In tour tra le statue di Manhattan che parlano italiano...

Francesca Di Folco (September 13, 2012)
Sguardo rivolto all'insù verso Columbus Circle, poniamo l'orecchio alla letteratura recitata da Dante Alighieri, ci sembra di sentire il "Pensiero e Azione" così caro a Mazzini e Garibaldi, ascoltiamo le suadenti note di Giuseppe Verdi, rimiriamo la Pietà a St Patrick Cathedral, allunghiamo lo sguardo come Giovanni da Verazzano verso la baia dell'Hudson. Tutti o quasi i monumenti newyorkesi hanno sfumature del Belpaese

Il rischio che si corre a Manahattan è quello di camminare, passare, transitare a velocità sostenuta immersi nel caos di traffico umano come siamo, non scrutando a dovere gli scorci circostanti, “passando” i corner più significativi, non rendendosi conto dei meandri cardine della City...

A maggior ragione se ci si riferisce a quanto di Italian scorre tra le vie della Big Apple...

Proprio per ovviare a queste “perdite impagabili”, ci siamo imposti di rimirare con attenzione certosina i dettagli d’italo-americanità, di cogliere gli aspetti-specchi di una doppia anima, impadronirci, almeno visivamente, delle amazing fisionomie familiari delle statue che... parlano italiano.

Nella sfavillante, vanitosa ed ammiccante New York, ci sono almeno 6 statue celebrative che possono resuscitare l’orgoglio italico...

A volere lasciare questa orma, per celebrare gli stati nazioni nascenti, ci pensò Carlo Barsotti, editore del giornale Il Progresso Italoamericano 1879-1989, un emigrato toscano dell’epoca delle grande migrazione verso gli Stati Uniti, fondatore anche del Banco Italoamericano.

Grazie al suo giornale iniziò la raccolta fondi, emigranti ed Italian-Americans, risposero con quel poco che avevano. Quel poco bastò, tanto che vennero commissionate ben 6 statue...

La prima Italian state per eccellenza è quella che ritrae il navigatore, scopritore degli States, Cristoforo Colombo...

Al Columbus Circle, sulla 59th street, l'estremità sud-occidentale di Central Park, all'incrocio fra Broadway, Central Park West, Central Park South e Eighth Avenue, la state del mitico genovese veglia sull’Upper West Side, sferza l’aria ed è una sorta di miliario aureo a partire dal quale vengono misurate tutte le distanze ufficiali di Manhattan..

Il monumento a Cristoforo Colombo, posto nel 1892 per commemorare i quattrocento anni dalla scoperta dell'America, è una splendida statua in marmo - opera dello scultore messinese Gaetano Russo - che si erge su un piedistallo in granito decorato con rilievi in bronzo raffiguranti le tre caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria.

Ai piedi della colonna ammiriamo un angelo che sorregge il globo. La piazza è stata recentemente rifatta in occasione del proprio centenario nel corso del 2005 con l'aggiunta delle fontane a corona attorno il monumento e il set up degli spazi dell'isola centrale con verde e panchine.

E’ tra l’altro proprio prossima l’apertura, l'8 ottobre, per il mese della cultura italiana e il Columbus Day, della “Discovering Columbus” progetto artistico del giapponese Tatzu Mishi  contestato da alcuni ma che consentirà indiscutibilmente di vivere un’opportunità senza precedenti.  Visitatori da tutto il globo proveranno l’ebbrezza di salire attraverso le scale, oppure prendere l’ascensore, per trovarsi su una piattaforma che consente, oltre ad una veduta panoramica mozzafiato, di trovarsi a contatto diretto con lo scopritore del Nuovo Mondo...

Chissà che impatto visivo avrà un’impalcatura quadrata di tubi alta 70 piedi attorno alla colonna che sorregge la statua di Colombo e soprattutto l’installazione sulla sommità di una “living room” completa di divano, tavolo da caffe e lampade con Cristoforo Colombo davanti sia per quanti saliranno che per coloro che scruteranno dal basso...
 

Nel nostro girovagare nei corner newyorkesi ci è apparsa, spuntando quasi dal nulla, un’altra testimonianza viva della Storia dell’Italia Unita le cui vicende s’intrecciano con gli States...

La seconda delle opere volute da Barsotti è uno splendido busto di bronzo che si affaccia sullo Sheep Meadow, dentro Central Park, dal quale spiccano fisionomia e profilo assai noti di un patriota, filosofo-pensatore e politico italiano protagonista del Risorgimento nel Belpaese: Giuseppe Mazzini.

Sorto nel 1878, il “pezzo” fu creato dallo scultore italiano Giovanni Turini che arricchì i toni di solennità della statua, l’intensità del volto, la profondità dello sguardo in primo piano dell’Unificatore d’Italia per eccellenza, inserendo l’iscrizione di due frasi nel piedistallo di granito del busto: “Pensiero e Azione” e “Dio e il Popolo” che ben incarnano levatura e senso dello spirito mazzinano...

E come non ricordare le premesse che portano generazioni di Repubblicani a stringere un legame profondo con la democrazia americana: è arcinota l'amicizia tra il padre di tutti i repubblicani italiani, Mazzini appunto, e il presidente Abraham Lincoln...

Sulle basi di questi profondi legami nacque a New York la leggendaria Mazzini Society...

Proprio a tal proposito, che dire del fatto che lo stesso Lincoln avrebbe voluto affidare il comando dei soldati nordisti a Giuseppe Garibaldi?

La nostra passeggiata prosegue con up and down nella City che ci conducono virtualmente nel midtown...

A Wasghinton Square, nel cuore pulsante del Village, si esibisce il trionfo della strategia militare con l’ardente passione per la libertà e la giustizia che costituirono le pietre miliari nella vita di Giuseppe Garibaldi...

L’Eroe dei due mondi è immortalato con la spada sguainata nella magnifica statua, eretta nel 1888 sempre da Giovanni Turini, per commemorare la morte appena avvenuta di Garibaldi, vissuto anche a Staten Island dal 1850 al 1853 d’esilio nella residenza di Antonio Meucci, in quegli anni il più noto italiano al mondo con un passato militare anche in America Latina.

La scultura riprende Garibaldi “in azione in Austria, riflette i valori per i quali combattè nei meanders between two continents, independence movements in Brazil, Uruguay and Italy, and a guiding role in various reforms to Italy's government”, si legge nel basement del pilastro.

Ogni scorcio è spaccato e tripudio di suoni, colori, immagini...
Etnie poliedriche d’anime diverse...
Uno stralcio spettacolare d'umanità vibrante...

Risalendo verso la 72nd Street, cuore dell’Upper West Side, ascoltiamo le note di un violinista intento a suonare...

Spunta un piccolo angolo di paradiso tra il caos di Manhattan, il complesso statuario dedicato a Giuseppe Verdi...

Lo scultore Pasquale Civiletti dedicò una piazzola triangolare, la Verdi Square, al compositore attorniato dalle statue di Aida, Falstaff, Otello e Forza del destino, inaugurato nel 1906 alla presenza di Puccini.

Scendiamo ancora...

Un po’ nascosta, a cavallo del 44 West 64th Street, in una eccezionale intersezione della Broadway con la Columbus Ave, difficile da scorgere tra il fogliame e i rami degli alberi, c’è la Dante Square, con una delle due statue, l’altra è a Washington, ritraenti il padre della letteratura italiana, Dante...

Nata in origine per celebrare i 600 anni dalla nascita del Sommo e i 50 anni dell’Unità d’Italia nel 1912, la statua fu descritta da Giovanni Pascoli come “la migliore figura di Dante mai scolpita”, fusa a New York dal Roman Bronze Works e piazzata nel parco dedicato al grande fiorentino nel 1921. Una copia della statua, fatta con la stessa colata, è una delle attrazioni del Meridian Hill Park a Washington D.C.

In origine la si voleva piazzare a Times Square, ma a causa delle dimensioni giudicate “eccessive” per questo non “in linea” con le proporzioni della piazza, l’opera dell’italianissimo scultore siculo di Palermo, Ettore Ximenes, fu rifiutata in quella che sarebbe divenuta il crocevia di migliaia di persone al giorno, per esser collocata in un posto a parte, di fronte al Lincoln Center of the Performing Arts per l’appunto che, come Dante per la cultura italiana, è simbolo di arte rinomata, cultura eccelsa, tempio massimo di impagabili performance...

Dall’angolo West di Central Park passiamo all’East, vista la carica che infonde la City, le distanze a Manhattan non sono certo un problema...

Scendendo per la mitica 5th Ave, la prossima statua che “parla” italiano è niente meno che dentro St. Patrick's Cathedral...

La cattedrale irlandese preserva autentici tesori entro le sue mura, uno di questi è senza dubbio la Pietà.

Sculpita da William Ordway Partridge nel 1906, la Pieta è grande tre volte la Michelangelo's Pietà nella Basilica di San Piatro a Roma e, donata a St. Patrick's Cathedral nel 1915, attira migliaia di fedeli che sostano a pregarvi di fronte memori della scultura autentica, incantati dalla bellezza della scena, estasiati dalla delicatezza dell’abbraccio della Madre al Figlio.

Interamente realizzato in marmo questo “prezioso” è situato appena fuori della Lady Chapel, avendo l’onore di esser collocato lungo the Main Altar.

Scendendo da un capo all’altro della City proseguono le statue a testimonianza di quanto la cultura italiana sia stimata, apprezzata e per questo testimoniata...

Nella punta massima di downtown Manhattan, a Battery Park campeggia un personaggio meno noto in Italia ma celebrato oltreoceano, l’esploratore Giovanni da Verrazzano...

La statua, posata nel parco a ridosso della foce dell’Hudson nel 1909, raffigura il busto del navigatore e dà forma al tributo che l'America volle dare al primo europeo che osservò le acque della baia New York e al quale è dedicato anche il ponte da cui parte la celebre maratona di novembre...

Anche quest'opera è da attribuirsi al palermitano Ettore Ximenes, scultore e illustratore, artista eclettico e viaggiatore, capace di passare dalle raffigurazioni per opere di Edmondo De Amicis (Il Vino, 1897 ca.) all' arte scultorea con commissioni da ogni parte del mondo tra cui appunto due statue di Dante Alighieri, una a Washington e l'altra di fronte al Lincoln Center of the Performing Arts e questa di Verazzano.

L’ultima statua in cui ci siamo imbattuti non è istituzionalmente parlando italiana, non ha nulla del Belpaese, almeno all’apparenza...
Parla “romano antico” per la precisione...
E’ Lady Liberty...

La Signora della Libertà ha fattezze inequivocabili: in mano le tavole della leggi statunitensi, la fiaccola ad indicare il fervore della verità, il fuoco sacro della democrazia, illuminare la libertà, anche il basement ha raffigurati gli stati americani...

Eppure c’è un particolare degno di nota rilevante per l’italianità nostrana...

La tonaca... la tunica... la toga come la si voglia chiamare non fa differenza, è , come sottolineato più volte da guide diverse, a imitazione di quelle dell’Antica Roma...

Dunque ci si passi la licenza poetico-giornalistica se abbiamo la presunzione di asserire che una moltitudine di statue a Manhattan parlano italiano, a maggior ragione la State of Liberty ha addirittura un accento romano...

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