IT, interioritratti. Manhattan brilla delle lampade con l’anima di Stefania Vola

Francesca Di Folco (August 10, 2012)
L’artist-architect anticipa la collezione di oggetti iconografici composta dalle sculture poetiche di Luminaria, scherzose ed ironiche, Isadora, dedicata alla Ducan, dallo stampo sognante, briose come '... quel genio di Arturo!', in cui rende omaggio al trasformista Arturo Brachetti, parlando anche della progettazione del museo multimediale di Villa Grock a Imperia

Architetto navigato, attivo su scala internazionale, curatrice di interni ed esterni, ristrutturazioni di progetti culturali pubblici e privati, realizzatrice di guide per congressi, allestitrice di musei interattivi.
 

Come si possono condensare tante attività in un unica persona?
 

C’è tutto questo e molto altro ancora nella vita di Stefania Vola, spumeggiante professionista a 360°, che abbiamo avuto il piacere e l’intensità di incontrare a Manhattan.

Di formazione umanistica, architetto dal 2002, l’indole poliedrica di Stefania Vola spazia a tutto tondo trascinata dagli interessi dell’artista in campo creativo.

La carriera della designer è tutta in salita: entra in contattatto con innumerevoli studi di architettura a Torino, in particolare nell’ambito fieristico con Think Pink, Converse All Star e DSL 55, aziende del settore sport e moda. Dal 2004 esercita la libera professione, occupandosi di ristrutturazioni e interior design. Il 2005 per la Vola è l’anno delle collaborazioni che contano: lavora anche per l’ordine degli Architetti e la Camera di Commercio di Torino, dove propone, coordina e realizza Turin Tour, eccentrica guida ai luoghi del vivere e del design, rieditata per il XXIII Congresso UIA di Torino nel 2009.

Dal 2006 Stefania estende i suoi impegni oltre i confini torinesi e piovono letteralmente quelli che la coinvolgono... Fioccano le richieste di suoi interventi in numerosi progetti culturali di allestimenti museali per enti pubblici del Piemonte, Liguria, Sardegna, Sicilia.
 

La designer è attiva con format di musei multimediali, immersivi e interattivi, con l’allestimento scenografico di diverse mostre.

L’architect che è in lei ben si sposa con l’artista che, col tempo emerge...

Da 2009 Stefania Vola si dedica a diversi ambiti creativi, in particolar modo al design e all’art design, con progetti di arredamento, illuminazione e gioielleria.

Stefania ci mostra le sue opere che respirano d’arte...

Creater a 360°, la Vola predilige un approccio progettuale che sia, a qualsiasi scala, trasversale e interdisciplinare, emozionale e fortemente evocativo di valori poetici, ricercando nel segno, come nelle scelte materiche, espressione e sintesi di identità.

L’artista al momento è a Manhattan per presentare IT interioritratti, collezione di oggetti di art design unici nel loro genere, prodotti principalmente in limited edition e riconducibili alle categorie di illuminazione, arredamento e accessori.

Extravagant items of furniture nascono da ispirazione artistica, sono contraddistinti da una spiccata carica emozionale e fortemente evocativi di valori poetici...

Furnishing che calati nel quotidiano ne frantumano il monotono scorrere, introducendo una cesura nella consuetudine, per richiamare tout-court una dimensione poetica e significativa,

Tutto esula, evade, eccede ben oltre gli schemi ordinari: lo spettatore ne ha prova nella totale armonia che pervade ogni pezzo...

IT, interioritratti, al di là di ogni singola interpretazione, appaga i sensi...

Soddisfa il bisogno di poesia, riempie del soffio dell’anima, dà vita ad ambient che nutre l’essenza più profonda dell’intimità d’ognuno, con toni di leggerezza giocosa e note d’ironia...

IT è tutto ciò che questi oggetti non sono, ma possono evocare, offrendo sottili emozioni per uno stile di vita improntato all’armonia.

Con il valore aggiunto di un art design made in Italy.

Uno spaccato di Interioritratti ha vita a se stante, come sprazzi di creations autonome, uno spin-off d’arte nell’arte...

Stefania ci presenta l’ultima nata tra le sue creazioni...

E’ un autentico bagno di luce, puro e sensuale, quello che ci attende... costellato da elementi che sono “preziosi” nel senso autentico del termine... che danno vita alla serie Luminaria.

Lamps particolari per la forma, affusolata, di donne acrobate in pose da contorsioniste...

Uniche per la materia con la quale l’artista le realizza, la delicata resina...

Profonde allo sguardo, poichè l’impatto emotivo è notevole...

Che le si guardi, le si ammiri e gli spettatori ne siano attratti, queste charming lamps scatenano forze inconsce, facendo emergere andirivieni di emozioni.

Le lampade sprigionano mix di forza, brio ed energia...

E infondono relax distensivo al tempo stesso.

Items con l’anima in un vortice full of life...

Stefania Vola, per il debutto delle proprie opere negli States, ha chiesto ad un suo grande amico, nonchè artista internazionale, Arturo Brachetti, di intervenire con il suo efflato alchemico witched mix di brio e ironia, nella presentazione della collection...  

Brachetti saprà senza dubbio accendere la magia con straordinari giochi di trasformismo e lievi note di poesia per evocare l’incredibile potere, insito in ognuno di noi, di esaudire desideri capaci di trasformare i sogni in realtà.

Ed una mirabolante lamp, è quella che la Vola ha dedicato al performer Brachetti che reinterpreta la favolosa lampada di Aladino e trova in Arturo il genio odierno a cui rendere omaggio...

In ‘...quel genio di Arturo!’, ispirata alla straordinaria lampada della fiaba, Stefania evoca le fattezze stilizzate attraverso l’uso di un foglio in fibra di carbonio nera resinata e internamente dorata e la magia grazie all’uso della tecnologia che consente, oggi, di accendere/spegnere l’intensità luminosa semplicemente per sfioramento.

Incuriositi dall’estro dell’architect-artist, abbiamo chiesto a Stefania Vola un’intervista per saperne di più sulla sua produzione, la creatività e la sua philosophy of life. E la creater ci ha gentilmente accompagnato lungo un’appassionata chicchierata nel suo stile spumeggiante.

Sei una professionista molto impegnata, il tuo curriculum parla per te: dai lavori relativi a progettazione totale o parziale di interni, al coordinamento editoriale della guida Torin Tour, alla progettazione del museo virtuale di Villa Grock, solo per citarne alcuni...

Ho iniziato a collaborare con studi di architettura negli anni dell'università, con alcune esperienze entusiasmanti come la progettazione di stand per la DSL55, la linea giovane della Diesel, all'Ispo di Monaco di Baviera e poi a San Diego in California o per la Converse All Star a Firenze Pitti.

Una volta iniziata l'attivita di libera professionista ho spaziato fra ristrutturazioni, specializzandomi nel tempo in lavori di interior design 'cuciti su misura' - un esempio per tutti: uno studio-abitazione nel centro di Milano, con un arredamento interamente disegnato per valorizzare meravigliose collezioni di documenti e oggetti d'arte e storici - e progetti di allestimenti multimediali per mostre o musei commissionati da enti pubblici.

Questi ultimi in collaborazione con uno studio di progettazione culturale - lo Studio Vassallo di Torino - ed è proprio il 'progetto culturale' sin dall'inizio il cuore e il motore della mia attività: lo slancio creativo nasce sempre da un'idea densa, un nocciolo pregnante di significati, che prima di essere tramutati in termini formali, vengono sviscerati nelle molteplici sfaccettature, per poi seguire un iter commisurato di sviluppo progettuale.

La complessità del progetto è di per sè affascinante e riuscire ad armonizzare significante e significato è una sfida emozionante, a tutti i livelli. Per questo mi sono occupata anche, ad esempio, di progetti editoriali: la guida 'Turin Tour' è nata dal mio desiderio di offrire a una fascia di turismo culturale uno strumento versatile, che consentisse di leggere e vivere Torino come la città in grande fermento quale era in vista delle Olimpiadi Invernali del 2006, con nuovi spazi pubblici e privati, visti anche con lo sguardo vivace di giovani creativi...

La guida, promossa dall'Ordine degli Architetti e dalla Camera di Commercio è poi finita, in seconda edizione, nelle bag degli ospiti al Congresso Mondiale degli Architetti ospitato a Torino nel 2009: il posto giusto per divulgare un'immagine più evoluta e accattivante di questa eclettica città...!
 

Fra i progetti di allestimenti multimediali uno dei più significativi è sicuramente il Museo del Clown a Villa Grock, Imperia, realizzato magistralmente dalla Bernini spa che si è aggiudicata l'appalto, e la cui inaugurazione è prevista per questo autunno.

E' una scelta notevole quella di passare dall'architettura alla creazione... Con Interioritratti ti metti in gioco, per la prima volta, anche come art-maker. A che si deve questo salto notevole nella tua carriera?

Il progetto è una sfida coinvolgente a tutti i livelli -"dal cucchiaio alla città"- diceva Rogers...

Tuttavia, nell'ideare un oggetto, la creatività e il sentire artistico possono confluire con molta più immediatezza in una soluzione formale...
 

Dopo essermi dedicata per alcuni anni a ristrutturazioni e a progetti museali, ho sentito l'esigenza di dar spazio alla passione che ho sempre avuto per l'arte e per il design, trovando nell'art design la giusta dimensione di incontro e di espressione creativa di questo connubio.

Interioritratti è nato dal desiderio di lasciar emergere liberamente il mio sentire artistico, coniugandolo con l'attitudine, per me irrinunciabile, del dare alla materia il volto di ciò che la anima, che offro ai miei committenti, pubblici e privati, come un dono.

Mettendo insieme alcuni oggetti 'sentiti' e con un approccio trasversale che spazia senza regole dall'illuminazione all'arredamento all'accessorio moda, ho voluto ragionare in termini di collezione, con produzioni prevalentemente in limited edition, pensando a una formula reiterabile  nel tempo.

Interioritratti è un gioco che vorrei che per me non finisse mai...

Hai studiato e ti sei perfezionata in Italia e fin ora tutte le tue esperienze lavorative si sono sviluppate nel BelPaese.

Eppure hai deciso di esporre nella Big Apple la tua collezione e vuoi farlo in grande... Raccontaci questa prima impronta d'internazionalità come è nata...

In realtà ho viaggiato parecchio negli anni degli studi e, ad esempio, il progetto 'Turin Tour' è nato mentre frequentavo un corso di architettura high-tech a Londra. Ho sempre avuto, mentalmente, una visione internazionale e quando ho iniziato a pensare a 'Interioritratti' è stato naturale pensare a un approccio senza confini.

Immaginando che questo progetto artistico duri a lungo, vorrei abbinare ogni collezione ad una città scelta mettendo il dito sul mappamondo: Manhattan è per me il palcoscenico ideale, per l'energia straordinariamente viva che emana e sa regalare...

Per questo, con un certo ardire, ho chiamato questa prima collezione 'NY collection' e la fortuna mi ha sorriso, offrendomi l'opportunità di presentare uno dei prototipi proprio a Manhattan, lo scorso luglio nell'ambito di un evento di promozione del territorio Langhe e  Roero, organizzato all'Enit e al prestigioso ristorante San Domenico...

Occasione in cui ho avuto modo di intessere una serie di contatti promettenti, con referenti di realtà istituzionali newyorkesi, come il Lincoln Center e il Moma. In quei giorni ho anche potuto incontrarmi con un promoter d'eccezione con base a Los Angeles, interessato alla mia produzione... vedremo!

Da indiscrezioni che circolano sappiamo che una sezione di Luminaria è costituita da lampade molto particolari e dedicata ad un personaggio d'eccezione che il pubblico italo-newyorkese ha imparato a conoscere molto bene, Arturo Brachetti...

Come accennato il mio approccio è trasversale e multidisciplinare, non credo esistano confini netti fra le varie forme di espressione artistica, spesso complementari. Io stessa amo il design, ma ne sento e ne soffro i limiti!

Non è possibile trasmettere con un oggetto la struggente e variegata bellezza di un passo di danza, di un intenso fraseggio musicale, di una bruciante battuta cinematografica...

Paradossalmente è come se vivessimo immersi in un'opera d'arte a tutto tondo... e quello che esprimiamo è nella migliore delle ipotesi un tenue vagito...

Per questo ricerco ciò che amo anche in altre discipline artistiche e in artisti particolari, che mi conquistano nella loro unicità e a cui mi ispiro a volte nel creare i miei oggetti...

Nella serie Luminaria, sculture in resina che diventano suggestive lampade da terra o sospensione, Isadora è dedicata alla straordinaria Isadora Duncan...

'... quel genio di Arturo!' invece è dedicata ad Arturo Brachetti, che ho avuto la fortuna di incontrare durante gli studi di approfondimento in materia di illusionismo fatti per sviluppare il progetto del Museo del Clown di Villa Grock.

E' stato Arturo all'epoca, quando gli ho parlato di Interioritratti, a chiedermi di dedicargli un oggetto in particolare: così è nata questa rivisitazione in fibra di carbonio della lampada di Aladino... di cui Arturo, con la sua incredibile e magica poeticità, è il nuovo genio.

Entrambe,  l'uomo e l'oggetto, evocano il potere, insito in ognuno di noi, di  trasformare i sogni in realtà... e questo potere in effetti funziona! Infatti l'evento a cui sono stata invitata a partecipare aveva come testimonial proprio Arturo Brachetti e questa è stata la liaison che mi ha portato inaspettatamente a New York, ancora in fase di prototipazione!

In realtà è da oltre un anno che lavoro alla possibilità di mettere in scena un evento molto particolare a Manhattan, che esprima in maniera inedita questo approccio trasversale all'art design, coinvolgendo diversi artisti di livello internazionale. Spero di poter, in tempi ragionevoli, realizzare questa impresa, nel cui valore artistico e mediatico credo molto, pur essendo consapevole che per riuscirci occorra, oltre alla capacità, una notevole dose di fortuna, soprattutto nell'individuare i partner e gli sponsor disposti ad investire.

Come definiresti il tuo stile? C'è un'opera o una serie alla quale sei più affezionata? O che ti ha convolto emotivamente di più?

Il mio stile è semplice, sentito...

In questo credo a volte di essere contro-corrente, in un mondo, specialmente artistico, che usa spesso la provocazione per attrarre l'attenzione. Qualità che giudico stonata se fine a se stessa: amo  stemperare i significati col gioco e con l'ironia...

Interioritratti, com’è racchiuso nel nome stesso, riprende un po’ la filosofia del Dolce Stil Novo... roba antica forse, non credo mai superata.

Ogni oggetto di Interioritratti nasce da una particolare ispirazione artistica ed ha un suo carattere, un'anima. Io amo particolarmente la serie Luminaria, che mi consente di dedicarmi a una mia antica passione, la scultura, con un materiale molto contemporaneo e lieve, la resina.

Blue green soul e Isadora, i primi due soggetti di Luminaria, mi hanno emozionato profondamente.

New York è caleidoscopica, eclettica e l'artista s'arricchisce, cresce del fascino multietnico. Ci sono aspetti della realtà di vita newyorkesi da cui prendi spunto per la tua arte? Cosa ti ispira della Big Apple? Quali sono gli effetti sulla tua arte?

New York mi affascina e conquista in quanto terra-luogo mentale del possibile, oltre le barriere e gli stereotipi. Una lezione purtroppo non ancora imparata né applicata in troppi altri luoghi del mondo.

Un esempio di progetto insieme artistico e commerciale che trovo geniale e perfettamente riuscito è quello di Bond n.9, che coniuga un prodotto - il profumo e il suo flacone -  con una serie di eccezionali interpretazioni artistiche che declinano un'unica azzeccatissima confezione che celebra la Big Apple, i suoi quartieri e le sue molte anime.

Tu hai studiato e ti sei perfezionata molto nel campo dell'architettura. Che differenze/somiglianze ci sono tra scorci d'universi artistici così poliedrici come lo stile italiano e quello statunitense?

Credo che la forza dell'approccio progettuale statunitense, mi riferisco in particolar modo all'architettura, sia nella libertà che nel respiro dei volumi, mentre il talento italiano oggi si esprime in particolar modo nella capacità di definire sapientemente i dettagli creando identità.

Quando lo stile italiano viene copiato, solitamente ne risulta un linguaggio globalizzato - impoverito - che perde di sapore. Per contro, la creatività italiana non sempre è supportata dall'organizzazione e dall'articolazione che rendono possibili gli arditi progetti statunitensi...

Forse i risultati migliori si possono avere in ambiti di collaborazione fra ruoli complementari...

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