Una stella nell'universo dei campioni

Alberto Caruana (October 11, 2007)
Andrei Howe Besozzi. In molti lo definiscono l’erede di Carl Lewis. Il talento è giovane e a parere degli addetti ai lavori le potenzialità per migliorare sono tante. Ai microfoni Rai, spiega il perché delle sue urla in lingua inglese : “Avevo paura che mi uscisse qualche parola brutta in italiano!” Italia e America. Per quanto attaccato profondamente ad entrambi i Paesi si riconosce più nello stile di vita italiano. Negli Sati Uniti “la gente è sempre di corsa, sempre in auto o in metropolitana, come fanno a vivere così? Non sono tipo da fast food e hamburger, preferisco i bucatini alla amatriciana! ”


Parliamo di giovani italoamericani., di giovani promesse nello sport.

Cominciamo con Andrei Howe Besozzi. In molti lo definiscono l’erede di Carl Lewis: postura; velocità; grinta. Il talento è giovane e a parere degli addetti ai lavori le potenzialità per migliorare sono tante: il bilancio tra velocità di corsa e stacco e l’ancora acerba tecnica di volo ne sono un esempio.

Ventidue anni,talento indiscusso e vanto dell’atletica leggera italiana.

Italia e America, entrambi i Paesi sono nel cuore di questo campione..

Nato a Los Angeles il 12 maggio del 1985, figlio di Renée Felton, ex ostacolista statunitense, e di Andrew Howe Sr., calciatore americano di origini tedesche.

La coppia si separò quando il bambino aveva 18 mesi e Renée si risposò nel 1990 con Ugo Besozzi, trasferendosi a Rieti. Qui Andrew divenne italiano a tutti gli effetti. Il ragazzo che è oggi.

Reduce dalle competizione dei Campionati del Mondo di Atletica Leggera conclusasi il mese scorso ad Osaka, si gode il meritato riposo dopo una lunga stagione alla ricerca del salto che gli desse la visibilità da lui attesa e dall’Italia tutta augurata.


Il volo nella pedana asiatica a 8,47 m lo ha portato alla ribalta mondiale e gli ha permesso di conquistare il record italiano - sino ad allora appartenuto a Giovanni Evangelisti – in una gara dove i colpi di scena non sono mancati e in cui Andrew ha dimostrato le sue doti atletiche.

Besozzi ha tutte le credenziali per superare il record del Mondo di Mike Powell e, perché no, essere il primo uomo a superare il muro dei 9 metri.

Ad Osaka è arrivata la medaglia d’argento. Vane le sue grida di sfogo e i suoi tentativi di intimidazione agonistica dopo il grande salto - l’oro è appeso nella bacheca di Irving Saladino, panamense, soprannominato “El Canguro”, che si è aggiudicato il titolo con un salto di 8 metri e 57 cm -.

Ai microfoni Rai, ride e spiega il perché di quelle urla in lingua inglese : “Avevo paura che mi uscisse qualche parola brutta in italiano!”.

Italia e America. Per quanto attaccato profondamente ad entrambi i Paesi Andrew Howe si riconosce più nello stile di vita italiano. Racconta del suo “disagio” quando si trova negli Sati Uniti “la gente è sempre di corsa, sempre in auto o in metropolitana, come fanno a vivere così? Non sono tipo da fast food e hamburger, preferisco i bucatini alla amatriciana! ”.

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