Promessi Sposi in tournée tra memoria e immaginazione

Letizia Airos (October 08, 2011)
Torna negli Stati Uniti e in Canada (a New York al Lincoln Center - Kaplan Penthouse) lo spettacolo ispirato al capolavoro di Manzoni diretto ed interpretato da Massimiliano Finazzer Flory. Con lui, Gilda Gelati, prima ballerina della Scala e Elsa Martignoni, violinista dell’Orchestra Giuseppe Verdi. I costumi sono stati realizzati dalla Sartoria del Teatro alla Scala.

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Un importante evento culturale torna negli Stati Uniti ed in Canada: la rappresentazione teatrale - tratta da 'I Promessi Sposi' di Alessandro Manzoni -  diretta e interpretata da Massimiliano Finazzer Flory. In scena i capitoli I, VI, VIII, XII, XXI, XXXIV e XXXVIII. Parlano figure salienti della letteratura italiana come Don Abbondio, Renzo e Lucia, i bravi, Don Rodrigo, Fra Cristoforo, l’Innominato.

Il debutto questa volta è l'11 di ottobre al Terrace Theater all'interno del prestigioso Kennedy Center di Washington. Ma lo spettacolo poi toccherà diverse altre città.

 La rappresentazione è in italiano con sovratitoli in lingua inglese e rigorosamente a ingresso libero.  Negli ultimi due anni lo spettacolo, nataoin occasione delle celebrazione per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato presentato in diversi Paesi in giro per il mondo.

Sul palcoscenico Massimiliano Finazzer Flory sarà affiancato da Gilda Gelati, prima ballerina del corpo di Ballo del Teatro alla Scala, e da Elsa Martignoni, violinista dell’Orchestra Giuseppe Verdi di Milano, che eseguirà musiche di Verdi, Bellini, Paganini, Rota e Berio. I costumi dello spettacolo sono stati realizzati dalla Sartoria del Teatro alla Scala.

Finazzer risponde ad alcune nostre domande:

 

Abbiamo visto il suo spettacolo alla Casa Italiana della NYU qualche mese fa. Torna di nuovo in Tournée a New York. E’ la conferma di una domanda e di un successo?

“La soddisfazione è enorme perchè è la prova che la cultura riunisce le arti ma anche i popoli. Quindi lo spettacolo tiene insieme letteratura, musica e danza ma avvicina anche l’immaginario collettivo di italiani americani verso l’unico desiderio, la fantasia e il potere, la possibilità di dire la verità sui nostri sogni.  Quindi sono contento di vedere la riuscita di questo lavoro.

Sarà come lo spettacolo che abbiamo visto la scorsa primavera a New York?

Questa volta ci sarà una novità: un capitolo in più. Altri venti minuti di spettacolo.

I costumi poi vengono dalla Scala e sono del 1628. E’ un lavoro italiano al cento per cento. Perchè anche il pensiero sia uno stile. Quindi di alto artigianato artistico. Io non ho paura a sentirmi vicino sia all’uomo del circo che all’artigiano. L’attore è sia l’uno che l’altro, l’artigiano perchè deve fare bene il suo mestiere e poi anche uomo del circo. Occorre saper rischiare. Saper camminare sul filo senza rete.

In una società tutta finta di plastica, registrata, vissuta attraverso photoshop, noi siamo gente vera. Il pubblico americano ci ha capiti perfettamente,  questo è lo sforzo e la tensione. 

Alla Casa Italiana c’erano molti giovani. Sono loro in fondo i suoi ideali spettatori?

 Approfitto per esporre la mia gratitudine alla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò che ha sostenuto il nostro spettacolo. E’ una benefattrice dello spettacolo, le sono molto grato, come sono grato al direttore Stefano Albertini. Si sono dimostrati molto vicini e molto sensibili.

Sì alla Casa Italiana c’erano molti studenti, giovani. Questa volta ci aspettiamo anche il coinvolgimento della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, del mondo dei giovani che gravita intorno al Lincoln Center e altre università.

Il ricambio generazionale è fondamentale, la cinghia di trasmissione tra la memoria e l’immaginazione ancora di più. Il pubblico adulto mantiene la memoria, i giovani sono l’immaginazione, abbiamo bisogno dell’uno e dell’altro, se vogliamo avere una storia. Una memoria senza immaginazione è nostalgia, una immaginazione senza memoria è allegria. Ma la fantasia da sola non riesce a raggiungere il progetto.

Occorre quindi unire memoria e immaginazione?

E’ bello poter mettere insieme l’uno e l’altro. La performance è un genere da giovani e il romanzo storico è un’arte, se vuoi adulta o antica. Qui abbiamo messo insieme due generazioni diverse, chi crede nel romanzo storico e chi crede nella performance. Questa contaminazione è secondo me fondamentale.

Ed il romanzo di Manzoni continua ad essere molto attuale. Anche oggi. La lotta dell’umile contro il potere dalle diverse forme, i tentativi di ribelllione…

Come si disse all’epoca questo romanzo è un romanzo dotto per gli umili e umile per i dotti.

In Manzoni, la carestia è anche la carestia della conoscenza, la rivolta del pane è la rivolta di chi vuole sapere. Sapere che cosa fra poco faranno i nostri ragazzi che vogliono avere conoscenza. La rivolta del pane è la rivolta del sapere. Il matrimonio che ‘s’adda fare’ e che reciterò non è soltanto tra Renzo e Lucia ma anche tra la cultura e l’economia.

Non possiamo continuare a tenere la cultura senza economia, ma del resto un’economia senza cultura è soltanto volontà di potenza. Questo matrimonio s’adda fare. Bisogna trovare un punto di incontro. Non può essere tutto in mano al mecenate, ma non può essere neanche solo assistenzialismo di Stato e con i fondi pubblici.

Ma investire in Cultura rimane, in Italia soprattutto, fondamentale per cercare di superare anche la crisi econimica?

Questa volta sono qui senza neanche un contributo pubblico, e sarà così in Argentina, Francia e Turchia. Ne sono anche in parte orgoglioso. Pubblico e privato devono investire su finanziatori o sul vostro media per esempio.

Investire vuol dire non solo mettere soldi nella cultura ma creare occupazione.

Perchè il mondo della cultura e anche dello spettacolto è ricchissimo di indotto e di occupazione. Gli americani ci insegnano che ogni dollaro che  si mette nel cinema ne produce tantissimi. E adesso questo avviene anche nel teatro, nelle mostre, nelle biblioteche, nell’editoria. L’indotto è importantissimo.

Portare una compagnia di dieci persone significa alberghi, trasporti, fotografi, uffici stampa, cene, taxi. Di tutto questo io sono un produttore, su questo devo investire e produco indotto con ogni spettacolo. Questo mi deve essere riconosciuto dalla politica e dal privato. 

La politica mi deve riconoscere che io sto producendo un indotto per NY, Washington, Pittsburgh e Toronto, per non parlare del fatto  che gli spettaori saranno un moltiplicatore di ricchezza nel futuro.

Però ripeto, ci vogliono degli investimenti pubblici mirati, non dell’assistenzialismo, non dei soldi a fondo perduto, ma dei soldi a fondo a rendere. 

Maggiori informazioni su http://www.finazzerflory.it/

 
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Le tappe della nuova tournée  2011:

11 ottobre 2011 ‐ Washington ‐ Kennedy Center ‐ Terrace Theater
16 ottobre 2011 ‐ Pittsburgh ‐ Auditorium Bellefield ‐ University of Pittsburgh
18 ottobre 2011 ‐ Canada ‐ Toronto ‐ Green Theatre
20 ottobre 2011 ‐ New York ‐ Lincoln Center – Kaplan Penthouse

 regista e interprete Massimiliano Finazzer Flory

voce narrante David Gibbons coreografie di Gilda Gelati prima ballerina del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano

musiche di G. Verdi, P. Mascagni, V. Bellini, N. Paganini, L. Berio, N. Rota con Elsa Martignoni violinista dell’Orchestra Giuseppe Verdi di Milano

costumi della Sartoria del Teatro alla Scala

Spettacolo in italiano con sovratitoli in lingua inglese TUTTI GLI SPETTACOLI SONO AD INGRESSO LIBERO

Le prossime tappe 2011‐2012

ARGENTINA ‐ 1 novembre 2011 ‐ Buenos Aires ‐ Teatro San Martin FRANCIA ‐ 21 novembre 2011 ‐ Parigi ‐ Teatrino dell’Ambasciata d’Italia TURCHIA ‐ 2 dicembre 2011 ‐ Istanbul ‐ Palazzo Venezia PRINCIPATO DI MONACO ‐ 9 gennaio 2012 ‐ Montecarlo ‐ Teatro Princesse Grace USA ‐ dal 9 al 21 marzo 2012 a Miami; Chicago; San Francisco; Houston; Montreal MONGOLIA ‐ Ulan Bataar ‐ 8 maggio 2012 ‐ Teatro d’Opera e del Balletto dell’Accademia

 

 

 

 

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