Aspettando il Papa a Napoli

Gennaro Matino (February 03, 2015)
Papa Francesco presto sarà a Napoli, ed è già forte da ora l'entusiasmo di una città che non vede l'ora di incontrarlo. Spero che la sua parola così in controtendenza alle incrostazioni del passato, e per questo ancor più sorprendente, tocchi temi a lui cari anche qui tra noi. Spero che il suo entusiasmo rilanci proprio da Napoli il suo desiderio di rinnovamento




PUR senza generalizzare, la cosa strana, quella che davvero non ti aspetti, è che il più grosso problema in cui dovrai imbatterti per restare fedele al tuo entusiasmo e continuare la tua sfida annunciando il Vangelo non è il mondo, ma la struttura della Chiesa in cui vivi, che comunque ami, ma che molte volte trovi pesante, contraddittoria, inadeguata all'annuncio della verità in cui credi, in un tempo complesso e in un mondo in continua trasformazione.


Una Chiesa spesso vittima, soprattutto dalle nostre parti, di una presunzione di potere, lontana dal volersi mettere veramente in gioco, costretta e prigioniera nelle dinamiche dei suoi riti sorpassati, invece di spendersi in nuovi linguaggi capaci di dare ragione a una fantasia pastorale pronta a dialogare con la differenza degli uomini e a gridare speranza a chi dalla speranza si sente abbandonato. Una Chiesa che all'esterno tuona con una forza spropositata il suo dissenso contro un modo di vivere contrario al Vangelo, e ci mancherebbe altro che non lo facesse, ma che al suo interno si adegua, si adagia, si giustifica, si compromette, si accetta nel suo limite con estremo paternalismo rassegandosi spesso a una modalità che definirei di normalizzazione.

 

Papa Francesco presto sarà a Napoli, ed è già forte da ora l'entusiasmo di una città che non vede l'ora di incontrarlo. Spero che la sua parola così in controtendenza alle incrostazioni del passato, e per questo ancor più sorprendente, tocchi temi a lui cari anche qui tra noi, come quelli che ha affrontato nell'Evan-gelii Gaudium: «Sogno una scelta missionaria della Chiesa capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione ». Spero che il suo entusiasmo rilanci proprio da Napoli il suo desiderio di rinnovamento di tutte le Chiese locali, diocesi e parrocchie, partendo dal riconsiderare la loro stessa struttura, la loro stessa origine voluta dal Fondatore non per la loro autocelebrazione, ma per lanciare la sfida del Vangelo. Non penso certamente che il Papa possa cambiare la Chiesa con una magia o una battuta, anche se a volte i mezzi di comunicazione ne hanno bisogno per soddisfare il clamore mediatico. Vorrei solo che qui da noi il Papa andasse oltre le sue parole di auspicato rinnovamento e ci assicurasse che non si tratta di pii desideri, di semplici battute, ma che oltre la sua buona intenzione, nel segno del Concilio Vaticano II, la riforma della Chiesa troverà continuità oggettiva.

 

È difficile senza alcun dubbio anche per un papa convincere la Chiesa al suo interno che solo il suo rinnovamento le permetterà di dare significato efficace al suo ministero. Ogni nuova proposta pastorale per riformare la sua struttura inadeguata a rispondere alle attese della gente, ogni tentativo di rivedere il ruolo della gerarchia all'interno della vita comunitaria viene avvertito come lesa maestà, benché ci sia stato un grande Concilio a ribadire che o si cambia o si muore. Qualsiasi innovazione, venisse anche dal Papa, viene avvertita come un turbamento di sacri e inviolabili diritti di potestà assoluta soprattutto dai sacri pastori che più in alto occupano posti di potere, più fanno fatica a volerli trasformare in altro. Il problema del cambiamento della Chiesa nasce e si struttura proprio intorno al ripensamento del ruolo di guida dei suoi ministri. L'intendersi su che cosa significhi essere capo all'interno di un gruppo di fratelli costituisce uno dei problemi più rilevanti della riforma della vita comunitaria e a mio parere uno dei problemi più urgenti da risolvere per rendere visibile, ancora oggi, una Chiesa capace di annunciare al mondo la verità di Cristo. Ci riuscirà Francesco?


Ogni nuova proposta pastorale per riformare la struttura inadeguata a rispondere alle attese della gente viene avvertita come lesa maestà.


*Gennaro Matino  è docente di Teologia pastorale e insegna Storia del Cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Editorialista di 'Avvenire' e 'Il Mattino'.  Opinionista di 'La Repubblica". Parroco della SS Trinità. Il suo più recenti libri: “Economia della crisi. Il bene dell'uomo contro la dittatura dello spread" (Baldini & Castoldi - 2013) e "Tetti di Sole" (2014).


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