La politica italiana e le politiche per gli italiani all'estero. La visita di Bersani a New York

Marina Melchionda (July 17, 2010)
ll PD deve diventare il partito del popolo, di un popolo unito, della gente comune che abbraccia il progresso e la modernità. E voi italiani residenti all’estero siete tra le ricchezze culturali più grandi che abbiamo, e intendiamo aiutarvi nel portare avanti le vostre istanze”. Il leader del PD Pierluigi Bersani incontra la comunità italiana di New York al Circolo San Cono di Williamsburg, Brooklyn The leader of the Democratic Party, Pierluigi Bersani, meets the Italian community in New York at the San Cono club in Williamsburg, Brooklyn

 English Version
 

Sono le 7 di sera di Venerdi 16 Luglio quando arriviamo al Circolo di PD di San Cono nel cuore del quartiere di Williamsburg, a Brooklyn. Da lì a poco Pierluigi Bersani avrebbe incontrato la comunità italiana di New York, al termine del suo primo viaggio negli Stati Uniti in qualità di Segretario Generale del Partito Democratico.

Un luogo insolito per un meeting di tale rilievo, dove i partecipanti sono stati chiamati a confrontarsi con l’Onorevole Bersani sul tema “La politica italiana e le politiche per gli italiani all'estero “. Insolito perchè, come ha voluto subito sottolineare Elena Luongo del Circolo PD di New York nei suoi saluti di benvenuto, “si è scelto di allontanarsi dai riflettori di Manhattan per avvicinarsi alla piccola comunità fatta di persone, storie, dando ad ognuno modo di esprimersi e presentare le proprie istanze. E’ una decisione che rispecchia in pieno lo spirito su cui nasce il PD”.

I membri della comunità hanno accolto l’invito in numerosi. Nella sala gremita di persone si distinguevano voci di donne, di anziani, di giovani, molti giovani. Immigrati di vecchia e nuova generazione sedevano fianco a fianco, uno dietro l’altro, nella fitta fila di sedie allineate davanti al lungo tavolo dove si sarebbero seduti l’ospite d’onore ed i loro rappresentanti.

Al suo arrivo, l’On. Bersani è stato accolto dai numerosi che gli sono andati incontro già accanto alla porta: la richiesta di una stretta di mano, di una foto insieme, testimoniavano non solo stima nei suoi confronti, ma anche un profondo senso di affiliazione al PD, di cui riconoscevano il rappresentante che loro stessi avevano votato lo scorso Ottobre.

L’Onorevole si è infatti sempre distinto per il grande sostegno che ha saputo dimostrare nei confronti delle comunità italiane all’estero, come ha aggiunto Elena Luongo: “Abbiamo molto apprezzato il suo intervento a favore dei nostri concittadini che manifestavano a Francoforte, a Vancouver e a Buenos Aires per difendere i propri diritti. Le sue parole ci hanno fatto sentire meno soli e ci hanno confermato che a Roma, per usare una sua stessa metafora, c’è chi ‘mette l’orecchio per terra per ascoltare ciò che si muove nella società’”.

Facendosi quindi portavoce del suo stesso principio, l’Onorevole ha accettanto l’incontro di New York, in questo luogo “dove ci si sente come in famiglia”, come ha continuato il moderatore del dibattito e Dirigente del PD negli Stati Uniti Gianluca Galletto, che lo ha accompagnato nel corso della sua intera permanenza negli Stati Uniti. “Sono rimasto molto soddisfatto di come il Segretario è stato accolto a Washington. Qui negli USA ricordano che, prima di rivestire questo ruolo, egli è stato un ottimo ministro e ha promosso leggi importanti, che hanno contribuito in maniera significativa alla crescita dell’economia italiana. Accettando di partecipare a questo meeting, poi,  l’Onorevole ha creato nuove basi per un nuovo tipo di sviluppo, quello sociale, e quello dei rapporti tra Italia e italiani all’estero”.

A Renato Turano, ex senatore e imprenditore, il compito di aprire il dibattito. Nel suo intervento, una prima denuncia della crescente marginalizzazione degli italiani all’estero dall’attuale politica italiana: “Nel periodo in cui Bersani era ministro, noi parlamentari votati all’estero lavorammo duramente in vista di obiettivi che poi raggiungemmo. Riuscimmo ad intervenire sulla finanziaria per ottenere una maggiorazione dei fondi per l’insegnamento della lingua italiana fuori dai confini del Paese, per l’editoria e i consolati e gli altri organi di rappresentanza istituzionali. Con la dimezzazione o addirittura annullamento di tali fondi i nostri sforzi sono resi quasi nulli sotto l’attuale governo guidato da Berlusconi, e questo non può che preoccuparci. Il rischio è quello di spezzare il legame che abbiamo con fatica costruito tra le molte Italie sparse per il mondo”.

L’apporto che la comunità italiana all’estero può dare alla crescita dell’Italia, dal punto di vista culturale, sociale, e economico è una ricchezza che invece il Paese non può permettersi di perdere, come ha subito suggerito SIlvana Mangione, Vice Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e Dirigente del PD negli Stati Uniti. “Questa sala è il laboratorio della emigrazione italiana nel mondo. Ci sono persone emigrate decenni fa, ma anche ragazzi di nuova generazione nati qui oppure giovani appena arrivati dall’Italia che sono diventati dei professionisti negli Stati Uniti contribuendo alla crescita di questo Paese e apportando novità e ricchezze uniche nei loro settori di impiego. Siamo tutti la stessa terra  e siamo tutti qui per contribuire alla crescita del PD, per ricominciare a pensare in maniera compiuta ad una nuova strategia per la rinasc dell’Italia”.

Il suo intervento è stato anche un’opportunità per presentare al Segretario e ai presenti una petizione promossa dal CGIE e dai Com.It.Es operanti nei Paesi anglofoni che tocca al cuore alcuni dei temi più cari alle comunità italiane ivi residenti. “Chiediamo maggiori fondi per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, per l’editoria e i giornali italiani locali che hanno recentemente subito un taglio ai finanziamenti pari al 50%, per i Consolati che, pur essendo così pochi, rischiano oggi di chiudere. Penso a quello di Detroit, che dopo l’accordo con la Chrysler ha visto raddoppiare la popolazione italiana residente, o quello di Philadelphia. Sono richieste che non facciamo solo per noi, ma per l’Italia stessa. Solo in questo modo potremo difendere le nostre origini e farci portabandiera dell’internazionalizzazione del Paese”.
Infine, la Mangione ha messo sul tavolo altre due questioni chiave: riaprire la possibilità di riacquistare la cittadinanza per tutti coloro che sono nati in Italia e l’hanno perduta trasferendosi all’estero; urgente necessità di rispettare il principio di rappresentanza alla base di ogni democrazia, bloccando il secondo rinvio di altri due anni del rinnovo dei Com.It.Es e del CGIE e rimandando la revisione delle leggi istitutive dei due organi già prevista.

Anche il pubblico presente ha voluto confrontarsi con il Segretario Bersani. Nel lungo dibattito che è seguito è emerso un profondo senso di marginalizzazione nei confronti dell’Italia, un distacco difficilmente avvertito negli anni (e nella legislatura) precedenti a cui tuttavia si vuole rispondere con un forte senso di unità e di appartenenza nazionale. “E’ un sogno che si è avverato vedere il leader di uno dei maggiori Partiti italiani avvicinarsi talmente alla comunità da ascoltarne pareri, opinioni, ed accogliere i contributi che ognuno dei suoi membri è disposto a dare”, dice qualcuno. Altri manifestano attraverso esempi di vita vissuta il proprio progessivo allontanamento da un’Italia che continua “a non dare”, con un governo sempre più lontano dalle esigenze del cittadino comune, e chiedono a Bersani una risposta, una strategia politica alternativa, quasi una promessa da rispettare quando (e se) salirà al governo.  La maggioranza dei presenti ha espresso comunque parole di incoraggiamento per un leader che avvicinandosi al “popolino”, dimostra di voler reincarnare nel PD i principi della vecchia sinistra italiana, vicina ai lavoratori, progressista, riformatrice.

E’ ispirandosi alle parole del suo pubblico che l’Onorevole Bersani ha preso parola, non solo rispondendo sulla questione dei rapporti tra l’Italia e le comunità  italiane all’estero, ma preparandolo anche ad un breve escursus nei temi più caldi ed attuali che percorrono l’Italia di oggi, dalla crisi economica al pericolo democratico, dai crescenti flussi migratori alla dilagante disoccupazione giovanile.

i-Italy ha anche avuto modo di approfondire alcuni di questi punti con il Segretario in un momento successivo. Per maggiore chiarezza di esposizione, e al fine di rendere più chiara e completa la panoramica offerta dall’Onorevole, abbiamo deciso di dividere il suo discorso in paragrafi, titolati a seconda delle tematiche che presentano.

CRISI ECONOMICA
“Berlusconi non ha mai accettato che stiamo attraversando una crisi, denunciandola semplicemente come un fattore psicologico. L’Italia è l’unico Paese in questo momento di convergenza economica negativa che non ha affrontato un dibattito in parlamento sul tema, con un conseguente appiattimento della classe dirigente sulle linee politiche del governo.  Anche l’attuale manovra finanziaria nasce con decreto legge ed è in corso di approvazione in Parlamento per voto di fiducia. E’ una manovra da 24 miliardi che ricade su tutta la popolazione a reddito medio-basso e che non prevede fondi destinati alla crescita, che sia questa economica o sociale. E’ una manovra estremista fatta di tagli lineari, che incide su tutti i settori... nell’economia, nella sanità, nell’istruzione italiana... senza distinzioni di sorta. Incide sull’impresa e sul lavoro, non stimolando in questo modo la crescita economica e prevede misure fallaci contro l’evasione fiscale"

POLITICA ITALIANA:
Si stanno creando fratture profonde all’interno della coalizione guidata da Berlusconi, testimoniata in prima istanza dal crescente disaccordo con Fini e il suo gruppo. Se il governo non dovesse reggere fino alla scadenza del mandato nel 2013, quello successivo dovrà forse fare i conti con una situazione economica ancora peggiore creata da una manovra finanziaria sbagliata. Le attuali tempeste in cui è coinvolto il governo fanno sì che, come noi del PD suggeriamo da tempo, il Paese non sia di fatto governato, ed è in preda allo sconcerto per i continui episodi di corruzione, malcostume e svilimento della democrazia che stanno diventando insostenibili. Berlusconi sta governando l’Italia seguendo una logica medievale in cui lui riviste il ruolo di imperatore e si circonda di una classe dirigente a suo completo servizio.  La crescente indignazione suscitata da questo modo di governo mi suggerisce che sta arrivando il momento della svolta, e noi del PD siamo aperti al dialogo con le forze che si oppongono a Berlusconi

NUOVE GENERAZIONI
Le condizioni salariali in Italia sono veramente precarie, soprattutto per le nuove generazioni. La disoccupazione giovanile fino ai 25 anni è quasi al 30%, quando fino a 2 anni fa era 8 punti in meno. Si pensi che in Sardegna arriva al 50%. Guardo a questi giovani presenti in sala, e non riuscirei a dirgli di tornare per aiutarmi a ricostruire il Paese. Ma sento la responsabilità di creare presupposti tali da fargli avvertire la necessità e il desiderio di farlo, perchè non trovo giusto che una persona di talento debba essere costretta a emigrare per realizzarsi. L’Italia ha bisogno di loro, ma loro no. E a questo bisogna rimediare

IMMIGRAZIONE
Oggi abbiamo 840,000 immigrati minorenni in Italia, e ne nascono sul nostro territorio circa 45,000 ogni anno. Tra pochi anni saranno il 30% del totale dei bambini nati in Italia. Secondo l’attuale legge Bossi-Fini quando questi compiranno 18 anni diventeranno clandestini, perchè non considerati italiani. Ad ottobre inizieremo una campagna di sensibilizzazione sulla questione al fine di riformare questa legge promossa nel 2002 dallo stesso esponente politico, Fini, che oggi si proclama amico e sostenitore degli immigrati.

ITALIANI ALL’ESTERO
“I tagli imposti dalla manovra finanziaria e le politiche governative adottate per arginare una crisi economica mai denunciata ma finalmente accettata stanno ricadendo in maniera rovinosa sui rapporti del Paese con i suoi cittadini all’estero. Tagliare i finanziamenti del 50%, in maniera retroattiva all’editoria italiana all’estero significa togliervi linfa vitale. Così come l’impoverimento della rete consolare e delle altre istituzioni governative localizzate fuori dal territorio italiano rischia di indebolire il ponte transatlantico che abbiamo costruito nel corso degli anni. Un giorno saranno i figli degli emigranti di oggi e di ieri a poter arricchire l’Italia internazionalizzandola, ma bisogna sostenere la crescita di un senso di appartenenza nazionale che passa solo attraverso l’insegnamento della lingua, della cultura italiana, e nella continuità dell’informazione. Tale senso di appartenenza passa anche per la possibilità di poter eleggere i propri rappresentanti in parlamento. Ecco perchè il PD ha pronta una nuova proposta per riformare il voto degli italiani all’estero, e siamo pronti dal prossimo autunno ad aprire il dibattito in parlamento.

Il discorso del Segretario, interrotto più volte da scrosci di applausi, si è concluso tracciando un lineare e allo stesso tempo articolato identikit del Partito Democratico e dei suoi obiettivi, in cui le istanze della comunità italiana all’estero e il dialogo tra classe dirigente e elettorato hanno un ruolo primario:
“Noi dobbiamo fare il partito dei progressisti del nuovo secolo. Siamo formati da diverse componenti politiche, che devono diventare degli ingredienti di un un’unica ricetta, in cui ogni sapore è distinto ma forma insieme agli altri un unico cibo.
Io mi propongo di definire con il PD il partito del lavoro e della nuova generazione, dei moti moderni.... della costituzione, dell’Unità della Nazione che va ancora costruita...  Il PD deve diventare il partito del popolo, di un popolo unito, della gente comune che abbraccia il progresso e la modernità. E voi siete una delle ricchezze culturali più grandi che abbiamo, e intendiamo aiutarvi nel portare avanti le vostre istanze. Questo che ho fatto negli USA è stato un viaggio importante, ma sicuramente quello di stasera è stato l’incontro più interessante che ho avuto in questi giorni”

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on Alberto Quartaroli (not verified) wrote

cittadinanza agli italiani e identita' nazionale

Tutto condivisibile, Mr. Bersani. Ci sono pero' 3 questioni da considerare: 1) Anziche' preoccuparsi del conferimento della cittadinanza ai minorenni stranieri in Italia, la logica vuole che prima si restituisca la cittadinanza a coloro che la persero quando ancora non esisteva la legge sulla doppia cittadinanza. Mia madre, nata e cresciuta a Bologna fino ai 30 anni, per poter restare in Italia oltre i 3 mesi, e' stata costretta a fare la fila con gli extracomunitari all'ufficio stranieri di Bologna (la sua citta'!!). Mi sembra una cosa abbastanza umiliante e vergognosa, non crede? 2) Se il 30% dei bambini che nascono in Italia sono figli di extracomunitari, non lo considererei proprio normale, ma bensi' un dato inquietante e spaventoso. Che poi a questi occorra dare la cittadinanza, rinunciando al principio dello Jus Sanguinis, mi sembra un totale suicidio nazionale. 3) Il piu' importante progetto politico che voi politici dovreste implementare e' quello dell'insegnamento, in Patria e all'estero, dell'IDENTITA' NAZIONALE. Tutto il resto sono solo piccoli dettagli. Alberto Quartaroli
on Scott (not verified) wrote

Infatti , come Americano,

Infatti , come Americano, sono molto contrario col concedere la cittadinanza USA ai figli di quei parassiti italiani che si trovano nel Paese illegalmente: non si può andare in USA come turista per poi farsi mettere incinta ed entrare in clandestinità, per poi pretendere di vivere sulle spalle degl' Americani. Per quanto riguarda questa fantomatica identità nazionale, vorrei sapere cos'è un italiano: avendo letto libri di Montanelli o su Garibaldi oppure documenti ufficiali del governo USA, non si può dire in alcuna maniera che quello italiano sia un popolo e quantomeno caucasico. Ci siamo già scordati delle motivazioni dietro i linciaggi contro gl'italiani nel mondo. alla faccia della "CULTURA" italiana nel mondo. Per concludere, gl'italiani non dovranno mai scordarsi che gl'"extracomunitari" li hanno salvati dai forni crematori tedeschi...dobbiamo aggiungere "purtroppo"? Per cui usa rispetto, perchè anche gl'USA sono extra comunitari e purtroppo, vi viene concesso il privilegio di beneficiare della loro evoluzione sociale, come del resto hanno fatto i tedeschi.....
on Anonymous (not verified) wrote

Scott, ma che cazzo dici

Scott, ma che cazzo dici ??????? Is ther anyone in I-taly that can delete the stupidities written by this moron?

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