Napolitano alla Casa Bianca. Si prepara un incontro storico

La Casa Bianca apre le porte a Giorgio Napolitano. Ripercorriamo - anche attraverso qualche curiosità - la figura umana e politica del grande politico con oltre sessant'anni di attività. Nella sua vita pagine salienti della storia d'Italia

Tutto è pronto per l'arrivo di Giorgio Napolitano a Washington. Il Presidente italiano sarà accompagnato dal ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, nella visita del 25 maggio al Presidente americano, Barack Obama. Per diversi motivi lo consideriamo un momento storico per la storia delle relazioni internazinali tra Italia  e USA.

Ma chi è questo slanciato ottantenne che ben rappresenta quell'Italia attiva e rispettosa, lontana dagli attuali schiamazzi? Giorgio Napolitano, classe 1925, è un politico napoletano, distintosi, in oltre sessant'anni di attività, soprattutto per le sue caratteristiche umane. Pacato, attento, carismatico, strenuo sostenitore dei valori democratici.

Questo suo attaccamento alla democrazia gli è valso il Dan David Prize, consegnato lo scorso 9 maggio a Tel Aviv, con una motivazione che esemplifica il suo modus essendi «for his dedication to the cause of Parliamentary democracy, thereby contributing to a strengthening of democratic values and institutions in Italy and Europe; and for his courage and intellectual integrity which have been crucial in healing the wounds of the Cold War in Europe, as well as the scars left in Italy in the wake of fascism» . 
Prima di arrivare alla Presidenza della Repubblica, Napolitano ha seguito un lungo iter di impegno culturale e politico che affonda le radici negli anni Trenta, quando frequentava il Liceo Umberto di Napoli.
Qui coltiva la passione per il teatro, apprezzando le potenzialità di una forma di spettacolo capace di una forte funzione politica, oltre che culturale ed educativa. Un interesse—condiviso con campagni del calibro di Francesco Rosi e Giuseppe Patroni Griffi—che lo porterà perfino a calcare le scene nel ruolo di protagonista in “Viaggio a Cardiff” di William Butler Yeats.
Frequentando l’Univerità in un periodo in cui l'unica via d'espressione è quella ufficiale, Napolitano frequenta il Gruppo Universitario Fascista (GUF) e continua ad occuparsi di teatro tenendo una rubrica di critica sul settimanale IX Maggio. Prende però parte subito alle azioni della Resistenza: impadronitisi della redazione, i giovani "sovversivi" pubblicano brani di Karl Marx celati dietro loro articoli autografi.
Sempre in quegli anni, Napolitano è tra quanti preparano l'arrivo a Napoli del leader comunista Palmiro Togliatti, fino ad allora in esilio a Mosca. È il momento dell'adesione al PCI, nelle cui file guadagnerà un seggio in Parlamento giovanissimo, ad appena 28 anni.
Negli anni successivi il giovane leader, che giunge rapidamente ai vertici del Partito aderendo alla corrente riformista e moderata, maturerà il suo interesse per la politica estera, distinguendosi per il forte europeismo, una critica sempre più ferma delle scelte politiche dell’Unione Sovietica, ed un atteggiamento di rispetto ed apertura nei confronti degli Stati Uniti. Nel 1978 sarà il primo comunista italiano a ottenere un visto per gli USA e nel 1989, con crollo del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda diventerà il Ministro degli Esteri nel “governo ombra” [tradurre: shadow cabinet] del PCI.
Deputato europeo da sempre attento alla dimensione extra-nazionale, si spende in una vasta attività di conferenze all'estero: in Europa, presso gli istituti di politica internazionale di Gran Bretagna e Germania, e negli Stati Uniti in prestigiose Università, tra le quali Harvard, Princeton, Yale, Berkeley e SAIS di Washington. Nel 1991, poi, in piena guerra del Golfo, si reca in Israele, riportando le posizioni del Partito Comunista Italiano verso una maggiore attenzione alle istanze della comunità ebraica.
Nei primi anni Novanta Napolitano, che ha combattuto per tutta la sua vita per l'integrazione delle sinistre nella gestione del Paese, sarà tra i leader più impegnati nella trasformazione del Partito Comunista: una lunga transizione che porterà allo scioglimento del PCI e alla nascita del Partito Democratico della Sinistra, dei Democratici di Sinistra, e infine al Partito Democratico.
Il coraggio e l'integrità intellettuale contraddistinguono la sua linea operativa anche durante la presidenza della Camera dei Deputati, nella burrascosa legislatura in cui scoppiarono gli scandali di corruzione politica detti “Tangentopoli” (1992-1994), e la guida del Ministero dell’Interno nella seconda metà del decennio. Ciò gli varrà l’elezione alla presidenza della Repubblica nel 2006. In tutto il suo operato, Napolitano ha continuato a perseguire tenacemente la difesa dei valori democratici. Per questo suo impegno vitalizio è stato insignito del Premio Leibniz-Ring e dal 2005 è annoverato tra i Senatori a vita.
Uomo accorto ai bisogni delle minoranze—da Ministro dell’Interno presentò la legge “Turco-Napolitano” che nel 1998 istituì i primi Centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini (cpt)—il Presidente ha sottolineato in una cerimonia al Quirinale le potenzialità dei “nuovi cittadini” immigrati: «occorre un clima di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani – lavoratori, studenti e ricercatori, imprenditori, sportivi, manager. È in un clima siffatto che possono avere successo le politiche volte a stabilire regole e a rendere possibile non solo la più feconda e pacifica convivenza con gli stranieri ma anche l'accoglimento di un numero crescente di nuovi cittadini.». Ed è l'integrazione dei flussi migratori ad associare maggiormente gli Stati Uniti, da sempre terra di approdo, all'Italia, paese di storiche partenze.
 

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