L’Italia si ricorda (in extremis) delle sue risorse nel mondo

Letizia Airos (July 06, 2020)
La notizia è questa. Nel Decreto Rilancio è stato inserito in extremis un emendamento che stanzia ulteriori 5 milioni di euro a sostegno della rete delle Camere di Commercio italiane all’estero “per promuovere l’Internazionalizzazione anche con metodi innovativi come le piattaforme elettroniche”. Potrebbe essere un significativo aiuto alla internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane, partendo dalla valorizzazione della già radicata presenza italiana nel mondo: le Camere di Commercio all’estero (CCIE) sono infatti 79 e sono presenti in 56 paesi. Prima firmataria dell’emendamento è Fucsia Nissoli, deputata eletta in Nord e Centro America. Le Camere di Commercio nel mondo erano una realtà quasi dimenticata e lei ha posto il problema…. L’abbiamo raggiunta per telefono.

La notizia è questa. Nel Decreto Rilancio è stato inserito in extremis un emendamento che stanzia ulteriori 5 milioni di euro a sostegno della rete delle Camere di Commercio italiane all’estero “per promuovere l’Internazionalizzazione, anche con metodi innovativi come le piattaforme elettroniche”. Potrebbe essere un significativo aiuto alla internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane, partendo dalla valorizzazione della già radicata presenza italiana nel mondo: le Camere di Commercio all’estero (CCIE) sono infatti 79 e sono presenti in 56 paesi.

Prima firmataria dell’emendamento è Fucsia Nissoli, deputata  eletta in Nord e Centro America. 

Le Camere di Commercio nel mondo erano praticamente una realtà quasi dimenticata e lei ha posto il problema…. L’abbiamo raggiunta per telefono.

“Sono molto orgogliosa di come l’emendamento al Decreto Rilancio, a mia prima firma, sia riuscito ad unire maggioranza, opposizione e Governo nel riconoscere il valore delle CCIE e incentivarne le attività per lo sviluppo del nostro export”. 

Partiamo da queste parole sue parole  per una riflessione che supera il contenuto dell’emendamento di per se stesso. 

La parlamentare, cresciuta a Treviglio in provincia di Bergamo con una madre di origine siciliana, ma negli Usa da molti anni, con questa iniziativa attira ancora una volta l’attenzione della politica italiana su quella che è l’attività troppo poco conosciuta degli italiani all’estero.

Inizialmente le camere di commercio nel mondo non erano state considerate dal decreto.  Forse il riflesso di una mancata consapevolezza dell’importanza degli italiani all’estero per il successo del Made in Italy e per il suo rilancio in questa fase post-Covid.

“Le camere di commercio erano rimaste fuori dal piano, sono stata sollecitata da tanti. Ora sono previsti fondi per l’internazionalizzazione con metodi innovativi, anche attraverso piattaforme elettroniche.” Due innovazioni positive, dunque, se si considera la tradizionale debolezza italiana sul fronte del digitale. 

Il tessuto economico italiano vive di piccole e medie imprese che possono e devono essere internazionalizzate e rilanciate nel mondo. 

“Sono proprio le camere di commercio all’estero, da sempre vicine a queste realtà, le più adatte a farlo”, dice Nissoli. “Lo so che può essere un argomento delicato, anche nella rete delle CCIE c’è chi si è comportato bene e chi no, come succede ovunque. Ma la maggior parte delle volte sono state loro a far penetrare l’attività commerciale delle aziende italiane nel tessuto economico del Paese dove operano. E se si rafforzano loro si rafforza il Sistema Paese, si rafforza l’Italia”.

Dunque Fucsia Nissoli ha dato un input importante su questo tema, incontrando speriamo una mutata sensibilità nel Parlamento e nel Governo.

Certo sarebbe stato sconcertante se ci si fosse dimenticati ancora una volta non solo delle Camere, ma in generale degli italiani all’estero.

Se si fosse continuato a trascurare quell’Italia fuori dai confini, che soffre ancora di un’assenza quasi totale di “informazione di ritorno”.

Ancora oggi pochi in Italia sanno chi sono gli italiani all’estero, cosa fanno, come vivono, cosa rappresentano per il Paese che li ospita. Sono questi italiani, fuori dai confini, i veri “ambasciatori” e al tempo stesso le sentinelle di una presenza italiana che abbraccia il mondo intero. Si tratta di “eccellenze”, ma non solo. Si tratta anche di gente comune che vive lo stile di vita italiano fuori dall’Italia e lo promuove, spesso inconsapevolmente, ma in modo più che convincente. 

Non si può, specie in questo momento, dimenticare l’incredibile potenziale rappresentato da decine di milioni di italodiscendenti e da cinque milioni di cittadini italiani residenti all’estero tra cui tanti studenti, imprenditori, manager e professionisti. 

Certo, questo emendamento offre un primo importante riconoscimento di questa realtà attraverso le Camere di Commercio, ora occorre spendere bene questi fondi, delinearne bene i compiti, le linee da seguire e i risultati che si intendono ottenere. Si tratta in poche parole di avere una visione e di gestire un processo anche complesso, ma vitale per il rilancio del Paese nel tempo.

Ed è importante che una forte sollecitazione alla politica in tal senso sia venta da un parlamentare eletto all’estero. Bisogna creare un asse tra maggioranza e opposizione, sostiene Nissoli, con l’intento di “guardare al raggiungimento dell’obiettivo a prescindere dallo schieramento politico“. E aggiunge: “In questo difficile periodo storico, occorre far stare meglio le persone e non fare propaganda. Occorre capire insieme cosa si può fare per salvare l’Italia. Per ricostruire l’Italia insieme, l’Italia all’estero è una incredibile risorsa.”

Come ogni crisi anche quella legata al Covid19 può aprire nuove opportunità. Le Camere di Commercio, come tantissime altre realtà italiane consolidate fuori dal Paese, dovranno ora mostrarsi all’altezza della sfida nell’impegno per rilanciare il Made in Italy in un’ottica integrata, di sistema.

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