Galileo Galiei, tra passato, presente e futuro

Silvia Schiavinato (December 27, 2009)
Grande partecipazione alla tavola rotonda all’Istituto Italiano di Cultura su Galielo Galilei. Al dibattito, moderato dal Direttore Scientifico dell’ ISSNAF, Prof. Giorgio Einaudi, hanno partecipato gli scienziati italiani Eugenio Coccia e Vittorio Canuto. Proiettato anche un breve filmato (“From Galileo to Hubble”)

A distanza di 400 anni dalle prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei, l’Istituto Italiano di Cultura di New York in collaborazione con ISSNAF (The Italian Scientists and Scholars in North America Foundation) e il Consolato d’Italia a Newark, ha presentato giovedì 10 dicembre una tavola rotonda nell’ambito di un ciclo di incontri sulla cultura scientifica italiana a New York.
 

Al dibattito, moderato dal Direttore Scientifico dell’ ISSNAF, Prof. Giorgio Einaudi, hanno partecipato due importanti scienziati italiani: il Prof. Eugenio Coccia, professore di Fisica Gravitazionale all’Università di Tor Vergata a Roma nonché direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e il Prof. Vittorio Canuto, Scienziato Emerito della NASA e docente di fisica alla Columbia University e al City College di New York.

La proiezione di un breve filmato (“From Galileo to Hubble”), girato all’interno di uno shuttle dall’astronauta Mike Massimino, ha introdotto il tema dell’importanza del telescopio di Galileo per lo sviluppo delle future scienze astronomiche. Il prof. Coccia, nel suo intervento dal titolo “Gravitation from Galileo to Einstein and beyond”, ha illustrato la portata rivoluzionaria delle teorie del grande scienziato che per primo, nel 1609, ebbe l’intuizione di puntare il suo telescopio verso il cielo. Ció gli permise di acquisire informazioni più precise sui monti lunari e sulla composizione della Via Lattea e scoprire i primi satelliti di Giove, le macchie solari e le fasi di Venere. Furono queste scoperte ad avvalorare a poco a poco la teoria dell’eliocentrismo giá proposta da Copernico, teoria che dunque Galileo riuscì successivamente a dimostrare attraverso il metodo scientifico, basato su precise osservazioni matematiche. L’universo era per lui come un grandissimo libro, scritto in lingua matematica con caratteri quali cerchi, triangoli, quadrati e altre figure geometriche: senza conoscerne i caratteri sarebbe stato umanamente impossibile comprenderlo.  

Sempre partendo dall’osservazione dell’universo e con lo stesso metodo scientifico, Galileo approfondì anche la ricerca sulle leggi di gravitá che regolano il movimento delle stelle e dei pianeti, ribaltando definitivamente la visione geocentrica di Aristotele e Tolomeo, e aprendo la strada per i successivi studi di Newton e di Einstein. Lo stesso Einstein ha definito Galileo come il padre della fisica moderna, senza il quale non sarebbe stato possibile arrivare alla moderna teoria della relativitá generale.   

Dopo la dissertazione del Prof. Coccia quella del Prof. Canuto che, nel suo intervento dal titolo “Galileo and his crimes”, ha ricostruito meticolosamente le tappe della vita del genio toscano, dai primi studi fino alla disputa con la Chiesa cattolica che, com’é noto, lo accusó di eresia costringendolo all’abiura delle sue teorie e confinandolo all’isolamento fino alla morte, avvenuta nel 1642.
 

Subito dopo Coccia e Canuto sono rimasti a disposizione del pubblico per le domande che sono state numerose. La curiosità degli spettatori ha spaziato da temi scientifici direttamente correlati all’argomento ad argomenti di più stretta attualità, come la mancanza di fondi destinati alla ricerca scientifica, ai problemi legati ai cambiamenti climatici e le eventuali possibili soluzioni.

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