Co-writing a New York per Virginio

Siamo andati a trovare, insieme a Roberto Mancinelli, Virginio Nerò nel corso di una sessione di co-writing in uno studio newyorkese. ll giovane cantante e autore a New York co-scrive con autori americani come Jesse Harris, Andy Marvel, Dimitri Elrich

Midtown. Si respira musica italiana a New York. Ed è aria fresca. Musica a 360 gradi. Tra note e testi. Una bellissima voce. Ma non vi sto parlando di un nuovo concerto. Vi racconto qualcosa di diverso ma, forse, anche più intrigante.
 

Ho infatti, con Roberto Macinelli (SonyATV Consultant Italian Portfolio in USA)  passato un pò di tempo in uno studio di registrazione insieme a Virginio Nerò, giovane cantante e autore di testi.
 
Cosa è successo? E’ nata una canzone davanti a noi. Freschissima!  Questo grazie ad una entusiasmante esperienza di co-writing che unisce esperienza italiana ed americana.
 
“E’ stata una sfida –  dice Virginio – e grazie a Roberto che era già qui sono venuto con l’intento di scrivere, anzi co-scrivere, con autori americani. Non volevo esportare solo la mia musica, ma far nascere una canzone a New York e questo collaborando con italo-americani, italiani ed americani qui. “
 
Roberto Mancinelli aggiunge: “Che un italiano lavori con autori internazionali succede molto spesso. Ma raramente si tratta di una collaborazione diretta. Si fanno anche duetti mandando la voce tra un Paese e l’altro. E’ diverso quando sei in studio con altri artisti. Si condividono emozioni e sensazioni."
 
Ho osservato Virgilio lavorare nella sala di registrazione. Provare e riprovare. Accennare un motivo con altre persone. Scrivere, scherzare, canticchiare, fermarsi a pensare isieme. Guardarsi negli occhi. Alzare gli occhi. Bere tanto caffè.

Sembravano conoscersi tutti da sempre, eppure si serano appena incontrati. E’ la magia della musica, sì sa. Quell’intesa che ho sempre invidiato ai musicisti quando suonano in gruppo. Che li accomuna e quasi li fa entrare in un mondo tutto loro. In questo caso poi non era un concerto, ma un vero momento creativo in fieri, quasi una gestazione all’unisono.
 
Virginio Nerò: “Siamo partiti dal nulla. Non avevamo nessuna struttura o parti. Ci siamo messi con gli strumenti e sono nate le canzoni.”
 
“Siamo riusciti a creare delle situazioni importanti” continua “ Roberto è riuscito a coinvolgere autori che si sono dimostrati molto disponibili. E’ nata una vera intesa e una grande collaborazione tra di noi. Ci siamo rivisti piu’ volte per continuare. Se non ci fosse stata la volontà da parte di questi artisti, non avremmo potuto fare niente. E di questo sono molto contento. Ognuno apporta la propria esperienza, le proprie origini nelle canzoni. Siamo ciò che abbiamo perso e che abbiamo passato.”
 
Virginio è dolcemente determinato. Ha già una storia importante in Italia, nonostante la sua giovane età, eppure parla con il sogno negli occhi. Sembra quansi non credere che si sta realizzando.
 
“Ho lavorato con Jesse Harris (vincitore di 2 Grammy e oltre 22 milioni di copie vendute con Norah Jones),  Andy Marvel (oltre 35 milioni di copie vendute con Celine Dion), Dimitri Elrich (milioni di copie vendute con Moby e Westlife) ..."
 
 
 “Jesse Harris – aggunge Roberto – è diventato un nostro amico. Ha avuto una bellissima sensibilità, io ero quasi certo che loro due si sarebbero trovati bene a collaborare insieme. Lui stava promuovendo un disco in Messico, ma alla fine è riuscito ad incastrare i suoi impegni. Quindi siamo riusciti a avere un'altra bella esperienza e a portarci via un'altra bella canzone. A casa sua, dove ha uno studio.”
 
Roberto Mancinelli lo ha visto crescere artisticamente praticamente.
 
“ Si, ci siamo conosciuti quando io facevo il direttore artistico per Sony TV Italia. Il mio compito era quello di mettere sotto contratto autori. Nel suo caso specifico artisti/autori. Da allora l’ho seguito”. E già perchè poi Virginio non è solo un autore, ma ha anche una bellissima voce.
 
 “Si ho partecipato a Sanremo Giovani – ci dice Virginio -   e  poi ho avuto la necessità di firmare dal punto di vista autoriale, scrivendo le mie canzoni. C'è stato quindi questo incontro con Roberto. E da allora ho pubblicato o diversi album. Era da tanto che volevo venire in America e Roberto carezzava questo sogno con me.”
 
 
Roberto Mancinelli:  “Era arrivato i momento di tentare questa avventura anche nella mia vita professionale. E ho deciso di venire qui e sviluppare talenti che hanno possibilità internazionali. Lui è il primo. Va detto non ci sono tanti autori in Italia come lui, con queste reali potenzialità e possibilità.
 
L'empatia che si è creata tra lui e Marvel, ad esempio, ha fatto si che lui ci chiedesse di restare e continuare a scrivere con lui. Un buon camp si ha quando c'è empatia artistica e umana. Se questo succede, bene, altrimenti al massimo scrivi una canzoncina o addirittura niente.
 
La difficoltà in un camp è nello scegliere persone con umanità e professionalità simile. Secondo me un talento si riconosce anche dal sapersi adattare, saper capire dove sei e saper dare quello che puoi.
 
Molti autori italiani fanno fatica a venire qua e scrivere. Magari hanno già successo in Italia e vanno in America solo a fare la mega star.
 
Coscrivere è  bellissimo, nasce da un mix di talento, esperienza, umiltà e voglia di farlo.”
 
E' contento Roberto: "Abbiamo sfatato il mito dell'americano che se non hai venduto 200 milioni di copie non si interessa a te. Se sei disponibile e hai talento puoi farcela. “
 
Sono curiosa. Dove vanno a finire queste canzoni? Risponde Virginio. “In questi casi si decide di scrivere e basta. Poi i percorsi delle canzoni sono sempre molto vari. E una sorta di esperimento, non si tende ad individuare dove andrà a finire la canzone.”
 
Roberto Mancinelli: “ Ha una schedule precisa per il suo album. Quasi sicuramente uscirà in estate. Non si sa se conterrà le canzoni scritte in America. Il disco è come un quadro, se una canzone ci sta bene la inserisci, altrimenti la lasci fuori. Il che non significa che il pezzo non sia valido magari e piu adatto per un altra persona.
 
Il compito dell'editore musicale è quello di creare canzoni insieme ad autori. Nel suo caso siamo fortunati perche ci troviamo davanti ad un artista autore. Ma la maggior parte degli artisti in contratto con Sony sono esclusivamente autori.
 
Quindi riguardo la tua domanda, la risposta è che l'uscita di queste canzoni potrebbe essere immediata, magari perche Fiorella Mannoia se ne innamora e decide di inserirla nel prossimo disco, oppure le piace ma preferisce lasciarla per il disco successivo.
 
Quindi in realtà il lavoro di costruzione delle canzoni, che noi chiamiamo song plugging, è un attività che si fonda su molte sensibilità. Ci sono spesso delle canzoni che rimangono in un cassetto per dieci anni, e non vuol dire che siano brutte canzoni, anzi. Poi escono e hanno un grande successo.
 
Ad esempio Renato Zero con i Migliori Anni della Nostra Vita, un pezzo di Maurizio Fabrizio, è stato fermo per 12-13 anni.
 
La bellezza e successo del pezzo dimostrano che era un signor brano, solo che non aveva trovato la giusta collocazione. Il compito dell'editore musicale e anche quello di capire dove, a chi, quando e che tempistiche, ma soprattutto capire la sensibilità dell'autore. Sfortunatamente, ma io dico fortunatamente, non è per niente automatico questo processo.
 
Poi c'è ancora una fase successiva. Uno dice ‘questo pezzo è meraviglioso', va in studio lo prova, ci prova il testo, lo canta lo riascolta, è bellissimo pero' poi non lo è più.”
 
 
Che differenza c'e con l' Italia? Domanda che non può mancare.
 
“Tecnicamente la grande differenza è la velocita di confezione, abbiamo riscontrato qui in America un pragmatismo meraviglioso. Se si lavora dalle 3 alle 6, alle 6 si esce con un prodotto, da noi questo non è sempre garantito.”
 
Ma è un vantaggio o uno svantaggio? Roberto risponde ancora: “Personalmente come editore lo trovo un bellissimo vantaggio, perche va bene l'empatia, va bene l'essere artistici pero molto spesso è meglio prima il dovere e poi il piacere.
 
Come professionista in questo settore, mi fa piacere si, uscire e intrattenermi con le persone con cui lavoro, pero' prima dobbiamo realizzare e far uscire dal nostro lavoro qualcosa di concreto.
 
Qui in America abbiamo trovato persone molto pragmatiche, e siamo sempre usciti con un pezzo. Un provino te lo mandano subito, il pezzo anche se non finito ce l'hai comunque nella tua email, e questo l'ho molto apprezzato.
 
La cosa entusiasmante all'inizio è stata che non essendoci un precedente, poteva anche succedere che il lavoro non venisse come speravamo noi, e in realta questo timore ce lo avevo. Poi quando ho visto che le cose funzionavano, mi sono reso conto che era possibile farcela.”
 
Dopo averli salutati, esco per le strade di Midtown. La voce di Virginio attraversa l’aria e quel motivo appena nato mi rimane in mente,  Mi fa canticchiare e mi porta a spasso per New York. Sono sicura: lo risentiremo presto.
 
 
 
 

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