"Italians". Perchè gli italiani devono sempre farsi riconoscere…

Sara Capraro (January 23, 2009)
Tra gli "Italians" di Giovanni Veronesi figurano Carlo Verdone, Sergio Castellitto, Riccardo Scamarcio. Il film, una saga sui vizi e le virtù degli italiani all'estero, nasce da un articolo apparso sul New York Times: “Gli italiani sono quelli che ‘suonano’ di più al metal detector”.

Cosa succede se prendi il più bello, il più divertente e il più intellettuale del panorama cinematografico italiano e li metti tutti insieme davanti una macchina da presa? Succede che ti ritrovi dinanzi ad un cast d’eccezione, che non potrà non conquistare la simpatia degli italiani e che già promette di sbancare i botteghini dei cinema di tutto il Paese.

È ‘Italians’, il nuovissimo lavoro del regista Giovanni Veronesi, in uscita in tutte le sale il prossimo 23 Gennaio 2009. E loro sono Riccardo Scamarcio, Carlo Verdone e Sergio Castellitto.
 
Prodotto da Luigi e Aurelio De Laurentiis, il film si apre con la storia di F ortunato (Castellitto), camionista romano con un passato a trasportare Ferrari rubate negli Emirati Arabi, deciso ad ‘andare in pensione’ e passare il lavoro al giovane Marcello (Scamarcio). Per apprendere i segreti del mestiere il giovane lo segue in quello che, per Fortunato, sarà l’ultimo viaggio verso Dubai, in un’avventura in mezzo al deserto e agli stereotipi del mondo arabo, con un finale che è tutto una sorpresa. A dare vita al secondo episodio è invece Giulio (Verdone) affiancato da una splendida Xenia Rappoport (già protagonista, con Tornatore, in ‘La Sconosciuta’). Dentista Borghese depresso per la separazione con la moglie, Giulio parte per San Pietroburgo, per partecipare ad un importante convegno medico. Ansioso, inconsolabile e in astinenza da oltre un anno, si lascia tentare dal magnaccia Vito Calzone (Dario Bandiera) a fruire dei suoi pacchetti viaggio ‘tutto compreso’.
 
Da qui, l’alternarsi continuo di gags fatte di equivoci, sparatorie e

festini a base di sesso e caviale.
A detta dello stesso Veronesi il film è stato ispirato da un articolo apparso sul New York Times, ove era scritto che “Gli italiani sono quelli che ‘suonano’ di più al metal detector”. Idea di fondo, dunque, quella di raccontare vizi e virtù degli Italians all’estero, e per portare su schermo la loro parte a volte un po’ goffa e ridicola, a volte geniale e romantica.
 
Come dichiarato dallo stesso Veronesi: “L'idea di ‘Italians’ è nata in una delle tante cene tra me e Aurelio De Laurentiis. Quando lui mi disse che gli sarebbe piaciuto fare un film sugli italiani famosi all'estero e io gli risposi che a me sarebbe piaciuto fare un film sugli italiani all’estero e basta, anzi meno famosi erano e meglio era. Sicuramente sarebbero stati più simpatici e riconoscibili per il pubblico. Lui ci pensò un po’ e alla fine della cena disse: “Hai ragione tu, niente famosi!”. E così sono partire le riprese di ‘Italians’.

 E dicendo "Italians" ovviamente non sì può non pensare alla felice rubrica del Corriere che da anni Beppe Severgnini tiene con i lettori.  E ovviamente anche a tutti i libri che sono stati scritti da lui sempre con lo stesso titolo.

 In un faccia a faccia pubblicato sul Corriere della Sera tra il regista ed il giornalista, il primo scherzando ha detto: «Grazie. Cioè, volevo dire: grazie a te e al Corriere della Sera per avercelo prestato».
 
Ora sta agli italiani, quelli all'estero, quelli veri insomma, vedere se si riconosono e se, soprattutto, riescono ad avere l'autoironia di sapersi prendere in giro. Guardare dentro anche con qualche stereotipo.

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