Bocca di Rosa, Ruby e l’amore per passione

Letizia Airos (February 25, 2011)
Chiediamo aiuto a Fabrizio De Andrè e alla sua canzone. Dal paesino di Sant'Ilario ad Arcore. Parliamo di nuove generazioni e liberazione sessuale

"Qual è la canzone che più ti somiglia?
Sicuramente Bocca di rosa"

Così rispondeva Fabrizio De Andrè al giornalista Vincenzo Mollica.
Allora, Fabrizio, aiutaci ancora tu.
 
(Il testo della canzone in fondo all'articolo)
 

NEW YORK. Come facciamo a spiegare alle giovani di oggi che l’amore si può fare liberamente anche per passione? Come facciamo a far capire che la storia di Ruby non è che una triste vicenda di una ragazza immigrata sfruttata dai potenti e non la strada più veloce verso il successo? E magari verso un incarico politico? Che quello di Nicole Minetti non è in fondo un bell'esempio da seguire? E come si spiega che quella della giovane sfortunata marocchina non è la migliore via verso la liberazione?
 
Come diciamo poi anche a Sgarbi, Ferrara, e a molti altri,  che questo nostro non è un attacco di puritanesimo? Che non si tratta insomma di indignazione dettata da moralismo.
 

Fabrizio aiutaci tu!
“Per passione e non per denaro”. Fare l’amore per passione. Questa è la chiave di tutto. Bocca di Rosa non è una ragazza sfruttata e ammaliata dai potenti, è una ragazza disinibita, libera, anticonvenzionale, mossa solo dalla propria passione di amare e sì, di fare sesso.

Non conosce sfruttamento e non chiede in cambio rolex d’oro, gioelli e vestiti firmati. Magari allieta il sacrestano, il carabiniere, l’operaio insieme al sindaco del paese.

 
E’ una donna inconsciamente, paradossalmente vicina alla liberazione sessuale degli anni settanta. Lo è naturalmente, senza bisogno di concettualizzare.
 
E nel paesino di Sant’Ilario ci sta certo un pò stretta. E’ un posto come tanti, come erano in quegli anni, con le sue donne benpensanti, i mariti delusi, una caserma dei carabinieri, un sacrestano,  una stazione.
 
Lei faceva l’amore per missione. Peccato che il nostro premier non l’abbia incontrata. Si sarebbe risparmiato molte spese e delusioni. Ma forse sarebbe stata troppo di sinistra per lui. Dubitiamo che abbia incontrato mai quelle donne e quel modo disintessato di amare. Anzi ne siamo sicure. Altrimenti avrebbe maggior considerazione per per il gentil sesso invece di usarlo solo per ballare il bunga bunga a pagamento.
 
Bocca di Rosa non è una prostituta. E’ una sorta di angelo. Quanti uomini hanno immaginato una donna così, che ama per niente? E De Andrè non la giudica - come sempre nelle sue canzoni - la racconta e la fa accogliere in processione dal parroco del paese. Il sacro ed il profano si affiancano, con semplicità.
 
Bocca di Rosa faceva, a modo suo, una rivoluzione. La faceva allora e la farebbe ancora di più oggi in un mondo che forse è meno “per bene”. La farebbe proprio per la sua purezza. Per il suo modo libero di amare.
 
Oggi il sesso non è solo un fenomeno di mercato, ma anche uno strumento per entrare in politica. Per carità il letto è sempre stato un luogo per avvicinare il potere, ma in modo così pubblicamente riconosciuto, assolto? Anzi addirittura desiderato da genitori di belle figliole? Cos'è, un ritorno al concubinato d'alto bordo di qualche secolo fa?
 
«La vagina è mia e me la gestisco io» urlavano le donne quarant'anni fa. Cercavano un rapporto di piena parità con l’uomo e non il prezzo del proprio sesso.

Molta acqua è passata sotto i ponti. Il femminismo ha lasciato i suoi segni ed altri ne ha persi. L’8 marzo sembra ormai una data finta. Eppure, visto da New York, ad esempio, ricorda un altro episodio tragico che ha visto la morte di donne sfruttate alla Triangle factory. Donne per lo più emigrate dall’Europa. Circa la metà italiane. Non erano marocchine, allora...

 
Difficile raccontare tutto questo a tante ragazze di oggi. Ma dare del bacchettone/moralista a chi contesta lo stile di vita di donne che sognano di entrare nella villa di Arcore...

Difficile far capire che Ruby, Ruby Rubacuori non è una ragazza emancipata, ma la figlia di immigrato che da anni viveva in Italia con grandi difficoltà di integrazione. In un paese sempre più alla ricerca di facili scorciatoie per raggiungere l'affermazione personale.
 
Non ci sono donne «bene» da un lato, e dall'altro  prostitute. C’è tanto sfruttamento e tristezza dietro queste storie. Ci sono donne usate, ingannate e strumentalizzate, alla faccia delle generazioni che hanno sognato tutt'altra liberazione sessuale.
 
La disinvoltura di alcune giovani donne, oggi, ha ben poco a che a fare con le battaglie degli anni '70 per l’aborto, il divorzio. Non mette in discussione alti valori come la fedeltà e il matrimonio. Non lancia una sfida a quell’Italia ipocritamente cattolica, profondamente maschilista, dove la legge puniva la donna per adulterio, il maschio per concubinato. Ruby e Nicole non lottano contro "il sistema", lo alimentano, lo usano e se ne fano usare, ne sono parte integrante.
 
Allora Fabrizio. Come si fa?
Come dire che si può amare anche per niente, senza secondi fini, solo per  la passione di amare? Per sentirsi libere. E come lo spieghiamo oggi, non solo ai preti, alle signore ben pensanti di Sant’Ilario, ma anche a molte giovani spinte a fare dell’immagine del loro corpo l'unica chiave del proprio successo? E perchè no, cone lo spieghiamo al nostro Premier, a Ferrara, Sgarbi... e a tutti gli altri...

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"Bocca di Rosa" di Fabrizio De Andrè (1967)

La chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore, metteva l'amore,
la chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa.

Appena scese alla stazione
nel paesino di Sant'Ilario
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un missionario.

C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione.

Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie.

E fu così che da un giorno all'altro
bocca di rosa si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.

Ma le comari di un paesino
non brillano certo in iniziativa
le contromisure fino a quel punto
si limitavano all'invettiva.

Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.

Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie,
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.

E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole argute:
"il furto d'amore sarà punito-
disse- dall'ordine costituito".

E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"quella schifosa ha già troppi clienti
più di un consorzio alimentare".

E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.

Il cuore tenero non è una dote
di cui sian colmi i carabinieri
ma quella volta a prendere il treno
l'accompagnarono malvolentieri.

Alla stazione c'erano tutti
dal commissario al sagrestano
alla stazione c'erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano,

a salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese,
a salutare chi per un poco
portò l'amore nel paese.

C'era un cartello giallo
con una scritta nera
diceva "Addio bocca di rosa
con te se ne parte la primavera".

Ma una notizia un po' originale
non ha bisogno di alcun giornale
come una freccia dall'arco scocca
vola veloce di bocca in bocca.

E alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi mandò un bacio, chi gettò un fiore
chi si prenota per due ore.

Persino il parroco che non disprezza
fra un miserere e un'estrema unzione
il bene effimero della bellezza
la vuole accanto in processione.

E con la Vergine in prima fila
e bocca di rosa poco lontano
si porta a spasso per il paese
l'amore sacro e l'amor profano.

 

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