Lingua Italiana a New York? Missione possible. Parola di Ilaria Costa

Francesca Di Folco (October 02, 2014)
E' un binomio inscindibile quello di lingua e cultura italiana. Ce ne parla, Ilaria Costa, direttrice esecutiva dello Iace, Italian American Committee on Education, e ci racconta come si svolge, nel Tristate, il difficile compito di diffondere e rivalutare l'Italianità attraverso la lingua del Bel Paese. E sorpresa - non sorpresa per noi di i-Italy - sono interessati allo studio della nostra lingua moltissimi americani che non hanno alcun rapporto familiare con il nostro Paese. Il fascino della nostra Cultura pervade l'America a prescindere dai legami di sangue dei suoi abitanti

 Il panorama dell'attuale cultura italiana a Manhattan ci spinge ad interrogarci su quali siano le tendenze, i motivi, le ragioni che oggi spingono molti newyorkesi a imparare, apprezzare e divenire seri estimatori della lingua italiana. 

Ilaria Costa, direttrice esecutiva dello Iace (Italian American Committee on  Education) ente gestore per l'insegnamento della lingua italiana nel TriState, ci ha dato gentilmente alcune delucidazioni al riguardo, scoperchiando  un vaso di Pandora sull'Universo educazione-lingua-cultura...  

Quale è lo stato dell'arte della cultura e dello studio della lingua italiana a New York?

Allo Iace lavoriamo non solo per lo Stato  di New York ma anche del New Jersey e Connecticut. Dunque abbiamo un discreto polso e possiamo spaziare ed considerare un panorama molto vasto di realtà legate all’insegnamento e la cultura italiana.

Al livello di scuola materna e fino al liceo si riscontra una richiesta di aumento di contributi. Purtroppo ci sono sempre tagli alla ricerca e noi dello Iace cerchiamo di tamponare la situazione.  E' chiaro che spesso questi tagli sono ingiustificati, negativi e dediti all’impoverimento intellettuale…

L’Italia invece è vista come meta dove migliorare, approfondire i propri studi e molti americani sono colpiti da un’amore folle per il Belpaese… dove imperano quelle che chiamo le tre F, Fashion, Food, Ferrari…

Lingua, teatro, musica, arte, cucina. Cosa intendiamo oggi per Cultura Italiana negli States?

Tutto a 360° e molto altro ancora… Ma la cultura è lingua, prima di tutto: senza di essa non ci si potrebbe esprimere e rendere emozioni, stati d’animo, pensieri e passioni… è focale per l’identificazione con la propria persona e la condivisione...

E la lingua deve esser promossa e veicolata attraverso il pullulare di attività come appunto la musica e il teatro, l’Opera e la lirica, la nostra pietra miliare, la cucina con lezioni partecipate, il cinema e i 'reading circle' per ricordare il nostro passato glorioso, e poi ci sono gli showroom come quello della  Ferrari per esempio ...

Tali attività sono propedeutiche allo studio e stimolo, incentivo, sprint d’immersione nell’italianità appunto…

Facciamo insieme una sintesi di queste attività con lo IACE?

Lingua e opera

Abbiamo un programma in cui i bambini vengono accompagnati dietro le quinte dei teatri. Gli insegnanti li preparano con lezioni introduttive, incursioni dal web e visioni di slide o programmi culturali a tema. Il giorno della rappresentazione teatrale ai bambini è permesso un ampio dialogo con attori, sceneggiatori, cantanti, costumisti, storici del teatro… Entrano così nel vivo, nella realtà che hanno prima studiato,  sperimentato.  E' l’arte italiana che parla...
 

Lingua e cucina

Le lezioni di cucina sono un must... Vanno bene e colpiscono a tutte le età: dai bambini, che si divertono da impazzire, ad dolescenti e giovani che vogliono far colpo sui partner con il cibo di gusto, ai professionisti insospettabili che vedono nella cucina un via per socializzare...

Lingua e Ferrari

Portiamo le classi di adolescenti, una volta all’anno, allo showroom della Ferrari. E lì è un tripudio di creatività, amatorialità ed ingegno: i ragazzi costruiscono una loro propria, specifica e unica Ferrari. Possono infatti cambiare sedili, specchietti, modificare gli interni il tettuccio, l stereo… appunto tutto in base ai proprie preferenze… ma strizzando l’occhio all’italianità.

Lingua e galateo

Ebbene anche le buone maniere vogliono la loro parte si direbbe: sempre più spesso ci si chiede di come ci si deve comportare, quali sono gli argomenti da affrontare in determinate circostanze, come farlo secondo usi e costumi del Belpaese.  Come se comportarsi secondo un italianità fosse sinonimo di garanzia, ufficialità di perfezione…

Insomma davvero tutto passa per Cultura del nostro Paese, basta saperlo valorizzare, apprezzare ed incentivare… il resto vien da sé!

Quale è la differenza  tra il valore dato alla  cultura in Italia e qui in America?


In Italia non c’è consapevolezza reale vera ed effettiva del valore. Qui tutto, anche il nulla viene trasformato in qualcosa di enorme valore economico.

Noi italiani che invece di qualcosa abbiamo tutto, non apprezziamo, e soprattutto non riusciamo a far fruttare. Non concepiamo appunto affatto che sia un plus che ci rende, unici,
impareggiabili...

Quale è il  target ideale  dello IACE?  Un target ideale in realtà non esiste. Ce ne siamo resi conto nel tempo. Certo magari gli italo americani possono essere incentivati a far fluire la propria cultura trasmettendola attraverso la  lingua. Ma non solo loro.


L'America italiana. Sembrerebbe il target più scontato…

In realtà molti imparano a prescindere.  Per passione legata all’arte, in cui fervono opera lirica, teatro, musica, pittura e scultura, alla tradizione legata alla buona tavola, food and wine, e anche il fashion muove molto…

E negli ultimi tempi c'è  una tendenza davvero molto incoraggiante che ci sprona e motiva.  Sono sempre di più coloro interessati all’italiano senza aver necessariamente origini nel Belpaese, svincolati da legami di sangue…

Molti newyorkesi apprezzano la nostra lingua. Solo per il puro, unico e allo stesso tempo immenso, piacere di crescere interiormente e di arricchire la propria sensibilità con l'italiano che è essa stessa sinonimo di cultura e storia per eccellenza…

Tutto questo ci inorgogliosisce ancora di più. Sembra davvero di esser investiti di una missione importante… Esser Portabandiera della nostra a volte in Patria bistrattata, ma qui apprezzatissima Italia...

Di cultura non si vive ha detto qualche tempo fa un noto politico italiano…

Il tuo parere? Quanto è importante per la realtà Italo americana conservare, preservare ed incentivare cultura e lingua? E’ un “investimento” in crescita?No comment secco. Ci si stravive eccome, quando si è un Paese come il nostro di sicuro ci si stravive! Lingua e cultura sono legate a doppio filo lun l’altra, perchè una appartiene e si nutre si infarcisce, si permea dell’altra…

E possono salvarci, rinnovarci, farci svettare ai massimi livelli: siamo stati la Culla della Storia, tutto è partito da noi, dagli antichi Romani, ai Medici a cavallo tra medioevo e Rinascimento, Leonardo, Michelangelo, Donatello, lo stesso Colombo…

Non passa mese che qui a New York non si celebri a rotazione almeno una delle figure citate e l’elenco è incalcolabile... Dunque se dappertutto si sono resi conto di quanto valiamo sia in termini di cultura artistica che economica… Manchiamo solo noi per rivalutare degnamente il nostro Paese... Cosa aspettiamo a farlo?  

Come si inserisce la lingua italiana nel panorama dell’insegnamento delle scuole pubbliche? A che livelli viene imparata?

Le scuole che  fanno richiesta allo Iace per avere finanziamenti sono sempre nel bacino di New York, New Jersey e Connecticut. Nel complesso finanziamo con intrecci del Mae, Ministero per gli Affari Esteri e il Miur, Ministero per L’istruizione, l’avvio, il supporto e la gestione di ben 40.000 corsi ogni anno… Una bella sfida devo dire.

Incertezze sul futuro, tagli e perdite del lavoro, recessione: sono gli effetti della crisi economica che morde più che mai…

Così anche i corsi di lingua si "attrezzano" facendosi «a misura» di tasca...

Come si  riesce  a mantenere standard massimi di qualità d'eccellenza fronteggiando comunque un periodo critico?


Qui si è portati a farsi venire idee, a più non posso, spunti a non finire, strategie che spronano, motivano e spingono appunto a reagire…

Non conosciamo altra soluzione, certo la bacchetta magica anticrisi non l’abbiamo, se il lavoro non c'è  ovvio che c’è un anello forte della catena che va a mancare, a perdersi irrimediabilmente…

Eppure crediamo fermamente che è importante sempre sapersi re-inventare, accostandosi ad una ottica di assistenza e risposta ai bisogni di ognuno, con maggior intraprendenza di iniziative ed autonomia propria di insight mirato.

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