Quando l’Italia esporta tecnologia: incontro con Paolo Scudieri

Francesca Giuliani (April 11, 2012)
L’Amministratore Delegato di Adler Group ha recentemente visitato il Nord America per chiudere due importanti accordi: il primo riguarda l’apertura di un laboratorio virtuale di design e progettazione a Philadelphia, il secondo la creazione di un centro studi a Montreal. i-Italy lo ha incontrato tra una tappa e l’altra, e ha discusso con lui dell’importanza strategica dell’innovazione per un’Italia più competitiva nel mercato globale.

A dispetto di quanto si possa credere, l’Italia non esporta solo prodotti gastronomici d’eccezione,  vini preziosi, oggetti di design e collezioni dei suoi stilisti famosi in tutto il mondo. In molti casi l’Italia è leader nel settore della tecnologia. Le sue eccellenze in questo campo  vengono da aziende che rivoluzionano il mercato globale con la loro costante ricerca di perfezione, con soluzioni innovative e competitività. È il caso di Adler Group.
 

Adler Group è il secondo gruppo industriale del Mezzogiorno per grandezza e fatturato, che conta 58 stabilimenti in tutto il mondo. È guidato da Paolo Scudieri, imprenditore illuminato e dotato di grande intuito, che ha portato l’azienda di famiglia, una camiceria fondata da papà Achille nel 1956 nel difficile quartiere napoletano di Ottaviano, a diventare un colosso nel settore automotive. 
 

L’intuizione rivoluzionaria di Achille e Paolo Scudieri fu quella di immaginare prima degli altri i mille impieghi che i poliuretani avrebbero potuto avere nel rendere più confortevole la vita di tutti noi. Dopo anni di ricerca sui materiali, molti successi e ben 25 brevetti depositati all’attivo, Adler Group oggi è leader nella progettazione e nel design degli interni dei veicoli su strada, dalle auto agli autobus fino agli autotreni, e fornisce i suoi prodotti ai più grandi marchi automobilistici del mondo. Tra i suoi clienti vanno ricordati infatti FIAT, Maserati, BMW, Ford, Toyota e Renault.

Il focus di Adler Group e di Paolo Scudieri è mettere al centro l’uomo e le sue esigenze, tra cui quella di comfort e di benessere: “Trascorriamo in auto in media tre ore al giorno,” dice Scudieri ad i-Italy durante una lunga conversazione in redazione, “Se queste tre ore trascorrono in modo piacevole tutta la società ne trae un beneficio”.

Questo approccio olistico al prodotto e ai suoi destinatari ha sempre portato Scudieri a ricercare fonti di ispirazione per il miglioramento della propria offerta in campi non necessariamente collegati a quello del suo business.

Dalla sinergia tra settore automotive e industria aeronautica, per esempio, è nato l’ambizioso progetto di realizzare la prima auto in carbonio di serie, tanto leggera da permettere il sottodimensionamento delle unità frenanti e la riduzione della cilindrata del motore, a tutto vantaggio dell’ecosostenibilità.

“Per crescere nel mondo globalizzato non ci si può più focalizzare solo sul proprio settore, bisogna sviluppare uno sguardo laterale, andando a cercare in campi solo apparentemente distanti idee che possono rivelarsi strategiche.”

Ed è proprio questo il principio che ha portato Scudieri nel Nord America. Le due tappe del suo ultimo viaggio, Filadelfia e Montreal, sono state luoghi chiave per siglare due importanti accordi per Adler Group.

Il gruppo è già attivo negli Stati Uniti da diciotto anni, e così determinante nel supportare il processo di ripresa economica in città come Detroit, dove il gruppo possiede uno stabilimento che dà lavoro a 3000 dipendenti, da fargli ricevere il Premio Speciale NIAF 2011 per il Business Internazionale.

A Filadelfia, Scudieri ha visitato il College of Science and Technology della Temple University, dove non solo ingegneri industriali ma soprattutto ricercatori in medicina e farmacia potranno partecipare alle attività del laboratorio di design e progettazione che Adler Group aprirà ben presto.

Utilizzando la realtà virtuale e dati parametrici, saranno in grado di fornire le specifiche tecniche per la progettazione dell’acustica e degli interni dei veicoli come immaginati dai clienti in tempo reale, abbreviando un processo che altrimenti durerebbe dai 10 ai 15 mesi.

Scudieri ha detto ad i-Italy che il laboratorio: “Sarà la realizzazione del mio sogno di potermi sedere a un tavolo con il mio cliente e pianificare insieme le caratteristiche dell’auto. È qualcosa di veramente innovativo, mai realizzato prima da nessuna impresa. Ci darà un preziosissimo vantaggio competitivo intellettuale.”

A Montreal, invece, Scudieri ha incontrato Albert De Luca, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Quebec e Vicepresidente di Deloitte Canada, dove è a capo della divisione Ricerca e Sviluppo. Con lui ha discusso della possibilità di istituire un centro di ricerca e sperimentazione per Adler Group a Montreal, che sarà strategico per le attività del gruppo in tutta l’area nordamericana e nel mondo.

“Tutto ciò avviene in Canada perché c’è una fortissima attrattività dei territori. L’area canadese offre notevoli vantaggi di costo e di riconoscimento degli investimenti”, ci dice Scudieri.

Nonostante per l’AD di Adler Group globalizzazione non significhi delocalizzazione, e nonostante l'azienda conti ancora sette stabilimenti sul territorio italiano, di cui ben tre in Campania, Scudieri ci confessa che visitare il Nord America è sempre un’esperienza rigeneratrice: “Qui mi incoraggio e trovo la forza per tornare in Italia, dove il dire e il fare non coincidono quasi mai. Dire e fare in America sono la stessa cosa.”

La scelta di mantenere tre stabilimenti operativi in Campania è particolarmente coraggiosa. Nella storia familiare degli Scudieri, infatti, c’è anche un episodio di vendetta da parte delle organizzazioni camorriste. Nel 1984 il padre di Paolo, Achille, fu vittima di una rappresaglia a colpi di arma da fuoco per aver denunciato delle estorsioni.

L’intenzione che anima Paolo Scudieri a continuare ad operare ad Ottaviano e in altre aree della Campania è quella di voler contribuire attivamente e in prima persona alla crescita di territori che ancora versano in situazioni di estremo degrado.

Dell’Italia di oggi, Scudieri dice che “è ferma, è assente dalle dinamiche del mondo, e non agevola chi vuole fare impresa”. Scudieri annovera la burocrazia come primo dei fattori frenanti lo sviluppo: “è impossibile ottenere licenze edilizie in tempi ragionevoli, per non parlare della lentezza della giustizia”.

Se si riuscirà a salvare l’Italia, Scudieri non ha dubbi, sarà merito dei giovani, specialmente di quelli che torneranno in patria dopo aver vissuto da cittadini del mondo: “Potranno contaminare positivamente contesti troppo legati al passato”, ci dice.

A proposito dei giovani che lavorano con lui in azienda, Scudieri afferma: “Guardo loro e mi innamoro, mi insegnano a non essere mai appagato, a non sedermi mai. Me ne circondo, e il mio obiettivo è di farli crescere.”

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