Golden Globe 2015 e "Je suis Charlie"

Carlo Di Stanislao (January 13, 2015)
A Beverly Hills hanno vinto i film di Linklater e Anderson, ma anche il glamour l'attualità, con molte star con cartelli e spillette con la scritta "Je suis Charlie", in omaggio ai fatti di Parigi.




Nelle stesse ore (o quasi)  in cui il cinema veniva privato di due grandi figure: Francesco Rosi, l’inventore del film-inchiesta, l’autore di “Salvatore Giuliano”, “La mani sulla città”, “Luchy Luciano” e “Cadaveri eccellenti”,  e Anita Ekberg, passata dai ruoli di sex symbol a quelli di caratterista, icona della “Dolce Vita” e del conturbante femminile felliniano; a migliaia di chilometri di distanza lo spettacolo, fatto di piccolo e di grande schermo, celebrava uno dei suoi riti più salienti: l’assegnazione dei Golden Globe, aperto con il topless “politico” per Lena Dunham, protagonista della serie tv “Girls”, che  si è lasciata immortalare dall'amica Jenni Konner a seno nudo ma con i capezzoli coperti da silicone, sia per evitare spiacevoli inconvenienti davanti ai fotografi, ma per rilanciare la campagna Free The Nipple, come sottolineato dalla didascalia allo scatto postato su Instagram, con una copertura “topica” per sostenere il movimento femminista che lotta contro la criminalizzazione del nudo in pubblico e sui social network da parte dei media e delle autorità.

A Beverly Hills hanno vinto i film di Linklater e Anderson, ma anche il glamour l'attualità, con molte star con cartelli e spillette con la scritta "Je suis Charlie", in omaggio ai fatti di Parigi.

Da sempre anticamera molto affidabile degli Oscar (le nomiation si sapranno giovedì, ma già ora sappiamo che l’Italia non è in corsa), i principali riconoscimenti, comed detto, sono andati al film drammatico di Richard Linklater “Boyhood” (anche miglior regista e miglior attrice non protagonista) e alla commedia di Wes Anderson “The Grand Budapest Hotel”, mentre i grandi battutti sono stati “Selma” e “Birdman”.

 

L’avventura di “Prima dell'alba: Boyhood” è durata 12 anni per poter raccontare, in forma vera,  cconta la crescita di un ragazzino, Mason, che assieme alla sorella Samantha vive un viaggio emozionale e trascendente attraverso gli anni, dall'infanzia all'età adulta.

 

Un vero e proprio colpo di scena è stato il riconoscimento a “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson che racconta le avventure di Gustave H, leggendario concierge di un lussuoso e famoso albergo europeo (Ralph Fiennes), e di Zero Moustafa, un fattorino che diviene il suo più fidato amico; un film in cui la fotografia e la regia hanno creato una atmosfera da sfatare tutti i pronostici, che sono stati rispettati, invece per quel che riguarda gli interpreti invece le attese sono state rispettate: miglior attrice drammatica Julianne Moore per la sua insegnante affetta da Alzheimer, miglior attore drammatico Eddie Redmayne per la sua interpretazione dell'astrofisico Stephen Hawking ne “La teoria del tutto”, mentre il premio per il miglior attore di commedia è andato a Michael Keaton, star in declino di “Birdman” di Alejandro Gonzalez Inarritu (che aveva il numero maggiore di nomination ma ha ottenuto solo un altro riconoscimento alla sceneggiatura), è miglior attrice brillante è stata Amy Adams, per il film di Tim Burton “Big Eyes”.

 

A George Clonney il Cecil B. De Mille, per il suo impegno nel campo umanitario e in particolare per avere denunciato a più riprese i crimini in Darfur e bravissime sono state le due conduttrici, le bravissime attrici comiche Tina Fey e May Pohler, che hanno condotto lo show con il solito ritmo veloce e senza risparmiare nessuno con le loro battute che hanno preso di mira la Corea del Nord ed il film che racconta di Bill Cosby accusato di violenza sessuale.

 

Come dicevamo molte star hanno ricordato la strage di Parigi e nel suo discroso Clooney ha detto: "Oggi è un giorno straordinario. Milioni di persone hanno marciato non solo a Parigi ma in tutto il mondo ed erano cristiani, ebrei, musulmani, i leader del mondo. Non hanno fatto una marcia di protesta ma una marcia di sostegno all'idea che non cammineremo nella paura. Je suis Charlie."

 

Per quanto riguarda la tv, la settantaduesima edizione ha premiato premiato serie nuove come “The affair e Transparent”, ma anche protagonisti già noti come Kevin Spacey per il ruolo di Frank Underwood in “House of cards” e Joanne Froggatt per il ruolo di Anna Smith in “Downton Abbey”.

 

Inaspettata la vittoria dell'esordiente Gina Rodriguez come miglior attrice in una comedy, “Jane the Virgin”, mentre scontati i premi a “Fargo” come miniserie e a Billy Bob Thornton per il crima drama di FX .


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