Sansevero l’arte ed il mistero

Roberta Michelino (January 17, 2014)
Nel cuore del centro storico di Napoli, in un vicolo antico e caratteristico della città, la suggestiva Cappella Sansevero incanta i turisti. Chiunque passi lì davanti non può esimersi dal visitare quel luogo intriso d’arte ed avvolto, ormai da secoli, da magia e mistero.

 Raimondo di Sangro principe di Sansevero è stato primo esponente dell’Illuminismo europeo, membro della Massoneria napoletana, chimico ed alchimista. Incline ad una visione esoterica del sapere, decise di non rivelare mai i segreti delle sue invenzioni. Per questo si servì della Cappella per rinchiudervi cripticamente le sue innovative e misteriose scoperte.

Un esempio

che attesta la veridicità delle mie parole sono gli affreschi, eseguiti dall’artista Francesco Maria Russo nel 1749, che da allora non hanno mai avuto bisogno di restauro. La Cappella di primo impatto si presenta come una monumentale opera Barocca dai marmi pregiati e dai dipinti rimasti intatti nel tempo.

Una delle opere più famose e suggestive al mondo racchiusa nella Cappella è il Cristo Velato. Raimondo di Sangro commissionò l’opera d’arte all’artista napoletano Giuseppe Sanmartino.

Gesù è rappresentato nel suo ultimo spasimo avvolto in un sudario trasparente e leggero. Il blocco di marmo è scolpito in una perfezione surreale, gli stessi Michelangelo e Canova non avrebbero potuto fare di meglio.

Questo unico blocco marmoreo sembra liquefarsi plasmando perfettamente le forme di quel corpo che sembra prendere vita.

La suggestione e la commozione che l’opera suscita è accentuata dai dettagli umani rimarcati: la vena ancora plusante sulla fronte, la profondità dei fori causati dai chiodi sui piedi e sulle mani, il volto espressivo e sofferente coperto da un velo che sembra incredibilmente vero.

Il panneggio crea un suggestivo gioco di luci ed ombre e regala all’attento osservatore l’impressione che il Cristo sia ancora in vita e che cerchi quasi di sottrarsi ad una morte inesorabile. Il drappo è scolpito nelle narici come se Gesù stesse esalando il suo ultimo respiro e si stesse preparando all’eterna resurrezione.

La leggenda narra che che il principe, da esperto alchimista, avrebbe marmorizzato un velo attraverso una pozione di sua invenzione riuscendo ad ottenere in un unico blocco di marmo l’opera. Il Cristo Velato colpisce la curiosità e la sensibilità di ogni visitatore, credente e non, per la struggente umanità che trapela da quella misteriosa ed incantata scultura marmorea.

Nella Cavea sotterranea della Cappella sono conservate in due teche le cosiddette “Macchine Anatomiche”, ossia lo scheletro di un uomo e di una donna realizzate dal medico Giuseppe Salerno, sotto la supervisione del duca di Sangro, con il sistema circolatorio sorprendentemente integro. Le ossa sono completamente rivestite da un fitto sistema arterioso e venoso che, cristallizzandosi, ha preservato anche gli organi più importanti. Il cuore è intatto e nella bocca è possibile scorgere persino i vasi sanguigni della lingua. La donna era incinta: nel ventre è visibile la placenta aperta dalla quale fuoriesce l’intestino ombelicale che andava a congiungersi con il feto, che è stato  rubato di recente.

Molte sono le macabre storie legate a queste macchine anatomiche: si racconta che il principe fece catturare due dei suoi servi e si servisse di queste povere cavie per sperimentare  le sue misteriose tecniche di imbalsamazione e conservazione. Sembra che Raimondo di Sangro abbia iniettato del liquido per metallizzare il sistema circolatorio. Ma affinchè il liquido potesse raggiungere tutti i vasi sanguigni, sarebbe stato indispensabile che il flusso di sangue fosse ancora attivo all’interno dei corpi. Da questa supposizione potremmo spiegarci la posizione delle braccia del corpo femminile: la donna sarebbe riuscita a svincolare un solo braccio prima che la circolazione sanguingna le fosse stata definitivamente bloccata.

 Ancora oggi molti studiosi non si capacitano di come sia stato possibile conservare perfettamente questi apparati. Da accurati studi è emerso che sono stati utilizzati il filo di ferro per mantenere le ossa unite e la cera liquida per solidificare vene ed arterie. Ma questi materiali non sarebbero stati sufficienti a mantenere intatte la macchine, i secoli e l’umidità avrebbero dovuto comunque corrodere e scalfire quei corpi.

Alcuni scienzati hanno ipotizzato che sia stato iniettato il mercurio,  il metallo liquido più conosciuto, per poter solidificare il sistema capillare. Ma questa rimane una supposizione, la vera sostanza utilizzata  resta ancora un mistero irrisolto che avrebbe potuto svelarci solo Raimondo, principe di Sansevero e del macabro....

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