NYU. Con Alberto Angela alla scoperta del mondo romano

Roberta Michelino (November 15, 2013)
L’impero romano ai tempi di Traiano sbarca a New York pronto ad accattivare il lettore americano. Il libro di Alberto Angela The Reach of Rome, presentato alla Casa Italiana Zerilli Marimó, evidenzia le numerose assonanze della civiltà romana con la societá attuale caotica e globalizzata

 L’affascinante libro di Alberto Angela racconta l’avvincente avventura di un sesterzio, moneta comune della Roma imperiale, che viaggia  facendo tappa in Inghilterra, in Africa, in India, nelle suggestive Colonne d'Ercole, fino ad arrivare in Gallia ed in Italia.

La piccola moneta compie il suo giro itinerante passando di mano in mano ai protagonisti.  Quest’ultimi non sono frutto dell’immaginazione, a parte qualche eccezione, ma sono personaggi veramente esistiti nell’antichità. Le loro stesse battute sono prese in prestito dalle opere di celebri autori latini, come Ovidio, Marziale e Giovenale.
 

Lo scrittore descrive una Roma impelagata in problematiche molto simili ad una città moderna: traffico, abusivismo edilizio, immigrazione e caos giornaliero.

Lo scopo del racconto è proprio  quello di esperire una sorprendente contestualizzazione della civiltà dell’antica Roma nel mondo di oggi, civiltà che ha gettato le basi per il consolidamento della società moderna.

Lo stesso autore, durante la sua presentazione, specifica questo aspetto rilevante: il mio libro è molto attuale, ogni capitolo si riflette con l’oggi. Leggendolo si scorgono gli errori che hanno compiuto i romani che noi non facciamo e viceversa.

Angela ricorda che in un’epoca dove non esistono i media, la moneta era l’unico strumento di propaganda e informazione. Il sesterzio diventa un vero e proprio comizio dell’imperatore ed una prova della sua magnificenza. Per questo motivo su un lato della moneta c’era Traiano con una corona d’alloro, mentre dall’altra la figura di un monumento simbolo della grandezza dell’imperatore, ad esempio il Circo Massimo, il nuovo porto di Ostia, oppure un grande acquedotto.

Il racconto nasce da una minuziosa ricerca durata 15 anni nella quale lo scrittore-naturalista-paleontologo approfondisce la sua conoscenza studiando stele tombali, testi antichi ed iscrizioni recandosi direttamente nei luoghi dove l’impero ha lasciato maggior traccia di sè nonostante il trascorrere dei secoli. 

La prima volta che ho visto gli scavi di Pompei, quei luoghi mi sono risultati  da subito familiari... in ogni città in cui sono stato ho scorto numerose assonanze con le nostre metropoli. Noi ancora percorriamo strade romane, godiamo dei loro acquedotti, ammiriamo i loro documenti, rivela Angela alla Casa Italiana, alla fine ci si rende conto che la grandezza di Roma non è stata la legione, ma il loro modo di vivere la quotidianeità.

Tra le pagine del libro è possibile scorgere curiose similitudini con gli usi e costumi moderni: il quotidiano utilizzo da parte delle donne del trucco, l’abitudine d’indossare la biancheria intima, la depilazione degli uomini e  delle donne, la degustazione di buon vino, l’attenzione per la cura del corpo.

I romani, inoltre, avevano la consuetudine di tatuare gli schiavi  che tentavano di scappare con la sigla  FUG, ossia fugitivus. Lo scrittore, tuttavia, svela che gli schiavi non vivevano una condicio sociale degradante, ma potevano essere liberati (i cosiddetti liberti) e potevano addirittura sposare una donna libera.

Interessante è la descrizione sull’emancipazione femminile: le donne non potevano ricoprire cariche politiche importanti, ma erano considerate le vere padrone di casa e riuscivano addirittura a divorziare dai loro mariti, come successe a Silla, Catone e Cesare.

 La moneta dopo tanto vagare ritorna di nuovo a Roma, nel cuore dell’Impero. Si conclude così anche l’avventuroso viaggio del lettore in quello straordinario, antico, eppur così attuale, universo romano.

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