Burri. Le Combustioni, Bianchi e Neri, e i Cretti alla Casa Italiana della NYU

Simona Zecchi (October 05, 2009)
Le opere grafiche di Alberto Burri precursore dell Avant-Guardia post-bellica italiana ed europea in mostra nella Casa Italiana della New York University

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Una vera alchimia, insieme familiare e istituzionale, ha accompagnato in modo particolarmente felice la mostra con le opere di Alberto Burri, inaugurata lo scorso 23 settembre alla Casa italiana della NYU.

 Alberto Burri (1915-1995), pittore e scultore tra i maggiori avant-guardisti italiani ed europei,  dagli anni ’40 fino ai ’90 del Novecento ha sviluppato una serie di opere d’arte astratte il cui filo comune è stato quello della sperimentazione.

In contemporanea potete vedere altre opere di Burri presso l’Istituto Italiano di Cultura dal 24 settembre. In questo caso si tratta di alcuni esempi della sua produzione a colori.

Le opere di entrambe le mostre (in esposizione fino al 23 ottobre)  riguardano la produzione grafica dell’artista per un periodo che va dal 1965 al 1994, un anno prima della sua morte.

Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana  e Professore di Studi Italiani alla NYU, in contemporanea con l’inaugurazione del nuovo anno accademico, ha voluto salutare - con la Baronessa Mariuccia Zerilli Marimò -  gli ospiti invitati alla presentazione dell’evento. Con lui la  Fondazione “Palazzo Albizzini Collezione Burri”, rappresentata da Antonio Sapone ed Isabella Del Frate, promoter e consulente artistica della Casa Italiana. Il museo “Fondazione Burri” voluto dallo stesso artista si trova a Città di Castello in Umbria, città che gli ha dato le origini.

Sono tre le aree tematiche dei lavori di Burri in mostra: Le Combustioni, Bianchi e Neri e i Cretti. Un corpusgrafico per il quale gli si riconosce un’alta innovazione artistica. Un periodo diverso dal precedente maggiormente caratterizzato dall’uso provocatorio dei materiali, quali plastica, legno, catrame, iuta, ferro, ecc.     

Queste opere riuniscono, oltre alla sperimentazione, l’approccio al ‘rischio’, come affermato dallo stesso Antonio Sapone (anche amico d’infanzia dell’artista) con l’utilizzo della litografia o soluzioni pittoriche quali “acqua forte” o “acqua tinta”.

Questa produzione di composizioni grafiche è poco nota al pubblico, per questo, come ci svela il rappresentante della Fondazione, hanno voluto promuoverla cominciando da New York.

“Il metro con cui l’artista conduceva le sue realizzazioni era quello del rigore e così ha sempre perseguito l’innovazione. - continua Sapone -  L’azzardo di Burri è consistito nel voler realizzare composizioni, prima rigorosamente studiate e disegnate, guidandone la combustione fino a ottenere il progetto originario.”

Si tratta di una sfida alla forza naturale degli elementi: il soffio sulla fiamma.  “Lo stesso procedimento è stato utilizzato con i Cretti. Con essi Burri ha usato una materia sintetica che, riscaldata, diventa fluida per poi aprirsi naturalmente e raggiungere la piattaforma da lui preparata in precedenza.”

Antonio Sapone, è stato testimone delle sofferenze dell’artista per il conseguimento dei risultati. Dal rischio allo studio e la pratica rigorosi, Alberto Burri (prigioniero di guerra in Texas da dove ha iniziato a dipingere durante il Secondo Conflitto mondiale) sembra racchiudere nell’arco di tutta la sua vita artistica ogni aspetto del reale.

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