Scorsese: The Irishman ci mette di fronte al tabù della mortalità

Monica Straniero (October 23, 2019)
Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sono i protagonisti di The Irishman di Martin Scorsese, approdato alla Festa del Cinema di Roma, dopo aver aperto il 57esimo New York Film Festival lo scorso settembre. Il film racconta attraverso gli occhi del veterano della Seconda Guerra Mondiale, Frank Sheeran/De Niro, uno dei maggiori misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, interpretato da Al Pacino. Un viaggio epico che ci conduce negli angoli più oscuri della criminalità organizzata, con le sue procedure, gli scontri, un’arcana organizzazione sociale e legami con la politica.

Scorsese e De Niro sono di nuovo insieme dopo aver collaborato in numerosi film, tra cui Taxi Driver, Re per una notte e Mean Streets -Domenica in chiesa, lunedì all'inferno, e con Pesci in Toro scatenato, Quei bravi ragazzi, solo per citare alcuni titoli.  "Ma è stato dopo Casinò, nel 1995, che io e Robert De Niro ci siamo messi alla ricerca di un personaggio emblematico per descrivere in modo appronfondito la criminalità organizzata e della corruzione dilagante che permeava gli USA durante il secondo dopoguerra, quando i boss si erano infiltrati in sindacati, governo e grandi aziende", ha detto Martin Scorsese in coferenza stampa.

The Irishman è destinato ad essere ricordato negli annali del mondo della celluloide. Eppure Scorsese non era sicuro di riuscire a realizzarte il film. "Il film è stato rifiutato dagli studios di Hollywood prima di ottenere il finanziamento da Netflix e superare  l'ostacolo più grande, sviluppare una tecnologia capace di ringiovanire De Niro, Pacino e Pesci di trent’anni". Si tratta di un sistema di telecamere e software sviluppato da ILM in grado di catturare le espressioni facciali degli attori sul set a fianco di altri personaggi, senza l’uso di telecamere o segni visibili sul viso, e di ringiovanirli grazie alle loro versioni 3D computerizzate".

La storia si svolge tra il 1949 e l’anno 2000, con tutta una serie di flashback e slittamenti temporali. Quello di Irishman è un mondo ben noto a Scorsese, un ambiente che, parole sue, “ho già affrontato con The Departed - Il bene e il male, Quei bravi ragazzi, Casinò e Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno. Anche in Toro scatenato ci sono elementi legati alla malavita organizzata. “Questa storia si svolge in questo tipo di ambiente ma la differenza con gli altri film è legata al punto di vista. “Raccontare l'epoca d'oro della mafia attraverso l'intera vita di un sicario mi ha dato infatti la possibilità di osservare i personaggi nella loro umanità", commenta il regista. "Al centro della trama ci sono i rapporti tra i protagonisti, Frank Sheeran/De Niro, Russell Bufalino/Joe Pesci e Jimmy Hoffa/Al Pacino, e l'ambiente in cui vivono La cosa più bella della storia è questo triangolo, questi tre uomini e la classica saga di lealtà, fratellanza e tradimento".

Irishman è stato concepito come un film riflessivo, il film con personaggi più anziani. "In questo modo ho potuto affrontare il tema della mortalità, della fine della vita, ben concreta e presente. Un tabù con il quale facciamo ancora molta fatica a confrontarci".

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