L’Abruzzo, i politici e la Film Commission fantasma

Dom Serafini (January 15, 2010)
Alla Regione manca la volontá politica per la promozione.


Dopo un devastante terremoto ed il G8, in varie parti del mondo ci si continua ancora a domandare “ma dov’é l’Abruzzo?” La risposta standard, naturalmente, continua ad essere: “dall’altra parte di Roma”.


Ma cosa bisogna fare affinché l’Abruzzo prenda il suo posto doveroso a fianco di altre famose regioni? Dopotutto ha tutto ció che un turista possa desiderare: mare, colline, montagne, cittá d’arte, facilitá di trasporto, centralitá geografica, servizi, gastronomia, moda…

Sfortunatamente, quello che manca é la buona volontá ed abilitá politica di fare dell’Abruzzo una regione di primaria importanza per il turismo.


Fino ad ora, i vari assessorati al turismo che si sono succeduti a livello regionale hanno fatto quello che volevano, ma non ció che potevano. Sono arrivati a New York con brochure e Dvd (non adatti allo standard Tv Usa); sono andati a Boston e persino a Los Angeles (creando pure dei dissapori) a salutare la comunitá abruzzese.

Quello che si poteva fare (ma non c’é mai stata volontá politica) é di formare un’organizzazione atta a promuovere la Regione presso le case di produzione cinematografiche e televisive di tutto il mondo, la cosiddetta “Film Commission”.


Per la veritá una Film Commission in Abruzzo esiste. Anzi, sulla carta ne esistono addirittura tre: L’Aquila Film Commission, l’Abruzzo Film Commission e l’Adriatica Film Commission.

Il problema é che queste non si vedono e non si sentono. Basta partecipare a qualsiasi fiera e conferenza dell’audivisivo sia in Italia che all’estero per incontrare Film Commission di molte regioni italiane, ma mai dell’Abruzzo. Il responsabile a Roma dei fondi europei Media, Giuseppe Massaro, ha detto che si sarebbe “informato sull’esistenza della film commission abruzzese”.


Purtroppo, l’importanza di una vera, funzionale ed efficace film commission abruzzese non é apprezzata dai politici. Eppure la presenza dell’Abruzzo in un solo film o programma Tv di successo sarebbe l’equivalente di un milione di euro risparmiati per la promozione della Regione. Non solo. Portare in Abruzzo la produzione audiovisiva nazionale ed internazionale vuol dire dare lavoro a tecnici, ristoranti, alberghi, artigiani, e porta ricchezza.  Invece si preferisce spendere soldi per i soliti video promozionali che nessuno vede perché non vengono trasmessi da nessuna parte.


Gli appelli non sono mancati. Recentemente l’editore teramano di Cinema e Video, Paolo Di Maira ha cercato di presentare un progetto professionale all’assessore regionale, Mauro Di Dalmazio, senza essere ricevuto. Ultimamente ci ha provato anche questo giornalista, originario di Giulianova, con gli stessi risultati. Di Maira, che scrive spesso di film commission, aveva persino ingaggiato un esperto piemontese. Da parte mia avevo suggerito un CdA di abruzzesi che operano ad Hollywood ed in altre capitali mondiali del cinema e Tv per impostare una linea operativa.


Il CdA sarebbe stato composto da produttori e registi americani, esperti di turismo internazionale, rappresentanti del Cram ed editori di riviste specializzate, come la mia VideoAge. Inoltre, sia Cinema e Video che VideoAge partecipano a tutte le principali fiere e festival audivisivi del mondo, pertanto avrebbero potuto facilitare il compito della film commission e far risparmiare. Sfortunatamente, la promozione  dell’Abruzzo non é stata mai tra le prioritá concrete dei politici della Regione.


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