Fratelli d'Italia. I disegni e le caricature di un popolo e della sua storia

Antonella Iovino (June 05, 2011)
In occasione dei 150 dell'Unità d'Italia arriva alla Casa Italiana Zerilli-Marimò la mostra della FASI sugli aspetti dell'arte, della storia, dei costumi e delle divisioni d'Italia

Ha raggiunto New York la mostra 'Fratelli d'Italia', che raccoglie caricature e lavori artistici sul tema dell'Unità d'Italia. I lavori sono stati selezionati attraverso un concorso organizzato dallaFASI, Federazione Associazioni Sarde in Italia. Tranne per alcune menzioni, i premi assegnati sono stati tutti in denaro e sono stati divisi in 10 categorie – come ‘satira’, ‘illustrazione’, o la categoria dedicata alla Sardegna. La Casa Italiana Zerilli-Marimò ospita dal 31 maggio al 30 luglio una raccolta di alcune riproduzioni delle opere originali esposte a Cagliari.

Curatore della mostra è stato il professor Davide Lombardo, che collabora con la NYU a Firenze.i-Italy ha avuto occasione di intervistarlo.

Quali criteri sono stati adottati nella scelta delle opere?

C'è stata una selezione operata da un gruppo di artisti in base alla qualità estetica. Le opere sono state collocate in diverse sezioni, tra le quali alcune erano preordinate, come quella sulla storia e sul tema Fratelli d'Italia, altre sono emerse dalle opere  pervenute: 'Come ci vedono’ è una sezione creata constatando la grande partecipazione di artisti stranieri; un'altra categoria inaspettata è stata quella su Garibaldi, un personaggio che ha richiamato l'attenzione di moltissimi. Complessivamente, abbiamo avuto risposte dall'Australia, dal Medio Oriente, dall'Europa dell'Est e dalle Americhe. Su 480 artisti che hanno aderito circa 180 erano stranieri.

Quali dettagli della cultura e della storia d'Italia sono stati colti e raccontati dagli stranieri che hanno partecipato?

Gli stranieri nelle loro opere hanno prodotto innanzitutto delle riflessioni sull'Italia di oggi, con grande consapevolezza delle attuali divisioni interne. Il secondo elemento a predominare nelle loro opere è stato l'idea dell'Italia come luogo dell'arte.

Alla luce dell'esperienza come curatore di questa mostra, quale opinione si è fatto della serie di eventi organizzati per i 150 dell'Unità? Sono senza dubbio variegati, vanno dai concerti, alle mostre, alle conferenze; pensa sia stata data maggiore enfasi al passato o che sia stato lasciato spazio anche al racconto dell'Italia contemporanea?

Con le celebrazioni di quest'anno siamo a tre 'giubilei' per la storia d'Italia: il primo nel 1911 con il cinquantenario dell'Unità, in cui si rifletteva sull'Italia che stava diventando una grande nazione ma doveva ancora completarsi; poi il centenario del 1961 ci ha detto che l'Italia era fatta ed anche gli italiani; il messaggio del centocinquantenario ancora non è emerso con chiarezza a causa delle forti divisioni interne - si pensi che c'è stata la crisi della commissione ufficiale nel 2010 con le dimissioni di Ciampi. Nelle celebrazioni di Torino alle quali ho partecipato è stata mostrata l'idea di unire la storia d'Italia alla proiezione del paese verso un futuro globalizzato, ma  certamente si guarda al presente e al futuro d'Italia con un po' di insicurezza. 
 

Pensa che rispetto alle iniziative istituzionali le proposte private come questa mostra riescano a dare un’immagine più reale dell’Italia di oggi?


Innanzitutto ha sorpreso la risposta degli italiani: il 17 marzo scorso si girava per le strade delle città italiane ed erano strapiene di bandiere. È inusuale l'uso della bandiera da parte degli italiani, capita solo ai mondiali, eppure la gente ha partecipato, l'ha sentito, forse anche con una certa lettura politica. La risposta degli artisti è stata diversa: essi hanno cercato di sintetizzare il presente ed il passato per descrivere l'identità nazionale; tanti in questa mostra hanno rappresentato la rottura dei simboli dell’unità, ad esempio con immagini di bandiere spezzate a descrivere le separazioni contemporanee. Negli artisti stranieri è stato l'elemento della storia dell’arte in Italia ad essere principalmente trattato.

 

Ha parlato ai microfoni di i-Italy anche Elsa de Giovanni, coordinatrice dell'esibizione alla Casa Italiana.

Come è stata organizzata la mostra alla Casa Italiana?

Ci è arrivata la proposta due mesi fa e l’abbiamo subito accolta, trattandosi di un'iniziativa che si inserisce nella cornice degli eventi dedicati ai 150 dell'Unità cui stiamo dedicando particolare attenzione. Il tempo a disposizione è stato poco, ma la collaborazione con il professore è stata efficientissima. Nell'organizzazione delle mostre la spedizione è il momento più complicato, ma nel nostro caso si è trattato di riproduzioni di opere, che sono solo in prestito, quindi non ci sono stati problemi nel passaggio alla dogana. 

Quali sono gli aspetti più interessanti della mostra?

Si tratta di una mostra interattiva e dinamica, perché è risultato di una proposta lanciata dalla FASI a cui hanno risposto molti artisti. È ricca di caricature, disegni, non si ferma alle forme di espressione artistiche classiche. Sono tutte immagini attrattive, divertenti che stuzzicano l'interesse dei visitatori. Abbiamo registrato una grande partecipazione di giovani, un target che solitamente interviene di meno a questo tipo di iniziative. In questo caso, l'esibizione colpisce perché fa guardare all'Italia da un altro punto di vista, quello della comicità e della satira. Inoltre, è stato bello che la mostra sia stata aperta cantando l'inno d'Italia in onore al titolo che porta.

Non resta quindi che andare a vedere le opere dal vivo presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò
 

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