Padova. L'orto universitario più antico del mondo

M. D. (May 27, 2013)
L’Istituto Italiano di Cultura di New York in collaborazione con l’Universitè degli Studi di Padova e il New York Botanical Garden, ha ospitato, l'incontro: “The Hortus Simplicium of Padova", alla scoperta di come innovazione scientifica, sperimentazione didattica e peculiarità architettoniche, abbiano reso l’esperienza padovana eccezionale modello seguito in tutto il mondo.

L'Università di Padova e il caso esemplare del suo orto universitario sono stati  protagonisti all'Istituto Itailano di Cultura di New York.  L’evento, introdotto dal Direttore Roberto Viale, ha visto la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria, del Vice Presidente della “Arthur Ross for Horticolture and Living Collections” presso il The new York Botanical Garden, Todd Forrest ed il contributo delle Professoresse Lucia Tomasi Tongiorgi dell’Università di Pisa e Laura Tallandini dell’Università di Padova.

Nell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti, l’accento non poteva che essere posto dai  partecipanti di questo simposio sulla centenaria storia e sulle singolari caratteristiche del Giardino Botanico di Padova. Caratteristiche che nel 1997 gli conferiscono l’onore di essere iscritto nella World Heritage List dell’UNESCO come bene culturale.

L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia”.  

Leggendo la motivazione in base alla quale il Comitato del Patrimonio dell’Umanità ha deciso di inserire questa meraviglia nella Lista, il Magnifico Rettore Zaccaria ha aperto il suo discorso ripercorrendo le fondamentali tappe della storia dell’ Orto Botanico di Padova.

Fondato nel 1545 su volere della Repubblica di Venezia la quale mise a capo del progetto il Professore Francesco Bonafede, l’Hortus Simplicium (ovvero l’Orto dei semplici, cioè i medicamenti provenienti dalla natura), nacque per la coltivazione di piante ad uso terapeutico provenienti da tutto il mondo con finalità scientifiche e didattiche.

Non sembra azzardato definire la sua nascita come “anno zero” nel percorso della scienza botanica e della stessa medicina, grazie anche all’introduzione del metodo sperimentale nello studio delle piante medicinali, caratterizzato da lezioni dal vivo e classificazioni analitiche di ogni semplice. Divenne ben presto punto di fama internazionale, attirando a se studenti e scienziati da tutto il mondo, desiderosi di apprendere come riconoscere tali piante e utilizzarle nel corretto modo.

Turning point di notevole importanza, considerando che all’epoca le piante officinali rappresentavano l’unico rimedio medico e numerosi erano i decessi dovuti alla loro errata somministrazione a causa di  un’incerta classificazione.

Ma l’innovazione scientifica e didattica padovana non si ferma qui. Esulando dal campo prettamente officinale, a loro si devono numerose altre classificazioni dall’impatto rivoluzionario persino nella vita di tutti i giorni. Il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Viale, ci spiega come sia proprio Padova a dare i natali alla prima classificazione del seme di caffè, contribuendo alla sua diffusione in tutta Europa. Il nostro debito nei confronti dei botanici padovani non termina. E’ ancora grazie ai botanici padovani che fiori come ciclamini, girasoli e giacinti, originariamente provenienti da altre zone d’Europa, siano ora parte integrante del nostro landscape.

Il suo carattere eccezionale dunque, si deve alla commistione in un unico luogo di più elementi peculiari racchiusi in una cornice architettonica unica nel suo genere. All’ombra delle due piu’ importanti basiliche della citta’, quella di Sant’Antonio e di Santa Giustina, l’Orto Botanico è il più antico nel mondo a mantenere la sua ubicazione e le sue caratteristiche architettoniche principali.

E’ la Professoressa di Storia dell’Arte Lucia Tomasi Tongiorgi dell’Università di Pisa a mettere in luce le novita' rappresentate dalla pianta dell’Orto: una struttura circolare con un quadrato iscritto al centro diviso a sua volta in quattro quarti orientati secondo i punti cardinali. Disposizione innovativa e pragmatica che rispondeva ad esigenze prettamente didattiche per la migliore collocazione e successiva identificazione delle piante presenti al suo interno. Ma la Pro.ssa Tomasi Tongiorgi ci dice di più. Figlia della propria epoca, la struttura architettonica dell’Hortus Simplicius richiama quella dei tipici giardini rinascimentali, dando luogo ad una struttura di non poco fascino grazie anche alle possibili letture in chiave esoterica ed astrologica della stessa.

Ancora oggi l’Orto Botanico di Padova continua a svolgere un’importante e proficua attività scientifica e didattica secondo i moderni dettati della scienza botanica. Il Rettore Zaccaria, infatti,  tiene a sottolineare come il rispetto e la salvaguardia delle biodiversità e la sensibilizzazione dei visitatori a tali principi, sia uno degli odierni obiettivi dell’Orto Botanico, grazie anche alla creazione di un nuovo percorso che collega il vecchio orto con il nuovo quasi a voler indicare la continuita’ della tradizione botanica padovana.

Di straordinario valore scientifico, artistico, storico e naturalistico l’Hortus simplicius e’ dunque da sempre paradigma di perfezione e innovazione. Imitato e preso come modello per la creazione di successivi orti botanici in tutto il mondo, ne hanno testimoniato la sua bellezza e unica atmosfera insigni visitatori, come Karl Leumann e Goethe.  L’Orto Botanico di Padova è un macrocosmo dove da secoli convivono scienza e arte, razionalità e bellezza allo stesso tempo. In un percorso di tradizione e passione che arriva fino ai giorni nostri.

Comments

i-Italy

Facebook

Google+

Select one to show comments and join the conversation