Una piazza per il Popolo a Little Italy

Letizia Airos (September 18, 2012)
Mulberry Street tra Houston and Prince. Qualcosa di diverso sta accadendo in questi giorni e accompagnerà i tradizionali festeggiamenti di San Gennaro a Little Italy fino al 23 settembre. Andate a vedere!

“Il Popolo” - intendendo come tale noi stessi e tutti coloro che sono come noi e diversi da noi – è protagonista di un angolo di Manhattan a ridosso di una sua basilica.  A Little Italy ci sarà,  per qualche giorno,  un luogo chiamato  “Via del Popolo”.

La chiesa di St. Patrick’ s Old Cathedral, grazie ad un progetto del suo parroco mons. Donald Sakano - in collaborazione con la Tisch School of the Arts della NYU, Aurora Vitrum Design, The New Museum e Two Bridges Neighborhood Council - diventa il centro,  religioso e laico al tempo stesso, di una riflessione comune, di un pensiero riferito a se stessi come agli altri che abbiamo intorno.

“Amerai il prossimo tuo come te stesso…”, tra i comandamenti della tavola di Mosè questo è quello che più vicino a  questo progetto che ha tutta l’intensità e l'amore di un lavoro di squadra portato avanti per se e per gli altri.

Lungo il muro che circonda la Chiesa affissi non ci sono in questi giorni manifesti pubbilcitari, ma delle bellissime ed intense foto.

Enormi foto di persone, uomini, donne, bambine, bambini, giovani, vecchi, bianchi, neri…  Persone di varie etnie, provenienze, diversissime fra di loro, ma accomuntate dalla verità dello loro storia, di persone appunto.

Tecnicamente le foto, che sono l'attrazione che soprende di più di via del Popolo, potrebbero anche sembrare commerciali, ma questa volta non si promuovono prodotti, all'attenzione ci sono le persone. Persone come tutti noi.

Life-size questi corpi sembrano animati ed interagire con la gente che li guarda e che spesso li fotografa o si fotografa affianco. E'
divertente guardarli mentre assumono posizioni di diverso tipo:  amichevoli, affettuose, spesso scherzose.  Io stessa non ho potuto resistere in questa strana interazione fotografica.

Si scopre, grazie a queste persone rappresentate che ci sembra di conoscere da sempre, un’intersoggettività interna alla propia  dimensione soggettiva. “Sé come l’altro” si potrebbe dire. 

Nonostante il soggetto nelle rappresentazioni sia primario, l’altro si deriva per analogia.

Il fotografo  curatore di tutto ciò, Alex Arbuckle,  è felicemente riuscito a portare sulle mura che circondano la Chiesa - attraverso un vero e proprio iter di riconoscimento - l’orgoglio della storia , intendendo come storia, storia personale.  I suoi ritratti di tutti i giorni raccontano l’esistenza della Chiesa di oggi, fuori di stessa  e dentro.

Viene in mente una frase di Giovanni Paolo II: "Più l'uomo conosce la realtà e il mondo e più conosce se stesso nella sua unicità".

Monsignor Sakano, circondato dai  giovani appartententi a diverse etnie della sua parrocchia, ha avuto fin dall’inzio, quando il progetto sembrava piuttosto difficile, chiaro cosa volevesse realizzare.

Un’intuizione apparentemente semplice la sua, ma con dei risvolti complessi. Voleva una via del popolo che portasse il concetto di una strada/piazza per la gente. Un ritorno alle origini, radici, un rinnovo di tradizioni tra passato e presente.

“Volevamo” mi ha detto mons. Sakano “mettere l’accento su di un rapporto positivo con la comunità che circonda la Chiesa utilizzando la struttura fisica della Chiesa stessa. La strada, le mura, gli edifici circostanti. Lo scopo era quello di mettere in gioco l’etnia, l’arte, la spiritualità ma anche l’imprenditorialità semplice del vicinato”.

La collaborazione con i giovani della Tisch School è stata fondamentale, come l’appoggio della associazione Two Bridges Neighborhood Council rappresentanta da Victor Papa che il giorno dell’inagurazione  ha lasciato, forse più di ogni altro, trapelare l’emozione nel vedere concretizzarsi il progetto. 

E' nata una piazza, un luogo chiuso al traffico,  dove ci si incontra, si incontrano le persone nelle foto ed i propri amici

Ed un testimone eccellente del mondo del cinema ha voluto mettere la sua immagine per comunicare alla città di New York questa inziativa,  Si tratta di un attore che è anche di uno studente eccellente di NYU, Alec Baldwin.
 

Presente alla presentazione al pubblico, insieme a Mons. Sakano, ha seguito camminando tutta la traiettoria idealmente indicata dalla fotografie e commentato con alcune delle persone rappresentate.

Inutile dire che Baldwin ha concentrato e attirato su di se molte delle attenzioni della gente.

L’attore, affabile e divertente con tutto il vicinato, mi ha detto di aver voluto subito appoggiare il progetto non appena ne è venuto a conoscenza in occasione del suo matrimonio. celebrato lo scorso giugno, proprio lì a St. Patrick’ s Old Cathedral. 

L’attore - fra l’altro anche tra i protagonisti dell’ultimo film di Woody Allen To Rome with Love - conosce molto bene l’Italia e ha posto l’accento su come questo progetto sia importante anche dal punto di vista architettonico per New York. Di come sia intimamente europeo e della necessità di promuovere un stile di vita pìù umano e comunitario all’interno della città.

Monsignor Sakano, prete nippo-americano, svolge la sua missione in un contesto molto particolare.

La sua Chiesa è a ridosso di diverse realtà, ma sempre più complementari fra di loro. 

La vecchia Little Italy italo-americana che tende sempre di più scomparire o a dare di se un’immagine più stereotipata che vera, la realtà di una comunità cinese sempre di più inserita nel tessuto culturale della Città, la vicina Soho che ormai si è letteralmente mangiata i tradizionali spazi italo-americani.

Nella piazza ideale che è nata tra Mulberry Street tra Houston and Prince, in questo spazio chiuso al traffico per l’iniziativa, ecco la gente fermarsi, ascoltare musica e trovarsi anche a consultare  i libri presentati in questi giorni dall’AIWA,  Italian American Writers Association guidati dal suo presidente Professor Robert Viscusi.

Affianco alla tradizionale, e sotto diversi aspetti sempre più commericale festa di San Gennaro a Little Italy, l’iniziativa di Piazza del Popolo con i suoi risvolti anche laici riporta il terroritorio alla sue origini.

Quando Little Italy era una Piazza e vedeva l’incontro delle vite delle persone spesso molto diverse tra di loro.  Persone,  prima di tutto persone e famiglie, che spesso riproducevano in posti diversi e lontani la vita che avevano altrove.  Si tratta di uomini e donne che hanno dato la loro storia ad una città, che hanno contribuito a costruire New York in quanto di più bello ha: la diversità. Un grande valore che questo mondo contemporaneo (in questo momento soprattutto europeo) stenta ancora a riconoscere, nonostate nuovi ed intensi processi migratori.

Monsignor Sakano, ha raccontato di aver avuto difficoltà negli scorsi mesi a spiegare, soprattutto agli americani “che non sanno cosa sia una piazza”,  cosa era il suo progetto. 

Ora è riuscito a realizzarlo e lo si può vedere, non solo immaginare, tra due strade all’angolo della sua parrocchia e sembra un miracolo. Un piccolo miracolo di San Gennaro.

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Altre foto di Via del Popolo a Little Italy su Facebook >>>

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