Monsignor Matino. I segnali della speranza a Napoli

Roberta Michelino (November 12, 2013)
Dopo un anno - in occasione del 41 Parallelo-Napoli Film Festival organizzato da Davide Azzolini, - Monsignor Gennaro Matino torna alla Casa Italiana Zerilli-Marimò per una conversazione con il direttore Stefano Albertini. Tema: o segnali, seppur flebili, di speranza della sua città: Napoli

La speranza è il mezzo per uscire dalla precarietà. Senza la speranza, senza quel motore di ottimismo, si rimane impantanati, queste sono le parole rassicuranti di Mons. Matino pronunciate alla Casa Italiana nel ricordare la furia dell’uragano Sandy a New York.

Gennaro Matino era proprio qui l’anno scorso quando l’uragano si è abbattuto sulla città. Per l'occasione aveva celebrato alla Casa Italiana della NYU una indimenticabile messa.  Il parroco napoletano, docente di teologia, scrittore ed editorialista presso diverse testate, sostiene che se non ci fosse stata la speranza a dare lo sprone ai cittadini newyorkesi, sarebbe stato molto più difficile rialzarsi dalle macerie. La speranza per il Monsignore non si concreta in una fuga

Per Matino la speranza per i credenti è identificata nella divina provvidenza e la provvidenza è il cammino dell’uomo con Dio. Ma la speranza non esiste solo per l’uomo che ha fede, questa è una straordinaria avventura di ogni essere umano che vive nell’ottimismo e nella luce della verità che illumina il quotidiano.

Il Monsignore non crede che un sano realismo non possa coesistere con questa sua posizione positivistica, anzi , una persona realista può colorare la sua vita di ottimismo verso il futuro: Si è vecchi quando si vive di rimpianti e di nostalgie, si è giovani quando si è aperti alla speranza.

Alla domanda di Stefano Albertini, Direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò,  su dove ravvisasse questa speranza nella città di Napoli, il professore ha risposto che, a dispetto del disinganno della verità causato della corruzione della classe dirigente e della criminalità organizzata, è possibile scorgere quel barlume di luce chiamata speranza proprio nel popolo napoletano, A Napoli esiste ancora solidarietà, si riesce a dividere il piatto con le persone in difficoltà. C’è meno solitudine e si crede nel valore della compagnia e nell’importanza che si è uomini nel condividere la vita. Fa ancora scalpore nella mia città la notizia di un uomo che muore da solo perchè  questo avvenimento viene visto come un abbandono dell’intera comunità. E’speranza questa o no?

 
 Matino ha ricordato le numerose organizzazioni di volontariato attive sul territorio partenopeo , sempre vigili e pronte a portare il loro sostegno materiale e morale nei quartieri più problematici e degradati. Aldilà delle oscillazioni del PIL e delle condizioni economiche di un paese, ha ammonito il sacerdote, la comunità cresce e si evolve se coltiva e preserva le relazioni umane. Matino ha difeso i giovani ed il loro attivo impegno nel sociale a volte purtroppo fallimentare perchè non trova un riscontro concreto nella classe politica. Basti citare le  manifestazioni contro la catastrofe ambientale in Campania o i progetti di pulizia e di bonifica delle piazze e dei giardini napoletani.

Uno dei momenti più sofferti e critici per Napoli è stato il terrificante  e doloso incendio che ha devastato la Città della Scienza, il luogo simbolo dei progetti di bonifica e rinascita dell'ex area industriale partenopea e l’emblema di rinnovamento e riscatto. Matino ha tenuto a precisare che la mobilitazione globale dei cittadini per la ricostruzione di questa struttura è stata commovente e coraggiosa. Un’unica voce riecheggiava tra le migliaia di persone accorse sul luogo della disfatta: “No alla Camorra, la Città della Scienza è ancora viva!”

 Matino conclude il suo discorso asserendo che la classe dirigente non risponde in modo appropriato alle esigenze della società e non crea condizioni opportune per poter vivere e lavorare a Napoli. I segni di speranza fanno tristemente i conti con un quotidiano ancora troppo complesso e difficile.

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