Erri De Luca. L'americano napoletano

Daniele Demarco (November 04, 2011)
Presentato alla Casa Italiana della NYU il libro dello scrittore napoletano, “The day before Happiness”, edizione americana (by Other Press) del libro del 2009 “Il giorno prima della felicità”.

Si sente americano nell’aspetto (eredità di una nonna emigrata in Italia dall’Alabama), ma napoletano nell’animo, coltiva una grande passione per la montagna e l’alpinismo, ma porta il mediterraneo del cuore. Da non credente (anche se non si considera ateo) frequenta la Bibbia con la stessa quotidianità con cui si può bere un espresso italiano.
 

È Erri De Luca che si presenta così al pubblico newyorkese.  Lo scrittore partenopeo, intervistato da Silvia Bizio, corrispondente dagli States per La Republica e L’Espresso, ha presentato alla Casa Italiana Zerilli Marimò “The day before Happiness”, edizione americana (by Other Press) del libro del 2009 “Il giorno prima della felicità”. Si tratta di un excursus nella memoria, di un viaggio in una Napoli conosciuta attraverso racconti tramandati oralmente di generazione in generazione: la Napoli già resa celebre dalle commedie di Eduardo De Filippo e dai libri di Curzio Malaparte.
 

Il libro è ambientato nel 1943, anno cruciale della Seconda Guerra Mondiale. La città è occupata dall’esercito tedesco che si prepara a una veloce ritirata verso Nord, mentre gli Alleati risalgono lo stivale da Sud. La gente si rintana nell’underground metropolitano per sfuggire da un lato agli occupanti che minacciano rastrellamenti della popolazione maschile e, dall’altro, agli incessanti bombardamenti americani. A tutto ciò si aggiunge, inaspettata e devastante,l’eruzione del Vesuvio. Lo scena rio è drammatico, ma, allo stremo delle forze, la popolazione trova la il coraggio di insorgere contro i tedeschi. È l’inizio delle Quattro Giornate che preparano la Liberazione. Una liberazione che i partenopei, i primi in Europa ad insorgere contro l’esercito nazista, realizzano in completa autonomia e che varrà alla città di Napoli la medaglia d’oro al valore militare.

Lo scrittore partenopeo non ha conosciuto quegli eventi se non attraverso il racconto della madre, ma ha vissuto altri drammi e altri conflitti: quello politico e sociale maturato nell’Italia degli Anni di Piombo, quando era un militante di Lotta Continua e poi la guerra nella ex Jugoslavia di cui ha fatto esperienza diretta nel periodo in cui collaborava con i volontari che soccorrevano i civili in Bosnia.

De Luca ha ricordato di tutte queste esperienze di fronte a una platea attenta e curiosa.

Nel corso del dibattito con il pubblico lo scrittore partenopeo ha anche  parlato del suo  interesse per la cultura del vicino oriente, un interesse che lo ha portato, negli anni a studiare, da autodidatta, l’ebraico antico e tradurre la Bibbia dal testo originario.

Il direttore della casa italiana, Stefano Albertini ha chiuso la serata leggendo alcuni brani di De Luca davanti ad un'audience molto attenta. Presenti nell'auditorio anche molti nomi del mondo della cultura newyorkese.

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