Articles by: Tiziana maggio

  • Facts & Stories

    Lady Gaga & Gay Rights in Italy

    Described by many as the new Madonna, Lady Gaga was born in New York City from Italian-American parents with a different name: Stefani Joanne Angelina Germanotta. She started her career in a burlesque bar in New York along with drag queens and go-go dancers, where she often performed for her astonished entrepreneur father. In just a few years Lady Gaga has come to dominate the music industry thanks to powerful hit singles, a unique vocal power, one of a kind costumes and spectacular choreographies that really are theatrical performances.

    After the release of her first two albums, The Fame (2008), and The Fame Monster (2009), this year she released Born this way, an album that brought her yet again at the top of the hit charts. Lady Gaga can boast important collaborations, with the likes of Kanye West, Michael Bolton, Beyoncé, Elton John, but that's not all, the numbers speak for themselves: her last album sold 1.108.000 copies in America in its début week, she has gained the number one spot on the annual Forbes’ list of the 100 most influential celebrities, beating Oprah Winfrey, and she can count 38 million fans on Facebook and 11 million on Twitter.

     

     The 25 year old star was invited to participate to Euro Pride 2011 in Rome, with the support of the Ambassador of the United States in Italy David Thorne. As a matter of fact, Miss Germanotta has always showed awareness and pride of her Italian origins, and she has often been very committed to the equality of gay rights, becoming in a short time the most acclaimed and loved gay icon of the world.

    Her speech in Washington for the equality of gay rights for the DC Gay Rally in 2009 or her decision to end an exclusive and economic partnership with the US retailer Target to sell a special edition of her new album over its support of anti-gay political candidates are two very meaningful examples of her position toward the gay issue.

    At Euro Pride this year, wearing a green wig and a vintage dress by Gianni Versace, she spoke from her heart with resolution and demanded the end of discrimination against gays and transgenders: «We fight for freedom, we fight for justice, we beckon for compassion and, above all, we want full equality now. I stand here as a woman of the world and I ask governments with you worldwide to facilitate our dream of equality.»

    Thanks to her participation to the Rome event, attention was immediately paid to the complete lack of gay, lesbian and transgender equal rights in Italy. Unfortunately the wind of change in institutional thinking but also in the common mind has blown feebly in Italy. The awareness campaign to pass a specific law against homophobia, that is the social, political and institutional aversion to homosexuals, but also to officially recognize gay civil weddings and unions, and adoption rights, is still an idea not a reality. This situation in Italy is clearly in conflict with the Charter of Fundamental Rights of the European Parliament, in particular with art. 81 that prohibits every kind of discrimination, included discrimination base don sexual orientation.

    Some important and official changes on this issue have taken place in legislations of some European countries and in the world. Equal rights for couples, regardless of their sexual orientation, are officially recognized in Austria, France, Denmark, the United Kingdom, Luxembourg, Germany, Switzerland, Slovenia, Hungary, Czech Republic, Finland, Andorra, Croatia, Ireland, Colombia, New Zeeland and Uruguay. Homosexual weddings are now allowed in countries like Spain, Belgium, the Netherlands, Sweden, Portugal, Iceland, but also in Canada, South Africa, Mexico and Argentina. In United States, these unions are legally recognized in five states (Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire, Washington D.C.).

    Italy and Greece, instead, represent the awkward exception in European and developed countries. A specific law against homophobia is now necessary and urgent. The Annual Report 2011 of Amnesty International denounces the state of human rights in Italy: «Derogatory and discriminatory remarks by politicians against roms, immigrants and lesbian, gay, bisexual and transgender people are promoting a climate of rising intolerance. Violent homophobic attacks are continue to happen» and «due to a gap in the law, victims of crimes motivated by discrimination on grounds of sexual orientation and gender identity were not given the same protection as victims of crimes motivated by other sorts of

    crimes motivated by other sorts of discrimination.»

  • Lady Gaga e i diritti dei gay in Italia

    Definita più volte la nuova Madonna, Lady Gaga, nome d’arte di Stefani Joanne Angelina Germanotta, nasce da entrambi genitori di origine italiana ed esordisce poco più che maggiorenne, davanti agli occhi increduli del papà imprenditore, in uno show di burlesque a New York insieme a drag queens e ballerine cubiste. Ma dopo pochi anni, più precisamente nel 2008, grazie a singoli dalle incredibili vocalità e melodie orecchiabili, costumi, balli e scenografie degni di veri e propri spettacoli teatrali, la giovanissima artista si impone definitivamente nel panorama mondiale.

    Dopo il suo primo album The frame nel 2008 ed il secondo The Fame Monster nel 2009,

    quest’anno ha poi pubblicato Born this way, album che ha dimostrato immediatamente di avere tutti i requisiti giusti per dominare le hitlist musicali di tutto il mondo. Oltre poi a collaborazioni artistiche importanti, come quelle con Kanye West, Michael Bolton, Beyoncé, Elton John, la venticinquenne cantautrice statunitense può vantare numeri significativi e primati di tutto rispetto: il suo ultimo album ha venduto in America ben 1.108.000 copie solo nella prima settimana, a questo si aggiunga che è stata dichiarata prima, battendo Oprah Winfrey, nella rinomata classifica di Forbes delle celebrità più potenti al mondo del 2011 ed infine può contare oggi su ben 38 milioni di fan su Facebook e 11 milioni di seguaci su Twitter.

    La presenza di Lady Gaga all’Euro Pride 2011 di Roma, la cui partecipazione è stata favorita dall’intermediazione dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia ed inoltre completamente gratuita, risulta sicuramente significativa e non casuale. Questo perché miss Germanotta è sempre stata molto consapevole e fiera delle sue origini italiane ma ha più volte anche dimostrato di essere molto sensibile e impegnata nei confronti di tematiche legate all’uguaglianza dei diritti dei gay, tanto da divenire in poco tempo un’indiscussa ed acclamata icona gay in tutto il mondo.

    Infatti risultano sicuramente significativi a questo proposito sia il suo discorso per l’uguaglianza dei diritti per gay e lesbiche nel 2009 a Washington in occasione del DC Gay Rally, ma anche la sua decisione di rompere l’accordo di distribuzione esclusiva di un’edizione speciale del suo ultimo album con la catena di grandi magazzini Target a causa della politica aziendale discriminatoria nei confronti dei gay.

    E anche durante l’Euro Pride di Roma, indossando una parrucca azzurra ed un vestito vintage di Gianni Versace, ha chiesto a gran voce e partecipazione la fine della discriminazione nei confronti dei gay e trasgender:«Noi combattiamo per la libertà, noi combattiamo per la giustizia, noi chiediamo compassione, ma soprattutto vogliamo piena uguaglianza adesso. Sono qui presente come cittadina del mondo e chiedo ai governi di tutto il mondo di sostenere questo sogno.»

    Questa sua presenza a Roma per l’Euro Pride 2011 non ha solo animato musicalmente l’evento ma  ha anche contribuito a richiamare ancora una volta l’attenzione sulla completa mancanza di uguaglianza di diritti per gay, lesbiche e trans in Italia. In Italia infatti la strada verso alcuni ed importanti cambiamenti istituzionali e di mentalità risulta ancora molto lunga. Appare ancora completamente inascoltati ad esempio la campagna di sensibilizzazione per l’approvazione di una basilare legge contro l’omofobia, ossia una legge contro l’avversione sociale, politica e istituzionale nei confronti degli omosessuali, ma anche le proposte per il riconoscimento dei matrimoni e unioni civili dei gay e quindi per i diritti di genitorialità ed di adozione. Tale situazione italiana è chiaramente in conflitto con quanto affermato dalla ‘Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea’, che all’art. 81 vieta qualsiasi forma di discriminazione, compresa quella sull’orientamento sessuale.

    Rispetto all’attuale condizione italiana, appaiono quindi quanto mai significativi assetti legislativi di alcuni paesi in Europa e nel mondo. Infatti ad oggi vengono riconosciuti pari (o alcuni) diritti alle coppie, indipendentemente dal loro sesso, ad esempio in Austria, Francia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Andorra, Croazia, Irlanda, Colombia, Nuova Zelanda, Uruguay. Inoltre attualmente i matrimoni omosessuali sono permessi in paesi quali Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Portogallo, Islanda, ma anche in Canada, Sudafrica, Messico ed Argentina. Negli Stati Uniti, sono cinque gli stati a riconoscerli (Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire, Washington D.C.).

    Invece l’Italia, insieme alla Grecia, rappresentano la brutta eccezione fra i paesi europei e fra i paesi avanzati e le conquiste e i cambiamenti da compiere in questo senso sono ancora tanti. Risulta però ad oggi urgente e necessario iniziare il cambiamento in Italia proprio con una legge contro l’omofobia. A questo proposito è infatti sicuramente significativo quanto denunciato dal Rapporto 2011 di Amnesty International:«In Italia commenti dispregiativi e discriminatori formulati da politici nei confronti di rom, migranti e persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender hanno alimentato un clima di crescente intolleranza. Ci sono state nuove violente aggressioni omofobe» ed inoltre «A causa di una lacuna legislativa, le vittime di reati di natura discriminatoria basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere non hanno avuto la stessa tutela delle vittime di reati motivati da altre tipologie di discriminazione.»