Legge sulle intercettazioni. Strano Paese l'Italia!

Maria Rita Latto (June 11, 2010)
Proviamo a fare il punto sugli avvenimenti legati alla legge sulle intercettazioni, denominata legge Bavaglio, che tiene banco ormai da diverso tempo in Parlamento. Mentre gli altri Paesi si occupano della crisi ecomico-finanziaria, in Italia ...

ROMA. Strano paese l’Italia. Mentre in tutti Parlamenti del mondo si dibatte su tematiche attuali ed urgenti come la crisi economico-finanziaria, qui da noi sembra che l’emergenza sia il pericolo che i giornali ed i media in generale rendano note le intercettazioni telefoniche.  
 

Grazie al decreto legge votato pochi giorni fa al Senato con la “blindatura” della fiducia (istituto parlamentare usato per compattare la maggioranza parlamentare o per evitare l'ostruzionismo dell'opposizione) uno strumento d’indagine fondamentale come le intercettazioni non sarà più come prima.

Prima della votazione al Senato ci sono state sedute fiume a Palazzo Madama, in Commissione Giustizia per fissare il testo base della legge. Certo, ha colpito constatare che i lavori di questa Commissione si siano protratti per giorni, fino a notte fonda, in sedute interminabili, persino in giornate come il lunedì o il venerdì, a ridosso del week end, in cui di solito al Senato non si vede neanche l’ombra di un senatore.

Evidentemente, la materia era di tale importanza da richiedere un sacrificio di questa portata. Il giorno della votazione, mentre i senatori si apprestavano ad approvare la legge, che ha ottenuto 164 voti a favore e 25 contrari, i parlamentari dell’Italia dei Valori, partito il cui leader è Antonio Di Pietro, hanno occupato l’aula del Senato fino a quando non sono stati allontanati con la forza. Al momento della votazione i senatori del Partito Democratico sono usciti dall’aula, mentre fuori dal Senato manifestavano i giovani del movimento del Popolo Viola che si erano radunati davanti a Palazzo Madama grazie ad un passaparola in rete.

Dopo la votazione nel Paese è iniziata una sempre più crescente protesta contro il decreto di legge sulle intercettazioni, ribattezzata “legge bavaglio”.

Cosa cambierà? Anzitutto, si potranno pubblicare almeno “per riassunto” gli atti di un processo non più segreti. Divieto, invece, per i testi delle intercettazioni, di cui non si potrà più né scrivere né parlare, né per riassunto, né nel contenuto, fino al termine delle indagini preliminari.

Vietata la pubblicazione di tutto quello che riguarda “fatti e persone” estranee alle indagini. Vietata la pubblicazione degli atti e delle intercettazioni destinatead essere distrutte. Chi pubblicherà un brogliaccio, a prescindere da cosa contenga, sarà punito con un mese di carcere e la multa fino a 10mila euro. Gli editori rischieranno fino a 450mila euro. Carcere fino a tre anni per chi pubblica intercettazioni destinate a essere distrutte.

Oltre all’indagine penale, si potrà incorrere nella sospensione cautelare fino a tre mesi. Se si tratta di impiegati dello Statosarà una sospensione dal servizio, se si tratta di giornalisti la sospensione sarà dalla professione. Una volta terminato il periodo di durata massima delle intercettazioni telefoniche (75 giorni), il pm potrà chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni, se dovesse avvertire il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale.

Inoltre, viene fissato in tre giorni (prorogabili di tre in tre) la durata delle intercettazioni ambientali. Per mafia e terrorismo si potranno effettuare intercettazioni “anche se non vi è motivo di ritenere che in quei luoghi si stia svolgendo l'attività criminosa”. Per tutti gli altri delitti si distinguerà tra luogo privato e luogo pubblico e sarà necessario avere, soprattutto per il secondo, maggiori indizi di reato.

Se un magistrato rilascia dichiarazioni sul processo o viene indagato per violazione del segreto, potrà essere sostituito, anche se non automaticamente. Sarà vietata la pubblicazione dei nomi e delle foto dei magistratiper quanto riguarda i provvedimenti loro affidati.Per chiedere un’intercettazione telefonica o visiva e i tabulati serviranno “sufficienti indizi di reato” per i delitti di mafia e di terrorismo o “gravi indizi di reato” per tutti gli altri crimini.

Le utenze devono appartenere ai soggetti indagati o dimostrare per gli altri che “sono a conoscenza dei fatti per cui si procede”. Ad autorizzare il pm, per ogni richiesta o proroga, che dovrà far sottoscrivere dal procuratore capo, sarà il tribunale collegiale del capoluogo di distretto cui dovrà inviare ogni volta tutte le carte.


E’ prevista una pena da sei mesi fino a quattro anni di carcere per chi “fraudolentemente effettua riprese o registrazioni di conversazioni a cui partecipa o comunque effettuate in sua presenza”: è il cosiddetto “comma D’Addario” ispirato da Patrizia D’Addario, la escort barese che ha registrato i dialoghi col presidente del consiglio Silvio Berlusconi durante incontri intimi a Palazzo Grazioli, residenza privata del premier.

C’è una clausola di salvaguardia per gli 007, mentre sono stati esclusi, dopo molto insistenze, i giornalisti, pubblicisti compresi. La legge non si applicherà ai processi in corso nei quali siano già state richieste e autorizzate delle intercettazioni. Come verrà esplicitamente scritto, tutti gli atti compiuti fino al momento della sua entrata in vigore, ascolti compresi, saranno salvi.

Ci sarà invece un anno di tempo per applicare la norma che prevede il semaforo verde per le intercettazioni da parte del giudice collegiale e non più del Giudice per le Indagini Preliminari. Se un sacerdote viene sottoposto ad indagini o arrestato, il pubblico ministero dovrà avvertire il vescovo della diocesi da cui il prete dipende. Nel caso di un vescovo o di un abate verrà avvisata la Segreteria di Stato Vaticana.

Ovvio che tutto ciò scatenasse la reazione degli organi di stampa, innanzitutto. La FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), autorevole sindacato dei giornalisti, ha stabilito che venerdì 11 giugno i quotidiani uscissero con una fascia a lutto ed ha convocato uno sciopero nazionale per il 7 luglio.
 

 La prima pagina di Repubblica dell’11 giugno era completamente bianca per protestare contro il ddl. “Si tratta di un colpo mortale alla libertà e siamo pronti alla disobbedienza civile”, ha annunciato la FNSI. Nel frattempo l’Italia dei Valori ha registrato un dominio in Belgio per pubblicare le intercettazioni proibite in Italia e si stanno preparando altre iniziative – come pagine in bianco o in nero – sia nei quotidiani italiani che in quelli europei.
 

Contro la “legge bavaglio” anche l'Ordine nazionale dei giornalisti che invoca “il dovere della disobbedienza civile”, mentre l'Unione nazionale cronisti italiani chiede lo “sciopero generale immediato contro l'attacco alla democrazia”. Per la Federazione italiana editori giornali (Fieg) il ddl ha semplicemente un effetto intimidatorio.

La Commissione Ue si è detta “molto vigile” su quanto sta accadendo in Italia sul fronte del contestato provvedimento sulle intercettazioni.

“La Commissione Europea - ha detto un portavoce - non commenta bozze di provvedimento, ma è chiaro che siamo molto vigili su qualsiasi situazione che possa creare problemi”.

Il Pd annuncia battaglia: alla Camera “sarà un Vietnam”, ha detto il vicesegretario Enrico Letta. E il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, assicura che il Pd “non accetterà forzature sui tempi” e sui regolamenti della Camera, i quali impongono che il disegno di legge arrivi in aula “non prima di settembre”.

I rappresentanti del Partito della Libertà ribattono che è ora di proteggere il diritto alla privacy e che questa legge impedisce che vengano pubblicate le conversazioni delle persone indagate per alcuni reati. Certo, se fosse stata in vigore la legge gli italiani non avrebbero mai saputo della casa al Colosseo dell’ex ministro Scajola, né della “cricca” che faceva affari all’ombra della Protezione Civile. E non si sarebbero indignati ascoltando la telefonata tra i due costruttori che poche ore dopo le prime scosse del terremoto all’Aquila (6 Aprile 2009, 308 morti) se la ridevano nei loro letti per gli affari che avrebbero fatto: “Non ci sono terremoti tutti i giorni” dicevano tra una risata e l’altra.

Il ddl mette dei paletti davvero molto importanti dal momento che, nella maggior parte dei casi, sono proprio le intercettazioni telefoniche delle prove rilevanti per poter chiamare a giudiziouna persona. Non si potranno disporre intercettazioni, non si potrà accedere ai tabulatitelefonicie non si potranno più mettere cimici, se prima non si avranno prove scottanti sulla persona che si intende indagare. Grande attesa adesso per vedere se alla Camera si riuscirà a modificare quanto votato in Senato. La battaglia è solo all’inizio.

 

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