Il cinema a New York cerca la sua strada e parla italiano

Luca Martano (June 08, 2013)
Il cinema Italiano è piu vivo che mai e trova la sua conferma nella tredicesima edizione dell'iniziativa Open Roads tenutasi a New York dal 6 giungo al 12 giugno.

 In occasione della tredicesima edizione dell’iniziativa Open Roads, il festival del cinema italiano, alcuni registi si confrontano sui temi più caldi che lo riguardano.

Il cinema italiano è più vivo che mai. Il nuovo cinema italiano, composto anche da giovani registi i quali cercano di proporre idee innovative, se vogliamo, lo è anche di più. Questo cinema non viene apprezzato soltanto nel nostro paese, ma comincia a riscuotere un discreto successo anche all’estero, e cerca una sua strada negli Stati Uniti.

A dimostrazione del fatto c’e’ la tredicesima edizione dell’iniziativa Open Roads, che si sta tenendo al Lincoln Center di New York e andrà avanti fino al 12 giugno, durante la quale ci sarà la possibilità di assistere alla proiezione di undici film italiani.

I film e i registi presenti all’edizione di quest’anno sono: Marco Bellocchio, con La bella addormentata, Maria Sole Tognazzi, con Io viaggio da sola, Daniele Ciprì, con Era il figlio, Pappi Corsicato, con Le facce degli altri, Elisa Fuksas, con Nina, Guido Torlonia, con Handmade Cinema Salvatore Mereu, con Bellas Mariposas e Susanna Nicchiarelli, con La scoperta dell’alba, tutti voluti e guidati da Antonio Monda, co-fondatore e curatore dell’iniziativa.

I numeri sono sempre importanti e Open Roads può presentarne alcuni molto positivi: in tredici anni di storia, come sottolineato da Monda stesso, sono stai proiettati al Lincoln Center dai dodici ai quindici film l’anno, quindi circa duecento in totale, di cui venti sono stati proiettati con successo nei cinema americani.

La situazione del cinema italiano non è però, purtroppo, solo rose e fiori. I problemi ci sono e continuano ad esserci e, gli stessi registi “impegnati” in questa iniziativa negli Stati Uniti, hanno cercato di analizzarli durante una tavola rotonda organizzata  alla Casa Italiana Zerilli-Marimò .

Uno dei risvolti principali, evidenziato dal noto regista Marco Bellocchio, - che ha portato a New York “La bella addormentata”, un film sull’eutanasia ispirato al caso di Emanuela Englaro che molto fece discutere negli anni passati in Italia - riguarda il fatto che, sì, la produzione dei film è molto aumentata, ma sono anche cresciuti  i film che non vengono distribuiti.

Questo, secondo Bellocchio, è causato soprattutto dalla mancanza di fondi e dalla televisione, la quale ora non finanzia più i film. Un modo per continuare a lavorare con pochi fondi, però, c’e’ ancora e viene proposto da Maria Sole Tognazzi, la quale ha presentato il film “Io Viaggio da sola”. Questo film, come sottolineato dalla stessa regista, può dare una speranza anche ai giovani registi che si vogliono avvicinare a questo mestiere e non hanno risorse adeguate da presentare.
Il film della Tognazzi è, infatti, stato realizzato in collaborazione con una grande azienda che gestisce hotel di lusso e che ha apprezzato l’idea nuova ed originale della regista, cioè quella di portare sullo schermo una figura poco conosciuta al grande pubblico: l’ispettore in incognito negli alberghi di lusso. L’idea innovativa della Tognazzi, le ha permesso di girare un film a basso costo, in quanto la troupe è stata ospite in tutti gli alberghi in cui il film è stato ambientato.
 

Il tema più caldo e attuale toccato durante questa conferenza è stato, però, quello della donna-regista all’interno del cinema italiano. Nonostante la presenza di quattro donne ad Open Roads, questo numero non deve ingannare. Come sottolineato, infatti, da Elisa Fuksas e Susanna Nicchiarelli, sebbene in questo periodo in Italia sia difficile fare cinema per tutti (uomini e donne senza nessuna distinzione), le donne incontrano doppie difficoltà, comecontinua ad accadere, purtroppo, in molti ambienti della società. La situazione sta migliorando, ma non è ancora sufficiente. 

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