Pino Daniele, il maestro napoletano del blues a New York

L. A. (June 08, 2012)
Il grande maestro Napoletano Pino Daniele dopo tre anni torna a New York con la sua musica e presenta il suo ultimo album la "Grande Madre". L'artista ha preso parte ad una lunga conversazione con l'attore italo-americano John Turturro presso la Casa Italiana Zerilli Marimò e il giorno dopo si è esibito in uno straordinario concerto al famosissimo Apollo Theater.

Manhattan ha abbracciato ancora una volta con grande calore il maestro napoletano del blues. Dopo quasi tre anni Pino Daniele è infatti tornato qui con due appuntamenti ricchi di contenuto e suggestioni per il pubblico newyorkese. Uno era alla New York University, organizzato dalla redazione di i-Italy, l’altro all’Apollo Theater, tempio della musica nera, grazie al producer Massimo Gallotta.
 

L’occasione era la presentazione del suo ultimo album la ‘Grande Madre” - realizzato come produttore indipendente - da portare in tournee anchenegli Stati Uniti.
 

Alla Casa Italiana Zerilli Marimò, gioiello tutto italiano della New York University dove sono passati moltissimi intellettuali e artisti, Pino Daniele ha regalato momenti di raffinato confronto, in una lunga conversazione con l’attore italo-americano, John Turturro.
 

Gli artisti non si erano mai incontrati di persona, nonostante il capolavoro di Daniele Napule è sia presente nel film del regista italo-americano: "Passione". Il lungometraggio, uscito nel 2010, è un viaggio cinematografico nella musicalità di Napoli che vanta la collaborazione di numerosi importanti artisti napoletani.
 

I due - che avevano visto incrociati i propri percorsi solo virtualmente sul grande schermo - entrati in sintonia dopo pochissimi minuti, hanno portato avanti un dialogo ricco di spunti.
 

“Scusate il cattivo inglese – ha cominciato Pino Daniele – parlo con l’accento di Brooklyn”, ma John Turturro non deve averlo notato troppo. L’artista italo-americano (padre pugliese, madre siciliana) ha raccontato di come sia stato Francesco Rosi ad introdurlo alla cultura napoletana, musica, letteratura, cinema. “E’ successo facendo un film con lui basato su ‘La Tregua’ di Primo Levi. E’ stata la prima volta che ho sentito Napul’è” e ha aggiunto. “ma sono stato esposto alla cultura napoletana anche qui a New York, dove c’è tantissima Napoli”.

E Pino ha raccontato: “Ho scritto Napul’è quando avevo 21 anni – cantavo nella mia lingua, il napoletano, a quel tempo era una cosa molto nuova. Il mio primo album era interamente in napoletano, dopo molti anni suono ancora questa canzone e per me è sempre una grande emozione. Come è una grande emozione che John l’abbia usata”.

Ma quando, John Turturro, ha sentito per la prima volta Pino Daniele? “Sempre mentre giravamo ‘La Tregua’ in Ucraina. Rosi mi fece ascoltare ‘Terra mia’ ”.

Il regista italo-americano chiede a Daniele se era consapevole dell’internazionalità di Napoli quando ha cominciato a cantare. Daniele ricorda di aver iniziato a suonare la chitarra, musica folk, canzoni vecchie e nuove: “Sono nato nel periodo di Elvis, nel periodo della Beat Generation, quando c’era la musica migliore del mondo. C’erano i militari americani a Napoli, suonavo il rock’n roll americano e inglese.”

Ha raccontato di essere diventato presto consapevole di come il patrimonio classico sia sempre molto importante: “l’Italia è il centro e l’inizio della vera musica.

Il primo conservatorio del mondo era a Napoli! A San Pietro a Maiella. È importante preservare la cultura, oggi è troppo massificata, è importante realizzare qualcosa di nuovo, essere nel mondo, ma senza dimenticare le radici.”

Hanno ricordato insieme James Senese: “ E’ divertente, è un uomo nero che parla solo napoletano! “, Enzo Avitabile, Tullio de Piscopo, Tony Esposito e tanti altri.

Ma che tipo di musica ama Pino Daniele?:“Quella africana, Pavarotti, Frank Sinatra, ma ascolto anche cantanti nuovi…mi piace tutta la musica!”

Il cantante ha proposto poi un tema a cui tiene molto: l’Africa. “Se vai ovunque nel Sud Italia senti l’influenza dell’Africa, il vento caldo…la cultura che abbiamo è molto vicina a quella africana. La Grande Madre è il Mediterraneo, e tutto il ritmo viene dall’Africa.” Turturro: “Questa connessione tra Africa e Italia e influenze arabe è quello che mi ha affascinato e motivato a realizzare il mio film. Sono cresciuto nel Queens, un quartiere nero, e questa connessione percepibile nella musica folk del sud Italia mi ha sempre colpito molto, mi faceva sentire a casa.”

E verso la fine della conversazione arriva il proposito di lavorare insieme, finalmente di persona, magari partendo da New Orleans dove il jazz è stato anche italiano.

Il giorno dopo, tutto esaurito all’Apollo Theater. Tra il pubblico c’era anche John Turturro con sua moglie ad applaudire e pronto ad andarlo a trovare subito in camerino alla fine del concerto. Presenti in teatro. e a salutarlo, molte personalità ed artisti, tra questi anche il collega Mauro Pagani reduce dal grande successo del primo maggio in piazza San Giovanni a Roma.

E’ stato un concerto molto sentito, vissuto intensamente, sofisticato, ricco di emozioni, di grande empatia con i presenti in teatro che ha proposto molti successi di tutta la carriera di Pino Daniele. Ha cantato Coffee Time, Melodramma, La grande Madre ma anche Anna Verrà, Io so’ pazzo, A me piace ‘O Blues’ e molti altri brani. Incantevoli i suoi assoli di chitarra, grande il ritmo. Il pubblico, che verso la fine del concerto non resisteva più seduto e cominciava a ballare, lo ha salutato applaudendolo in piedi.

Pino Daniele ha lasciato così per la seconda volta Harlem. La sua musica senza che possiamo definire confini, ha di nuovo portato l'Italia con la sua Napoli, centro del Mediterraneo, tra passato e presente, al centro del leggendario teatro newyorkese.

Al Console Generale di New York, Natalia Quintavalle, ha detto che è pronto a tornarci presto, anche l’anno prossimo, nel 2013, anno dedicato dal Ministero degli Esteri alla cultura italiana negli USA.

 
 

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