Libri. "La Casta". Ma i "palazzi" tremano veramente?

Stefano Vaccara (November 04, 2007)
All’Istituto Italiano di Cultura di New York, lunedì scorso la sala era pierna per la presentazione del libro più venduto d’Italia. E' il caso editoriale italiano degli ultimi anni: "La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili” (Rizzoli 2007), scritto a quattro mani dai giornalisti del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, da circa sei mesi fa tremare i Palazzi della politica italiana.


E’ il caso editoriale italiano degli ultimi anni, è arrivato alla Ventunesima edizione e nella saggistica ha battuto tutti i record: un milione di copie. “La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili” (Rizzoli 2007), scritto a quattro mani dai giornalisti del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, da circa sei mesi fa tremare i Palazzi della politica italiana. Il libro è uno spietato elenco degli sprechi e dei privilegi accumulati negli ultimi anni dalla classe politica italiana, una casta appunto. E Stella e Rizzo non hanno messo alla sbarra solo i politici attivi a Roma, ma anche coloro che fanno politica a livello regionale e locale, provando che questi si lasciano andare agli stessi sprechi e spesso anche più dei colleghi che lavorano nei Parlamenti nazionali.



All’Istituto Italiano di Cultura di New York, lunedì scorso la sala era pierna per la presentazione del libro più venduto d’Italia. C’era infatti a dibatterlo uno dei co-autori, Gian Antonio Stella, editorialista del quotidiano di via Solferino. Claudio Angelini, in uno dei suoi ultimi interventi da direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, ha introdotto il libro di Stella ricordando come i dati e le cifre oggettive contenute riportano “notizie ustionanti”. E subito dopo Giampaolo Pioli, corrispondente del Quotidiano Nazionale e presidente dell’Associazione corrisponenti italiani in Nord America, ha aggiunto che il libro di Stella e Rizzo “si legge come una fiction senza che lo sia,” facendo notare come “più che nella casta, si scava sulla crosta del politico, dalla sua carriera iniziale fino a quando, non più eletto, continua ad essere ben dentro il sistema...”



Pioli ha subito chiesto a Stella  una domanda che ci siamo fatti in tanti: perché questo successo editoriale adesso? Questo libro non poteva essere scritto 20 anni fa?

“No, non poteva essere scritto così 20 anni fa” ha replicato deciso Stella, aggiungendo: “Loro – i politici, ndr – dicono che poteva essere scritto 20 anni fa, dicono che è sempre stato così... ma non è vero, è falso. Negli anni ’50 c’era molto meno spreco. Esisteva un’Italia più sobria.  E anche negli anni a seguire dire che era esattamente come oggi è sbagliato, è un modo per discolparsi. Faccio un esempio: fino a 15 anni fa le spese per il Quirinale erano uguali a quelle di Buckingham Palace, ora sono quattro volte e mezzo quelle inglesi. E così vale anche per le Camere del Parlamento. Ora non si può dire che è sempe stato così.  Loro lo dicono, ma non è vero.  L’impennata degli sprechi c’é stata negli ultimi anni, dopo il crollo del Muro di Berlino.  E’ come se rimasti senza ideali, i politici abbiano pensato che l’unico scopo rimasto per far politica fosse quello di arricchirsi...”



Dopo questo primo assaggio di Stella, è stata la volta del giornalista del Corriere Renzo Cianfanelli che ha subito elogiato il proprio collega di testata che “diversamente da molti palloni gonfiati, scrive le opinioni documentandosi con dati precisi. Lui afferma che la politica oggi in Italia si fa per far soldi e questi giudizi taglienti li supporta con i fatti...”

Stella ad un certo punto ha ricordato un colloquio avuto qualche tempo fa con Giulio Andreotti, quando, ormai in confidenza con l’anziano senatore, gli chiese spiegazioni sullo spaventoso deficit pubblico accumulato durante i suoi governi. “Ricevetti questa incredibile riposta, inimmaginabile in America: ‘Sai’ mi rispose il senatore ‘in quegli anni far politica ci sembrava una cosa così nobile che ci sembrava male occuparci dei costi...”



Quando Pioli ha punzecchiato Stella, ipotizzando che il suo libro potrebbe ormai diventare il “libretto rosso” di Beppe Grillo, il giornalista del Corriere non si è scomposto: “Io credo che Grillo abbia fatto delle battaglie sacrosante negli ultimi anni. Negli ultimi mesi non sono d’accordo con certe sue posizioni. Per esempio non sono d’accordo quando vuole la distruzione dei partiti. Anche a me non piacciono quelli di oggi, ma la democrazia ha comunque bisogno dei partiti. Senza i partiti c’é la dittatura. Però devo far notare che da quale pulpito si attacca Grillo” ha aggiunto Stella, “cose da far venire la pelle d’oca...”

Poi Stella ha cominciato a rivelare il motivo che lo ha spinto a fare un libro del genere e forse anche le ragioni del successo de “La Casta”: “La denuncia di certi assurdi privilegi oggi serve perché in Italia non si governa più. L’età media dei suoi cittadini è di 42 anni contro i 26 del mondo; nel 2016 avremo più di 17 milioni di persone con più di 60 anni, quasi cinque milioni avranno più di 80 anni... Una classe dirigente seria avrebbe fatto già da tempo una riforma delle pensioni seria. Invece, come c’è scritto nel libro, abbiamo non solo chi è andato in pensione a quarant’anni, ma persino chi ci è andato a 29 anni, come una bidella... Certo, gli italiani ora potrebbero dire: ma perché proprio con me si deve cambiare... E così abbiamo anche le baby pensioni per i deputati... ma un grande paese non può più essere governato così, non può più.”

“Il nostro paese ha invece tanto bisogno di essere governato” ha continuato Stella, “e ha tanto bisogno di una classe dirigente.”



A questo punto è stato chiesto: ma siamo sicuri che gli italiani vogliano veramente essere governati?

“Se potessimo isolarci del tutto, chiudere i confini, essere autosufficenti, potremmo benissimo rimanere come siamo. Ma se vogliamo continuare a far parte di una società globale, e quindi essere competitivi e mantenere un certo benessere, allora non abbiamo scelta. Questa classe politica è un peso che non possiamo più permetterci. Ma vi rendete conto che a Vibo Valentia, diventata provincia da pochi anni, si discuteva per mesi su quale dovesse essere il Santo Patrono della Provincia, se dovesse essere San Bruno il tedesco... e quando ormai erano quasi d’accordo, succede che il partito della Margherita si divide tra rutelliani e quelli fedeli al governatore Loriero. E allora sapete che succede? Che la discussione diventa se deve essere deliberato che sia San Bruno appoggiato dai rutelliani o San Francesco di Paola che invece trova le preferenze dei loreriani.. così alla fine, ‘visto e considerato che’ e tanti bla bla, santo Patrono sarà San Bruno e San Francesco sarà Santo Protettore. Capite? Capite dove stiamo andando a finire?”

Ogni volta che Stella portava uno dei disarmanti esempi del livello di incapacità al buon governo contenuti nel suo libro, poteva venir sì da ridere, ma dentro dentro si può solo piangere. Perché si scrive un libro come la Casta? Cosa si vuol ottenere? “Il libro” risponde Stella, “è un atto d’amore nei confronti dell’Italia, un paese che  gli autori di questo libro amano e che non si vuole vedere in rovina.”.



Quando dal pubblico qualcuno chiede delle altre caste, come quella dei giornalisti, di quanto abbiano guadagnato senza aver svolto il loro dovere nei confronti della casta dei politici, Stella non appare per nulla turbato: “Guardi che con me si sfonda una porta aperta, io sono stato, anni fa, credo il secondo firmatario nella lista che chiedeva l’abolizione dell’ordine dei giornalisti... Ma riguardo ai finanziamenti pubblici ai giornali, penso che in realtà questo sia stato uno stratagemma dei politici per far addolcire la pillola alla carta stampata, per non avere mai fatto una legge seria che fissasse i tetti della pubblicità nei media, perché ovviamente una legge del genere non conveniva alla Rai e Mediaset...”

Il console Giovanni Favilli, ha chiesto se questa rabbia e indignazione possano essere paragonate a quelle espresse nella stagione di tangentopoli. Stella a questo punto ha fatto notare che finora “dai politici non è arrivata però una risposta adeguata alla rabbia della gente. Gattopardismo? Io credo che ormai la macchina sia impazzita, sia difficile fermarla. Noi speravamo che almeno un centesimo alla fine fosse tagliato da certe spese, almeno dopo che questo saggio è il più venduto della storia italiana ci aspettavamo una reazione da parte loro. Se non ora, quando? E invece... hanno fatto come si dice, ‘la mossa’. In Sicilia si dice ‘calati junco che passa la china’...”



“Non hanno paura, e sapete perché? Perché Berlusconi non può dire niente alla sinistra al governo sugli sprechi, perché per esempio quegli assurdi voli di stato per andare alle feste si facevano anche negli anni quando c’era lui al governo... 15 anni fa Berlusconi avrebbe fatto sfraceli, adesso deve star zitto. Così la sinistra non ha paura della destra e viceversa, e nessuno si muove.”

“Deve succedere qualcosa che porti ad uno schoc. Io per esempio voglio bene all’Alitalia, ma forse è meglio che fallisca, che chiuda perché solo così si può far capire alla gente che non tutto si può aggiustare. Ma invece non si muovono o sanno solo criticare chi li mette difronte alle loro responsabilità. Il presidente della Regione Veneto Galan ha chiamato questo libro ‘pornografico’ e me Tinto Brass del giornalismo... D’Alema, che all’inizio sembrava avesse recepito, dopo aver letto il libro aveva infatti detto che i politici rischiavano di essere travolti, poi deve averci ripensato, dato che ha cominciato a dire ‘ma guarda quante cose si sono inventate quei due giornalisti...’”



Ma non si rischia alla fine di fare solo sfascismo? A questa preoccupazione Stella ha risposto: “Hanno accusato il libro di fare demagogia, di essere qualunquista, ma noi non abbiamo mai usato espressioni come magna magna, mai abbiamo scritto governo ladro. Noi non facciamo altro che dare cifre e dati per poi affermare: evviva le istituzioni repubblicane, ma non così! Noi non molliamo l’osso, non concederemo un millimetro al qualunquismo, abbiamo orrore della demagogia. Ma così l’Italia non può continuare”.

Chi scrive ha fatto notare a Stella che il politico più al centro delle polemiche in questi ultimi mesi, il ministro Clemente Mastella, poche settimane fa, proprio qui a New York, durante una conferenza alla SUNY e poi in una intervista ad America Oggi, aveva dichiarato “sta crollando tutto, serve un governo che governi e quindi un premier eletto direttamente dal popolo...”. Stella  è apparso sorpreso dalle parole di Mastella, e ha esclamato: “Ma sei sicuro che non fosse un suo sosia?”

Pubblicato su Oggi7 del 4 novembre 2007

 

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