativa e quasi simbolica. Ma le sue parole hanno spesso aiutato a risollevare la scena politica italiana dalla caduta libera verso il mero scambio di insulti e divisioni interne.

Proprio a metà novembre di quest’anno, l’Italia ha vissuto il momento di incertezza finanziaria e politica più acuto degli ultimi sessanta anni. Fra speculazioni dei titoli di stato e la mancata maggioranza al Governo Berlusconi, Giorgio Napolitano ha cercato di porvi rimedio con le sue grandi doti comunicative e politiche, accompagnando l’Italia fuori da questa crisi e portandola verso il governo tecnico di Mario Monti. Lui è stato la figura chiave che ha assicurato l’intermediazione e la fiducia dei leader europei Merkel e Sarkozy.
 

Napolitano, all’età di 86 anni, ha mostrato così doti degne di un saggio comunicatore e di un coraggioso giovane politico.
 

Dopo novembre, l’apprezzamento unanime per Napolitano è indubbio, e non è solo ‘Wired Italia’ ad averlo rilevato. Il ‘New York Times’, sulla sua copertina del 3 dicembre, l’ha definito ‘Re Giorgio’. È lui che «incarna un'Italia diversa, un'Italia di virtù civiche», quindi lontana anche dagli scandali finanziari e privati e delle battute di Silvio Berlusconi. È suo, e non di pseudo opposizioni politiche, il merito di aver concretamente aiutato il Paese ad uscire da una pericolosa impasse nella quale stava precipitando.

In questo momento gli italiani in Italia ed in tutto il mondo si sentono un po’ più ‘italiani’: popolo orgoglioso del proprio passato prestigioso in tutti i campi, sta recuperando la fiducia e il senso dei valori morali, etici e sociali.

Per tutte queste doti di stabilità ed intermediazione, la stima mondiale è per Giorgio Napolitano. 

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