Nobel per la medicina. Italiano, americano o italoamericano?

Alberto Caruana (October 09, 2007)
“E’ Italiano il Nobel per la medicina”. Non per il New York Times il quale titola i propri articoli con “Two Americans won the Nobel Price”. Poi ovviamente America Oggi lo definisce “italoamericano”. Un siparietto che vede la stampa italiana e americana e i rispettivi Paesi in competizione.


“E’ Italiano il Nobel per la medicina”. Non per il New York Times il quale titola i propri articoli con “Two Americans won the Nobel Pride”. Poi ovviamente America Oggi lo definisce “italoamericano”.

Un siparietto che vede la stampa italiana e americana e i rispettivi Paesi in competizione.

L’oggetto del contendere, se così si può definire, è Mario Renato Capecchi, vincitore insieme allo statunitense Oliver Smithies e all’ inglese Martin J. Evans dell’ambito riconoscimento.

Settanta anni, nato a Verona nel 1937 e trasferitosi all’età di nove anni nel Nuovo Continente. Mario Renato Capecchi, scienziato dell’ Università dello Utah in Salt Lake City, possiede entrambe le cittadinanze.

Oggi l’ Italia se ne fa vanto, più o meno giustamente, e i titoli dei giornali sembrano non tenere conto della storia personale del neo Nobel alla Medicina.

Orfano di padre, morto in guerra come pilota di aviazione, si imbarcò da Napoli nel 1946 con la madre Lucy Ramberg alla volta dell’America. Cresciuto nella periferia di Filadelfia, Capecchi conseguì la laurea in Chimica e Fisica presso l’ Antioch College di Yellow Springs in Ohio nel 1961. Sei anni più tardi, ultimò i suoi studi nella prestigiosa Università di Harvard con un Ph.D. in Biofisica.

Da più di trenta anni la sua vita e la sua carriera professionale si svolge presso l’ Università dello Utah dove è docente nelle cattedre di Biologia, Scienze Oncologiche e Genetica, e dove ricopre la carica di Co-Direttore del Dipartimento di Genetica Umana.

Pochi giorni fa il comitato del Premio Nobel dello Karolinska Institute di Stoccolma, gli ha conferito il Nobel alla Medicina , per onorare la sua carriera di ricercatore ma soprattutto la sua creazione di laboratorio: i topi geneticamente modificati, oggi utilizzati nei laboratori di tutto il mondo e cruciali per riprodurre e studiare le malattie umane, o ancora per sperimentare l'efficacia di nuovi farmaci.

Una vita vissuta negli Stati Uniti. Dapprima per obbligo di sorte, successivamente per scelta e volontà.

Ora in Italia si è pronti alla celebrazione di Capecchi: a Verona il Sindaco Flavio Tosi consegnerà le chiavi della città allo scienziato. Italiano sulla carta, Americano nella realtà.

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