La schiavitù, oggi. Subdola realtà

Gennaro Matino* (December 09, 2014)
C'è un settore che non conosce crisi, ed è quello dello sfruttamento, un mercato che vede incrementare i guadagni e il numero delle vittime. Una realtà poco frequentata dai media, ma che rappresenta un problema grave, soprattutto in Italia e a Napoli


OGGI nel mondo del mercato globale la schiavitù si ripresenta in nuove e raccapriccianti forme, proposta come ricetta necessaria e indispensabile al superamento della crisi, subdola materia di ricatto nelle mani di nuovi schiavisti che offrono lavoro sottocosto, senza protezioni, senza alcun diritto per chi è costretto a cedere dignità in cambio di pane. Spregevole chi propone a modello di progresso e di futuro quei mercati dal Pil in crescita che, forti di moderna schiavitù, possono produrre facilmente a basso costo.


È traditore della sua gente chi colpevolmente dimentica la lotta che i popoli hanno fatto per sconfiggere i tiranni e guarda con ammirazione le economie ricche di quei paesi governati da prepotenti, senza libertà per i propri cittadini che abbassano giorno dopo giorno, sempre di più, l'asticella dei diritti umani per innalzare il livello del benessere dei più ricchi. Schiavitù che non è meno aggressiva sui mille marciapiedi della depravazione a pagamento.


Marciapiedi di metropoli affamate di compagnie bugiarde, commercio non straniero nella nostra Napoli che vede giovanissimi vendersi per disperazione o per fame. L'aspetto più grave e urgente delle moderne schiavitù è proprio quello dello sfruttamento dei minori. Anche perché è un aspetto largamente sottostimato, le cifre ufficiali sono solo la punta di un iceberg.


Le principali vittime della prostituzione tra i minorenni provengono dall'Europa dell'Est o da alcuni paesi africani, sono figlie di famiglie molto povere oppure provengono dagli orfanotrofi e sono schiave di chi le ha portate in Italia. Non meno raccapricciante è l'indifferenza dei troppi che sembrano commuoversi per la mano tesa di un bambino aggrappato al petto di una donna a elemosinare, senza chiedersi di chi sia figlio e per quale arte o sventura sia lì a mendicare e non a scuola o a giocare come i propri figli.

 

C'è dunque un settore che non conosce crisi, ed è quello dello sfruttamento, un mercato che vede incrementare i guadagni e il numero delle vittime. Una realtà poco frequentata dai media, ma che rappresenta un problema grave, soprattutto in Italia, a Napoli: collaboratrici domestiche, lavoratori agricoli, operai, pescatori, con paghe di fame, il nostro Paese risulta essere quello con il maggior numero di vittime di sfruttamento in Europa. Dovunque l'uomo è strutturato, dovunque operino strutture di repressione, lì l'uomo verrà tragicamente schiacciato e perderà dignità. Sarà povero e non solo di mezzi materiali necessari alla sua sussistenza, sarà schiavo perché privato dei suoi diritti e dei suoi sogni, sarà psicologicamente e spiritualmente distrutto, annientato, facile preda di un mercato senza rispetto umano.


Colpevole di questa ingiustizia anche chi doveva tutelarli, difenderli, schierarsi senza riserve al loro fianco, uomini di pensiero, di cultura, istituzioni. Colpevole anche la Chiesa quando vuole privare l'uomo della sua libertà individuale, per entrare prepotentemente nel sacrario della sua coscienza, il posto più sacro che Dio abbia riservato alla creatura. Troppo spesso le religioni sia dell'Est che dell'Ovest hanno schiacciato violentemente la libertà dell'uomo in nome di Dio, con l'unico obiettivo di governare i poveri, convincerli alla rassegnazione e così rendere più facili i disegni dei potenti.

 

Nella nostra città ci sono tanti giovanissimi che si vendono per disperazione o per fame. Il settore dello sfruttamento non conosce crisi, anzi incrementa i guadagni e il numero delle vittime.

* Gennaro Matino  è docente di Teologia pastorale e insegna Storia del Cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Editorialista di 'Avvenire' e 'Il Mattino'.  Opinionista di 'La Repubblica". Parroco della SS Trinità. Il suo più recenti libri: “Economia della crisi. Il bene dell'uomo contro la dittatura dello spread" (Baldini & Castoldi - 2013) e "Tetti di Sole" (2014).


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