A Clifton, un nuovo passaporto per Spaccanapoli

Letizia Airos (October 04, 2016)
Da ora gli italiani residenti in New Jersey non dovranno più recarsi a Manhattan per ottenere il loro documento di espatrio italiano. E' stata consegnata al console onorario di Clifton, Dominic Caruso, la postazione mobile per la rivelazione delle impronte biometriche. I dati registrati a Clifton verranno infatti trasmessi al Consolato Generale che spedirà il passaporto agli utenti. L'evento si è svolto alla presenza del console generale Francesco Genuardi, il sottosegretario agli Affari Esteri, Enzo Amendola ed il CGIE Silvana Mangione, Giulio Picolli, rappresentante dell'Associazione italiana Ieri, Oggi, Domani, e tanti altri connazionali. E vi raccontiamo la storia di Ferruccio e Francesca. E' loro il primo passaporto rilasciato a Clifton

Ho voluto scriverlo io il racconto di un pomeriggio che ritengo molto speciale per la comunità italiana del New Jersey.

Ho infatti accompagnato il console generale Francesco Genuardi, il sottosegretario agli Affari Esteri, Enzo Amendola, il  vicesegretario generale per i paesi anglofoni extra europei del Cgie, Silvana Mangione, i consoli Roberto Frangione ed Isabella Periotto.

Destinazione: Consolato Onorario di Clifton.

Occasione: la consegna della postazione mobile per la rivelazione delle impronte biometriche per ottenere il passaporto italiano.

La notizia è questa: gli italiani residenti in New Jersey non dovranno più recarsi a Manhattan per ottenere il loro documento di espatrio italiano. I dati verranno infatti trasmessi direttamenet al Consolato Generale che spedirà il passaporto agli utenti.

Si tratta di una risposta importante da parte delle istituzioni italiane, dopo la chiusura del Consolato di Newark avvenuta due anni fa. Una chiusura che aveva visto le proteste della comunità. Sono infatti 19 mila gli iscritti all'AIRE nella circoscrizione del New Jersey, molti di questi, soprattuto anziani, hanno difficoltà a raggiungere Manhattan.

E' dunque un compito oneroso quello di Dominic Caruso - in carica da soli 8 mesi come console onorario - che ci ha accolto nel suo ufficio adibito a Consolato Onorario.

Con il suo compiuter ha messo in azione la postazione per raccogliere le impronte del primo connazionale.  il sottosegreario Amendola, ha accompagnato l'evento con i suoi commenti e soprattutto una promessa: “Questo è solo l’inizio, dobbiamo costruire servizi ai cittadini italiani che sono qui.  Si tratta del primo passo. Torneremo presto.”

E un  augurio viene anche dal  Senatore Turano, rappresentante in parlamento dei cittadini italiani della Circoscrizione America del Nord, in un comunicato diramato subito dopo l'evento “ la postazione mobile attivata a Clifton è una prima e bella risposta da parte del Ministero degli Affari Esteri. Spero che la stessa soluzione sia adottata al più presto anche per altri importanti consolati onorari”

Dominic Caruso, visibilmente emozionato ha escalmato: "Con questa valigetta, la comunità italiana del New Jersey comincia ad avere i servizi consolari che ben merita. Io sono molto contento. Ringrazio il Console Generale Francesco Genuardi, i consili  Isabella Periotto e Roberto Frangione. Spero di meritare la fiducia che mi hanno dato”

E le prime impronte, con grande emozione, le ha messe una persona di cui ho subito voluto sapere di più: il signor Ferruccio Milani. Come tanti italiani in giro per il mondo ha una lunga e affascinante storia di emigrazione.  Cosi' mi sono fermata piacevolmente te a parlare con lui e la moglie Francesca. Naturalmente davanti ad un vassoio di dolcetti, questa volta siciliani della pasticceria del signor Di Piazza.

Dimentichiamo troppo spesso che nei passaporti, rilasciati in tutti i consolati del mondo,  contengono certo fotografie, dati, timbri - oggi occorrono impronte biometriche per rilasciarli - ma  soprattutto persone con storie che attraversano oceani e vite.

Una coppia dolcissima. Lei di un paese che si chiama Fossano in provincia di Cuneo, lui di Milano. Cominciamo a parlare.  Entro nel loro mondo, fatto di difficoltà ma anche tante sfide, successi.

Lei conosce il marito quando aveva 28 anni. Lui fino ad allora aveva lavorato alla Necchi Corporation, era executive vice-president. Le Necchi, macchine per cucire. Aveva cominciato con il venderle porta a porta quelle macchine, per poi diventare un dirigente in giro per il mondo. Francia, Belgio, Messico: New York. Ma un certo punto, nel 73, decide di tornare in Italia. Cambia azienda e diventa executive vice-president della Omega Orologi a Torino. Qui va per lavorare con Francesca. “Abbiamo lavorato assieme due anni, tre, all’Omega Orologi a Torino.” Ma il loro destino è all'estero: “ Poi siamo partiti per il Canada. Era il 31 Dicembre del ‘76, a Montreal, per lavorare in una fabbrica italiana, La Bontempi”.

Era in Canada, ma rappresentava anche gli Stati Uniti: “dividevamo il nostro tempo fra la fabbrica, l’ufficio di Montreal, l’ufficio di Toronto, l'ufficio di New York. La nostra vita e’ sempre stata con la valigia in mano. Poi dopo un po’ di anni, siccome siamo delle anime sempre alla ricerca di nuovi challenge, abbiamo detto all’azienda: cosa fate in centro e sud America? Niente? Allora noi andiamo a svilupparlo, e siamo partiti. Abbiamo fatto un viaggio per 45 giorni in tutta l’America latina, centro e sud. Deciso di mettere la nostra base a Panama, gli uffici e … poi sempre in viaggio. Da Panama, dopo 4 anni ci siamo trasferiti negli Stati Uniti...” Una vita difficile da sintetizzare, ma di cui vorrei solo riuscire a trasmettere a chi legge l'energia.

“ Siamo arrivati negli Stati Uniti nei primi mesi del ‘83. Qui abbiamo deciso di restare. Nel New Jersey perche c’era l’ufficio della Bontempi a Edison”

La vita sembra aver preso il suo corso per questa coppia, ma riserva un imprevisto. 

“Mio marito ha avuto 'lo stroke', la fabbrica ci ha licenziati. Lui voleva tornare in italia e io invece ho detto 'no'. Io qui voglio restare. Ho così creato la nuova societa’, Interbusiness USA Food, broker per 12 grandi societa’ italiane. Abbiamo creato questo mercato per loro. Sono 30 anni che facciamo questo lavoro.”

“Abbiamo costruito la nostra casa a Warren, e’ 31 anni che viviamo li’, con un intermezzo di un anno che siamo andati a vivere in citta’”.

Le manca  la sua terra d'origine ma ...

“Si, mi viene nostalgia dell’Italia che ho lasciato nel 1976. Ma ho conosciuto altre realta’, altre culture, altre cose. Ho capito che l’Italia mi andava molto stretta. Io ho bisogno di grandi spazi. Come mio marito, che nonostante avesse raggiunto delle vette incredibili alla Necchi, alla Bontempi, all’Omega, cercava cose nuove.. conoscere il mondo conoscere altre culture...”

Francesca ha un'energia speciale. Continua a parlare e lui l'ascolta affascinato. Ha il suo nuovo passporto, la domanda viene spontanea. Quale è il primo posto dove andrete in Italia?

“Napoli! “ E dove a Napoli?

Ferruccio risponde: “:Spaccanapoli.”

“Perche’ Spaccanapoli?”

“ Perchè una mattina alle 7:30 mi trovavo a passeggiare dentro la Spaccanapoli quando vedo una bella ragazza!”

Francesca, per la prima volta sembra perdere la sua sicurezza, arrossisce e mi regala un grande momento di amore.
 

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