Recensione: “Nessun porco è signorina”. I bambini dei quartieri popolari napoletani raccontano...

Donatella Scatamacchia (May 01, 2008)
“Nessun porco è signorina”. Nuovo libro del maestro Marcello D’Orta autore del successo straordinario che ha ormai vent'anni, "Speriamo che me la cavo". Anche questa volta lo scrittore si cimenta con l'infanzia e la quotidianità napoletana e precisamente con il rapporto che i bambini dei quartieri popolari della città (Forcella, Secondigliano, Sanità) hanno con gli animali



Circa vent’anni fa Marcello D’Orta, allora maestro in una scuola napoletana, si cimentò in un’impresa alquanto originale: raccolse in un libro, dal titolo “Io speriamo che me la cavo”, i temi dei suoi alunni. Il libro ebbe un successo straordinario: i bambini con la loro naturalezza ed ingenuità scrissero temi che riguardavano la propria quotidianità in una Napoli dove è assolutamente difficile vivere l’infanzia serenamente, ma nonostante tutto il risultato fu un libro divertente, intriso di una poesia e di una fantasia naturali ai bambini e, per qualche motivo, soprattutto ai ragazzini napoletani.

A distanza di vent’anni, appunto, l’autore realizza un altro collage di elaborati, questa volta però aventi un tema specifico: il rapporto che i bambini napoletani, e più precisamente i bambini dei quartieri popolari della città (Forcella, Secondigliano, Sanità), hanno con gli animali. Il libro nasce da un progetto ben preciso che è quello di sostenere, evolvendo tutti i proventi delle vendite del libro, la Lav. La Lav (Lega Anti-Vivisezione italiana) è la più importante associazione animalista italiana, che da anni si batte contro tutte le forme di violenza e sfruttamento degli animali. Così, in seguito alle attività di educazione nelle scuole da parte dei volontari della Lav, i bambini napoletani hanno dato libero sfogo alla loro fantasia, seguendo ovviamente tracce ben precise assegnate dallo stesso D’Orta.

Al di là dell’amore innato e spontaneo che i bambini provano nei confronti degli animali (Io prima di scamozzare una zanzara, gli dico un padrenostro), dal libro emerge, ancora una volta, la realtà di una vita difficile (A Natale i pescivendoli sono mariuoli più del normale, e noi il capitone non lo possiamo comprare), in cui è più facile credere nelle Bibbia che in un libro di scienze (…Ora se l’uomo discende dalla scimmia, allora significa che Adamo ed Eva erano due scimmie. Apparte che se erano due scimmie, Dio non gli diceva <<Non mangiate quella mela>>, ma <<Non mangiate quella banana>>…. Io non ci capisco granchè, l’unica cosa che so è che non discendiamo dalle scimmie), e dove la malavita è onnipresente (Qui a Secondigliano ci sono meno animali in giro che a Napoli perché i camorrista della malavita, appena ne vedono uno, subbito se lo pigliano e lo portano a casa…).

Il risultato è quindi l’aver creato una finestra sulla realtà popolare napoletana al di là della quale si osserva però con gli occhi ingenui, sinceri, vispi ed ironici dei suoi bambini.

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