Staten Island. A "Casa" con Gina

Letizia Airos (June 22, 2010)
Casa Belvedere. Un nuovo campus culturale italiano a 360 gradi che offrirà classi di lingua italiana, cucina, arte e musica ma anche galà, sfilate di moda, degustazioni di vini, mostre e simpsi, incentrati su temi italiani. i-Italy ha preso il tragehetto per Staten Island, ha attraversato un piccolo tratto di mare per andare a vedere...

Staten Island. Su più di tre acri di giardino, in una verde collina si adagia Villa Belvedere, un edificio che farà parlare di se e soprattutto farà parlare italiano. Ne siamo certi.

Di fronte: l’incredibile vista della baia di New York.  In lontananza, il suggestivo  Ponte di Verrazzano sembra vigilare ed incoraggiare a nuove imprese in ricordo del noto esploratore italiano del 15mo secolo.

L'edificio, al 79 Howard Avenue, è stato costruito nel 1908 dal mercante e noto filantropo Louis Boebling-Stirn e da sua moglie Laura, nipote dell'architetto del Brooklyn Bridge. E’ nelle suoi dettagli pieno di suggestioni e, soprattuto, molto accogliente. Non è difficile immaginare cosa potrebbe diventare. Siamo d’accordo con la fondatrice e presidente dell’Italian Cultural Foundation of New York, Gina Biancardi, che l’ha scoperta e voluta questa casa speciale.

 Dodici camere da letto al piano superiore verranno utilizzate per insegnare la lingua italiana, altre stanze adibite ad uffici, le sale più grandi a mostre e simposi.

i-Italy ha ha preso il traghetto per Staten Island (lo consigliamo a chiunque non l’abbia mai fatto!), attraversato un breve tratto di mare per arrivare a una destinazione che ha tutte le carte per diventare, non solo un centro culturale importante di riferimento per gli abitanti di Staten Island, ma anche un luogo importante per chi voglia, da Manhattan e altri borough, arricchirsi con nuove proposte culturali italiane.

Arrivati in villa ci siamo trovati subito immersi in un’atmosfera veramente speciale per una celebrazione che nel suo cerimoniale ha coinvolto tutti i partecipanti, anche i più giovani. Ed il dettaglio – ma non è un dettaglio – che ci ha colpito forse di più è stato la grande presenza di giovani e soprattutto di bambini. Va detto, è raro vedere giovani in occasioni di questo tipo. Ma si respirava, a Casa Belvedere, veramente un aria di famiglia. 

 
E mentre prendevano la parola il deputato Amato Berardi, il console generale Francesco Maria Talò, la senatrice dello Stato di New York, Diane Savino, il congressman Michael McMahon, insieme ai “padroni di casa” John Profaci chairman della Foundation, la fondatrice e presidente Gina Biancardi, presentati da Louis Calvelli direttore esecutivo,  si potevano intravedere alcuni di loro giocare nella sala accanto.
 

A conferma di questa atmosfera le parole di Gina Biancardi. Ferme, studiate nella comunicazione ma estremamente calde, femminili, dolci e accoglienti, familiari. E ci piace sottolineare quest’aspetto “femminile” della presentazione perchè siamo convinti che accompagnerà la storia di questa casa. 

Nel suo discorso ricordi e presente. Dal pomodoro e basilico piantato dietro la casa di famiglia fino al più sofisticato design dei giorni nostri.

“ Molti non avevano realizzato la vision di questo posto fino a questa sera.  Ma questa sera l’hanno capito.

Sono orgoglia di essere italo-americana – ha detto - e di avere radici sia in Italia che America. Quelli che considero i migliori paesi del mondo”. “Sono la figlia di Pino e Rosalia Biancardi venuti negli anni 60 con un dollaro e un sogno, come dicevano loro. E come tanti altri vostri genitori, nonni, bisnonni hanno lavorato per far diventare l’impossibile possible.”

E descrive subito Casa Belevedere come un posto di tangibili ed intangibili sensazioni. Tangibile per la sua esistenza,  intangibile per le sensazioni che da, come quelle che provengono da odori che amiamo. “Sono sangue del nostro sangue – continua – questo posto onora straordinarie e ordinarie persone venute prima di noi e che ci hanno fatto diventare quello che siamo diventati”.

Ha descritto la villa come una struttura simbolica in grado di rappresentare l’heritage, la cultura italiana. Un luogo per educare a cosa vuol dire essere italiani.

Gina ammette il rischio del distacco dei giovani da parte della propria cultura di origine ed invita ad utilizzare tutti i mezzi per “una nuova connesisone”. Questo vuol dire poter educare alla lingua, all’arte,  l’archittettura, la musica,  la cucina,  il vino,  il fashion, le macchine e molto altro ancora.

“Connessione” per Gina vuole dire power. “Pensate – dice – noi siamo il numero uno in tutto quello che facciamo.” E termina: "Casa Belvedere deve diventare un vibrante centro di cultura.

"Succederà, è solo questione di tempo. I can feel it  I can taste, I can smell, I dream about it every day. Insieme possiamo fare la differenza. Insieme possiamo rendere possible l’impossibile così come hanno fatto i nostri genitori e nonni”.

 
E  John Profaci, il chairman, nel suo discorso pone sua volta l’acento sulla forte personalità della fondatrice. “In queste 5 mila quare feet il sogno di Gina dienterà vero. Chi la conosce sa che qusto succederà” .
 

La parola poi è andata al deputato della Repubblica Italiana, Amato Berardi, che insieme al console Talò, le ha consigliato una medaglia in suo onore del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini: “Perchè lei è la dimostrazione che i sogni possono diventare veri”

Tornata in mezzo al pubblico la Biancardi ha ascoltato vicino a sua figlia le parole di stima pronunciate da tutti gli altri speaker.

Talò in particolare ha fatto riferimento alla concretezza di intenti di Gina. “Non esiste niente di più  concreto di una casa, e questo è al tempo stesso un palazzo pieno di idée. Un edificio che fa capire cosa vuole dire implementare quel thinking global and acting locally, fondamentale nei nostri tempi. State island è un grande centro per una cultura italiana, ma al tempo stesso direi universale. E’ per tutti.

Sarà iportante crare un network con centri come questi per avere una visione globale in un mondo globale”.

E conclude. “State Island con Casa Belvedere non è più una sleeping beauty ma un esempio di dove stiamo andando”.
 

Un altra donna ha ripercorso nel suo discorso con efficacia l’operato di Gina Biancardi,  la Senatrice dello Stato di New York, Diane Savino. “La cultura è importante ma siamo prima di tutto italiani. Non dobbiamo dimenticare da dove veniamo e sono felide di vedere i sogni di Gina. Sogni che sono come quelli di mia nonna Domenica Roselli che è venuta  qui in una nave nel 1906 a 16 anni.”.

E ha continuato ricordando come è venuta a conoscenza di Casa Belvedere. “La mia prima reazione, devo confessarlo, è stata questa: ma abbiamo bisogno di un altro centro italiano a State Island? Ed in questo momento economico così difficile? Poi ho incontrato Gina. Abbiamo parlato e ho capito che è necessario. Ha ragione. Serve.
 

"Sono attualmente il presidente dell’Italian American Legislator. Siamo in 50 di origine italiana. Rappresentiamo praticamente ogni parte dello stato di New York. E Staten Island è il luogo con maggiore densità di origine italiana.

Abbiamo bisogno di cultura. Io, come tantissimi,  non appartengo alla prima generazione ma alla terza. Non siamo più praticamente italiani, è come avere un’altra nazionalità. Ma non dobbiamo dimenticare i problemi dei nostri antenati, le discriminazioni che hanno dovuto subire.”

E la Savino invita a stare attenti perchè, nonostante gli italo-americani occupino oggi posti di prestigio in diversi settori,  può succedere che,dimenticando la cultura di provenienza, si possa essera ancora discriminati.

L’esempio lampante lo trova nella questione aperta dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole americane. “Dobbiamo ricordare quanto è importante la nostra cultura, siamo prima di tutto italiani, e veniamo discriminati se dimentichiamo da dove veniamo. Casa Belvedere è importante per questo”.

Il congressman Michael McMahon,  nel confermare l’importanza e la necessità di un supporto alla promozione culturale italiana,  ha ricordato quanto sia stato importante nella sua formazione politica l’incontro con il senatore italo-americano di Staten Island, John Marchi.

Nelle sue parole poi una citazione che risale a Leonardo da Vinci:

“Ci sono tre classi di persone, diceva il grande italiano, quelle che vedono, quelle che vedono quando qualcosa si manifesta, si mostra a loro e quelle che non vedono. Gina Biancardi è stata in grado di vedere, di guardare in là.”

L’edifico dovrà essere ristrutturato, adattato, dovranno essere installate facilitazioni per handicappati, ascensori. Occorrono due milioni e mezzo di dollari. Ma Gina non si scoragggia certo: “per ora stiamo raccogliendo fondi privati per avviare i lavori."

A Gina Biancardi ed insieme a lei a John Profaci, chairman della Foundation, e Louis Calvelli, direttore esecutivo , da parte di i-Italy i migliori auguri e la promessa di seguire il più vicino possibile il loro lavoro.’

Comments:

i-Italy

Facebook

Google+