Suggestioni in musica e poesia all'IIC di NY

valentina barretta (April 12, 2010)
Con "Suggestioni" si è concluso il Festival sulla musica e la poesia italiana promosso dall'Istituto Italiano di Cultura di New York, in collaborazione con il Consolato italiano di Boston. Poesia e musica, linguaggi artistici senza eguali, si sono fuse in uno spettacolo innovativo ed originale per celebrare affinità e differenze culturali .

“Chi viaggia e vaga resta condannato a ripetersi immobile.Quanti mai anni, per scoprire il nome del fiume che c’intorbida e ci porta....” Cosi’ Paolo Valesio ha descritto la vita, rivolgendosi al pubblico dell’Istituto Italiano di Cultura.

L’accostamento tra vita e viaggio tocca i presenti, in molti figli o nipoti di emigranti: si commuovono  pensando a nonni e bisnonni approdati in questa terra in cerca di lavoro, senza però dimenticare le proprie radici.

In un clima disteso, fatto di suoni e di memoria, Paolo Valesio, Dario Savron, Silvia Gianpaola,  Davide Rondoni, Steve Beck e Alex Lipowski, hanno espresso in versi e musica le note di un tempo lontano.

  In Suggestioni, uno spettacolo innovativo che si proponeva d’indagare sull’interazione tra musica e parole, la poesia, diviene più di un’arte, l’utilizzo delle parole ed il loro suono per trasmettere un messaggio; il significato semantico dei vocaboli ed il ritmo cadenzato si fondono con le emozioni generate dalla musica, evocando emozioni e divenendo uno strumento di comunicazione senza eguali. E poichè è estremamente difficile tradurre una poesia in una lingua diversa dall’originale, lasciandone intatta la melodia, gli ascoltatori americani hanno dovuto prestare orecchio ad una lettura tutta italiana, avvalendosi soltanto del testo cartaceo tradotto.

Donne, giovani ed anziani di diverse nazionalità, si sono ritrovati nella stessa stanza per condividere un’esperienza suggestiva, per ascoltare le emozioni di autori, musicisti ed interpreti in una sequenza scenografica d’incontri.  L’Istituto italiano ha deciso quindi di spogliarsi per un giorno del suo rango istituzionale per promuovere l’identità culturale in modo diverso, con un’ iniziativa originale, volta ad esaltare affinità e differenze tra due popoli apparentemente tanto lontani ma altrettanto vicini.

L’evento ha rappresentato la serata conclusiva di un Festival sulla musica e la poesia italiana promosso dall’Istituto di cultura di New York, dal Consolato generale italiano di Boston e dalla Commissione per la cultura italiana Lauro de Bosis di Harvard.

Una tre giorni svoltasi tra Boston e New York, che ha riunito compositori e poeti di diverse generazioni allo scopo d’istaurare un dialogo ed eventualmente cambiare i propri punti di vista in merito ai concetti di musica e di linguistica. Nel cuore della manifestazione, musicisti d’eccellenza hanno offerto il proprio contributo facendo risuonare le note di pianoforte, marimba e percussioni sulle pareti della sala austera dei ricevimenti.

Dario Savron per esempio, professore al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e al Benedetto Marcello di Venezia , è specializzato in percussioni e si è esibito spesso in Italia, vincendo numerosi premi.  Il tocco delicato delle bacchette sulle barre di legno e metallo del suo xilofono, disposte a tastiera come in un pianoforte, riproduceva un suono secco e legnoso ma molto limpido, in grado di far dimenticare agli spettatori il luogo in cui si trovavano e addolcire l‘ atmosfera.  In quest’occasione il maestro ha preferito non essere accompagnato da altri strumenti, usando insolitamente in assolo la marimba, nome diffusosi esclusivamente in America. Tra “glissando e note ribattute”  Savron alternava suoni gutturali, tonalità talvolta alte, talvolta più profonde e strozzate, creando suspance e attirando brillantemente l’attenzione del pubblico. Un suono alternativo, mistico, fatto per sorprendere e rapire.

Davide Rondoni e Paolo Valesio, due volti noti del panorama letterario italiano, hanno invece regalato minuti di grande intensità con  poesie cariche di tensione emotiva, come Passeggeri e Visione dei miei figli.
“..Bruciano sull’asfalto bagnato di pioggia le lame della notte, i cavalli di luce che fuggono, le danno un manto di fiamme, regina è così magra, sola ” recita una strofa di Spanish Harlem, tratta da Passeggeri .
Qui la libertà è sempre in gioco, la poesia stessa appare come aria rubata. “Il mondo è una farsa o è un’avventura di significato?” il filo conduttore di tutte le opere di Davide Rondoni, che in uno dei sue saggi, La poesia non è un pettegolezzo, riflette su cosa spinge un poeta a giustificare le sue scelte metrico stilistiche.

Mentre le parole si susseguivano in un crescendo costante, i pensieri sfuggivano al controllo,  dirigendosi nei meandri più lontani della mente e risvegliando vecchi ricordi.

Valesio, critico letterario, poeta e narratore, è originario di Bologna ma si trasferì presto negli Stati Uniti per completare gli studi. Oggi insegna Letteratura Italiana alla  Columbia University di New York, dove ha fondato il giornale che dirige tuttora: Italian Poetry Review.
Il suo obiettivo è da sempre stabilire un dialogo tra lettori specialisti e non specilaisti di poesia, interagendo con altri linguaggi artistici sia fuori, sia all’interno dell’Italia. Oltre a numerosissimi saggi, articoli, racconti e poesie sparse, il docente ha scritto diciasette libri di poesia, due romanzi, una raccolta di racconti e cinque libri di critica.

Tra le sue pubblicazioni piu’ note, sia in campo scentifico sia in campo artistico, ci sono Novantiqua (University of indiana press 1981), Prose in poesia (Guanda 1981) ed il romanzo pubblicato da Editori Riuniti nel 1978, L’ospedale di Manhattan. Quest’ultimo, ambientato in una New York feroce e glaciale, è la sintesi delle contraddizioni e dei problemi dell’uomo contemporaneo a cui Valesio fa frequentemente riferimento nelle proprie opere, esprimendo talvolta il tormento di un uomo diviso tra due mondi, tra individualismo e fratellanza, tra normalità e diversità. 

Anche Silvia Gianpaola, organizzatrice e promotrice dell’iniziativa insieme a Gabriele Vanonip.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0in 0in 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1; }—compositore italiano e PhD Candidate alla Harvard Universtyp.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0in 0in 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: "Times New Roman"; }div.Section1 { page: Section1—ha partecipato alla lettura.
 di alcuni versi scelti nel variegato repertorio di Giorgio Caproni, spesso velato da una malinconia latente : “ Apparivano tutti in trasparenza, tutti in anima. Tutti nell’imprendibile essenza dell’ombra. Ma vivi”.
E proprio così che il pubblico poteva essere descritto quella sera. Assorto nella penombra, ma più vivo che mai.

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