Articles by: Francesca Di folco

  • Fatti e Storie

    Cioccoshow si affaccia a New York...


     
    Pronti, partenza, via... anche quest'anno il Cioccoshow, fiore all'occhiello dei mastri cioccolatieri bolognesi può partire, con una particolarità in più... e' arrivato a Manhattan. Un gruppo di addetti ai lavori e fortunati invitati hanno avuto la fortuna di annusare ed assaggiare grazie ad un'iniziativa tutta newyorkese.



    Il Cioccoshow 2014 soffierà a novembre nella città di Bologna sulla sua decima candelina e, appunto per questa occasione, al Metropolitan Pavilion all’interno di The Authentic Italian Table. l' Italy-America Chamber of Commerce (IACC) ha organizzato un evento.


    Si tratta di un'iniziativa di marketing territoriale promossa da Cna Bologna che si fregia della partecipazione d’importanti partners: Camera di Commercio di Bologna, l’Associazione dei maestri cioccolatieri CiocchinBò, BF Servizi s.r.l., Italy-America Chamber of Commerce, Bologna Welcome, Bologna City of Food e i cinque maestri cioccolatieri protagonisti. 
     
    Un evento ricco di gusto che ha dato l’opportunità lo scorso martedì agli ospiti di assaggiare non solo i sapori dei menù dei 50 ristoratori presenti, ma anche di scoprire e degustare i diversi tipi di cioccolato prodotti all’interno del Ciocco-Lab, un laboratorio artigianale di cioccolato ricreato per l’evento. 
     
     “Authentic Italian Table”  riconosce in maniera ufficiale la passione e l’impegno nella diffusione della tradizione culinaria italiana a New York e nel mondo, quale connubio tra eccellenza dolciaria e valorizzazione della città di Bologna in chiave turistica. 
     
    Francesco Elmi della pasticceria “Regina di Quadri”, Marina Marchiori della “Sorbetteria Castiglione”, Renato Zoia di “Eporedia”, Giuseppe Sartoni di “Arlotti & Sartoni” e Laura Ardagna di “Colazione da Bianca” sono i cinque Maestri Cioccolatieri che si sono esibiti nella preparazione di prodotti di pasticceria e cioccolateria all’interno del padiglione The Authentic Italian Table.

     
    Per Laura Ardagna di Colazione da Bianca "ragazzi con la media di 25 anni lavorano con passione, impegno dedizione totale...  queste le caratteristiche che salveranno l'Italia saranno, peccato lo abbiano capito e giovani e fatichino a comprenderlo le alte sfere marketing con l'anima". A proposito dell'esporate CioccoShow in corso aggiunge che "quello che noi cinque mastri cioccolatieri hanno in ballo non è certo una scommessa in divenire, ma un programma, un progetto, un lancio di operatività ben avviato...


    Giuseppe Sartoni di “Arlotti & Sartoni” la butta sullo storico, dicendo di lavorare da 50 anni nel settore del cioccolato, ma la tradizione di certo atribuisce a questo prodotto le autentiche radici bolognesi. 


    Sartori racconta che ai primi del '500 Carlo V costrinse papa Clemente ad incoronarlo imperatore ed in quella occasione il cioccolato si affermò nell'entroterra della Dotta, la città di Bologna, dando vita alla prima fabbrica del cioccolato datata 1776...


    Marina Marchiori della “Sorbetteria Castiglione” riporta l'attenzione ai giorni nostri affermando che "in questo autunno si sta facendo strada l'idea di un spazio da riservare al Cioccoshow anche all'Expo di Miliano, con il pensiero di spostare pero il trend a Bologna" e... 
    conserva la cigliegina sulla torta per le battute finali quando afferma che " stiamo cercando di creare un marchio specifico per il cioccolato di Bologna, un vero e proprio brend del gusto che, se ben avviato,  potrebbe divenire un must, veicolo di prelibatezze doc per i palati più raffinati ed esigenti dal Belpaese a New York".


    L'invito di tutti è  unanime, testare, provare, assaporare... lascindosi trasportare da aromi, profumi e magie... qui a Manhattan e magari programmare anche un viaggetto nella ancor oggi Dotta Bologna


     È storicamente comprovato che il prodotto made in Italy riscuote, da sempre, un grande successo all’estero, è per questo che il progetto Cioccoshow Preview NYC  al Metropolitan Pavillion so è posto  l’obiettivo di far conoscere la produzione artigianale italiana, soprattutto bolognese, di cioccolato a buyers creando le basi per avviare relazioni commerciali che consentano di introdurre tali prodotti sul mercato statunitense. 
     
    Unitamente all’esposizione dei maestri cioccolatieri infatti è stato inoltre realizzato un incontro, sempre a New York, con un ristretto numero di tour operators specializzati nell’incoming in Italia per la presentazione dell’offerta turistica bolognese, tenuta da "Bologna Welcome", sulle eccellenze, gli itinerari enogastronomici e le iniziative del territorio legate al cibo come Cioccoshow. 
     
     

  • Fatti e Storie

    Italy towards Europe. Cultura teatrale e identità europea

    AAA. cultura italiana cercasi? Trovata! E' in veste e forma della quintessenza dell'arte, il teatro... 

    L'occasione per celebrare ancora una volta il pluriforme volto e i molteplici aspetti del caleidoscopico estro del Belpaese sono dati da un evento da cerchiare sul calendario e segnare sui taccuini... 
     

    Mercoledì 24 settembre all'Istituto Italiano di Cultura la giornata ha in calendario ben due eventi: la presentazione di tre testi Canon of European Drama, The Edinburgh Companion to Samuel Beckett and the Arts e European Modern Tragedy, condotte dai padroni di casa d'eccellenza che per l'evento sono i professori Christian Biet e SE Gontarski, e Annamaria Cascietta a cui si susseguiranno lectures tratte dai testi Happy Days di Samuel Becket, Antigone di Sophocle e Maria alla croce, interpretate dell'attrice e drammaturgaLaura Curino.

    Diana Del Monte, organizzatrice e curatrice dell'intero evento fa sapere che la performance è legata al semestre di Presidenza dell'Italiana in Europa: l'obbiettivo è porre l'enfasi sull'inportanza che durante i secoli ha assunto il contributo dell'Italia per il forgiarsi del melting pot che oggi chiamiamo Europa, e che si nutre della tradizione ancora fiorente nel nostro paese: l'antichità dell'epoca romana, il cristianesimo, il Rinascimento e l'Età dell'Illuminismo.

    Il Contributo italiano al progetto dell'Unione europea è stato significativo: Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi furono tra i fondatori e nel 1957 fu firmato il trattato per definire la Comunità economica europea che prese vita ufficialmente come Comunità, o mercato comune, mentre nel 2004, 25 capi di Stato e di governo hanno firmato il trattato che istituisce la Costituzione europea come risultato di un lungo processo di integrazione desiderato così tanto da tutti noi.

    Non vi poteva essere una coincidenza migliore rispetto al semestre italiano dell'Unione europea Presidenza per discorrere di teatro e l'Europa.
     

    Durante le presentazioni dei testi riusciremo a comprendere l'importanza focale del teatro per la cultura italiana e mondiale...

    Teatro dal vivo è l'espressione più "pubblica" tra le arti. Teatro è la parola condivisa all'interno di una Comunità per la raccolta dei momenti decisivi del suo tempo, che si organizzano in spaccati di ricerca di significati, essendo essa il momento di festa, intesa come incontro, intrattenimento, momento di riflessione, previsto in passato dai calendari civili e religiose, o il tempo della celebrazione, in tempi moderni.

    Dall'antica Grecia, presso l'Acropoli di Atene, al Globe di Shakespeare a Londra, le comunità di spettatori attivi e parteciti si riuniscono per pensare, liberare le emozioni, specchiarsi, leggere il presente alla luce della sua storia e per essere pronti a cambiare ciò che non va.


    L'arte diventa il luogo riparato dove incontrarsi, seppur separati essendo proiettati nella realtà. 

    Durante le lectures capiremo in cosa consiste l'anima del Teatro: fluttueremo in un rapporto fisico, immersi tra parole, corpi, movimenti reali capaci di valicare i limiti di tempi e spazi in cui al pubblico è sempre più chiesto di prendere parte ed assumere posizione chiara, come nelle forme di teatro immersivo.

    Il teatro è un mezzo straordinario per conoscere l'un l'altro, di incontrarsi, di entrare in sinergia, per integrare preservare le identità e differenze, per trovare un terreno comune sulla base di una forte e emozioni condivise, di incontri liberi e dibattiti pacifici.

    Si parlerà molto dell'Europa legata al testo Canome di dramma europeo...

    L'Europa è prima di tutto un'idea e un'identità sviluppata nel corso dei secoli, un melting pot culturale derivante dalla miscela di diverse tradizioni antiche, costanti nel tempo.

    Tali tradizioni sono diventate roccaforti e dei valori che costituiscono il patrimonio europeo: umana diritti, la certezza del diritto, delle istituzioni democratiche e libero pensiero indipendente.

    Tuttavia, l'Europa è oggi soprattutto un obiettivo politico: siamo ancora in attesa della costituzione e della creazione di un governo. Dopo la seconda guerra mondiale, principalmente a garantire la pace, l'Europa è diventata la nuova frontiera da raggiungere. La sua creazione è iniziata, passo dopo passo, fasi di avanzamento rapidi e brusche frenate.

    E' fondamentale dunque considerazione, organizzare ed esprimere in modo efficace il quadro del valori fondamentali della cultura europea, in cui ci relazioniamo, interagiscono e fluiscono gli uni negli altri al fine di costruire una casa comune.

    Ancora la curatrice Diana Del Monte ci invita ad assistere alla performance considerando che ben di rado si può assistere a qualche Cosa di meglio di teatro?

    Da tale questione è sorta l'idea per la serie Canone del Drama europeo: testi, critica saggi, di successo messa in scena di alcune delle opere fondamentali del teatro europeo. Infatti il Canone comprende i testi in cui i paesi europei hanno veicolato pensieri, valori, tecniche e parole coltivate al loro interno, e che hanno rappresentato il loro spirito, testi deputati a per creare un tessuto comune e riconosciuti come tali...

    Testi da tenere a mente e sfogliare non come una serie di norme o modelli, ma che, nel tempo, hanno rappresentato linfa vitale, stimolo e spronato gli animi ad acquisire cultura concentrata, impermeate anche di contrasti e lotte, da vivere sull'orlo di un orizzonte comune.

    Le lectures ci trasmetteranno dunque cosa significa significa una tradizione viva, un criterio didattico indicativo, mobile e relativo, soggetta a un continuo processo di convalida: il Teatro come forma di eccelsa di patrimonio dell'Umanità tramite cui esercitare scelte per lo sviluppo attivo.

    Teniamo pronti dunque ad esser proiettati in un viaggio lungo il quale scopriremo che il canone è un modo, una via autentica per noi di essere consapevoli di ciò che ha unito o avrebbe potuto unire l'Europa, di quello che potrebbe essere mixato con altre culture, in questo mondo globalizzato in cui e di cui siamo tutti chiamati in causa ad intervenire perchè direttamente responsabilmente dell'edificazione.

    Volendo fare una rapida carrellata di tematiche affrontate delle quali ascolteremo le lecture sono davvero molte...

    Il primo punto è la passione occidentale per le prestazioni. Questo tema è oggi arrivato torna alla ribalta a causa dei contatti e gli scambi tra la nostra tradizione culturale, sulla base di immagini e corpi, e di altre tradizioni culturali senza immagini e corpi.

    Qual è il rapporto di prestazione con la realtà e la verità?

    Pirandello, per esempio, in Sei personaggi in cerca d'autore, ha riconosciuto l'importanza di una tale domanda. L'autore rifiuta i personaggi perché la retorica delle loro storie non ha fatto convincerlo. I personaggi rifiutano l'interpretazione attori perché i loro luoghi comuni e ruoli fissi non li rappresentano. C'è bisogno di autenticità e di verità. L'esecutore autore-attore ha di andare in profondità e colpire le corde più intime della sua condizione come uomo e come uomo sociale.

    Egli deve andare al suo cuore per suscitare e rivelare la sua umanità attraverso il personaggio.

    Il secondo tema rilevante è il valore della persona, la sua dignità, la propria affermazione. Nel corso dei secoli la cultura teatrale europea si è soffermata  con forza questo aspetto attraverso la creazione del carattere dei soggetti.

    Nel Faust di Goethe si ha il punto nodale della conoscenza, in Hernani di Victor Hugo, l'elemento preponderante è l'onore per il 19 ° secolo, nel Peer Gynt di Ibsen  il tentativo di raggiungere la sua identità in antitesi alla mancanza di cultura.

    La farà da padrone un terzo tema portante: la critica e l'opposizione al Potere espresso attraverso dittature, forme di abuso, incertezza del diritto, mancanza di giustizia e violenza.

    Tutte tematiche care al Merope di Scipione Maffei, testo italiano che anticipa Voltaire e Alfieri, parlando di come mezzi subdoli di dissimulazione possano celare alcuni "misterioso forme di consenso ".

    Il altro tema caldo è la realizzazione impegnativo e difficile della coscienza del limite.

    Questo ha permeato la tragedia dall'antica Greci fino a quella moderna europea: l'esistenza ha insita in sé una contraddizione insanabile, una distanza irriducibile che si traduce in una via di mezzo tra il limite che costituisce la finitezza dell'uomo e la sua passione sviscerale, di cui è pervaso, infinita per natura.

    Coglieremo come la Passione sia destabilizzante ed ambivalente, gioca sul doppio: spinge l'umanità verso tutto quanto sia rilevante ma pericoloso, trasparente ed oscuro, il Bene ed il Male... nella costruzione del sé che muove l'umanità nel tempo.

    La trasgressione ci porta costantemente in bilico su questo limite...

    La voce del teatro ben identifica queste continue contraddizioni: identità, la razionalità , la logica le istituzioni e le relazioni sociali, tutto quel che e' coerente e logico viene costantemente minacciato da probabilita', incertezze e caos... vere e proprie espressioni di fragilità di valori che hanno stato sviluppato e realizzato.

    Violenza, aggressione e repressione: tutto giace nel sottobosco dell'esistenza Umana, pronto ad esplodere e frantumarsi...  Questo il messaggio inquietante che troviamo nel La Cantatrice calva di Ionesco. 

    La performance secondo i canoni scelti dall'organizzatrice Diana Del Monte non poteva che terminare concentrandosi sul tema delle pari opportunità tra uomo e donna. 

    L'uguaglianza di genere oggi è considerato un fondamentale tema per il quadro dei valori acquisiti dalla cultura europea e per la sua ricchezza per progetti futuri e modelli positivi, che prende forma attraverso la specificità del punto di vista femminile...

    La chikka finale della piece teatrale ci regalerà perle su come dagli studi sociali, a quelli economici e legali, la presenza delle donne nella società, nel lavoro, sia sempre piu volano di riferimento per valori diversi, come la cura e attenzione verso gli altri, minor aggressività e  competitività, meno egoismo e più compassione, avendo la capacità di ascoltare, immedesimarsi nelle problematiche altrui esser empatiche per natura... 

    Piuttosto che essere una questione femminista, la riflessione sarà sul progressivo affermarsi del differente punto di vista donne, un elemento di prezioso, inestimabile, imparegiabile valore aggiunto. 

    Tutto questo e molto altro emergerà tutto durante le recite cui assisteremo... 

    Antigone, Dido, Margherita, Minna, Marguerite Gauthier, Violaine, Solveig, Nora, Winnie, sono le eroine teatrali per eccellenza...

    Non è un caso che Europa nella mitologia fosse una donna corteggiata da Zeus in forma di toro e portata via da lui...

    E'davvero giunta l'ora di riportarla a casa...

    A margine della piece teatrale l'organizzatric e curatrice di tutta la performance, Diana Del Monte ha gentilmente concesso un intervista ad i-Italy, conducendoci nei meandri da labirinto della favola teatrale... 

    Il teatro è l'arte Viva per eccellenza. Come può rappresentare la vita che ci circonda e pervade? Emozioni, pulsioni, riflessioni che il teatro sa ridestare sono insite in noi. Quale è la forza del Teatro? 



    Ti rispondo a queste due domande citanto la Prof.ssa Cascetta, che interverrà all'evento di mercoledi: "Il teatro è parola partecipata in una comunità che si  raduna volontariamente nei momenti forti del suo tempo, è il tempo della ricerca del senso. Fin dai tempi dell’antica Grecia, sull’acropoli di Atene, o dai tempi di Shakespeare al Globe di Londra, una comunità di spettatori attivi si raduna per riflettere, emozionarsi, specchiarsi, leggere il presente alla luce della sua storia e dei suoi fondamenti, progettare il cambiamento. Il teatro è una comunità che si raduna nel recinto protetto dell’ arte, separato, ma proiettato sulla realtà".

    Uno dei temi caldi di cui ascolteremo recitare sarà la parità di genere, la vera o presunta uguaglianza dei sessi, altra denuncia-rivelazione del teatro odierno sulle opportunità alla Scalata sociale date senza vincoli di sesso... 

    Non è un caso se abbiamo invitato Laura Curino. Laura, oltre ad essere un'artista straordinaria, uno di quei nomi che sono già entrati nella storia del teatro italiano, è una donna e una donna la cui carriera esprime benissimo alcuni dei concetti che verranno trattati durante la conferenza. Non è un caso neanche che Laura (e noi con lei) abbia scelto un montaggio di voci femminili che vengono dalla tradizione del nostro teatro: Antigone, Winnie e Maria. Non è una questione femminista, ma è l’emergere progressivo della differenza dello sguardo femminile; per questo parliamo della pari dignità uomo-donna e della peculiarità dello sguardo femminile, che è stato provato essere regolato da valori, principi e priorità proprie. Ho sentito questa frase innumerevoli volte, e quindi mi permetto di citare Yvonne Galligan: non a caso Europa è nel mito una donna rapita da Giove-toro. E’ ora di riportarla a casa. 

    Puoi tracciare le principali somiglianze, e di conseguenza le differenze piu importanti, tra il teatro europeo e quello statunitense? 

    Come ti ho accennato all'inizio, non riesco a pensare all'arte teatrale, ma neanche all'arte in genere, come all'espressione di un singolo, anche se si tratta della manifestazione di un genio. Di conseguenza, che sia in sintonia o in contrapposizione con il contesto, l'arte per me è e resta l'essenza di uno specifico gruppo, o sottogruppo, che vive quel particolare momento storico, in un luogo specifico, regolato (in maniera esplicita o meno) da leggi, valori, credo, abitudini, paure etc etc. Questa complessa e irripetibile combinazione è poi veicolata dalla sensibilità dell'artista che agisce come una sorta di antenna privilegiata inserita nel contesto, diventandone anche interprete. Quindi, semplicisticamente, direi che sono le stesse differenze e somiglianze che caratterizzano le societa che li producono. 

    Una commedia e una tragedia italiane per cui i newyorkesi impazziscono ed una che invece non andrebbero mai a vedere...
     

    Due commedie, due musicals nello specifico, che hanno avuto molto successo qui sono state Rugantino - mi riferisco allo spettacolo del 1964, celebrato poi nel 2014 dalla versione con Enrico Brignano (ma purtroppo io non ero qui e non ho potuto seguire molto questo ritorno) e Nine di Mario Fratti (ma tutto il lavoro di Mario è apprezzato). Una tragedia che non mi sarei mai aspettata avesse successo, ma fortunatamente l'ha avuto, è stata l'Antigone dei Motus: si tratta di una rilettura in tre parti, con una quarta "Alexis" che non utilizza direttamente il testo sofocleo ma ne viene ispirata, che fa parte del cosiddetto "teatro performativo". Uno dei tre capitoli, Too Late! è stato portato al Festival Under the Radar nel gennaio del 2011 e poi la compagnia, grazie al successo ottenuto, è tornata con gli altri capitoli; attraverso queste performance, Casagrande e Nicolò hanno conosciuto e collaborato con il Living Theatre di Judith Malina, producendo una performance, e ora stanno pianificando di tornare a dicembre al LaMama con il nuovo lavoro. 

    Cosa i newyorkesi non vedrebbero mai? Non ne ho idea, la varietà sia di offerta che di pubblico qui è tale che non credo esista qualcosa del genere. L'importante è fare un buon lavoro di contestualizzazione e, poi, di promozione ... i newyorkesi mi stupiscono sempre. 

    Altro tema toccante della performance che andremo ad ascoltare è l'individualismo, affrontato nel Faust di Goethe, nel Hernani di Victor Hugo, come specchio della società del passato... Lo stesso individualismo lo riscontriamo come "aspetto" davvero imperante in questo periodo storico... Come si rapporta la società newyorkese a questo che rischia di divenire un valore?

    Interessante. L'individualismo è uno dei temi che ti ha colpito di più nella presentazione? Se leggiamo l'individualismo nella sua accezione peggiorativa, ossia come affermazione del singolo al di sopra del bene comune, è decisamente un pericolo; tuttavia, il tema dell'individuo, in questo caso, ha un tono... direi più positivista, nel senso che non si sottrae valore alla comunità, ma si costruisce il senso di comunità dando valore e unicità al singolo. È, per certi versi, lo stesso principio dei diritti umani, andiamo a salvaguardare i diritti dei singoli per salvaguardare un'idea di società.

    L'Europa è un'idea, ed è un'idea nata da una pluralità di voci e tradizioni, non è sopprimendo che otteniamo unità e ricchezza. L'arte, e l'arte del teatro e della danza in particolare, è un mezzo perfetto in questa direzione perché è in grado di far sentire ognuno quell'essere unico che è e, allo stesso tempo, aprire una profonda connessione tra noi e gli altri.

    Il teatro è coscienza partecipata, ci rende unici, e dunque importanti in quanto tali, ma allo stesso tempo profondamente interconnessi. Parte integrante di questo discorso, però, sono due dei punti che andremo ad affrontare anche durante la conferenza, perché presenti nel teatro europeo ossia "la faticosa e difficile conquista della coscienza del limite" e " la fragilità dei valori elaborati e conquistati". 

    Per quanto riguarda New York nello specifico, invece, tutti sanno come l'individualismo sia al centro della vita di questa città, nonché uno degli aspetti più duri da affrontare per chi si trasferisce qui. Tuttavia, io ero qui durante l'uragano Sandy... e sono rimasta felicemente stupita del senso di appartenenza e della partecipazione della cittadinanza di fronte al pericolo. 

    Dittature, forme di abusi, brogli legali, carenza di giustizia a violenze varie... La performance assume davvero caratteri di denuncia sociale ad ogni forma di violazione dei diritti umani... 

    Quando la Politica, Res Publica, è debole e non sa dare risposte adeguate ai bisogni espressi della società, il teatro è testimone, sentinella, bandiera, veicolo di giustizia? 

    Penso di averti gia risposto. Il teatro, ed i suoi artisti, sono cio che devono essere in quel preciso contesto. Con il plusvalore, come si direbbe in economia, dell'accentuata sensibilità artistica. 

    Incertezze sul futuro, tagli e perdite del lavoro, recessione: sono gli effetti della crisi economica che nel 2014 morde più che mai... 

    Come reagisce il Teatro a tutto ciò? 

    Va bene, anche se non é educato, lo dico: la prossima persona che affarma che l'arte, o la cultura, non paga... Mordo io. 

    Sicuramente non paga, o paga poco, l'artista emergente che si affaccia alla carriera artistica, o il performer di nicchia, ma se guardiamo all'arte ed alla cultura in maniera più ampia, in relazione ad un'intera società o all'economia di un paese, allora l'arte paga e molto...

    Quando si parla di ritorno economico, si considera sempre ed esclusivamente il ritorno diretto, come i biglietti venduti, i libri acquistati, etc etc... Al massimo si parla di indotto, rivolgendosi ad esempio al turismo. Perfetto! Nulla di male in tutto questo, ma non è solo questo. 

    L'immagine culturale di un paese lavora a favore di tutti i cittadini e le imprese che producono sotto quella bandiera. Io continuo a vedere gente che ama, apprezza e soprattutto compra tutto cio che è italiano, perché italiano. Questo dipenda dalle quattro gocce di petrolio nel Mediterraneo o dalle banche? Gli americani vogliono imparare la nostra lingua perché Marchionne ha comprato la General Motors? I cosiddetti, e tanto apprezzati, "gusto" e "creatività" degli italiani sono frutto della nostra cultura, dalla nostra arte e siamo conosciuti e rispettati per questo.

    La mia sensazione è che l'Italia possieda un "brand", e uso un termine legato al marketing solo per dare il senso del potere economico del settore, milionario se lo lasci semplicemente morire... 

    Come reagisce il teatro? Gli artisti fanno gli artisti e creano... faticosamente, ma creano. Alcuni partono, altri restano e si reinventano ogni giorno; d'altra parte non è mai esistito un periodo storico, per quanto difficile, totalmente privo d'arte.

  • Fatti e Storie

    Lo chef Marco Maestoso. Dai rooftop ai loft di Manhattan

    E’ una domenica sera di tarda estate quando suoniamo al campanello di un apartment sulla 73rd East per accettare un invito a cena... nel rooftop di un cuoco, lo chef Marco Maestoso.

    Qualche mese fa Marco, cuoco iridato di stelle direttamente dalla prestigiosa cucina del Gambero Rosso, ha un'idea: in mezzo a tanto imperversare di fornelli a domicilio, nei quali è lo chef a recarsi in case altrui, perchè non mettere a disposizione i propri spazi, quelli nei quali si muove meglio, che più gli appartengono e tra quali sperimenta di più?


    Detto fatto. Entrando in Casa Maestoso la familiarità che si avverte è a pelle, il clima è  d’impatto amichevole, gioviale, l’aria è leggera e distesa… 

    E piena del più ricco sottobosco di fauna che Manhattan possa offrire: nella saletta all’aperto scorgiamo volti di sconosciuti che si stringono la mano ed in un batter d’occhio si presentano…

    Ecco una clientela mix di dottorandi newyorkesi vissuti in Giappone, insegnanti di spagnolo a Brooklyn, c’è chi lavora nel fashion: il food passion unisce trasversalmente davvero tutti...

    Nel frattempo lo chef ci fa accomodare e si aprono le danze culinarie in grande stile...

    Come prima portata il Nostro ci delizia con Majestic meatballs, delle deliziose polpettine dal sapore delicato e retrogusto spezziato, che abbiamo visto preparare sotto i nostri occhi, la cui recipe è rigorosamente top secret... contrassegnata da diritti d'autore culinari giura! 

    Dal 2008 al 2009 si divide tra Grosseto e Roma, per poi stabilirsi definitivamente nella Capitale: è l’anno del prestigioso Gambero Rosso in cui Marco trascorre 6 mesi a sperimentare nell’edificio e 6 nel ristorante stellato Convivio Troiani

    Con l'onore dell'assunzione, lavora poi al Gambero Rosso per due anni, dal 2010 al 2012...

    Nuove sfide culinarie attendono Mastro Maestoso che a fine 2011 è a Milano dove lavora per Afm Banqueting con il quale organizza eventi per la cucina di Prada, Hugo Boss e la scalata al successo prosegue quando diviene chef privato per gli show room di Miuccia Prada, Donatella Versace, Tod's e...

    Impegno, costanza, tenacia lo conducono ad aprire un ristorante a Roma.

    E’ di nuovo a Milano nel 2012 ma per poco: nello stesso anno Marco decide per il grande salto… New York.

    La brezza di fine estate è ancora calda e accarezza gli invitati come fanno i piatti di Marco: nel frattempo il vociferare fa capire che gli ospiti hanno gradito la prima portata, ed è venuta l’ora di imbandire la tavola con la seconda pietanza…

    Pasta… Musica sublime per l'esigente, estimatrice, clientela americana...

    Regina indiscussa della cucina mondiale, la Pasta è il piatto predileto da Marco, che da buon italiano la sa davvero cucinare in tutti i modi: semplice, artefatta, lineare elaborata... L'importante? Che sia di valorizzata come trionfo di sapori...

    Quella che abbiamo davanti la racconta davvero lunga, è una chitarra fatta rigorosamente a mano da lui, condita della sua famosa salsa rossa, la Spreads Maestoso... Ma andiamo con ordine!

    Nella Mela la posta in gioco è alta, la voglia di mettersi alla prova molta, una sfida autentica, quella con se stesso, che lo chef decide di accettare e che porterà ad innumerevoli risvolti...

    Nel tardo 2012 lavora alla Piccola Cucina a Soho, e da Cipriani…

    Sirio Maccioni, una colonna dell’Alta Cucina, fondatore de Le Cirque lo vuole nel suo nuovo tempio del Gusto per l'apertura del Sirio ristorante al Pierre Hotel dove è di stanza tutto il 2013… 

    Da girovago dei fornelli arriva anche al Barclay Hotel

    Dal gennaio al maggio invece fa da manager a varie pizzerie della City…

    Ma non basta, la voglia di migliorarsi unita a tenacia, fermezza e professionalità Alte lo portano ad iscriversi alla Cornell University presso la facoltà di Food service management.

    Eccoci al piatto d’eccellenza, la 'chikka' per palati ricercati, il momento di punta della cena…


    Ladies and Gentelman, the Lobster fresca, dai toni d’arancione vivaci, egregiamente servità...

    Ancora una volta il Nostro sa stupire la clientela i cui occhi brillano e la bocca in un attimo ammutolisce perchè impegnata a degustare!

    La City è una fucina inestimabile di idee, intuito, sperimentazioni creative e Marco ne usufruisce appieno…

    Ogni ingrediente, accostamento e metodo di cottura divene spunto per altro… Ecco che da qualche tempo è artefice di veri e propri pasti su misura, come quello di questa sera...

    Come funzionano le ormai straricercate in quel di Manhattan cene a domicilio? Hanno il sapore di incontri segreti, intimi, e fanno della convivialità quasi passonalità. 

    Si prenota come al ristorante ma c'è il gusto dell'atmosfera casalinga. Si mangia a casa del cuoco o di altri, ma dopo il caffè si paga il conto. Si conoscono nuovi amici, nuove identità, nuove anime che in una megalopoli con Manhattan è il non plus ultra, ma si può cenare solo poche sere ogni mese. Sono i ristoranti undergound e nascosti. Non hanno insegne e non fanno pubblicità. Vale però la pena di cercarli, assicurano i nuovi adepti. I domicili si trovano in Rete o tramite amici. Una volta scoperto l'indirizzo si prenota via mail, tramite Facebook e siti come Spice & Spoon, Cook App, Eat Feastly con una telefonata.
     

    Ed è fatta: benvenuti nelle case private che, in date prestabilite, organizzano banchetti per ospiti paganti.

    Più che cene, eventi. Dimore belle, centrali, di una certa atmosfera. Decisamente elegante. Gli invitati sono pregati di seguire un galateo ad hoc: arrivare puntuali, non dare bidoni all'ultimo minuto e, se soffrono di qualche fastidiosa allergia alimentare, avvisare in anticipo. Autentici movimenti gastronomici, nati in America e nel nord Europa, da qualche tempo furoreggiano anche in Italia. Ritrovi per pochi che, complice la noia per tutto ciò che è normale, stanno diventando sempre più alla moda. 

    La cena si arricchisce dell’ultima pietanza, rigorosamente fatta dal Padrone di casa… Sua Maestà il sorbetto al limoncello…

    Fatto in casa? Che domande la risposta è scontata! I limoni che danno vita alla crema-gelato sono di proprietà di Mastro Maestoso, trasformati in liquore dallo Chef...

    Mastro Maestoso di doti ne ha davvero da vendere… il suo stile lo porta ad esser un self made man, tanto da decidere di metter su un piccolo orto domestico che nella Apple battono davvero bandiera, coprendo oltre al mitico Battery Park estrema punta sud di Manhattan,  rooftop e loft domestici…

    Il  vegetable corner è florido e l’idea di coltivare un orticello al quale attingere, in linea con standard ecologisti, salutisti, in linea con il rispetto per l'impatto ambientale: pomodorini per la salsa di sugo tanto utilizzati crescono  a go go e…  permettono alla fervente fantasia culinaria del Nostro di sbizzarrisi a dovere, purchè con numeri limitati di portate e piatti contenuti…

    Questi “limiti” non rispecchiano quelli di Marco che guarda già in grande e decide altrimenti…

    Prende forma l’idea di autonomia, con l'impronta di italianità: ecco che da cuoco poliedrico il Nostro si trasforma in piccolo imprenditore ecologico avveduto ed oculato...

    Marco compra e di fatto esporta pomodorini attraverso siti online direttamente collegati con suoi referenti di fiducia in Italia, che spediscono merce sempre fresca, di origine sicura, di provenienza certificata: la catena-trafila agro alimentare si chiude in quel di Manhattan dove il Mastro Maestoso realizza di persona la Spreads Maestoso, salsa tanto richiesta dai clienti a stelle e strisce.

    Al momento i committenti del cuoco dei due Mondi sono Chelsea Market, Elm health, e vari Deli della City...

    Ultima portata... Champagne per i palati dei buongustai che a questo punto oltre  a quella che ormai tutti chiamano "amazing cena!", in un italiano carico di enfasi, apprezzano anche la compagnia, nuove conoscenze, frutto di future amicizie di cui Marco in questi incontri culinari ha l'onere e l'onore di "imbandire"... la vita!

    In un angoletto del suo regno gastronomico scambiamo due chiacchiere con Marco sulla filosofia della buona tavola accompagnata a quella dell'insight imprenditoriale...

    Portatate semplici o piatti elaborati, primi e secondi accompagnati da pietanze importanti, accostamenti d'intuito dei palati... frutti autentici dell'"estro" culinario della tua persona...

    Quanto lasci "di te" quando sei ai fornelli?

    Ogni volta che accendo un fornello è come se ogni altra parte della mia vita sparisca...

    Metto sempre tutto me stesso , nel bene e nel male, pagato o meno. Dal fare una banale caprese fino alla lavorazione di un foie gras , il mio cervello, fisico ed anima sono completamente dediti alla realizzazione finale. 

    Credo che in parte sia questa la controprova di quando una persona affermi che un lavoro lo faccia più  per passione che per dovere o per soldi...

    Trattare la materia prima va fatto con amore, dal cucinare al comprarsi il mangiare. Cibarsi è mettere la benzina alla macchina perfetta che è il nostro corpo, non possiamo sottovalutare cosa ingeriamo, ed il nostro fisico ci mostrerà sempre come lo stiamo trattando.   

    La tua cucina "cuoce" con il fuoco lento della tradizione italiana, percorre strade del gusto consolidate, si destreggia in manicaretti del Belpaese o s'infarcisce, s'impregna di mix di fantasia assoluta, libertà d'improvvisare e revolutionary recipes?

    La tradizione italiana mi ha dato le basi per dar sfogo alla creatività. Apprezzo la tradizione ma la considero solo per farmi da trampolino nel riuscire a migliorarla o reinventarla. 

    Ogni volta cerco qualcosa di bizzarro, di innovativo, qualcosa che affascini anche me... e per fortuna che sono sempre il primo ad assagiare perché a volte certi accostamenti non meritano assolutamente di aver preso forma
    Quando cucino solo per me o per me e la mia consorte preferisco sempre improvvisare, lasciare che sia il caso o il frigofero a decidere cosa andare a tentare... diciamo che di solito va bene dai!

    Dopo un passato da chef per vari nomi noti, ora ti diletti organizzando cene nel tuo personale rooftop o recandoti dai clienti che su commissione vogliono degustare le tue prelibatezze... Il piacere della tavola sposa, è convivialità e socialità nella City that never sleeps?

    Cosa ti sta regalando questa esperienza sia sotto il profilo professionale che umano...

    Mi piace molto buttarmi a capofitto in nuove esperienze...

    Mia madre afferma che fin da quando avevo pochi mesi non stavo mai un attimo fermo... ed in un certo senso è ancora cosi!

    New York per me in questo momento è la città perfetta , dedita ai nuovi trend, sempre in continuo movimento e piena di persone che essendo qui si trovano risucchiati in questo vortice che riserva sempre nuove esperienze. 

    Spesso in questo caos però si perde un po' il contatto con la società fatta di persone e di sano colloquio: queste mie cene sono davvero un ritaglio nella vita di queste persone che si incontrano casualmente, fanno amicizie e apprezzano del buon cibo che amo usare come mezzo di unione tra la loro esperienza culinaria e sociale.

    Davvero tanti i blogger e i siti di Eating tours per turisti e cultori dei sapori... tutti possibili concorrenti dello chef Maestoso?

    Scherzi a parte, come vedi questo imperversare di moltissimi provetti cuochi ai fornelli della fantasia prima che di quelli della cucina?

    Non ti nego che cerco di essere sempre almeno tra i primi a venire a sapere se apre qualche sito o se c'è un qualcosa dove poter organizzare, ma sono veramente piu che contento che questo mondo si stia allargando. Supporto con rispetto e cordialità  tutti i miei chef "concorrenti" , anzi, mi trovo spesso ad andare alle loro cene e farci amicizia. Alla fine ci si aiuta anche un po' a vicenda. Il settore è solo all'inizio, ha ancora tantissimo da offrire e da mostrare. Di sicuro continuerò sgomitando a ritagliarmi i miei spazi.

    Da riflesso al melting pot umano, vero crogiuolo di etnie, razze e genti difformi, la cucina statunitense è un autentico poo-pourri di gusti, odori, sapori... Quall'è, se c'è in base la tua esperienza internazionale, il piatto più rappresentativo del New York kitchen style?

    New York è veramente un Melting Pot. Ho visto cucine e persone provenienti da ogni angolo della terra qui. E' in parte il più grande pregio di questa città. Non mi fa mai annoiare e mi innamoro e la odio ogni giorno. Solo a Manhattan , dove vivo, si contano più di 22.000 attività ristorative, cibo di tutti i tipi e di infinite provenienze. 

    Se dovessi proprio andare a prendere un piatto che a me ricorderà sempre di New York è senza dubbio l'hot dog: celebri i carretti in quasi ogni angolo che li vendono a pochi dollari, ma buonissimi quelli del famoso Nathan's a Coney Island. 

    Fin da bambino il piacere di fare un break con un hot dog mentre scorri New York è stato sempre un must.

    Di certo è complesso se non addirittura impossibile tracciare un confronto tra cucina italiana e statunitense, non fosse altro perchè, di fatto non esistono canoni "ufficili" d'identificazione culinaria statunitense...

    Con basi di ricette alla mano, condimenti, metodi di cottura ci sono dei tratti, veri e propri must del gusto, che, in base a differenze/somiglianze accomunano buongustai italiani e statunitensi?

    La cucina Italiana viene da lunga storia e tradizione di dedizione al cibo. Gli States essendo un paese nettamente più giovane da questo punto di vista, non ha molto di caratteristico da offrire per i palati più pretenziosi. 

    Un po' come in Italia viaggiando da Nord a Sud la cucina diventa sempre più sostanziosa e direi pesante. Prevale il fritto e le proteine molto condite. Di sicuro i buongustai statunitensi dovranno privilegiarsi di un bel viaggio nella nostra terra per crearsi dei giusti canoni da mantenere poi qui negli Stati Uniti, dove ormai niente manca se non un po' di cultura del palato.

    La ricetta che avresti voluto scrivere tu...

    A mani basse la ricetta della Nutella! Che mondo sarebbe senza Nutella? Anche negli States è un best seller e nei giorni in cui so di andare per certo in palestra cominciare la giornata con pane e Nutella aiuta decisamente la mia felicità.


    Le vie del gusto sono davvero infinite... Un accostamento migliore a cui non avevi ancora pensato ed uno peggiore che ti hanno chiesto clienti newyorkesi presunti intenditori d'Alta Cucina...

    Una volta mentre lavoravo da Sirio Maccioni è  salita una comanda dove un cliente importante ha chiesto una pasta in salsa di formaggio (la famosa, ma solo qui Alfredo sauce) con pollo e gamberetti. Dopo minuti di shock e rifiuto psicologioco il piatto è stato mandato in sala. Una delle poche volte che ho preferito non assaggiare. 

    Un ottimo accostamento che non avevo prima di venire a vivere qui l'ho impiattato una sera per un cugino che mi ha richiesto una cena per il compleanno della moglie, specificando che lei amava profondamente l'agnello in crosta dolce di pistacchi e cashew al miele. Io evito l'agnello per mie credenze personali ma quando costretto almeno all'assaggio faccio eccezioni. E quella volta l'eccezione è davvero valsa la pena, quel dolce con la care d'agnello era un gioia di contrasto nel palato! Ho dato solo un morso però... 

    Incertezze sul futuro, tagli e perdite del lavoro, recessione: sono gli effetti della crisi economica che nel 2014 morde più che mai...Così i menù  dei ristoranti si "attrezzano" facendosi «a misura» di tasca...

    L'olimpo culinario d'altro rango come reagisce? Non ne soffre vista il target,“nicchia” di clientela cui è costituita... Come riesce  a mantenere standard massimi di qualità d'eccellenza rivolta a pochi “eletti”, fronteggiando comunque il periodo critico?

    A dir la verità, nello specifico di New York , che è però un mondo a parte anche dagli Stati Uniti, ad oggi la crisi sembra davvero passata e le attività ristorative si son davvero riprese e sono pronte ad offrire ad un mercato che è tornato davvero in voga. Ho vissuto il pieno della crisi in Italia e quello che ho visto mi ha davvero spinto a cambiare aria, a dire un po' egoisticamente "ciao ci vediamo dopo" e quel dopo sembra veramente lontano ancora. La crisi intacca molto l'alta cucina, dispendiosa e sempre meno accessibile, dando spazio alle attività che puntano più su un cibo di media qualità ma servito più blandamente ed in maniera veloce. 

    Ho sentito ultimamente di un aumento di numero di fast food in Italia e di chiusure di ristoranti ormai ne ho ormai le orecchie piene.  
    Forse questa moda di chef in TV stava salvando un po' la situazione, ma purtroppo la crisi ha fatto danni irreparabili in svariati settori e tristemente l'alta cucina è tra i primi settori ad esser colpiti.

    Da chaf a infinite stelle a... Cosa c'è nell'immediato futuro del Maestro Maestoso? E' proprio il caso di dire, perdona l'espressione, cosa "bolle in pentola"?

    Nel 2014 ho deciso di focalizzarmi su quello che qui chiamano il 'front of the house' ovvero la 'parte davanti della casa' in gergo la sala. 

    Gli chef sono parte fondamentale delle attività ristorative ma non sono i soli a mandare avanti la baracca.  Il servizio è molto importante e la gestione complicata, una buona pasta non basta a mandar avanti un ristorante...

    Da poco mi sono iscritto ad un corso universitario, Food Service Management, alla Cornell University e da qualche mese ho avuto l'occasione di gestire da manager un ristorante Italiano qui nella grande mela. 

    Proprio ora, a settembre aprirò da General Manager una nuova catena di ristoranti italiani e sono davvero over the moon per questa piccante avventura. Naturalmente terrò attivo la mio esser chef inside facendo queste cene e lezioni con i siti web. La seconda metà del 2014 mi sta spremendo veramente fino all'osso ma sono più che pronto e carico per dare il meglio su tutti i fronti.

  • IACE and IIC's Morning Classes with "La Bella Lingua"

    VERSIONE ITALIANA DELL'ARTICOLO >>>

    The opportunity arises from the collaboration between Iace, Italian America Committee on Education and Dianne Hales, experienced writer of Italian origin who represents the Italian culture in the US with emotion, passion and dedication.

     

     A true admirer of the Italian language which she says runs in her blood, Hales is the ambassador of all things Italian in San Francisco where she lives.

    In 2009, the presentation at the IIC of ‘La bella lingua’ was an important milestone in her career dedicated to the study, appreciation and promotion of the Italian language. Even the Italian President Giorgio Napolitano has honoured her work and commitment by awarding her the title of Knight of the Order of the Star of Italian Solidarity in recognition of the aformentioned volume as a ‘priceless instrument of promotion of the Italian Language”.

    On Saturday Ms Hales will become the ‘godmother’ of the IACE Morning Class. The Italian Consul Natalia Quintavalle, the attachee cultural Fabio Troisi and the IACE President Bernardo Paradiso will be present at the event.

    Luca Marchi, language teacher, will outline the features and various characteristics of the IACE courses of Italian language and culture.

    In “Mona Lisa: A life discovered” published by Simon & Schuster in 2014, the author unveils, after years of tenacious research, the behind the scene activities of Lisa’s life. Little by little one gets to know the woman bound to become the most famous artistic subject of all times and about whose identity, lineage and origins there are still unanswered questions.

    Hales asks herself who really was Monna Lisa, woman arisen to global fame because the most brilliant painter of her time, Leonardo da Vinci, chose her as a model. Why did the “Sommo Maestro” singled her out as a Muse to endow with immortality?

    What happened to her? Her smile, after centuries, still bedazzles us…

    Dianne Hales reveals that Lisa Gherardini “ really was a woman who lived in Florence 500 years ago”. This the ‘incipit’, the opening of her

    decades long research to discover the details of her life, the events and people who would have influenced the customs and habits of the noble woman that Hales identifies with Mona (Madame) Lisa Gherardini del Giocondo. Renaissance woman from Florence, wife, mother and muse,    “a noble spirit amongst the uproars, the pomp and the in-fighting of the ruling families”

    “Lisa’s life traverses through the most tumultuous chapters of Florence’s history, decades of wars, insurrections, invasions, siege and occupation- states Hales. Her story paints an extraordinary picture of the daily life between medieval and modern times, a city blooming with vitality and a culture that has redefined the potential of men and women.”

    The writer will explain in person the struggles of her work…we won’t say too much.

    It would spoil the reading and the interpretation of the audience…

  • Arte e Cultura

    Una 'morning class' con la Bella Lingua

    ENGLISH VERSION >>>

    L’occasione è data dalla collaborazione tra Iace, Italian America Committee on Education e Dianne Hales, navigata scrittrice di origini italiane che, con tutto il trasporto emotivo, la passione fervente e l’assoluta dedizione  di cui è dotata, si presta a rappresentare in maniera eccelsa la cultura italiana negli States.    

    Madrina autentica della cultura italiana negli States, estimatrice assoluta della lingua del che reputa scorrerle letteramente nelle vene ed esser parte di lei, la Hales è ambasciatrice d’Italianità in America dove vive a San Francisco.

    Con il suo La Bella Lingua, già  presentato all’Istituto nel 2009, la Hales ha messo letteralmente la firma ad una carriera votata a studiare, apprezzare, valorizzare della lingua italiana cui anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha onorato il lavoro, la dedizione e l’impegno conferndole l'onorificenza di cavaliere dell' Ordine della Stella della Solidarietà Italiana come riconoscimento per il volume giudicato dal nostro Primo Cittadino come un’ "inestimabile strumento di promozione della lingua italiana".

    Con l'evento di sabato il percorso già aperto si compie una tappa fondamentale: la Hales diviene anche madrina dei Morning Class, i corsi mattutini dello Iace, e veicolo e volano eccezionale ed unico di promozione della stessa...


    Dunque la gi
    à comprovata cultura scaturita dai corsi di preparazione dello Iace da oggi si riveste di un orpello in più, si tempra di linfa e guizzo vitale ulteriore, sotto l'egia della Hales... 

    All’evento interverranno anche il Console, Natalia Quintavalle, l'attachee culturale Fabio Troisi ed il Presidente dello Iace Bernardo Paradiso.

    Luca Marchi, insegnante di lingua, illustrerà  specificità e caratterizzazioni varie dei corsi per dar un ulteriore ventaglio dell'operato dello Iace nel settore insegnamento di lingua e cultura Italiana.

    Durante la seconda parte dell'evento invece verremo letteralemnte proiettati indietro nel tempo nella Firenze del XV secolo, alla corte dei Medici e non solo...

    In "Mona Lisa: A Life Discovered" edito da Simon & Schuster nel 2014, l'autrice rivela, attraverso anni di ricerca ostinata, i retroscena della vita di Lisa, incontrando, e a poco a poco conoscendo, la donna divenuta il più famoso soggetto artistico di tutti i tempi, ed attorno alla quale si dipanano interrogativi legati al lignaggio, alle origini fiorentine, all’appartenenza a facoltose altolocate famiglie, all’identità, che sarebbe diventata la leggenda.

    La Hales si chiede chi fosse davvero la Monna Lisa, donna la cui fama è cresciuta a livello planetario poiché il pittore più celebre del suo tempo, il grande Leonardo Da Vinci, la scelse lei come suo modello... Perché il Sommo Maestro la volle come musa da immortalare? Che ne è stato di lei? Il suo sorriso, dopo secoli, ancora ci incanta... 

    Dianne Hales svela che Lisa Gherardini "era una donna davvero vissuta a Firenze 500 anni fa" questo l’incipit della sua pluridecennale ricerca per conoscere i dettagli di quella vita, gli eventi e le persone che avrebbero avuto un'influenza su costumi e modi di vivere della nobildonna che secondo la Hales è Mona (Madame) Lisa Gherardini del Giocondo, figlia di Firenze, donna del Rinascimento, moglie, madre, musa, e "spirito nobile nel bel mezzo di tumulti, sfarzo e lotte intestine alle casate regnanti.

    Monna Lisa Gherardini del Giocondo era una donna quintessenza del suo tempo, presa da un vortice di sconvolgimenti politici, drammi familiari, e gli scandali pubblici.

    “La vita di Lisa attraversa i capitoli più tumultuosi della storia della Firenze con decenni di guerra, rivolta, invasione, assedio e la conquista- ha affermato di recente la Hales- La sua storia crea uno straordinario arazzo della vita quotidiana in un tempo in bilico tra il medievale e il moderno, una vivace città in pieno fiorire, e di una cultura che ha ridefinito le possibilità dell'uomo e della donna”.

    La scrittrice spiegherà dal vivo le fatiche della sua opera, non sveliamo troppo del volume, rovinerebbe lettura, immaginazione ed interpretazione dei molti spettatori…

  • Arte e Cultura

    Alexo Wandael e la sua idea di "ItaliaNY"

    Al 24 della 12 st, c’è un febbrile via vai. Il centro fondato dalla Baronessa Zerilli-Marimò alla New York University pullula di "ItaliaNY".
     

    L’occasione è una "photo exhibition" di 45 foto in bianco e nero con cui, Alexo Wandael, fotografo e curatore del progetto, ritrae italiane ed italiani di stanza nella Big Apple.
     

    Wandael, originario di Bolzano, architetto di professione, dopo aver lavorato quattro anni nel suo settore, decide di passare alla fotografia. E solo dopo aver praticato per quasi altri quattro anni sia architettura che fotografia, si dedica a quest’ultima a tempo pieno.
     

    Gli esordi sono nel fine art e poi toccano l’olimpo dorato della moda... 

    Poi si fa strada la sensazione di essere passato da qualcosa di troppo profondo, come l'architettura, ad altro di troppo superficiale come un universo patinato, lo fa spaziare verso altri lidi, trovando una via di mezzo nel realizzare dei lavori con taglio da reportage…

    Scatta a Cuba, poi è in Afghanistan dove realizza un book fotografico sulle donne soldato ed i bambini nelle prigioni femminili.

    Da uno spaccato di umanità all’altra...

    L'estate scorsa,  Alexo, unendo la passione per la fotografia con quella per il viaggio on the road su due ruote,  è partito un mese in moto realizzando un percorso cost to cost da New York a San Francisco. Il risultato? Dear America. From New York to San Francisco, un book in bianco e nero tra volti, spazi, espressioni dell'America più autentica e profonda.

    Dall'Umanità sofferente svelata negli scatti di Cuba e in quelli afgani, passando per la caledoscopicità di quelli cost to cost, i lavori di Wandael consentono alla mente di compiere autentici  voli ...

    Il vociferare ormai insistente alla Casa Italina ci riporta alla particolarità di ItaliaNY: ancora di umanità si tratta, ma questa volta Waendal punta il suo obbiettivo su quella italiana…

    I riflettori della sua arte-spettacolo sono su una carrellata di personaggi che sembra quasi ci passino a fianco...

    Scorgiamo l’attore dei Sopranos Federico Castelluccio, immortalato sul ponte di Manhattan, il luogo che ha segnato il suo esordio dietro la macchina da presa con il corto “Lily of the Feast”.

    Ecco lo scrittore e giornalista Antonio Monda... e poi il mitico autore di teatro Mario Fratti.

    Ancora Alberto Ghezzi, Michele Casadei Mazzari e Gianluca Capozzi, i creatori della catena “Piccolo Caffè” che abbracciano la statua di Gandhi di Union Square dove, per pubblicizzare il loro locale, avevano appeso insegne poi rimosse visto l'evidente ma stonato connubio Gandhi-caffeina. E ci sono anche Rosario Procino e Pasquale Cozzolino della pizzeria Ribalta, la cui napoletanità è indubbia, impressa nello scatto.

    La sfilata di volti è un rimando ad una doppia visione: da una parte certo i self made man, di chi è riuscito a farcela, a spiccare il salto, ad emergere e per lo stesso motivo è certamente anche una critica, a modo suo, artistica appunto, con cui lo stesso Wandael, dà volto ai tanti, troppi talenti nostrani che l’Italia non riuscita a valorizzare appieno…

    Ultima chicca: dagli scatti trapela il rapporto viscerale dei soggetti con la City, ognuno fotografato in un angolo, uno spaccato, un frangente rilevante e significativo, deciso con Wandael: come a significare che l'architettura e arte fotografica sono sorelle, e nella City questa relazione assume sfumature spumeggianti, dando vita a modi di vedere, di comporre, di pensare la vita...Il direttore della Casa Italiana Zerilli Marimò, Stefano Albertini, ha presentato l'evento come "manifestazione per rivalutare la portata dell'Italianità all'estero ed in Casa propria..." ponendo l'accento sulle personalità le cui doti, certo, il Belpaese non dovrebbe farsi scappare...Alexo Wandael prende la parola e cattura subito la scena: con l'atteggiamento di chi fa parlare la propria macchina da scatto più che dar voce a se stesso  è davvero breve, ringrazia tutti ed invita a far buon uso della capacita d'osservare perchè ci consente di avere un occhio critico su tutto, almeno un primo impatto sulla realtà dell'esistenza...


    Nel bel mezzo dell'evento il photoreporter approndisce alcune sfumature dei suoi scatti...

    Il primo impatto con ItaliaNY l'accento è di certo sulla 'Fauna', la carrellata di protagononisti del life stile italiano a New York e gli spaccati di Manhattan nei quali questi son ritratti... 

    ItaliaNY è proprio questo: una flilata, una scia, una sequenza animata  di vite ed esistenze diverse a confronto ma tutte hanno compiuto una scelta importante, hanno avuto il coraggio di cambiare la propria esistenza a 360° trasferendosi in una megalopoli lontano a volte anni luce dalla propria realtà e, con fatica, impegno e lavoro, hanno riscontrato in ciò una scelta vincente... 

    Fotografia ed architettura da sempre sono un tutt'uno nella mia vita personale ed artistica, soggetti intesi come persone e come siti son legati a doppio filo, vi è un labirinto di rimandi tra gli uni e gli altri, un legame tipo quello corpo-anima...

    I meandri di Manhattan lì abbiamo decisi insieme:  ho scelto di ritrarre i protagonisti esattamnete nei luoghi, ambienti, frangenti che meglio ritraggono il loro file rouge con la City, che rispecchiano il loro feeling con Manhattan, per interpretare meglio il loro rapporto con questa megalopoli no limits!



    I tuoi scatti sono in bianco nero... spiegaci questa scelta: il colore non gioca un ruolo rilevante nella tua "ItaliaNY"? Quanto è importante la luce?   

    Il colore ha un'importanza di certo fondamentale, rilevante... Il verde, per esempio lo interpreto come il "colore dei geni". Non essendo però un vero genio mi faccio attrarre dalle combinazioni dei colori... 

    In ItaliaNY però ho preferito dar carta bianca al gioco del chiaro scuro, al bianco nero appunto: il colore inebria, sprizza energia ma "stordisce" anche chi osserva: le sfumature del Black and White distentono lo sguardo, lo concentrano verso l'obbiettivo dello scatto e ho l'impressione di guidare lo spettatore nel mio Universo artistico...

    Intorno a tutto ciò ruota il discorso luce: in generale non ho preferenze...

    Va da sé che la fotografia è un messaggio ed è ovvio che qui in ItaliaNY, vista la scelta degli scatti in bianco e nero, la luce è un linguaggio che aiuta a creare modus pensandi, apparente o nascosto, che darà in chi osserva e s'immedesima un'interpretazione finale...  

    Hai alle spalle reportage a Cuba e in Afghanistan...

    Si, il fattore Umanità l'ho coperto a 360°... è stato davvero coinvolgente lavorare in zone così diverse del mondo... Capisci molto di te, comprendi molto degli altri ed impari davvero ad aprirti a quelle che prima consideravi culture lontane...

    In Afghanistan ho realizzato un lavoro di riprese sulle donne soldato ed i bambini nelle prigioni femminili... Altri spaccati di Umanità! 

    Ed a livello internazionale per il prossimo anno ho in programma lavori in Palestina.

    Vedremo cosa ne uscirà...


    Tornando ad ItaliaNY: oltre a celebrare gli italiani affermati a Manahattan, l'exhibition tra le righe scandisce una critica velata all'Italia... 


    Questo è un argomento che sento particolarmente... Il mio è un viaggio di certo simile a molti altri, anche se non mi ritengo un "grande cervello", forse più un "gran paio di occhi"...
     

    Quando ero studente di architettura vedevo come fosse tutto politicizzato, fisso-immobile, cristallizzato, l'Italia è il Pease in cui tutto cambia per poi non mutare mai davvero sul serio, stile Gattopardo e decisi di andar via: la prima tappa fu Berlino dove rimasi tre anni, e quindi il salto in America, prima Los Angeles alla SCI Arc, Southern California Institute of Architecture, e poi New York.   

    La mia idea dell'Italia sintetizzata in ItaliaNY? Purtroppo trovo che nel Belpaese la situazione dopo tredici anni non sia cambiata, anzi mi sembra che sia peggiorata soprattutto perchè la parola meritocrazia non trova ancora posto...


  • Arte e Cultura

    L’architettura da interni dei loft newyorkesi porta la firma e il design di Pierluigi Colombo

    Che si abiti in loft, rooftop, attic fino a basement il concetto di housing in mono locali, apartment e multiple flats di

    Manhattan e dintorni da sempre fa rima con must di tendenze, status symbol di eccellenza, essenze di labirinti caleidoscopici in cui i generi più variegati, multiformi e caratteristici di arredi sposano una sola idea: ergonomia degli spazi abitati.

    A render omaggio all’abitazione ideale in cui abitare un giorno ci pensa Making Room,  New Models for Housing New Yorkers, un'exhibition in mostra al Museum of the City of New York organizzata dal complesso museale con Citizens Housing & Planning Council, CHPC, che mette insieme alloggi d'avanguardia e ricerca demografica, passando per nuove proposte di design, condite di politiche pragmatiche ideate per espandere le opzioni di housing a New York, soddisfando le esigenze di una crescente popolazione dai gusti più diversi.

    raccoglier le sfide, risolver e dar forma, nel senso letterale del termine, ad esigenze, necessità e problematiche appena nominate, nel bel mezzo del terzo piano del Museo che affaccia tra 5Ave e la 103rd Street, la mostra presenta un modello full-size progettato da Pierluigi Colombo, interior designer of LaunchPad e Design & Art Director at Clei, srl.

    Making Room è specificamente focalizzata su quattro nuove tipologie abitative per la diversificata offerta delle domus a nella City:

    1. Piccoli, efficienti monolocali progettati per famiglie monoparentali;

    2. Legali opzioni abitative condivise per adulti estranei;

    3. Unità accessorie per rendere una casa unifamiliare più flessibile per le famiglie estese o affittuari aggiuntivi.

    4. Attenzione all’ambiente, evitando sprechi e puntando su risparmio energetico.

    Nonostante dimensioni ridotte e circoscritte, son diverse le caratteristiche che rendono l’abitazione in mostra altamente

    abitabile. L'interno è dotato di un design elegante e mobili convertibili progettati da Colombo e costruiti dalla società italiana Clei srl Mobili.

    Un sistema letto a muro trasformandosi permette spazio vitale funzionante sia di giorno, come luogo sociale, che di notte, come zona di riposo. Allo stesso modo librerie, scrivanie stoccaggio, divani e tavoli possono essere girati, nascosti dietro vani scorrevoli, sparire alla vista e tirati fuori quando necessari.
     

    Ci specchiamo un grande schermo piatto montato su un telaio scorrevole che si muove su scaffalature, risparmiando spazio e offre vari angoli di visione.

    Uno sgabello ospita piccole cornici al suo interno. I mobili trasformabili permettono al salone di esser arioso ed ospitare fino a 14 persone, quando i sedili sono spiegati dalle pareti e fuori dai loro ripostigli...

    I visitatori possono sperimentare un giretto-passeggiata attraverso il modello in tutte le sue sfaccettature nascoste per scoprire come l'housing del domani che è già oggi, si trasformerà nel corso della giornata per soddisfare i diversi momenti...

    Sebbene i riflettori siano puntati sulla pianificazione degli spazi, l’architettura degli interni e il design degli apartment, la mostra punta i riflettori anche questioni rilevanti di social politics: l’exhibition apre le porte, nel vero senso del termine, al cambiamento di stili vita abitativi, basati su idee che generi di appartamenti, tipologie multiformi di case dipendano da differenti habitat, hanno un impatto ambientale notevole e contribuiscano a migliorare le condizioni dell’ambiente sociale…

    Il modello full-size presenta una good practise per riconsiderare i codici degli alloggi esistenti in termini di controlli di densità,  dimensioni minime dell'unità abitativa e numero legale massimo di soggetti non imparentati che possono occupare luoghi dell'abitare.

    Con un aumento stimato di un milione di abitanti entro il 2030 annunciato nel rapporto PlaNYC del sindaco Bloomberg, l'alloggio dovrà cambiare la planimetria ideale per accogliere una popolazione in crescita...

    Oggi, quasi la metà dei residenti nella Big Apple è costituità da single e quasi un terzo di tutte le famiglie sono costituite da nuclei mono-familiari...
    Solo circa il 18 % delle abitazioni della città è occupato da famiglie nucleare. 

    La dimensione minima di un appartamento è impostata sui 400 metri quadrati, un numero che è sorto in parte a causa delle condizioni orribili di Tenement abitazioni nel 20esimo secolo. Tuttavia, considerando i progressi tecnologici che hanno eliminato molti dei pericoli del vivere in piccoli district vicini e contribuire a salvare spazio, facendo spazio suggerisce che potrebbe essere il momento di riconsiderare alcune delle leggi create nel 20° secolo, che non possono ospitare gli stili di vita del 21° e le preferenze.

    Creazione di spazio dispone di entrambi i modelli abitativi concettuali e progetti che sono stati realizzati sia a livello nazionale che all'estero . Sul lato più concettuale , progetti cinque squadre da una sfida lanciata dal CHPC in collaborazione con l' Architectural League di New York nel 2011, vetrina mini-studio per adulti singoli, opzioni abitative condivise e le opzioni per famiglie allargate. Inoltre , diverse proposte di progetto dalla Città sponsorizzato ADAPT competizione che ha avuto luogo nel luglio 2012 , i progetti di lungometraggio da sviluppatore / team di architetto . Il concorso chiamato a presentare proposte per la progettazione di un edificio di micro-unità di piccole dimensioni, 1-2 nuclei familiari . Più emozionante , forse , il disegno vincente sarà costruita sulla East 27th Street a Manhattan per vedere come le tariffe nel competitivo mercato di New York City .

    Mentre i progetti concettuali sono un passo importante nel determinare quali disegni funzionano meglio, è allettante sapere che alcuni disegni sono effettivamente realizzate per render più affini le abitazioni agli spazi outdoor di Manhattan e dintorni…

    Lo show room del design da interni targato Big Apple sorride all’ecologia sostenibile: il modello di Pierluigi Colombo produce case che son costituite da materiale "impermeabile" agli agenti esterni: non disperdono energia, mantengono il caldo d’inverno e il fresco d’estate, tale da ridurre o almeno contenere gli sprechi dovuti a helting o air condiction...

    Le stanze sono esposte al sole ed hanno così un illuminazione ottimale, evitando perenni neon accesi notte e giorno...

    La filosofia di wall e celling è d'abbattere il tanto paventato inquinamento acustico con pareti insonorizzate: i rumori che tanto ossessionano i newyorkesi in ogni dedalo della City that never sleep, non devono trasformarsi in molesti noisy domestici...

    Per Jerilyn Perine, direttore esecutivo di CHPC, "Vedere ciò che viene costruito nelle città di tutto il mondo e comprendere come le nostre regole hanno frenato il cambiamento di abitazioni, contribuisce ad educare i visitatori e stimolare dibattiti costruttivi sulle condizioni ottimali degli alloggi futuri, come adattare ai cambiamenti delle strutture familiari e dei centri urbani globali come New York, San Diego, Montreal, Seattle, alle condizioni ambientali".

    I Newyorkesi avranno la prima occasione di sperimentare micro-unità abitativa con la realizzazione di "Il mio Micro NY", il vincitore del concorso NYC adattarsi. Monadnock Development LLC , Attori Fondo HDC e nARCHITECTS hanno unito le forze per realizzare il progetto con una data di completamento prevista del 2015.

    La struttura sarà la prima abitazione plurifamiliare a Manhattan ad usare una costruzione modulare e sarà situato a 335 E. 27th Street. La costruzione delle unità modulari avverrà al Navy Yards di Brooklyn, fornendo posti di lavoro locali. Il 40 % degli apartament sarà accessibile ad affitto fisso, mentre il 20% sarà riservato ai newyorkesi che detengono un basso reddito.

    Il tutto a titolo sperimentale: in caso di successo, il progetto servirà da ispirazione e sarà un passo importante verso la creazione di disegni abitative che rispecchiano la vita delle megalopoli del 21°secolo infarcite dei progressi della tecnologia.

    Susan Henshaw Jones , Ronay Menschel Direttore del Museo della Città di New York ha dichiarato: "Con questa mostra il Museo della Città di New York e il Citizens Housing & Planning Council stanno dando ai newyorkesi uno sguardo verso il futuro di abitazioni nella nostra città . La mostra dimostra chiaramente perché New York City ha bisogno di tipologie di housing ad  hoc per consentire il miglioramento degli standard dei unità abitative in itinere".

    Dopo un attento sguardo alle tendenze del momento i-Italy ha contattato l'architetto Pierluigi Colombo per aver un idea sui nuovi stili adottati dai neworkesy che si affideranno al gusto e alla professionalità di arredatori italiani...

    Making Room incarna i principi dell'abitazione ideale per eccellenza: da cosa ha preso ispirazione per realizzarla? E' uno stile di casa calzante a pennello per Manhattan?
    Potrebbe esser esportata e valida anche per le filosofie abitative in altri Paesi?

    Making Room è una filosofia dell'abitare che utilizza degli elementi trasformabili, flessibili, in cui l'alternativa è il must per eccellenza: il modo in cui questo linguaggio viene applicato poi si differenzia attraverso le esigenze di qualità dell'abitare "alto"...

    Sono specializzato in interni e come direttore artistico e progettista da tanti anni masticolo le esigenze degli utenti: gestire, muoversi e vivere in spazi che non superino 30 metri quadri è possibile senza per questo sentirsi prigionieri di una condizione di vita più sfortunata, di qualità inferiore o piena di disagio...

    La scommessa di questo progetto è stata vinta: ha dimostrato che vivere in un spazio ridotto, contenuto, circostritto se dovesse capitare non è il male peggiore del mondo: può essere sinonimo di aree gestite al meglio, con alternative valide e capacità di re-inventarsi... 

    Trasformabilità, qualità, ergonomia e buon gusto sono svincolate dalla mancanza di spazi...

    Quali sono le caratteristiche imprescindibili che definiscono, rifiniscono, identificano e distinguono un appartamento medio newyorkese da uno in qualsiasi parte del globo?

    Nella realtà newyorkese che conosco direttamente sia nelle case d'affitto che in quelle acquistate ho sempre notato il letto fisso nello spazio centrale: a Manhattan l'iterior è organizzato con angolo cottura e bagno

    Il problema letto viene sempre risolto lasciandolo li oppure utilizzando un divano letto ma comunque non è una soluzione ad hoc: anche bypassando il fattore estetico, un letto di 4 metri quadri limita l'organizzazione della stanza, mangia spazio, ruba zone importanti, sottrae spaccati che potrebbero essere potenzialmente sfruttati meglio e ingombra il transito...


    Nuclei famigliari che crescono, micro-famiglie allargate, single incalliti che si ricredono mettendo su famiglia...ll problema delle densità degli spazi a Manhattan è una costante fissa...
    Con quali strategie Making Room si prefigge di superare gli ostacoli che ne derivano?

    Sempre a proposito della densità degli spazi in questo periodo assistiamo all'imperversare di fenomeni quali il couchsurfing ed affini: come cambia la dinamica di una stanza in relazione al suddividerla con estranei?

    Render possibile una qualità della vita medio-alta, sfruttando di standard di livello superiore, vivere in una atmosfera domestica senza andar a spendere delle cifre esorbitanti: nello stato di New York, l'acquisto di una stanza in più, se si vuol passare da un bi ad un trilocale comporta  in media  una spesa che aumenta di 100.000 dollari rispetto al prezzo base...

    L'utilizzo di un arredo congruo che coinvolga l'integrazione di elementi trasformabili

    Il couchsurfing è un tema progettuale molto interessante che non ha ancora trovato una risposta standardizzata a livello di prodotto immesso sul mercato che può esser acquisato e dar risposta a più esigenze perchè qualsiasi elemento trasormabile immesso, allocato in una stanza crea spazio per dormire ma quello che viene a mancare è il discorso inerente la privacy che viene alterata, ma che, per esser comunque rispettata si traduce in una azione attenta del progettista che interviene realizzando tende, porte e pareti scorrevoli, quinte...

    Il couchsurfing incrocia le relazioni umane: non si tratta solo di creare posto-letto o un posto-lavoro, non è solo spazio fisico quello al quale si fa riferimento, non si vuol metter distanze fra i coinquini, l'obiettvivo è di dividere... nell'unire! 


    Curioso come il design da interni  intimi per antonomasia 
    sfocino nel sociale e l'architettura di luoghi dell'abitare tradizionale si tramutino in ambiti socio-relazionali amicale: le dinamiche abitative abbattono le barriere dell'anima, aprono a una dinamica delle relazioni comunitarie...

    La crisi economica morde anche in campo immobiliare: prezzi d'acquisto, affitti, ristrutturazioni di case sono alle stelle...
    Quali opzioni consentono di mixare costi concorrenziali a modelli ideali per
    target medi?

    Il tema progettuale che adottiamo da risposte in termini anche economici a queste problematiche... 

    Si tratta di progettare utilizzando arredi che consentano di venire incontro a diverse esigenze di spazi: così le persone possono permettersi un trilocale anche se hanno dei figli per far un esempio concreto utilizzano la stanza per il bambino e la coppia dorme nel soggiorno... l'importante è sempre offrire un livello di struttura abitataiva qualitativamente alto sia di giorno che di notte.

    E' rilevante il binomio design-materiali, quest'ultimi infatti son parte integrante di interni ottimali: si può realizzare un buon prodotto finale anche con materiali competitivi, che rientrano in un budget concorrenziale, adatti a tutte le tasche, senza penalizzare qualità, originalità, ma valorizzandone soluzioni architettoniche ibride facenti capo al principio sempre valido in economia del massimo risultato con il minimo sforzo...

    In Making Room l'attenzione è rivolta anche all'ambiente...
    Che soluzioni si possono adottare per dar vita a stanze eco-sostenibili?

    Making Room segue già una filolosofia che va a braccetto con l'ambiente per il concetto del caro consumi inferiore agli standard: meno metri quadri... il numero inferiore di metri quadri utilizzati o quantomeno non in eccesso, solo quelli necessari davvero,  consentono l'emissione ridotta di anidride carbonica.

    Si può far di più con i materiali che creano la stanza: riscaldamento, legni, materiali che costituiscono i mobili si apre una sfera parallela ed altrettanto ampia le norme per esempio in California sono molto restrittive: se si vuol arredare in si è obbligati ad utilizzare materiali eco-friendly...

     La cucina ecco con pannelli solari funzionali al riscaldamento di acqua, aria ed ambiente...

    La richiesta più assurda e stravagante che, clienti italiani o newyorkesi, le hanno fatto in materia di architettura di interni...

    A livello di mobili e spazi trasformabili la fantasia dei clienti spazia davvero a 360°: a memoria, le "esigenze" più singolari vanno dalla richiesta di numero crescente di letti, che aumenta  fino a 3 o 4 di quelli "abbattibili", stile cuccette dei treni e vien da chiedersi cosa dovranno mai fare con posti-letto non più grandi di quelli dei nanetti di Biancaneve in fila verticale, fino all'utilizzo di stampe negli armadi dove i temi sono davvero tra i più svariati, dalla faccia dei bambini a quelle di attrici e personaggi noti, passando per colori esplosini che accendono le nuace delle pareti...

    La gente segue le proprie idee, indole, estro, convinzioni, segnando stile, marcando tendenze e definendo must...

    Quando si entra nell'ambito del gusto non c'è davvero limite...

    Differenze/somiglianze tra l'architettura da interni europea e quella statunitense...
    Quali sono gli elementi caratteristici comuni ad entrambe e in che cosa differiscono diametralmente?

    Trovo similarità negli approcci esecutivi, nelle soluzioni architettoniche, l'arredamento d'interior design, la divisione degli spazi: lo stile in toto ci accomuna perchè il gusto delle architetture moderne americane, nell'ambito del contemporaneo, si focalizza sugli stili europei, traendo spunto da quelle del Vecchio Mondo ... 

    Differenze? Nell'utilizzo dei materiali che negli States è di stampo più tradizionale: il legno, per esempio, le cui applicazioni sui muri qui da noi va scemando, o viene utilizzato in minima parte in ambiti circoscritti per lasciare spazio alle laccature, a New York è ancora molto richiesto... 

    Altra divergenza è che in Europa l'aspetto estetico spesso va  adiscapito dell'utilizzo e della comodità...

    Questo negli StatiUniti è impraticabile, non è accettato: è ideologia consolidata che il buon gusto debba sposare linee di assoluta ergonomia, dar vita a mobili a dimensione d'uomo per intenderci e non il contrario!  

    New York è la città eterogenea e cosmopolita per eccellenza: sguardi di persone, luoghi visitati, scorci, spaccati della fisici o ideali della Big Apple...
    Da quali elementi outdoors prende ispirazione per la varietà nel design da
    interni?

    Materiali, oggetti, colori: ecco gli elementi pieni di verve che imperversano nella City e da cui prende energia e linfa creativa...

    Sono utili a livello progettuale cerco sempre l'elemento di novità, d'arricchimento, che contraddistingue lo spirito dell'abitare ma senza che siano vincolanti devono essere un richiamo molto pacato, un tetto di imprevedibilità, un sottile ed impercettibile

    Le città più belle son quelle piene di sorprese... Così i luoghi dell'abitare: il segreto sta nell'interiorizzare e far propri, capire i caratteri distintivi di ciò che colpisce l'attenzione per poi alterarne basi, modificandone l'essenza fino a stravolgerne i tratti, generando tutt'altro...

    Qual'è la stanza di cui gli americani non potrebbero mai far a meno?

    In termini ergonimici la cucina e la tendenza è di non aver più una stanza dedicata ma internarla in uno spazio living...

    Progettualmente è difficile perchè si dove ideare una cucina che sembri un soggiorno: val la pena progettarne una d'impatto, con design ricercato, stile importante,  deve esser un pezzo con carattere, una struttura che sia sempre aperta, libera nel suo "esser spazio a sè", costituire essa stessa area tale da avere "una ragione d'essere"...

    La cucina è ancora vista come un luongo-spazio dove non solo consumare cibo, in maniera frettolosa e frugale, ma una vera e propria isola artistico-creativa in cui, stando insieme, si respiri unità familiare, condividendo una dimensione conviviale ed intima...

    Con Making Room il futuro del comparto housing è già qui: cosa ci si deve attendere dall'evoluzione della filosofie di disposizioni degli spazi abitati?
    Quali progressi dobbiamo attenderci nell'immediato ad imperare nei nostri appartamenti?

    Le nuove delibere con Bloomberg meno metri quadri per poter consentire stili di vita alti al maggior numero di persone possibile:  ci son sempre più single, ma al bisogno anche i micro.neclei devono comunque poter espandersi...

    All'orizzonte del Manhattan's show room da interni regnerà, ancora una volta, solo ciò che i newyorkesi con il loro provebiale senso pratico giudicano ottimale...  
     

  • Arte e Cultura

    Nel loft psichedelico di Giorgio Casu...

    "L'arte è un concetto astratto e indefinibile, impossibile da catalogare, cristallizzare  o imbrigliare in categorie statiche, fisse, prestabilite che danno vita a idee concettuali asettiche"...

    "Le ispirazioni sono creazioni che si traducono in arte veicolata a 360° su materiali diversi, se non addirittura diametralmente opposti: l'indole dei creator può spaziare da painting multicolour a tele psichedeliche, passando per posaceneri, cover di libri e i-phone, decorazioni di anelli e quadranti d'orologi, per finire, si fa per dire, con l'impreziosire chitarre, tavole da surf... e uova di ceramica!

    Questi i pensieri che attraversano mente ed animo di chi, ammirando le opere di Giorgio Casu, artista sardo di stanza a Manhattan da più di sette anni, si perde nel suo mondo...

    Nato come comix artist ed illustrator, Giorgio si laurea all'Università di Cagliari nel 2000 con una tesi che analizza il potenziale educativo insito nei fumetti e nelle arti visive ed inizia la sua carriera nel ‘99 fondando "CHINE Vaganti", associazione dove scrive e pubblica sulla rivista  “Macchie d'inchiostro”.

    Dopo la laurea lavora in veste di educatore presso un centro psichiatrico nella sua terra, la  Sardegna, ed è in questo periodo che sviluppa dinamiche in arte-terapia nei centri sociali e psichiatrici per la messa a fuoco di trattamenti di malattia mentale e di sostegno relativi a laboratori di visual arte, teatro, recitazione a cui accosta, nel 2001, l'esperienza d’insegnamento di animazione grafica in una scuola professionale.

    Ma è nel 2003 che Casu da il via alla sua carriera d'artista professionale: da art designer "in erba", i cui natali sono in Europa, in Inghilterra, dove a Leeds realizza exhibition dipingendo interamente in acrilici e vernice, la personalità già  spiccata del creativo si delinea con tratti più decisi nel 2005, quando, a livelli internazionali, ispirato da un esperienza di viaggio d'oltreaoceano in giro per l'Asia e Sud Pacifico, giune in Australia.

    L'itinerario di vita conduce Giorgio nel continenete dei canguri: approda a Byron Bay, dove, come artista professionista iniazia a collaborare con gallerie e partecipa a manifestazioni culturali come "Blues e Roots Festival di East Coast", realizzando collezioni di tavole da surf... 
     

    Tra il 2005 e il 2008 Giorgio si mette in gioco dando vita a body painting and street theatre performances: questo gli vale la considerazione della Retrospect Galleries di Ted Harvey, una fra le più rinomate gallerie della costa orientale australiana, che espone i ritratti iconici di Casu del tour mondiale dei Led Zeppelin correlate del leggendario concerto della band a Sydney nel 1972.

    La consacrazione dell’artista negli States arriva nel 2007 quando il creativo si stabilizza a New York iniziando a collaborare con diverse gallerie e movimenti d'arte...

    L'inarrestabile Casu realizza la prima personale nel 2009 a Manhattan: presso l’Atelier, gallery sulla 42a, fanno della mostra di sé ben 15 opere-tributo ad uno dei più grandi graphic designer di tutti i tempi, Milton Glaser.

    Nello stesso anno realizza per Thrive, progetto in collaborazione con artisti di fama internazionale per la creazione di mix painting, photography, body painting, music, theatre performances, projection, modern dance, hair design and fashion, un quadro che raffigura il neo-eletto Presidente Usa Barack Obama: questo fiore all'occhiello della produzione vale a Giorgio l'onore di esser esposto alla White House a Washington DC  nel maggio 2010, per un evento di beneficenza per la tragedia di Haiti.

    L’arte di Casu spazia a 360 gradi: a novembre '10 il Nostro si cimenta nella realizzazione della copertina di un libro, Lucid Dreaming, in collaborazione con la fotografa di Tiffany, Layla Love, mentre nel febbraio del 2011 l’artista presenta insieme a Michela Martello a Gramercy Park  una mostra organizzata dal gruppo Corcoran per il Festival Internazionale d'Arte Migrazione con curatrice Rossella Cannevari.

    Ottobre 2011 presenta presso l'Istituto Cultura Italiana a New York per IMAF, creando con l'architetto e designer Michele Palazzo una performance live visual chiamato Artbites di Grana Padano.

    Febbraio 2012, su richiesta, ha la sua prima esperienza come curatore e artista per la Jadite Gallery organizzazione di una mostra collettiva denominata Architexture, il punteggio di apertura il record di presenze per la più antica galleria cucina dell'inferno in 25 anni.

    La collaborazione con Save the Children a novembre 2012 ha organizzato la mostra personale "Le Uova Elephant" presso il magnifico showroom in Wooster Street per il 100° anniversario del prestigioso marchio Poltrona Frau a Soho.

    Come designer ora sta collaborando con diverse aziende per la realizzazione di una nuova marca di chitarre elettriche.

    L’appartamento di Giorgio è una chicca di arte in sé, un Loft di creatività allo stato puro, una depandance che sprizza ecletticità da tutti i pori...

    Ci aggiriamo tra painting d'animali sgargianti e futuristici: balene surreali, civette svettanti, farfalle, libellule e galli sospesi tra sogni onirici...  

    Siamo proiettati nella storia, tra ritratti imponenti: ecco che spunta sulla nostra testa una rivisitazione in chiave pop della Gioconda di Leonardo, poco distante ecco il soprano greco, Maria Callas, la pittrice messicana Frida Calo e ancora il rivoluzionario per eccellenza, Che Guevara...E che dire di un Charlie Chaplin installato in location bizzarre e anticonvenzionali: troviamo l'attore cult del cinema muto anni '30 è nel bel mezzo della piazza Rossa moscovita del Cremlino e lo scorgiamo sdraiato con pattini ai piedi in una Chicago a forme squadrate...

    Il dining room del loft di Casu è il tripudio di painting che trasuda tratti di New York inside...

    Alziamo lo sguardo e riceviamo a nostra volta la magia stregata dello storico Flat Iron in versione pop, street-art...

    In pompa magna fa bella mostra di sé un Chrisler spichedelico circondato da nuvole arabeggianti, li’ dove il Gigante della City assume sfumature dalle 1000 e una notte...

    Ed ecco spuntare una Times Square in tutta la sua maestosità lussureggiante di insegne caleidoscopiche con un Charlie Chaplin al centro...

    Su tutto un must, l'orgoglio e la fierezza di una Lady Liberty sulla cui corona campeggia "In Freedom we trust"... 

    Tutte queste meraviglie hanno una storia, respirano e ci guidano in sentieri metafisici a sé stanti governati da arte e sentimenti, universi senza fine conditi di creatività ed emozioni: sono espressioni dell’anima dell'artista che vive attraverso esse.

    A contatto delle quali gli spettatori non possiamo fare a meno di perdersi...

    E’ un opera in particolare che ci coinvolge in toto...

    Sembrerebbe una Madonna...

    Painting iniziato nel 2009, quello che scorgiamo con trasporto, è un ritratto di Francesca Rosa, una amica, attrice italiana, di Giorgio che lo ha esposto senza firmarlo... Motivo? Ci ha rivelato che sentiva, avvertiva a pelle non fosse finito. 

    Dopo due anni l'artista lo ha ripreso cercando la chiave corretta per finirlo: ci ha confidato che ne adorava la grandezza e pensava sarebbe stata una ottima copertina per un libro...

    Da qui l'idea di intitolare il painting "IL LIBRO" e scriverlo in copertina, cioè nel quadro appunto, pensando, in futuro, anche di farlo diventare una vera installazione e costruirci un libro gigante con una storia dentro...

    L'affascinante storia su questa crea creazione continua infittendo il mistero sempre piu'...

    Giocando col nome il libro, Giorgio si è sempre piu' invaghito del suono delle parole e mi piaceva il suo Dellillibro scritto tutto attaccato per che penso porti con se un naturale senso che è quello di volo dell'immaginazione e del proprio spirito alla ricerca, leggero, libero distensivo...

    Così,  dopo varie ricerche, trova il termine illibro/illibra in italiano trovando un unico link dove veniva usata la parola così scritta che risultava esser citata nienete di meno che nel 29esimo canto del Paradiso nella Divina Commedia...

    Studiando il Canto con enorme sorpresa Giorgio scopre che "parla" quasi del suo quadro: molti i riferimenti a citati ad angeli e alla luce dipinta, son citati il sole e la luna nello stesso orizzonte e, in particolare l'esistenza di Beatrice che mostra tutto cio' a Dante, sembra esser la Francesca dipinta da Giorgio...

    Ecco ti tocco finale che il creator attendeva per tracciare l'ultima nuance di colore al quadro, di getto, trovata la chiave di lettura tanto attesa, Casu termina l'opera aggiungendo strofe del cantico, chiamandolo Luce...

    Una raggiera di Light fa da corona alla nascita di un elefantino di Ganesh, Dio del viaggio, protettore degli artisti...

    Perche? Il Nostro ci rivela che il dipinto svela la propulsione per la Scoperta, l'energia vitale che sprizza e straripa da tutti i pori del sensibile, incarna l'idea del Viaggio e la sensazione avvolgente dell'esser illuminati dalla Conoscenza...
     

    L’Arte con la A maiuscola come la intende Casu non ha confine, non vede limiti all’orizzonte nè conosce chiusure, ma anzi notevoli predisposizioni ad aperture ad altro inteso in senso lato...

    Giorgio è incarna davvero la quinta essenza della ecletticità e vivacismo artistico...

    Nella dining del suo appartamento ci mosta come sia attivo a 360° sul creare arte da elementi e materiali all'apparenza inabili...

    Ci sentiamo attorniati da veicoli d’arte...

    Ecco apparire un libro su un comodino in legno su cui son poggiati anche anelli d’argento...

    Su un mobile più in là fan bella mostra di sè orologi da polso, uova di ceramica e copertine di i-phone che portano i segni indelebili dell’arte targata Casu..

    Poggiate alla parete che affaccia sull’8th Ave chitarre e tavole da surf ci trascinano in altri mondi d’arte...

    Il peregrinare nell’arte di Giorgio Casu è un iter che sa di labirinto...

    Il libro Dreaming di cui l’artista ha curato la copertina è correlato ad una mostra di quattro mesi presso la Galleria Atelier di via 42th a New York City ed ha avuto molte collaborazioni rilevanti: lo scrittore e giornalista Anthony Haden Guest ha scritto l'introduzione per il libro nell'ambito del National Organization for Women, della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne. Il libro in edizione limitata è stato presso la prestigiosa Park Avenue Armory organizzata dal MOMA.

    Gli anelli hanno le nuance di Sardegna: fanno parte di una collezione in argento che il Nostro impreziosisce con pietre e genne incastonate provenienti dalla sua terra natale...

    Altri accessori imprescindibili dall’arte di Giorgio Casu del momento sono degli orologi da polso: sono una collezione di orologi in edizione limitata in cui è incluso il ritratto di Vincent Gallo, che entrò a far parte del personaggio di Gallo nel film, La leggenda di Gasper Hauser-by Davide Manuri prodotto da Blue Film, Roma e presentato ufficialmente presso il Lincoln Center di New York City nel 2012.

    Le uova di ceramica fanno parte di un regalo ricevuto da Giorgio da cui ha tratto ispirazione per altre opere...

    Tavole da surf e chitarre ovviamente tutte marchiate a fuoco dai colori fluoriescenti dello stile di Casu fanno parte del sui trascorsi in Australia e della sua passione musicale...

    Insomma tutto è arte sembra volerci comunicare dallo arredo del suo loft l’artista, a cui abbiamo chiesto un intervista che ha cortesemente concesso.

    Siamo abituati a conoscerti come autore di quadri, innovatore di stili e “provocatore d’arte”... invece nel tuo passato ci sono studi da sociologo ed educatore... e su come l‘arte vada di pari passo con la psicologia e psichiatria. Come spieghi il legame arte-mente?


    Come l’arte può aiutare  a correggere le diversitàdate dai problemi mentali?

    L’applicazione di una mente con difficoltà cognitive ed emozionali aiuta e coadiuva la mancanza, carenze, le cosidette deficenze mentali...

    Il dedicarsi ad un lavoro artistico aiuta la progettare la vita...ad avere uno scopo giornaliero impostando un progetto di completamneto di persone e vita...

    Rende le persone più armoniose...

    Dipingi, crei ceramiche, orologi, curi copertine di libri, disegni su chitarre e tavole da surf addirittura... Chi è Giorgio Casu? Definisci te stesso come persona e artista...

    Sono... un Artista che approfitta di qualunque occasione la vita porga...

    Provo ad essere un creativo a 360°, non concentrandomi solo su un mezzo, tecnica o modalità d’arte, ma focalizzandomi su un pluralità di materiali, stili ed approcci creativi, così da esprimere la mia arte veicolandola in più direzioni, e... sono continuamente in attesa di nuove sfide progettuali...

    Hai iniziato di fatto la tua carriera all’estero, in Inghilterra, a Leeds, poi hai viaggiato in Asia, Australia, South Pacifico... e sei approdato a New York... Di te è banale affermare che sei l’artista cosmopolita per eccellenza... sei proprio l’artista altro dall’Italia...


    Allora cosa c’è, se c’è, ancora qualcosa di italiano fortemente radicato in te?

    Tutto: la cultura con la C maiuscola che mi son costruito in tanti anni di studi univeritari e dall’esperienze di vita privata viene dall’Italia e dalla mia origine sarda.

    Teatro, Storia, Cinema, ambito culinario, eccellenze enogastronomia, fa tutto parte di queli livello di educazione culturale che in italia raggiunge altissimi livelli di cui esser orgogliosi e da valorizzare... ed utilizzare...

    Il Principe di Machiavelli mi ha insegnato molto a riguardo...

    Sei stato il primo italiano ad esporre alla Casa Bianca nell’era Obama e la stessa Michael si è complimentata con te...

    Cosa si prova ad essere elogiati dagli inquilini della White House?

    New York è la città cosmopolita per eccellenza, da cosa prendi ispirazione? Sguardi di persone, luoghi visitati, scorci, spaccati della fisici o ideali della Big Apple?

    Sensazioni che provo per strada persone che incontro, mi ispira Times Square, Flat Iron, Chrisler, a Central Park John Lennon...

    Tutto si traduce non solo in opere ma in frasi che pongo in esse per arricchirle ed imprezisirle di ancor più: non sono certo slogan, ma flussi di pensieri, mainstreem di idee, source of counciulness che mi vengono di getto...

    Parti di me che furiescono e di cui solo dopo capisco connessioni, correlazioni e intrecci...

    Nella tua arte un paragone confronto con la stessa italiana...

    Il mio genere è figurativo, astratto, pop art e new pop art, concettuale materiale...

    Negli States gli estimatori dei diversi generi, vedono energia, brio, ritmo nelle opere, non si focalizzano su un unico genere, penalizzando o distcriminando gli altri, sono aperti a più stili, c'è un'apertura diversa verso le novità, opere d'arte più interattive della street art... giudicano di meno , si ispirano unicamente al loro piacere dell'opera in se, questo porta a dunque l'apertura porta ad un mercato d'arte brulicante e... ad una maggiore propensione all'acquisto!

    Come nell'arte dovrebbe essere... critiche costruttive, non dando giudizi, ma accettando l'operato degli artisti...

    In Italia vige tutt'altro lait motive: l'arte deve piacere, la si deve comprender e capire a tutti costi, altrimenti non piace e, di rimando, non la si acquista...

    Tra tutte le esperienze artistiche newyorkesi a quale sei particolarmente legato?

    Ho fatto talmente tanta esperienza a New York che non ho un evento unico da ricordare... la mia mente la cosa che mi rende più felice sono le persone con le quali collaboro una trentina tra staff dell'organizzazione, art designer, grafici, curatori...

  • Fatti e Storie

    Sopravvivere al caos di Manhattan si può... parola della Dottoressa Silvana Pizzuti

    Fretta d'arrivar in ogni dove, frenesia dettata dal tempo che non basta mai, caos scaturito dall'esser sempre in troppi a far tutto...

    Sono più o meno questi i pensieri che invadono tutti noi quando, per troppo tempo, si corre nella City che non dorme mai a spron battuto e vivere a Manhattan rischia di esser logorante più che elettrizzante.

    A rallentare i ritmi, suggerire self- control per raggiungere uno stato d'animo pacifico e conquistare una buona dose di calma interiore che si trasferisca anche nel wild life-style che ci circonda ci pensa Silvana Pizzuti, italianissima psicologa e psioterapeuta con cuore ed animo newyorkese, come lei stessa si definisce...    

    La Dottoressa Pizzuti è nata a Battipaglia, in provincia di Salerno e all'età di 7 anni si è trasferita a New York con tutta la famiglia.

    Ha studiato psicologia laureandosi all'università di..... ed esercita la professione di psicologa presso la Catholic Guardian Society & Home Bureau e consegue  una specializzazione in agopuntura presso la Swedish Institute School of Acupuncture and Oriental Medicine City University of New York City College Long Island University, Brooklyn Campus.

    Altre fasi della vita e motivi di crescita l'hanno portata a imparare ed insegnare ora Tai Chi Chuan - Yang long form.

    Dott. Pizzuti più tardi ha detto che è quello che succede quando si sta facendo correttamente il modulo. "Il sangue circola meglio e ciò ha una risonanza in tutto il corpo", ha detto, aggiungendo che "questo rappresenta solo uno dei tanti benefici del Tai Chi per la salute, che comprendono il miglioramento della flessibilità, l'equilibrio e cardiofitness".

    Ed è appunto ad una lezione di questa distensiva disciplina al Soldiers 'and Sailors' Monument, nel cuore dell'Upper West Side tra Riverside Drive e la 89th Street cui la psicologa ci invita a partecipare, che sperimentiamo volentieri varie tecniche...

    Ha iniziato la classe, che fa parte del Summer annuale del programma Hudson, a maggio ed è appena terminata con l'ultima seduta di oggi, domenica 25 agosto...

    La lezione ha inizio con un esercizi di stretching leggero, seguiti da una sferzata silenziosa una serie di movimenti lenti, sinuosi e fluenti che fanno prender vita alle forme variegate...

    Rompendo dapprima il silenzio per fornire istruzioni dettagliate lasciando la mente spaziare su immagini di vita, la dott. Pizzuti ci invita a voltraci prima a destra, poi a sinistra e infine in posizione frontale per iniziare il nostro viaggio interiore.

    Abbiamo immaginato di tenere un pallone da spiaggia enorme e fluttuante tra le mani...

    Poche mosse dopo, quasi a volere trattenere qualcosa siamo alle prese con il difficilissimo atto dell'afferrare un uccello per la coda...

    A contribuire a rendere la forma ancor più tangibile, abbiamo addirittura inscenato una lotta... 

    Il Tai Chi è un arte marziale cinese grazie alla quale si stimola il flusso di energia vitale, generando un veicolo ideale per tramutare lo stress di tutti i giorni in sana dose di power of life per raggiungere una eccellente dose di benessere psico-fisico...

    Il tutto, nonostante i ritmi all'apparenza tranquilli di un semplice allenamento, strizza di gran lunga l'occhio alla linea: infatto il Tai Chi permette di bruciare lo stesso numero di calorie all'ora di una camminata veloce...

    Continuiamo la nostra seduta con la Dott.ssa Pizzuti che ha suggerisce di rilassarci completamente e ci guida nella realizzazione di pose mirabolanti...

    Mimiamo onde del mare che si increspano, mulini ad acqua che girano, fiori dorati cadono soffici...

    Ci trasformiamo negli animali più disparati quando spieghiamo le braccia tramutare in ali a sinistra e destra, diveniamo scimmie che offrono la frutta, giriamo la testa come draghi e la coda come fenici, assumiamo la fierezza di aquile in volo, la leggadria di gru dalla testa rossa che stirano le zampe e di farfalle che volano in coppia...

    Il tutto tenendo semplicemente mani e piedi incrociati, o gli stessi arti che si aprono, si chiudono e si incontrano, con l'unico obbiettivo di chiudere gli occhi per rigenerare corpo e, di conseguenza lo spirito...

    "Fidatevi del vostro corpo", sussurra in uno splendido inglese con accento italiano Silvana Pizzuti a più riprese dopo che la classe ha simulato d'afferrare una grande radice e tirarla fuori dalla terra: "È possibile trovare il modulo con il tuo corpo".

    "Il modo c'è... è attraverso la pazienza e pratica". 


    Verso la fine della lezione ecco un'altra chicca che ci mette ancor piu  a contatto con la natura e l'ambiente circostanteregalandoci un altro assaggio di serenità: Tai Chi a piedi.
    Con le gambe e i piedi leggermente divaricati, abbiamo fatto passi in avanti spostando il peso del corpo da un piede all'altro, come se, attraverso flussi di riempimento-svuotamento, versassimo acqua avanti e indietro, tra due vetri. 


    Davanti al Soldiers 'and Sailors' Monument ben 25 appassionati di tutte le età si son dati appuntamento... 

    Per Susan Werbin, 68 anni, che gestisce un servizio di job placement, il Tai Chi è divertente e aiuta a migliorare la sua artrite, l'equilibrio e la salute generale.

    Robert Rovegno, un cuoco 58enne, e la signora Werbin s'incontrano per praticare la tecnica cinese presso il Monumento ogni domenica anche durante l'inverno perché : "Il Tai Chi è un esercizio che troviamo interessante perché è calmante ed energizzante allo stesso tempo".

    Poi ho detto il dottor Pizzuti ero stato così assorto in ogni passo che ho dimenticato tutto su l'obiettivo di camminare, che è ordinariamente di arrivare da qualche parte.

    "Ma hai trovato da qualche parte," ha detto. "E' solo tutto al suo interno."

    Finita la lezione abbiamo avvicinato la dottoressa Pizzuti che si è gentilmente prestata a rispondere alle domande della nostra intevista per approfondire particolarità e curiosità della splendida tecnica in cui l'abbiamo vista all'opera.

    Cosa l'ha colpita del Tai Chi?

    Ho studiato per molto tempo karate e l'avvicinarsi al Tai Chi è stata una naturale evoluzione della mia crescita personale e professionale...

    Mentre la prima disciplina, il karate, pur suggellando il legame mente-corpo, ha una maggior concentrazione esterna, basata sull'azione e movimento repentini, la seconda, il Thai Chi appunto, ha nascita interna alla persona stessa: da power of mind parte e... qui ritorna!

    Coltivare l'energia vitale, trasferirla nell'esistenza di tutti i giorni, far si che diventi pane quotidiano potenziandola con stimoli continui...

    Non si vuol entrare nella meditazione, ma è quest'ultima che entra a far parte della vita di tutti noi... 

    Che effetti ha portato il Tai Chi nella vita di Silvana Pizzuti psicologa e donna quando ne è entrato a far parte?

     
    Come professionista mi ha consentito di imparare ad ascoltare ancor meglio colore che accolgo nelle sedute di psicoterapia: riesco a concentrarmi maggiormente udendo i racconti, ad esser coinvolta di più "entrando" nelle esperienze narrate, a condividere con maggior slancio e fare empatico le vicissitudini vissute quasi sulla mia pelle...

    Sulla Silvana Pizzuti donna i benefici sono notevoli: anch'io sono più tranquilla, rilassata, posata e insieme energica: mi son riappropriata di uno stato di forza interiore dato da una dimensione di completa correlazione ed equilibrio tra corpo-anima-mente...

    In che modo il suo esser italo-newyorkese ha influito sulla sua professione di psicologa, psicoterapeuta e agopunturista?

    Mi definisco una psicologa newyorkese con cuore italiano: grazie alle mia doppia personalità culturale riesco ad ascoltare meglio coloro che partecipano alle mie sedute e... non mi riferisco al poter esprimermi nelle tre lingue che parlo inglese, italiano ed anche spagnolo!

    Ad una professionista dell'ascolto si chiede di esser aperta nel far valutazione, stime, considerazioni anche distanti dalle proprie visioni, propulsiva verso usi costumi tradizioni lontane da quelle nostrane, propositiva verso le diversità in generale...

    E quale dimensione mette in condizioni miglior se non avere una doppia nazionalità?

    La mia italo-americanità dovuta all'esser venuta qui a Manhattan all'età di 7 anni, mi ha consentito di apprezzare altri point of view, sovrastimare Culture altre, rilevarne le ponzialità fino a considerandoli arricchimenti imprescindibili, dal bagaglio culturale d'immenso valore...

    In cosa si differenziano gli italiani dai newyorkesi che vengono in terapia da lei? 

    Gli americani sono più restii a confidarsi, fanno più fatica in genere ad aprirsi, o meglio si confessano solo dopo parecchie sedute psicoterapiche...

    Gli italiani e latini, sono più propensi a rivelarmi anche i loro segreti più nascosti, i particolari più reconditi, gli aspetti più profondi del loro essere e questo mi lusinga tanto da rappresentare il vero quid del mio lavoro perchè è volano di apertura della loro porta- Esistenza e, di rimando, veicolo d'aiuto per la risoluzione delle loro problematiche...

    Come i ritmi frenetici di Manhattan e di New York in generale, possono divenir più vivibile?

    Cambiare vita si può sul serio: metter a centro famiglia e amici con l'importanza che rappresentano per noi e la forza che ci trasmettono, considerazione di se stessi come elemento di tenacia interiore e pilastro d'integrità, rivalutazione netta dell'Inutile: tensioni, irritazioni, arrabbiature, devono se non sparire, almeno esser contenute ed incanalate in energie positive che si, anche la City con tutto quello che offre, può dare, ma che solo Noi con fermezza, self-control e power of mind possiamo confermare continuamente...

  • Fatti e Storie

    Sulle passerelle degli Atelier newyorkesi sfilano fascino, passione e classe di Carla Barrucci...

    Sguardo posato di chi la sa lunga, camminata decisa, andamento sinuoso...

    Il tutto incorniciato da splendidi abiti d'alta moda che possono solo che valorizzare il fascino già spiccato di Carla Barrucci, creatura che sembra esser nata per prestare la sua persona alle passerelle di mezzo mondo...

    Siamo nella splendida cornice del Lincoln Center, sfavillante tempio dell'Upper West Side anche per l'arte dei tessuti, dove incontriamo l'indossatrice che prova per l'evento dell'anno, la settimana della moda newyorkese...

    Eccola che inizia una gionata intensa di cambi d'abito, trucco, sfilate, in preparazione dell'evento...

    L'hairstylist le sistema una ciocca sbarazzina, scappata all'acconciatura della folta chioma bruna, il makeup artist le posa un velo di cipria sul volto ad uniformare una pelle già perfetta, al costumista l'ultimo tocco, una mano agli abiti... e si parte, il countdown per il fashion week ha inizio!

    Una Barrucci concentrata sfila, scivolando con la leggerezza di una farfalla, vestendo in viola con una blusa di chiffon variopinta ed una gonna a tinta unita...

    Una Carla vestita d'erba, si esprime in tutta la sua leggerezza condita da movimneti decisi, quando indossa un maglioncino di filo verde chiaro, accompagnato da una stuola dalle nuance di verde scuro ultimata da una gonna a balze nera... 

    Facciamo in tempo a notar qualche cambiamento ed ecco apparire una Barrucci in versione zebrata che indossa un abito a righe bianche, nere arricchito dai toni aranciati li dove è labile il confine del comprendere se son gli abiti che valorizzano la modella o il contrario...

    Fotografi in ogni dove, telecamere e giornalisti ovunque alla ricerca di sguardi da catturare, pose da immortalare e istanti da incorniciare, ci ricordano che questo è il momento più importante dell'anno per gli addetti al settore moda.

    La musica cambia, i ritmi si fanno meno serrati...

    Ecco la modella apparir un abito dal corpetto nero e la gonna color bronzo che la rendono icona d'eleganza fatta persona...

    Subito dopo siamo rapiti da un miniabito sempre marrone ma impreziosito dai toni candidi del bianco e caldi del giallo che regalano all'indossatrice un anima ruggente, quasi d'africana ribbelle...

    Segue ancora uno stile opposto: nuance blu elettrico danno tocchi glaciali alla top model in abito da sera con guanti noir... 

    Vedendola in queste vesti coleidoscopiche, multiformi e pluristile viene da chidersi che sia davvero Carla Barrucci, professionista della moda a cavallo tra tutti i Continenti...

    Carla, originaria di Latina, studia nella Capitale, a Roma, presso Villa Flaminia che le consente di ricevere una istruzione italiana su base americana e dove, da grande sportiva quale è,  gioca per 3 anni a pallacanestro militando nella Cus cestistica in categoria B2.

    Nell’estate del 2001 la vita le cambia per sempre con l’incontro con lo stilita per eccellenza: il maestro Valentino...
    Nell’isoletta pontina di Ponza, perla del Mediterraneo, amici in comune presentano Carla al sommo dell’alta moda, poi forte del proprio stile, la personalità ferma e il carattere deciso, la modella, poco più che adolescente, si apprezzare dal “Rosso” che la instrada nell’alta moda...

    Lavora con Icon  models...

    Nel 2002 c’è già l’icontro con Fendi che le fa pecorrere la scala, tutta in salita, del successo mondiale...

    Il 2004 vede Carla impegnata a sfilare con stilisti del calibro di Marie Claire, In stile, El Garcia, Uomo Vogue, catalogo di Missoni, Ermanno Scervino, Roberto Cavalli, Moschino.

    Segue la campagna moda Listas in cui l'indossatrice sfila per Lanvin Proenza Schouler 

    Sono anni di impegni notevoli e la Barrucci non si fa mancare nulla, ecco che appare anche in Tv in ben due occasioni: prima in uno speciale su Fashion tv sull'universo del fashion style cui segue uno show di carattere internazionale, Projet Runaway.

    Projet Runway ideato da Heidy Klum e Michael Kors è una competizione di 15 stilisti con altrettante modelle, il cui obbiettivo è creare un abito da fibre animali ed a ogni puntata veniva votato quello vincitore ed eliminato quello che aveva ricevuto meno preferenze.

    E’ rimasta finora l’unica italiana a prender parte alla competizione...

    Quet'estate Carla ha lasciato quel di Manhattan per qualche giorno per far da Presidente di giuria a Miss Italia Lazio nella splendida cornice del promontorio di San Felice Circeo, in vista della full immersion di lavoro che l'attende a settembre con il mese delle sfilate newyorkesi...

    Vedendo sfilare quest'incantatrice d'anime vien da domandarsi in cosa consista di preciso il lavoro di modella...

    Quali sono le tecniche in base alle quali le top model si adoperano nel vestire gli abiti, quali sono i capisaldi della passerella che devono rispettare e, in definitiva, in cosa si articolano, al di là delle sfilate, i must di questo mestiere che ha il profumo dell'arte indossata?

    Carla lavora molto nell'ambito del fitting...

    Gli stessi magnifici abiti con i quali sfila sotto ai nostri occhi sono cioè confezionati su misura sulla sua persona...

    Per fitting infatti s'intende la prova degli abiti che segue alla conferma delle modelle...

    Consente al cliente di verificare la vestibilità degli abiti sul fisico degli indossatori, operando eventuali modifiche sartoriali in modo da fornire ad ognuno di questi prestatori  d'arte gli indumenti più adatti.  

    Carla dunque ha un ruolo ben specifico come modella di raccordo, è una indossatrice grazie alla quale stilisti e produttori  d'atelier per controllare forme, drappeggi, tagli e l'impatto visivo che trasforma disegni, stampe, schizzi in capolavori d'alta sartoria su una forma umana, il tutto ravvivato con aspetto imprescindibile di chi presta il proprio volto, la propria immagine, la propria espressività... 

    Gli indossatori selezionati per lavorare come modelli nel campo del fitting  devono rispondere a criteri corrispondenti alle specifiche di misura desiderate del progettista o produttore che consistono nell'altezza, busto, vita, fianchi e circonferenza, la lunghezza di braccia e gambe, la larghezza delle spalle e una miriade di altri cm di misure-anatemi facenti capo al tipo di indumento...
     

    Carla nel suo lavoro fa bene altro del semplice "indossare" l'indumento per l'ispezione: un modello di raccordo può diventare un ruolo fondamentale nel processo di progettazione... Come? Commentando indumenti e materiali per quanto riguarda la forma morbida e lineare, il movimento sinuoso e quasi sensuale che ogni donna vorrebbe avere dal priprio abito per sentirselo vivere sulla carne, esprimere il proprio parere sulla vestibilità di un abito e, in definitiva rendere agli stilisti feedback oggettivi, ma anche impression, emotion e state of mind sul 'fit', anticipando così design e soul consumatore.

     

    Dopo aver visto l'impegno professionale della Barrucci top model e la partecipazione emotiva della Carla donna, abbiamo chiesto all'indossatrice di rispondere all'intervista per comprender ancor più gioie e complessità di questo splendido mondo della moda

    Sfili da 12 anni per Valentino, Fendi, Versace...

    Il  tuo curriculum parla per te, la tua carriera artistica-professionale è costellata di mete conquistate...

    Eppure il mondo della moda non è soltanto una mecca dorata: che nomi hanno le «chiavi» del tuo successo? Rigore, self control, lavoro, passione...

    Proenza Schouler, Yamamay Lingerie, John Galliano, Frankie Morello, Lanvin, Chris Benz Ny, Az Araujo, Ermanno Scervino, Missoni...

    Al primo posto metto la passione, quello dell'indossatrice è un lavoro duro perchè nella maggior parte dei casi devi sacrificare la vita privata…

    Gli impegni possono cambiare anche un ora prima del lavoro concordato, sei sempre su un aereo o treno...

    Non ci son ferie stabilite considerando che le settimane della moda si alternano nelle diverse parti del mondo... a ciclo continuo!

    Se non si è motivati dalla passione...

    Il self control anche è importantissimo perchè purtroppo non avendo un lavoro "costante" tante volte ti domandi se stai facendo la cosa giusta, se non stai perdendo tempo e sacrificando la tua vita per un sogno immaginario… la cosa importante è restare calmi e andare avanti…

    Professionalità e costanza sono alla base di tutto: può essere facile lavorare per un brand una volta, il difficile è farsi riconfermare e fidelizzarlo.

    Il mondo della moda è pericoloso, un giorno sei al top e il giorno dopo tutti si sono dimenticati di te, devi essere solida con te stessa per andare avanti bene e non farti fregare da questo mondo scintillante, se preso bene può darti enormi soddisfazioni, la cosa più importante è avere un agente veramente serio che crede in te e che ti rispetta come persona e non solo come "manichino da passerella"...

    Hai spiegato con trasporto e dovizia di particolari la tecnica del fitting...

    Con questa lo stilista, da vero artista, plasma, modella, forgia, sul corpo dell'indossatrice il suo lavoro che prende forma come un hand-work «su misura»...

    Che emozioni si provano ad essere musa ispiratrice di fashion-art?

    E' un lavoro molto interessante perchè oltre ad essere source of inspiration, sul piano pratico si vede come, partendo vita da un foglio di carta, i vestiti prendono forma, s'impara a riconoscere la differenza tra i tessuti, la mano dei diversi stilisti...

    Sul profilo emotivo si partecipa con cuore e mente alla devozione, al trasporto emotivo-professionale, alla passione viva che i grandi stilisti mettono su ogni singolo abito…

    I lavori di questi artigiani della moda vengono da ispirazioni di un viaggio, una canzone, da una particolare stagione e vedi la vita di ognuno di loro prendere forma attraverso un vestito: il grande Valentino adora la "donna bella", la rende elegante, enfatizza il sentirsi desiderate, aristocratiche nella loro indole...

    Abiti e indumenti d'alta sartoria con il fitting divengono intense "proiezioni" della tua persona...
    Lasci "parti di te" quando posi per abiti su misura che poi ritrovi nel rimirarli confezionati?

    Non posso dire di riuscire a lasciare una parte di me in ogni collezione... oltre alle mie misure!

    Di una cosa son certa: sono gli abiti, gli stili con cui vengon alla luce, il design unico a lasciar qualcosa di prezioso in me: molte volte ho cambiato il mio modo di vestire, anche i miei gusti seguendo i consigli di questi "geni assoluti" del fashion style... arricchendomi, impreziosendo il mio modo di abigliarmi, facendomi crescer come professionista e come donna...

    Un accessorio al quale la "Barrucci modella" non potrebbe rinunciare ed uno del quale la "Carla di tutti i giorni" non sa fare a meno...

    La Carla modella non potrebbe mai fare a meno della LA MER CREME, crema indratante che uso tutti i giorni, la porto con me anche ai casting… e una mini spazzola che trova sempre uno spazietto nella mia borsa: fa parte della mia persona ormai e si correla alla mania di avere sempre i capelli in ordine, sono in grado di andare dal parrucchiere anche tre volte alla settimana...

    La Carla di tutti i giorni non può fare a meno delle sue scarpe da ginnastica Nike e una borsa enorme di ysl dove metto tutte le mie cianfrusaglie, ma ovviamente zero trucco!

    La sfilata che ti è rimasta in una angolino recondito, tra "cuore e mente" ed un'altra che invece cancelleresti...

    La sfilata che mi rimarrà sempre è quella organizzata dalla fondazione di Sean Connery "From Scotland with love" con la quale l'attore raccoglie fondi per aiutare svantaggiati, indigenti, gli ultimi ad avere una vita migliore...

    Si è tenuta l'8 aprile 2012 in un teatro di Broadway ed è stata trascinante, intensa, carica d'emozioni: partecipare ad eventi di beneficenza, contribuire a dare un domani più dignitoso a coloro che soffrono, spendersi per migliorare la vita di chi è in difficoltà, mi appaga davvero...

    Ti vibra l'anima a saper di far del bene...

    Non cancellerei nessuna mia esperienza perchè da ognuna ho imparato qualcosa...

    Manhattan è caleidoscopica, eclettica e l'alta moda s'arricchisce, cresce del fascino multietnico...

    Ci sono aspetti della realtà di vita newyorkesi da cui prendi spunto per interpretare la tua arte? Cosa ti ispira della Big Apple? Quali sono gli effetti sulla moda che indossi?

    Da quando vivo a Nyc mi rendo conto di essere diventata molto più tollerante con le persone diverse da me, la mia curiosità aumenta ogni giorno di più, ho preso in cosiderazione cose che non avrei immaginato di poter valutare, ponderare ed infine accettare...

    Soprattutto mi sono resa conto di aver avuto la grande fortuna di vivere in un mondo dorato e venendo qui, dove sei davanti a situazioni davvero veramente dure della vita, ho imparato a comprendere in maniera molto diversa dal passato, sono cresciuta e finalmente credo di poter dire che grazie a questa città incredibile… sono riuscita a conoscere il mio vero essere come professionista e come donna.
     

    Che differenze/somiglianze ci sono tra stili d'universi artistici così poliedrici come lo stile italiano e quello statunitense?

    Noi italiani siamo molto piu radicati alla nostra cultura, siamo molto chiusi con la nostra mentalità e cerchiamo di avvicinarci sempre al nostro simile… lo stile statunitense non ha uno stile, per il semplice motivo che è una società multietnica...

    Possono affermare con certezza che lo stile statunitense è il mix di tutto il mondo e di tutte le razze…

    Ho notato che la nostra cultura è veramente molto simile a quella ebraica statunitense… non avrei mai pensato prima ma mi sono avvicinata molto a questa cultura: gli ebrei molto legati alla famiglia e alle loro tradizioni… e se ci pensi anche noi italiani ci ritroviamo molto in questo ritratto...

    Nell'estate 2012 il Met ha celebrato Prada e Schiapparelli con una mostra-evento riservando agli estimatori del fashion padiglioni di abiti da sogno...

    Icone di stile per te?
     

    Penso fermamamente dire che nella storia della moda non avrebbe potuto esserci accostamento più interessante e stimolante per gli addetti ai lavori...

    Il Met ha messo a confronto due stelle di prima grandezza del firmamento del fashion...
    Prada e Schiapparelli non sono icone di stile... loro sono lo Stile personificato...

    Incertezze sul futuro, tagli e perdite del lavoro, recessione: sono gli effetti della crisi economica che nel 2013 morde più che mai...

    Così i brand low cost, forti del prêt-à-porter, si "attrezzano" facendosi «a misura» di tasca...

    L'alta moda invece come reagisce? Non ne soffre vista il target,“nicchia” di clientela cui è costituita? Proprio per questa attenzione rivolta a pochi “eletti” ha ancora senso parlare di creazioni d'alta sartoria?

    Come ho detto prima il nostro è un lavoro non continuo e questo ci rende molto vulnerabili, ci sono i conti da pagare, l'affitto di casa e quelli purtroppo non li toglie nessuno…

    Si devi essere molto diligenti e professionali per far si che questa crisi non travolga anche te…Di esser il più possibile calmi, razionali e cercare di avere una notevole dose di umiltà per non esser scartata: come si sul dire "tutti sono utili e nessuno e'indispensabile"... e New York impersonifica molto questo detto!

    Il futuro? E' sempre incerto purtroppo ma la cosa importante è non perdere di vista i propri obiettivi, sia di vita privata che lavorativa...

    Per quanto riguarda i brand low cost credo che dalla top model alla madre di famiglia chiunque deve avere la possibilità di indossare abiti sfiziosi a prezzi accessibili ..

    L'alta moda ovviamente essendo un target di extra lusso non ne ha risentito moltissimo a parer mio per quanto riguarda i livello di vendite…
     Si son ridotti i costi di produzione e purtroppo tagliato il personale comprese le modelle purtroppo che se prima erano in 25 ad una sfilata ora son 15...

    Da indossatrice che fa la spola tra Manhattan e l'Europa a...
    Come ti vedi tra qualche tempo? Svelaci qualche sogno nel cassetto...

    Tra qualche tempo spero di essere madre con una bella famiglia e un marito da amare alla follia…Ma nello stesso tempo una donna indiependente con il suo lavoro e i suoi sogni…credo che non si debba mai smettere di sognare e di avere obiettivi… per il resto…
    Siamo tutti sotto questo cielo!

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