“Rossellinite” che sindrome speciale!

Monica Straniero (November 16, 2020)
The Rossellinis. Oltre il mito del padre del neorealismo italiano. Il documentario, evento speciale alla Settimana internazionale della critica dello scorso Festival del cinema di Venezia e in arrivo sulle piattaforme digitali dal 20 novembre

La “Rossellinite” è una sindrome speciale che secondo Alessandro ha colpito tutti i membri della famiglia allargata dei Rossellini. The Rossellinis, docu-viaggio del nipote del regista attraverso Svezia, America e Quatar, si trasforma in un percorso curativo per le famiglie Rossellini. Sì perché il regista di capolavori come Roma Città aperta, di Paisà, Roma città aperta, Il generale Della Rovere,h a avuto tre famiglie: nel 1936 sposa la scenografa e costumista Marcella de Marchis dalla quale ha il figlio Renzo, padre di Alessandro. Con Ingrid Bergman arrivano Robin e le gemelle Ingrid e Isabella. Poi, alla fine di un periodo vissuto in India, torna in Italia con Sonali Das Gupta, sceneggiatrice e moglie di un produttore locale, e con il di lei figlio Gil, che adotterà. Con Sonali avrà poi una figlia, Raffaella (oggi Nur perché convertita all’Islam).

Sei figli e diversi discendenti chiamati a fare i conti con l’eredità familiare di uno dei registi più innovativi del XX Secolo. Acuto indagatore delle pieghe della storia, Rossellini fu tra i primi a intuire l’importanza dei mezzi audiovisivi per la diffusione della conoscenza, in una visione democratica e interclassista in cui il piccolo schermo aveva un ruolo centrale. “Nascere Rossellini significa sentirsi schiacciato dal peso di un nome che ancora oggi è punto di riferimento per generazioni di cineasti – ammette Alessandro -  Significa crescere sentendoti oppresso dalle aspettative che porta avere ha quel cognome, e vale per me ma è valso per mio padre, per le mie zie Ingrid e Isabella, per mio zio Robin. Così ho deciso di impugnare la macchina da presa per soddisfare un’urgenza, liberarsi da un’ombra che incombe su tutto quello che cerchi di fare per sentirti fiero di essere il nipote del genio del neorealismo”

Alessandro Rossellini non nasconde il suo passato di tossicodipendenza. “Dopo essere uscito , mi sentivo forte nel mio nuovo lavoro di counselor con cui da anni mi dedico a chi ha gli stessi problemi che ho avuto io. E ho pensato che fosse il momento giusto per realizzare un lavoro

Un ritratto intimo e insolito di Roberto Rossellini che si apre con il funerale a Roma, il 6 giugno 1977, del grande regista." Dietro il feretro – commenta Alessandro Rossellini - ci sono io che ho 13 anni e sono stretto a mia nonna Marcella, poi c'è mio padre Renzo, bravissimo a fare il figlio, e zia Isabella arrivata nella notte dall'America a piangerlo dopo anni di litigi, in disparte fuori dai riflettori come sempre la sorella gemella Ingridina. Poi lo zio adottivo Gil in prima fila per far capire che e' un Rossellini, zio Roberto il bello, zia Raffaella che ora si chiama Nur ed è musulmana. Nulla sarà come prima: mio nonno Roberto ha lasciato al mondo dei capolavori del cinema a noi nemmeno una lira e un enorme patrimonio di conflitti".

Il documentario, evento speciale alla Settimana internazionale della critica dello scorso Festival del cinema di Venezia e in arrivo sulle piattaforme digitali dal 20 novembre, diventa un pretesto per far parlare i membri della famiglia, riannodare relazioni e crearne di nuove, come nel caso di quello con lo zio Robin, fratello di Isabella e Ingrid, che vive solo su un’isola in Svezia.  

Costruito con immagini d'epoca, filmini privati, interviste recenti, il film dipinge una realtà familiare tutt’altro che idillica, ma più diffusa di quanto vogliamo ammettere. Come in ogni famiglia, in cui solo chi vi vive conosce le vere dinamiche, i personaggi convivono con una figura idealizzata di Roberto Rossellini, l'anticonformista che scandalizzò la rigida moralità degli anni '50 nel suo lavoro e nella sua vita. “Dalla rossellinite non si guarisce, ma noi siamo gli United Colors of Rossellini e questo, più che un film, è stata una gigantesca seduta psicanalitica”.

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