Giulio Gatti Casazza e la Golden Age del Metropolitan Opera

Francesca Di Folco (September 29, 2014)
L'istituto di cultura celebra il grande Gatti con gli interventi di Peter Gelb, General Manager del Metropolitan House e lectures tratte dal testo "Una vita per l'Opera" di Alberto Triola, direttore generale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Di Italianità non se ne ha mai abbastanza ed in questo mese dedicato alla cultura italiana negli States il fiorir di personaggi, protagonisti autentici anime della Cultura mondiale si avverte davvero a pelle...

Un pomeriggio dedicato a Giulio Gatti Casazza certo basta appena ad accennare alla grandezza del Genio che ha incarnato questo grande direttore italiano di teatro in grado di conquistare le vette mondiali, arrivando a capo del Metropolitan opera house di Manhattan nel 1907...
 

Ci lasciamo davvero ammaliare dalla figura del secolo scorso, ma davvero sembre attuale che incarna tenacia, costanza e dedizione totale al Teatro del Gatta Casazza introdotta niente poco di meno che dall'attuale General Manager Peter Galb e Alberto Triola, direttore generale del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
 
Le lectures iniziano con la biografia del grande protagonista...

Nato a Udine il 3 febbraio del 1869 da Stefano e da Ernestina Casazza, ereditò dal padre, direttore del teatro Comunale di Ferrara, il grande interesse per il teatro d'opera che segnò la sua vita, inizialmente dedicata a studi di carattere tecnico. Nel 1878 Gatti frequentò infatti il Collegio nazionale di Milano e quindi si trasferì al Collegio Arnaldi di Genova, per poi passare all'Accademia navale di Livorno, dove studiò per tre anni.

Abbandonato il proposito di intraprendere una carriera militare, si iscrisse alla facoltà matematica dell'Università di Ferrara e quindi alla Regia Scuola superiore navale di Genova, dove si laureò in ingegneria navale nel maggio del 1891. Quando nell'autunno del 1893 il padre venne rieletto deputato al Parlamento e lasciò la direzione del teatro Comunale, il sindaco di Ferrara offrì il posto vacante al Gatti che, sebbene con qualche timore, accettò. 

Rimase alla direzione del Comunale per cinque anni.

Dagli studi alla professione di direttore tecnico le lectures tratte dal libro si infarciscono di fascino tardo ottocentesco...

La prima stagione si aprì positivamente, con due novità per Ferrara quali Manon Lescaut di Puccini e Wally di Catalani: il successo infuse coraggio ed entusiasmo al giovane Gatti che si adoperò con impegno per migliorare le successive stagioni e portare all'attenzione del pubblico ferrarese capolavori come Carmen di Bizet e Lohengrin di Wagner, oltre a nuove produzioni italiane. In questi anni consolidò la sua amicizia con Toscanini, conosciuto a Genova nel 1890: i genitori dei due, entrambi garibaldini, erano stati compagni d'arme.

Nel giugno del 1898 la neonata Società anonima per l'esercizio del teatro alla Scala, presieduta dal duca Visconti di Modrone, decise di rivolgersi al Gatti Casazza. per un rilancio del teatro, in forte crisi finanziaria tanto da saltare la stagione 1897-98. 

Il Gatti venne chiamato a occupare un ruolo quasi inedito per il mondo operistico italiano, quello di direttore generale amministrativo e artistico. Attraverso il suo operato l'importanza dell'impresario d'opera, già in declino, diminuì notevolmente a favore di una figura più completa e manageriale, molto vicina a quella del sovrintendente odierno. 

Insieme con il Gatti venne chiamato a Milano come direttore stabile e responsabile artistico Toscanini: i due, con la collaborazione di Boito, prepararono una ricca stagione che si aprì il 26 dicembre con I maestri cantori di Norimberga di Wagner. L'opera, eseguita in versione integrale, venne accolta con discreto successo. La stagione proseguì con Iris di Mascagni, appena composta, Falstaff di Verdi,Il re di Lahore di J. Massenet, Gli ugonotti di Mayerbeer e Guglielmo Tell di Rossini.

Il Gatti, in poco tempo e con notevole abilità, riorganizzò il teatro in tutti i suoi settori; insieme con Toscanini si adoperò per adeguare il teatro al livello europeo: vennero aboliti i tagli nelle opere, si introdusse il buio in sala e il sipario-tendone, alle signore in platea si vietò di tenere il cappello in testa e, con alterne fortune, si tentò di sopprimere la pratica del bis all'interno dell'opera, cosa che procurò non pochi problemi al celebre direttore d'orchestra.

Le lectures approfondiscono il periodo milanese del Nostro...

Giulio Gatti Casazza rimase alla direzione della Scala per ben dieci anni, durante i quali il teatro riacquistò quello splendore che alla fine del secolo sembrava essersi appannato. Durante la sua permanenza si esibirono nel teatro milanese i maggiori interpreti del tempo: Caruso esordì alla Scala nel dicembre del 1900 cantando la Bohème di Puccini, il basso russo Chaliapin si esibì per la prima volta fuori dal suo paese interpretando con straordinario esito il Mefistofele di Boito nel 1901, mentre il giovane baritono Ruffo, scritturato per la stagione 1903-04, colse i primi successi di rilievo proprio alla Scala. Oltre a Toscanini, altri direttori collaborarono con il Casazza: Campanini, Mugnone e il promettente Serafin. Tra le prime assolute del periodo sono da menzionare Le maschere di Mascagni (17 genn. 1901) e Madama Butterfly di Puccini (17 febbr. 1904), mentre in prima italiana furono allestite, tra le altre, Eugenio Onieghin di P.I. Čajkovskij, prima opera russa a varcare i confini italiani, e Pelléas et Mélisande di C. Debussy.

In mezzo al fiorire di tante attività le lectures scandiscono ora il periodo newyorkese del talento nostrano...
 

Nel 1907, tramite i buoni uffici di E. San Martino di Valperga, presidente dell'Accademia di S. Cecilia, il Gatti venne contattato dagli amministratori del Metropolitan theater di New York che, per risolvere problemi di bilancio e di immagine, compromessa dalla rivalità con il Manhattan opera house dell'impresario Hammerstein, volevano affidarsi a una persona competente e risoluta. Il Gatti si incontrò a Parigi con Otto H. Khan, presidente del consiglio di amministrazione del teatro statunitense, e accettò l'incarico, facendo in modo di essere affiancato da Toscanini, più volte "corteggiato" dal Metropolitan. 

La decisione di lasciare la Scala venne accolta non senza polemiche in Italia, rese più aspre dal fatto che insieme con lui sarebbe andato via anche Toscanini.

Nelle lectures traspare la nuova vita oltreoceano di Casazza...


Gatti Casazza partì allora da Milano alla volta di New York nell'aprile del 1908. Dopo i primi due anni, nei quali divise la direzione del teatro, e non senza attriti, con il precedente amministratore Dippel, Casazza grazie alla sua intraprendenza e al suo pragmatismo, divenne direttore unico; riuscì a far quadrare i bilanci precedentemente in netto passivo e acquistò un ruolo fondamentale nella vita del Metropolitan opera house, tanto da rimanere in carica sino al 1935.

Furono questi gli anni d'oro del teatro newyorkese, che vide le sue scene calcate dai maggiori cantanti dell'epoca tra gli altri Caruso, Farrar, Ponselle, Tibbett, Chaliapin, Bori, Scotti, Alda, Destinn, Maurel e presentando prime esecuzioni di grande importanza come quelle de La fanciulla del West (1910) e Il trittico (1918) di Puccini, di Königskinder (1910) di Humperdinck, di Madame Sans-Gêne (1915) di Giordano, di Goyescas (1915) di E. Granados. 

Negli anni della direzione di Giulio Gatti Casazza furono messe in scena oltre centosettanta opere e divenne comune la pratica di eseguirle in lingua originale...

L'opera italiana svolse un ruolo dominante nei repertori del Metropolitan, ma il Gatti si premurò anche di dare impulso alle opere statunitensi. La prima opera americana a essere prodotta dal Metropolitan fu Pipes of desire (1910) di Converse; seguirono Mona (1912) di Parker e Cyrano de Bergerac (1913) di Damrosch. Nel 1910 il Gatti riuscì anche a portare in tournée a Parigi l'intera compagnia del Metropolitan, comprese le scene e i costumi, dove vennero rappresentate, al théâtre du Châtelet, opere italiane quali Aida, Otello, Falstaff di Verdi, Cavalleria rusticana di Mascagni e, in prima francese, Manon Lescaut di Puccini, diretta da Toscanini e con un cast d'eccezione che comprendeva tra gli altri Destinn e Caruso.

Nell'aprile del 1910 il Gatti aveva sposato la soprano neozelandese Frances Alda, dalla quale divorziò nel 1928. Nel 1930 si unì in seconde nozze con la maestra di ballo del Metropolitan Rosina Galli. Nel 1935 decise di ritirarsi a vita privata e fece ritorno definitivamente in Italia.

Morì a Ferrara il 2 sett. 1940. Il suo libro Memories of the opera fu pubblicato postumo a New York nel 1941.

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