Il Falstaff burlone del baritono Ambrogio Maestri

Paola Aurisicchio (February 22, 2016)
Un altro indimenticabile appuntamento alla Casa Italianza Zerilli-Marimò grazie alla fortunata serie "Adventures in Italian Opera" di Fred Plotkin. Questa volta il noto esperto di Opera ha incontrato il baritono Ambrogio Maestri

“Tutto nel mondo è burla”, dice Falstaff nell’ultimo atto dell’opera di Giuseppe Verdi e Ambrogio Maestri, il baritono italiano che ha legato la sua fama internazionale al ruolo verdiano, entra nella sala della Casa italiana Zerilli Marimò della New York University e si burla del pubblico: saluta con voce baritonale, fa le corna quando ricorda la vicenda di Falstaff e racconta della sua difficoltà a entrare nella cesta del bucato in cui si deve nascondere durante l’opera.

“Riccardo Muti mi diceva di divertirmi durante Falstaff perché solo così anche il pubblico si divertirà. E a New York si sono divertiti molto”, ha raccontato Maestri, originario di Pavia, durante l’appuntamento organizzato dalla Casa italiana Zerilli Marimò e intervistato sapientemente da Fred Plotkin, americano tra i più grandi esperti di opera.

Il baritono italiano è di scena al Metropolitan Opera House dove fino al 26 febbraio vestirà i panni di Alfio in Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni ma il suo nome è soprattutto legato al Falstaff con cui ha debuttato nel 2001 diretto da Riccardo Muti, uno dei più grandi direttori d’orchestra attualmente alla guida della Chicago Symphony Orchestra.

“Muti mi ha insegnato a interpretare al meglio Falstaff e mi ha dato vari suggerimenti”, ha detto il baritono rispondendo alle domande di Plotkin, personalità internazionale nel campo dell’opera, grande conoscitore della cultura italiana e autore di nove libri non solo dedicati al melodramma ma anche all’enogastronomia italiana.  

 “Ad esempio, durante la scena in cui Falstaff deve nascondersi nella cesta del bucato non riuscivo a entrare nella cesta e a cantare contemporaneamente e Muti mi ha fatto vedere come fare”, ha spiegato il baritono suscitando l’ilarità del pubblico perché Falstaff non ha una forma esile ma, anzi, è grasso.

L’opera più comica di Verdi racconta le peripezie di Falstaff continuamente burlato e Maestri ha spiegato come il pubblico di diverse città la recepisce.  “A Londra non hanno riso”, ha scherzato Maestri facendo riferimento al composto humor inglese e aggiungendo poi che i londinesi sono andati a vedere Falstaff a New York per poter ridere liberamente: “E sì, Falstaff a New York è stato un successo”. “In realtà ci sarebbe poco da ridere”, ha detto ancora, “se penso che a me, poverino, mi tocca misurarmi con Verdi e montare perfino un cavallo in scena”. E ancora risate perché il cavallo, come ha raccontato il baritono, “non la finiva più di nitrire: io cantavo e lui nitriva eppure era stato educato perché nella stalla gli avevamo fatto ascoltare Pavarotti!”.

A partecipare alla chiacchiarata con Plotkin anche il soprano Barbara Frittoli, di scena in questo periodo insieme a Maestri al Metropolitan Opera House nel ruolo di Nedda in Cavalleria Rusticana di Mascagni.

Nata a Milano, Frittoli si è esibita nei più importanti teatri del mondo rivelandosi una delle interpreti di riferimento del repertorio di Mozart. Frittoli ha raccontato in particolare al pubblico di quanto l'opera italiana sia amata all'estero sottolineando anche delle difficoltà di questo mestiere e cedendo, poi, di nuovo la parola al collega baritono Maestri per le conclusioni. 

Ironico come il ruolo che riveste da anni nei maggiori teatri, gioviale come quando ha raccontato di amare la buona cucina “perché sono cresciuto in un ristorante”, Maestri ha riservato l’unica nota dolente per i nuovi cantanti e lo stato dei teatri in Italia.

“I cantanti di oggi pensano più all’esteriorità mentre per interpretare Falstaff così come un’altra opera ci vuole tanta dedizione. Oggi lavoro più all’estero e un po’ meno in Italia perché purtroppo i teatri italiani hanno qualche difficoltà”, ha concluso Maestri tra gli applausi del pubblico. 

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