Frida. Viva e affascinante. Indimenticabile magica artista e donna

Emanuela Medoro (April 16, 2014)
Alle scuderie del Quirinale più di 40 dipinti di soggetti diversi della straordinaria Frida Kahlo. Autoritratti e ritratti, paesaggi messicani e nature morte, di solito sparsi in musei e gallerie di tutto il mondo


Le Scuderie del Quirinale ospitano fino al 31 agosto 2014 una serie di opere che rappresentano l’intera carriera artistica di Frida Kahlo. Sono più di 40 dipinti di soggetti diversi: autoritratti e ritratti, paesaggi messicani e nature morte, sparsi in musei e gallerie di tutto il mondo. Simbolo dell’esuberanza artistica della cultura messicana, il depliant informativo della mostra descrive Frida Kahlo come la ribelle, l’ocultadora, l’ironica pasionaria dell’arte.

F. Kahlo nacque a Coyoacan-Mexico City il 6 luglio 1907 e morì il 13 luglio 1954, figlia di Matilde Calderon di origine ispano- amerinda e di Guillermo Kahlo, fotografo nato in Germania da una famiglia ebreo-ungherese. Nata con un difetto alla spina dorsale, a 18 anni fu vittima di un gravissimo incidente automobilistico che la costrinse a numerose operazioni chirurgiche e ad anni di immobilità. Ebbe una vita segnata profondamente dal dolore. Iniziò la sua attività artistica con gli autoritratti. Me stessa “il soggetto che conosco meglio”, soggetto sul quale ritornerà spesso in seguito, producendo una serie di opere di straordinaria forza espressiva che esprimono un rapporto quasi ossessivo con il corpo martoriato.

 

 Il suo volto, rappresentato con tratti nitidi, in proporzioni realistiche e definito con particolari simbolici, rappresenta la sua travagliata ricerca della identità personale nell’ambito della cultura messicana, passata e contemporanea. Come esempio, cito il ritratto- manifesto della mostra, in cui intorno al volto serio ed austero sono presenti scimmiette, farfalle, foglie ed una intricata e vistosa collana ornata di un colibrì, che narrano di passioni personali e rielaborazioni culturali. In un altro autoritratto appare sulla fronte di lei il disegno del volto del marito Diego Rivera, un pensiero fisso, una urgente necessità da esprimere, rivelare e condividere.  La interpretazione di sé muta con il trascorrere del tempo. Progressivamente l’artista imbruttisce i tratti del volto, arricchisce e varia i dettagli che lo definiscono. Mantiene sempre le stesse misure e le stesse proporzioni, e così gli autoritratti rimangono impressi nella memoria dell’osservatore per una vivacità unica, una forza espressiva drammatica, vulcanica, inquietante. Una sorta di indimenticabile magia.   

 

Memorabile la serie dei disegni che rappresentano sentimenti ed emozioni: gioia, dolore, pace, rabbia, ira, angoscia, odio, amore, amicizia. Tratti di pennello decisi, forti e chiari colpiscono l’attenzione dello spettatore, e lo coinvolgono nella acuta e sofferta ricerca introspettiva dell’artista.  

 

I punti di vista attraverso cui si può analizzare la complessa opera di Frida Kahlo sono oggetto di una serie di conferenze tenute da specialisti: la desolazione, l’introspezione analitica della sua personalità e della sua difficile vicenda umana, la ricerca di una identità personale, gli aspetti politici e culturali inquadrati nella storia del Messico, i legami con miti antichi e suggestioni poetiche e letterarie, i collegamenti con i principali movimenti culturali del suo tempo: futurismo, metafisica, novecento italiano e surrealismo. La personalità di Frida, ricca ed affascinante, ha inoltre suggerito una viaggio cinematografico attraverso le esperienze di alcune grandi donne, per far conoscere le loro opere e per ricostruire il mosaico della moderna sensibilità femminile.


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